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Giraffa: differenze tra le versioni

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<div style="text-align:center">Distribuzione geografica delle sottospecie di ''Giraffa''</div>
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La '''giraffa''' (''Giraffa'' {{zoo|[[Mathurin-Jacques Brisson|Brisson]]|1762}}) è un [[Genere (tassonomia)|genere]] di [[Mammalia|mammifero]] [[Artiodactyla|artiodattilo]].
Originaria dell'[[Africa]], è il più alto animale terrestre, nonché il più grande [[Ruminantia|ruminante]] esistente.
Tradizionalmente il genere contiene una singola [[Specie (tassonomia)|specie]], ''Giraffa camelopardalis'', con nove [[sottospecie]].<ref name=iucn/><ref name=":6"/> Tuttavia, analisi alternative suggeriscono la presenza di un massimo di otto specie, sulla base di una ricerca sul [[DNA]] [[DNA mitocondriale|mitocondriale]] e [[DNA nucleare|nucleare]], nonché su misurazioni morfologiche del genere ''giraffa''.
Sono inoltre state descritte sette specie estinte conosciute da fossili.


La '''giraffa''' (''Giraffa'' {{zoo|[[Mathurin Jacques Brisson|Brisson]]|1762}}) è un [[Genere (tassonomia)|genere]] di [[Mammalia|mammifero]] [[Artiodactyla|artiodattilo]].
Le principali caratteristiche distintive delle giraffe sono il collo e le zampe estremamente allungate, per questo è ritenuto dagli specialisti un “capolavoro di ingegneria”, soprattutto per la capacità di gestire la pressione all’interno dei loro vasi sanguigni. Gli [[ossiconi]], simili a corna, sul capo, grandi occhi neri con ciglia lunghe e il suo caratteristico mantello a macchie che varia da sottospecie . L'animale è classificato nella [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] [[Giraffidae]], insieme al suo parente vivente più prossimo, l'[[Okapia johnstoni|okapi]]. La sua distribuzione geografica sparsa si estende dal [[Ciad]] a nord, al [[Sudafrica]] a sud, e dal [[Niger]] a ovest fino alla [[Somalia]] ad est. Le giraffe abitano abitualmente [[savane]] e aree boschive. La loro fonte di cibo primaria sono foglie, frutti e fiori di piante legnose, principalmente le specie di [[Acacia|acacie]], una fonte di cibo accessibile loro fuori dalla portata della maggior parte degli altri erbivori. Nonostante le loro dimensioni le giraffe non sono prive di predatori: i piccoli sono oggetto di caccia anche di [[Panthera pardus|leopardi]], [[Crocuta crocuta|iene macchiate]] e [[Lycaon pictus|licaoni]], mentre gli adulti possono cadere preda dei branchi di [[Panthera leo|leoni]]. Le giraffe vivono in branchi composti da femmine imparentate tra loro e della loro prole, oppure da branchi di maschi adulti non imparentati. Tuttavia, si tratta di una specie gregaria che può riunirsi in grandi branchi misti. I maschi stabiliscono gerarchie sociali attraverso il "collaggio", dei combattimenti intraspecifici che prevedono l'utilizzo del collo e della testa come arma di offesa. I maschi dominanti ottengono il diritto di accoppiarsi con le femmine, sulle quali grava l'intera responsabilità dell'allevamento dei cuccioli.
Originaria dell'[[Africa]], è il più alto animale terrestre<ref>[https://www.big-animals.com/it/giraffa-mondo-alto-animale/ ''La giraffa – l’animale più alto del mondo!'']</ref> e il più grande [[Ruminantia|ruminante]] esistente.
Tradizionalmente, il genere comprende una singola [[Specie (tassonomia)|specie]], ''Giraffa camelopardalis'' L.<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=Systema Naturæ|cognome=Linnaeus|nome=Carl|anno=1758}}</ref>, con nove [[sottospecie]].<ref name=":3"/><ref name=":6"/> Tuttavia, secondo alcuni studiosi, il genere andrebbe suddiviso in più specie (v. sotto per i dettagli). Sono inoltre note sette specie estinte, conosciute grazie a fossili.


