La dinastia
Lo stemma dei Gonzaga dopo il 1530.
La corte di Ludovico III Gonzaga, Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, Mantova (1465-1474).

«Ad montem duc nos»

I Gonzaga sono stati una delle più note famiglie principesche d'Europa, protagonisti della storia italiana ed europea dal XIV al XVIII secolo.
Oltre ad aver dato i natali a un santo della chiesa cattolica, a quattordici cardinali e a dodici vescovi, essi godono di una grande fama per aver promosso per diverse generazioni la vita artistica e culturale. La dinastia dei Gonzaga mantenne un ruolo di primo piano nel contesto politico italiano ed europeo grazie ai loro ambasciatori e a un'abile politica matrimoniale, che aveva portato a rinsaldare i rapporti con l'Impero, la Spagna, il Mezzogiorno d'Italia e con le famiglie più in vista del tempo. Aumentarono ancora il proprio prestigio legandosi con la più importante famiglia reale europea, gli Asburgo, quando Eleonora Gonzaga divenne la prima imperatrice della casata sposando Ferdinando II.

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In evidenza
Vincenzo I Gonzaga

Vincenzo I Gonzaga (Mantova, 21 settembre 1562 – Mantova, 18 febbraio 1612) era il figlio di Guglielmo duca di Mantova e del Monferrato e di Eleonora d'Austria. Nel 1587 successe al padre nella titolarità dei due ducati.
Il duca Vincenzo fu uno degli uomini più rappresentativi del suo periodo, uno dei grandi principi rinascimentali: sotto la sua signoria Mantova divenne un centro delle arti in Italia. Di carattere completamente opposto a quello del padre, che per lui ebbe sempre scarsa simpatia, Vincenzo si distinse per la sua prodigalità, per le sue intemperanze, nonché nell'amore per il lusso più sfrenato. Vincenzo amava anche dedicarsi a festini con belle dame e ad escursioni notturne in compagnia di amici, le quali finivano spesso in risse.

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I sovrani
Ferdinando Carlo di Gonzaga

Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, Carlo IV, (Revere, 31 agosto 1652 – Padova, 5 luglio 1708), fu il X e ultimo duca di Mantova e del Monferrato, duca di Guastalla (1678-1692), duca di Carlovilla (Charleville) e principe d'Arches. Era figlio di Carlo II Gonzaga-Nevers e di Isabella Clara d'Austria. Ferdinando Carlo successe tredicenne al governo di Mantova nel 1665, alla morte del padre. La madre Isabella Clara assunse la reggenza in attesa che il figlio raggiungesse la maggiore età (1669). Grazie ai buoni uffici della zia Eleonora Gonzaga, vedova dell'imperatore Ferdinando III d'Asburgo, sposò nel 1671 Anna Isabella Gonzaga di Guastalla, che gli portò in dote i suoi diritti sul ducato guastallese e sui feudi di Luzzara e Reggiolo, già in passato al centro di una feroce disputa tra i due rami della dinastia.

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Gli ecclesiastici
Il venerabile vescovo Francesco Gonzaga

Venerabile Francesco (Annibale) Gonzaga (Gazzuolo, 31 luglio 1546 – Mantova, 11 marzo 1620) è stato un francescano e vescovo cattolico italiano. Rimasto orfano del padre, il marchese Carlo Gonzaga, titolare della signoria di Gazzuolo, crebbe sotto la tutela del cardinale Ercole Gonzaga. Inviato nelle Fiandre alla corte di Filippo II per essere avviato alla carriera militare, ebbe modo di seguire il re in Spagna dove invece maturò una vocazione religiosa.

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I palazzi
Palazzo Bonacolsi

Il palazzo, interamente in cotto sormontato da merli ghibellini, fu edificato alla fine del XIII secolo da Pinamonte dei Bonacolsi su un terreno acquistato da Rolandino de Pacis, che ne fece la dimora della sua potente famiglia. Pinamonte acquisì ed affiancò al palazzo altri edifici contigui nella civitas vetus, tra i quali la Torre della Gabbia, simbolo del potere dei Bonacolsi. Il palazzo più prestigioso venne lasciato dal padre in eredità al figlio secondogenito Bardellone, suo successore nel governo della città.
La famiglia Bonacolsi ha governato Mantova nel corso del XIII secolo fino a quando, il 16 agosto 1328, l'ultimo Bonacolsi, Rinaldo, è stato rovesciato durante una rivolta sostenuta da Luigi Gonzaga, che ha preso il potere.
Dal 1328 il palazzo divenne di proprietà di Ludovico I Gonzaga, capitano del popolo di Mantova.