Le principali caratteristiche distintive della giraffa sono il collo e le zampe estremamente allungati, motivo per cui è considerata dagli specialisti un “capolavoro di ingegneria”, soprattutto per la capacità di gestire la pressione nei suoi vasi sanguigni; gli [[ossiconi]], simili a corna, presenti sul capo; i grandi occhi neri con lunghe ciglia; e il caratteristico mantello a macchie, che varia tra le sottospecie. L'animale appartiene alla [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] [[Giraffidae]], insieme al suo parente vivente più prossimo, l'[[Okapia johnstoni|okapi]]. La distribuzione geografica della giraffa si estende dal [[Ciad]] a nord, al [[Sudafrica]] a sud, e dal [[Niger]] a ovest fino alla [[Somalia]] a est. Le giraffe abitano principalmente [[savane]] e aree boschive. La loro dieta si basa su foglie, frutti e fiori di piante legnose, principalmente delle specie di [[acacia]], che sono spesso fuori dalla portata della maggior parte degli altri erbivori.
La giraffa ha incuriosito varie culture, sia antiche che moderne, per il suo aspetto peculiare, ed è stata spesso descritta in dipinti, libri e cartoni animati. È classificato dall'[[UICN]] come [[Specie vulnerabile|Vulnerabile]] all'estinzione e la sua presenza è stata [[Estinzione locale|estirpata]] in molte zone del suo areale geografico.

Le giraffe si trovano ancora in numerosi [[parchi nazionali]] e [[Riserva di caccia|riserve di caccia]], ma le stime del 2016 indicano che ci sono circa {{M|97500}} capi allo stato brado.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Julian Fennessy, Tobias Bidon, Friederike Reuss, Vikas Kumar, Paul Elkan, Maria A. Nilsson, Melita Vamberger, Uwe Fritz, Axel Janke|titolo= Multi-locus Analyses Reveal Four Giraffe Species Instead of One|rivista=Current biology|doi=10.1016/j.cub.2016.07.036|anno=2016|URL=http://www.cell.com/current-biology/abstract/S0960-9822(16)30787-4|accesso=11 settembre 2016}}</ref>.
Nonostante le loro dimensioni, le giraffe non sono prive di predatori: i piccoli possono essere preda di [[Panthera pardus|leopardi]], [[Crocuta crocuta|iene maculate]] e [[Lycaon pictus|licaoni]], mentre gli adulti possono cadere vittime di branchi di [[Panthera leo|leoni]]. Le giraffe vivono in gruppi composti da femmine imparentate tra loro e dalla loro prole, o in branchi di maschi adulti non imparentati. Tuttavia, si tratta di una specie gregaria che può formare grandi branchi misti. I maschi stabiliscono gerarchie sociali attraverso il "collaggio", combattimenti intraspecifici in cui utilizzano il collo e la testa come armi. I maschi dominanti ottengono il diritto di accoppiarsi con le femmine, sulle quali ricade l'intera responsabilità dell'allevamento dei cuccioli.
Stime del 2010 indicano che più di {{M|1600}} esemplari sono residenti e/o allevati in giardini zoologici.

La giraffa ha affascinato varie culture, antiche e moderne, per il suo aspetto peculiare ed è stata spesso rappresentata in dipinti, libri e cartoni animati. È classificata dall'[[IUCN]] come "[[Specie vulnerabile|Vulnerabile]]" all'estinzione, e la sua presenza è stata [[Estinzione locale|eliminata]] in molte aree del suo areale geografico.
Le giraffe si trovano ancora in numerosi [[parchi nazionali]] e [[Riserva di caccia|riserve naturali]], ma le stime del 2016 indicano che ci sono circa {{M|97500}} esemplari allo stato brado.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Julian Fennessy, Tobias Bidon, Friederike Reuss, Vikas Kumar, Paul Elkan, Maria A. Nilsson, Melita Vamberger, Uwe Fritz, Axel Janke|titolo= Multi-locus Analyses Reveal Four Giraffe Species Instead of One|rivista=Current biology|doi=10.1016/j.cub.2016.07.036|anno=2016|URL=http://www.cell.com/current-biology/abstract/S0960-9822(16)30787-4|accesso=11 settembre 2016}}</ref>.
Stime del 2010 segnalano che oltre {{M|1600}} esemplari vivono o sono allevati in giardini zoologici.


==Etimologia==
==Etimologia==
[[File:Cyriacus vs Bosch giraffe.jpg|miniatura|Comparazione tra l'illustrazione della giraffa di [[Ciriaco d'Ancona]] e quella di [[Hieronymus Bosch|Bosch]]]]
L'origine del nome «giraffa» viene fatta risalire alla parola [[Lingua araba|araba]] ''zarafah'' (زرافة), forse a sua volta derivata da una lingua africana<ref name=OED/>. Il nome viene tradotto come «[colei che] cammina velocemente»<ref name=kingdon/>. Nella [[lingua inglese media]] l'animale era noto anche come ''jarraf'', ''ziraph'' e ''gerfauntz''<ref name=OED/>. La parola probabilmente deriva dal nome [[Lingua somala|somalo]] dell'animale, ''geri''<ref>{{cita libro|autore=C. Peust|anno=2009|titolo=Semito-Hamitic Festschrift for A. B. Dolgopolsky and H. Jungraithmayr|editore=Reimer|pp=257-60|isbn=3-496-02810-6}}</ref>. La forma [[Lingua italiana|italiana]] ''giraffa'' risale agli anni '90 del XVI secolo<ref name=OED>{{cita web|url=http://etymonline.com/?term=giraffe|titolo=Giraffe|editore=Online Etymology Dictionary|accesso=1º novembre 2011}}</ref>. L'attuale forma inglese ''giraffe'' si sviluppò intorno al 1600 a partire dal [[Lingua francese|francese]] ''girafe''<ref name=OED/>.
L'origine del nome «giraffa» viene fatta risalire alla parola [[Lingua araba|araba]] ''zarāfa'' (زرافة), forse a sua volta derivata da una lingua africana<ref name=OED/>. Il termine viene tradotto come «[colei che] cammina velocemente»<ref name=kingdon/>.

[[Ciriaco d'Ancona]], noto viaggiatore medievale e precursore dell'archeologia, fu il primo a utilizzare, al posto del greco ''kamēlopárdalis'' (καμηλοπάρδαλις), il termine ''zoraphas'', che poi si trasformò nel moderno "giraffa", traslitterandolo dall'arabo ''zarāfa'' (زرافة)<ref name=zarafah/>. La diffusione della forma [[Lingua italiana|italiana]] ''giraffa'' risale agli anni '90 del XVI secolo<ref name=OED>{{cita web|url=http://etymonline.com/?term=giraffe|titolo=Giraffe|editore=Online Etymology Dictionary|accesso=1º novembre 2011}}</ref>. Durante il suo soggiorno in Egitto, Ciriaco ebbe modo di vedere una giraffa, che riprodusse nei suoi disegni. Questi divennero a lungo l'unica fonte iconografica dell'animale e come furono utilizzati da alcuni artisti: esempi si ritrovano nel ''[[Trittico del Giardino delle delizie]]'' di [[Hieronymus Bosch]] (1480-1490) e nella ''[[Predica di san Marco ad Alessandria d'Egitto]]'' di [[Gentile Bellini|Gentile]] e [[Giovanni Bellini]] (1504-1507)<ref name="zarafah">* {{en}} Phyllis Williams Lehmann, ''Cyriacus of Ancona's Egyptian visit and its reflections in Gentile Bellini and Hieronymus Bosch'', J. J. Augustin, 1977.
* Sito [https://news-art.it/ news-art.it], pagina ''[https://news-art.it/news/bosch-e-un-altro-rinascimento-in-mostra-a-palazzo-reale-di-milano.htm]''</ref>.