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Ordine del Redentore
Collare dell'Ordine

L'Ordine del Redentore fu un ordine del ducato di Mantova. L'Ordine venne istituito a Mantova il 25 maggio 1608 dal duca Vincenzo I Gonzaga, con la divisa Domine probasti me, o Nihil hoc triste recepto. In realtà l'idea della fondazione di un ordine cavalleresco erano già pervenuti nella mente del duca l'anno precedente, ma egli decise di far sanzionare ecclesiasticamente l'ordine dal pontefice Paolo V e perciò le pratiche si protrassero sino all'anno successivo. Jean Hermant dà all'interno delle proprie opere alcuni accenni relativi a tale ordine e lo ricondurrebbe alla reliquia del sangue di Gesù conservata presso la Basilica di Sant'Andrea di Mantova. I cavalieri giuravano di difendere con le armi la dignità del Papa, la religione cattolica, l'onore delle dame, delle vedove e degli orfani.

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Araldica gonzaghesca
Stemma Gonzaga-Nevers

La dinastia gonzaghesca nella sua storia plurisecolare mutò il proprio stemma una settantina di volte.
Ludovico I Gonzaga, dopo la cacciata dei Bonacolsi, innalzò lo stemma Fasciato d'oro e di nero che accompagnerà per sempre l'arma dei Gonzaga. L'elemento più importante dello scudo, le aquile imperiali, verranno aggiunte nel 1433 dal marchese Gianfrancesco Gonzaga per concessione dell'imperatore Sigismondo.

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Gli Stati dei Gonzaga

Il ducato di Sabbioneta fu un antico stato italiano di origine comitale limitato al comune di Sabbioneta, sorto per nomina imperiale nel 1577 e governato inizialmente da Vespasiano Gonzaga. Confinava ad ovest con il Ducato di Milano, retto dal 1535 da un governatore spagnolo; a sud, oltre il Po, con il Ducato di Parma e Piacenza governato dai Farnese, a nord-est con il Ducato di Mantova retto dai Gonzaga, ma da essi autonomo.

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Le chiese
Chiesa di Santa Maria della Vittoria

La chiesa di Santa Maria della Vittoria fu fatta edificare dal Marchese Francesco Gonzaga nel 1496 in memoria della vittoria ottenuta contro l'esercito Francese comandato da Carlo VIII, nella battaglia di Fornovo presso il fiume Taro, su richiesta del suo consigliere, frate Girolamo Redini, fondatore della Congregazione degli Eremiti di Santa Maria in Gonzaga.

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Ville e castelli
Palazzo Gonzaga-Acerbi

Palazzo Gonzaga-Acerbi è uno storico palazzo del centro di Castel Goffredo, in provincia di Mantova ed occupa l'intero fronte settentrionale di Piazza Mazzini. È stato la residenza di tutti i signori che si sono succeduti a Castel Goffredo, iniziando dai Gonzaga di Mantova.
L'originaria costruzione di residenza castellata, composta da due distinti fabbricati non collegati tra loro, ed una parte più corta, sulla sinistra, alla quale era collegata la Torre civica, soggetta a varie aggiunte e modificazioni, è incastonata tra la torre civica a ovest e il Torrazzo ad est e risale al 1350 circa. Di proprietà del comune (domus comunis), che effettuò opere di ampliamento e riattamento.

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Le collezioni dei Gonzaga
Cammeo Gonzaga

Le collezioni Gonzaga sono storicamente le cospicue raccolte di opere d'arte commissionate e appartenute ai Gonzaga, un tempo esposte in Palazzo Ducale, in Palazzo Te, in Palazzo San Sebastiano e in altri edifici di Mantova e dintorni. Attualmente le opere d'arte appartenute ai Gonzaga sono disperse nei musei di tutto il mondo. Oltre alle opere pittoriche i signori di Mantova portarono nei palazzi ducali il meglio in materia di oreficeria, pietre preziose e mirabilia. Tra queste il Cammeo Gonzaga che dal 12 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009 fu il pezzo più pregiato della mostra in Palazzo Te, Il Cammeo Gonzaga - Arti preziose alla corte di Mantova, che idealmente proseguiva l'esposizione della "Celeste Galeria".

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Luoghi di sepoltura
Chiesa di San Francesco (Mantova)

La famiglia Gonzaga fece uso di diversi luoghi sacri per le proprie sepolture. Il ramo principale di Mantova utilizzò come pantheon queste chiese della città:

Molte di queste sepolture furono profanate nel corso dei secoli e le tombe di almeno cinque duchi, di cui non si conosceva l'esistenza, sono venute alla luce solo di recente (2007). Molti sepolcri restano ancora avvolti nel mistero, come il ritrovamento nel 1965 della tomba di Isabella d'Este nella chiesa di Santa Paola, i cui resti scomparvero dal sarcofago.

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