Nella [[lingua inglese media|lingua inglese medievale]], l'animale era noto anche con vari nomi, tra cui ''jarraf'', ''ziraph'' e ''gerfauntz''<ref name=OED/>. Il termine probabilmente deriva dal nome [[Lingua somala|somalo]] dell'animale, ''geri''<ref>{{cita libro|autore=C. Peust|anno=2009|titolo=Semito-Hamitic Festschrift for A. B. Dolgopolsky and H. Jungraithmayr|editore=Reimer|pp=257-60|isbn=3-496-02810-6}}</ref>. La forma attuale ''giraffe'' si sviluppò intorno al 1600 a partire dal [[Lingua francese|francese]] ''girafe''<ref name=OED/>.


==Tassonomia ed evoluzione==
==Tassonomia ed evoluzione==
[[File:Samotherium species.jpg|thumb|Ricostruzione di specie del genere ''Samotherium''.]]
[[File:Samotherium species.jpg|thumb|Ricostruzione di specie del genere ''Samotherium''.]]
La giraffa appartiene al sottordine [[Ruminantia]]. Molte specie di Ruminantia risalenti all'Eocene medio sono state scoperte in Asia centrale, Sud-est asiatico e Nordamerica. Le condizioni ecologiche durante questo periodo potrebbero aver facilitato la loro rapida dispersione<ref name=Mitchell20003/>. Le specie appartenenti al genere giraffa sono quattro delle cinque specie viventi della famiglia dei [[Giraffidae|Giraffidi]]; l'altra è l'[[Okapia johnstoni|okapi]]. La famiglia un tempo era molto più numerosa: ne sono stati descritti più di 10 [[Genere (tassonomia)|generi]] fossili. Loro parenti conosciuti più stretti erano gli estinti [[Climacoceratidae|Climacoceratidi]]. Questi, assieme alla famiglia degli [[Antilocapridae|Antilocapridi]] (la cui unica specie attuale è l'[[Antilocapra americana|antilocapra]]), appartenevano alla superfamiglia Giraffoidea. Questi animali forse si evolsero a partire dagli estinti [[Palaeomerycidae|Paleomericidi]], possibili antenati anche dei [[Cervidae|cervi]]<ref name="Mitchell20003">{{cita libro|autore=G. Mitchell and J. D. Skinner|anno=2003|titolo=On the origin, evolution and phylogeny of giraffes ''Giraffa camelopardalis''|periodico=Transactions of the Royal Society of South Africa|volume='''58''' (1)|pp=51-73|doi=10.1080/00359190309519935|url=https://tsjok45.files.wordpress.com/2012/12/giraffeevolution.pdf}}</ref>.
La giraffa appartiene al sottordine ''[[Ruminantia]]''. Molte specie di ''Ruminantia'' risalenti all'Eocene medio sono state scoperte in Asia centrale, nel Sud-est asiatico e in Nord America. Le condizioni ecologiche di quel periodo potrebbero aver facilitato la loro rapida dispersione<ref name=Mitchell20003/>. Tra le cinque specie viventi della famiglia dei [[Giraffidae|Giraffidi]], quattro appartengono al genere ''Giraffa'', mentre l'altra è l'[[Okapia johnstoni|okapi]]. La famiglia, un tempo molto più numerosa, comprendeva oltre 10 [[Genere (tassonomia)|generi]] fossili descritti. I parenti più stretti dei Giraffidi erano gli estinti [[Climacoceratidae|Climacoceratidi]], che, insieme alla famiglia degli [[Antilocapridae|Antilocapridi]] (di cui l'unica specie attuale è l'[[Antilocapra americana|antilocapra]]), appartenevano alla superfamiglia ''Giraffoidea''. Questi animali potrebbero essersi evoluti a partire dai [[Palaeomerycidae|Paleomericidi]], un gruppo estinto considerato possibile antenato anche dei [[Cervidae|cervi]]<ref name="Mitchell20003">{{cita libro|autore=G. Mitchell and J. D. Skinner|anno=2003|titolo=On the origin, evolution and phylogeny of giraffes ''Giraffa camelopardalis''|periodico=Transactions of the Royal Society of South Africa|volume='''58''' (1)|pp=51-73|doi=10.1080/00359190309519935|url=https://tsjok45.files.wordpress.com/2012/12/giraffeevolution.pdf}}</ref>.


Mentre alcuni antichi Giraffidi, quali il ''[[Sivatherium]]'', avevano corpi massicci, altri avevano una forma molto più slanciata. Il più antico antenato conosciuto della linea evolutiva della giraffa è il ''[[Canthumeryx]]'', i cui resti, rinvenuti in Libia, sono stati fatti risalire a 25-20, 17-15 o 18-14,3 milioni di anni fa a seconda delle diverse opinioni degli studiosi. Questo animale era una creatura di medie dimensioni, esile e simile a un'antilope. Il ''[[Giraffokeryx]]'' comparve 15 milioni di anni fa nel [[subcontinente indiano]] e ricordava sia un'okapi che una piccola giraffa, ma aveva un collo più allungato e i caratteristici [[ossiconi]] simili a corna fatti di [[Tessuto cartilagineo|cartilagine]]. Il ''[[Palaeotragus]]'', che apparve per la prima volta 14 milioni di anni fa e visse in un'area compresa tra l'Africa orientale e la Mongolia, ricordava l'okapi e potrebbe essere il suo diretto antenato. Aveva un cranio più allungato e schiacciato ed esibiva un [[dimorfismo sessuale]] molto marcato. Il ''[[Samotherium]]'' rimpiazzò il ''Paleotragus'' 10-9 milioni di anni fa. Questi animali avevano dimensioni maggiori e avevano una testa perfino più allungata con seni cranici ben sviluppati e un profilo più simile a quello della giraffa. Vissero sia in Africa che in Eurasia. Il ''[[Bohlinia]]'', che comparve per la prima volta nell'Europa sud-orientale e visse 9-7 milioni di anni fa, discendeva probabilmente dal ''Samotherium'' ed è a sua volta un probabile antenato diretto della giraffa. Il ''Bohlinia'' ricordava moltissimo le giraffe moderne: aveva collo e zampe lunghi e ossiconi e dentatura simili<ref name="Mitchell20003"/>.
Alcuni antichi Giraffidi, come il ''[[Sivatherium]]'', avevano corpi massicci, mentre altri presentavano forme molto più slanciate. Il più antico antenato conosciuto della linea evolutiva della giraffa è il ''[[Canthumeryx]]'', i cui resti, rinvenuti in Libia, risalgono a un periodo compreso tra 25 e 14,3 milioni di anni fa, a seconda delle diverse opinioni degli studiosi. Questo animale era di medie dimensioni, con un aspetto esile e simile a quello di un'antilope. Circa 15 milioni di anni fa, nel [[subcontinente indiano]] comparve il ''[[Giraffokeryx]]'', un animale che ricordava sia un'okapi che una piccola giraffa, ma con un collo più lungo e [[ossiconi]] fatti di [[Tessuto cartilagineo|cartilagine]].


Il ''[[Palaeotragus]]'', apparso 14 milioni di anni fa e diffuso tra l'Africa orientale e la Mongolia, somigliava all'okapi e potrebbe esserne l'antenato diretto. Aveva un cranio allungato e appiattito e mostrava un marcato [[dimorfismo sessuale]]. Il ''[[Samotherium]]'' sostituì il ''Paleotragus'' tra 10 e 9 milioni di anni fa; era più grande, con una testa ancora più allungata, seni cranici ben sviluppati e un profilo più simile a quello delle giraffe moderne. Questi animali vissero sia in Africa che in Eurasia.
Il ''Bohlinia'' raggiunse la Cina e l'India settentrionale in risposta ai cambiamenti climatici. In quest'area si evolvette il genere ''Giraffa'' che, circa 7 milioni di anni fa, raggiunse l'Africa. Ulteriori cambiamenti climatici provocarono l'estinzione delle giraffe asiatiche, mentre quelle africane sopravvissero e si diversificarono in alcune nuove specie. ''G. camelopardalis'' fece la sua comparsa circa 1 milione di anni fa in Africa orientale durante il [[Pleistocene]]<ref name="Mitchell20003"/>. Alcuni biologi ipotizzano che l'attuale giraffa discenda dalla ''G. jumae''<ref name=sim1996/>; altri considerano la ''G. gracilis'' un candidato più probabile<ref name="Mitchell20003"/>. Si ritiene che la principale spinta evolutiva che ha portato alla comparsa delle giraffe sia stato il cambiamento climatico, iniziato 8 milioni di anni fa, che trasformò un'area ricoperta da vaste foreste in una regione più aperta<ref name="Mitchell20003"/>. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che questo nuovo [[habitat]], assieme a una nuova dieta, comprendente anche foglie di ''[[Acacia]]'', possa aver esposto gli antenati della giraffa a tossine che causarono tassi di mutazione più elevati e un più alto tasso di evoluzione<ref name="bada"/>.


Il ''[[Bohlinia]]'', comparso nell'Europa sud-orientale tra 9 e 7 milioni di anni fa, discendeva probabilmente dal ''Samotherium'' ed è considerato un probabile antenato diretto della giraffa. Questo animale, con collo e zampe lunghi, oltre a ossiconi e denti simili a quelli delle giraffe moderne, raggiunse la Cina e l'India settentrionale in risposta ai cambiamenti climatici<ref name="Mitchell20003"/>.
[[Morten Thrane Brünnich]] istituì il genere ''Giraffa'' nel 1772<ref name="Dagg1971"/>. Agli inizi del XIX secolo, [[Jean-Baptiste Lamarck]] credette che il lungo collo della giraffa costituisse una «caratteristica acquisita», evolutasi attraverso generazioni di giraffe ancestrali che si sforzavano di raggiungere le foglie degli alberi più alti<ref name="Prothero 2003"/>. Questa teoria venne in seguito accantonata, e gli studiosi oggi ritengono che il collo della giraffa sia il frutto della [[selezione naturale]] darwiniana - le giraffe ancestrali dotate di colli più lunghi erano meglio adattate al loro ambiente e furono così in grado di riprodursi e tramandare i loro geni<ref name="Prothero 2003"/>.

Circa 7 milioni di anni fa, il genere ''Giraffa'' si sviluppò in Africa. I successivi cambiamenti climatici portarono all'estinzione delle giraffe asiatiche, mentre quelle africane sopravvissero e si diversificarono in nuove specie. ''Giraffa camelopardalis'' fece la sua comparsa circa 1 milione di anni fa, durante il [[Pleistocene]], in Africa orientale<ref name="Mitchell20003"/>. Alcuni biologi ipotizzano che l'attuale giraffa discenda dalla ''Giraffa jumae''<ref name=sim1996/>, mentre altri ritengono più probabile un'origine da ''Giraffa gracilis''<ref name="Mitchell20003"/>.

Si ritiene che il principale fattore evolutivo che portò alla comparsa delle giraffe moderne sia stato un cambiamento climatico iniziato 8 milioni di anni fa, che trasformò vaste foreste in savane più aperte<ref name="Mitchell20003"/>. Questo nuovo [[habitat]], combinato con una dieta composta anche da foglie di [[acacia]], potrebbe aver esposto gli antenati delle giraffe a tossine che aumentarono i tassi di mutazione più elevati e di evoluzione<ref name="bada"/>.

Il genere ''Giraffa'' fu istituito da [[Morten Thrane Brünnich]] nel 1772<ref name="Dagg1971"/>. All'inizio del XIX secolo, [[Jean-Baptiste Lamarck]] propose che il lungo collo della giraffa fosse una "caratteristica acquisita", evolutasi attraverso generazioni di giraffe che si sforzavano di raggiungere le foglie degli alberi più alti<ref name="Prothero 2003"/>. Questa teoria è stata successivamente abbandonata in favore della [[selezione naturale]] darwiniana: le giraffe con colli più lunghi erano meglio adattate al loro ambiente, riuscivano a sopravvivere e riprodursi, trasmettendo così i loro geni alle generazioni successive<ref name="Prothero 2003"/>.


===Specie e sottospecie===
===Specie e sottospecie===
[[File:Genetic subdivision in the giraffe based on mitochondrial DNA sequences.png|thumb|upright=1.4|«Areale approssimato, disegno del manto e relazioni [[Filogenesi|filogenetiche]] tra alcune sottospecie di giraffa basate su sequenze del [[DNA mitocondriale]]. I punti colorati sulla mappa rappresentano il luogo di provenienza dei campioni analizzati. L'albero filogenetico è un [[Albero filogenetico|filogramma]] di [[Metodo della massima verosimiglianza|massima verosimiglianza]] basato su campioni provenienti da 266 giraffe. Gli asterischi lungo i rami corrispondono a valori dei [[Clade|nodi]] di più del 90% del supporto [[Ricampionamento|bootstrap]]. Le stelle all'estremità dei rami identificano [[Aplotipo|aplotipi]] [[Parafilia (filogenesi)|parafiletici]] trovati nelle giraffe masai e reticolate»<ref name=GeneticStructure>{{cita libro|titolo=Extensive population genetic structure in the giraffe|autore=D. M. Brown, R. A. Brenneman, K-P. Koepfli, J. P. Pollinger, B. Milá, N. J. Georgiadis, E. E. Louis Jr., G. F. Grether, D. K. Jacobs and R. K. Wayne|periodico=BMC Biology|anno=2007|volume='''5''' (1)|p=57|doi=10.1186/1741-7007-5-57|pmc=2254591|pmid=18154651}}</ref>.]]
[[File:Genetic subdivision in the giraffe based on mitochondrial DNA sequences.png|thumb|upright=1.4|«Areale approssimato, disegno del manto e relazioni [[Filogenesi|filogenetiche]] tra alcune sottospecie di giraffa basate su sequenze del [[DNA mitocondriale]]. I punti colorati sulla mappa rappresentano il luogo di provenienza dei campioni analizzati. L'albero filogenetico è un [[Albero filogenetico|filogramma]] di [[Metodo della massima verosimiglianza|massima verosimiglianza]] basato su campioni provenienti da 266 giraffe. Gli asterischi lungo i rami corrispondono a valori dei [[Clade|nodi]] di più del 90% del supporto [[Ricampionamento|bootstrap]]. Le stelle all'estremità dei rami identificano [[Aplotipo|aplotipi]] [[Parafilia (filogenesi)|parafiletici]] trovati nelle giraffe masai e reticolate»<ref name=GeneticStructure>{{cita libro|titolo=Extensive population genetic structure in the giraffe|autore=D. M. Brown, R. A. Brenneman, K-P. Koepfli, J. P. Pollinger, B. Milá, N. J. Georgiadis, E. E. Louis Jr., G. F. Grether, D. K. Jacobs and R. K. Wayne|periodico=BMC Biology|anno=2007|volume='''5''' (1)|p=57|doi=10.1186/1741-7007-5-57|pmc=2254591|pmid=18154651}}</ref>.]]
La [[Unione internazionale per la conservazione della natura|IUCN]] riconosce una singola specie di giraffa con nove sottospecie.<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=Systema Naturæ|cognome=Linnaeus|nome=Carl|anno=1758}}</ref><ref name=":3">{{Cita pubblicazione|url=https://www.iucnredlist.org/details/9194/0|titolo=Giraffa camelopardalis (Giraffe)|cognome=Muller|nome=Zoe|data=2016|accesso=2 maggio 2017}}</ref> Nel 2001, venne proposta una tassonomia composta da due specie.<ref>{{Cita libro|cognome=Russell|nome=Seymour|data=2001|titolo=Patterns of subspecies diversity in the giraffe, Giraffa camelopardalis (L. 1758) : comparison of systematic methods and their implications for conservation policy|url=http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.275008|rivista=PHD Thesis, University of Kent at Canterbury|editore=University of Kent at Canterbury}}</ref> Uno studio del 2007 sulla genetica delle giraffe, ha suggerito che ci fossero sei specie: la giraffa dell'Africa occidentale, Rothschild, reticolata, masai, dell'angola e sudafricana. Lo studio ha dedotto dalle differenze genetiche nel [[DNA nucleare]] e [[DNA mitocondriale|mitocondriale]] (mtDNA) che le giraffe di queste popolazioni sono isolate riproduttivamente e si incrociano raramente, sebbene non vi sia nessun ostacolo naturale a separarle. Ciò include le popolazioni adiacenti di giraffe di Rothschild, reticolate e masai. La giraffa masai potrebbe a sua volta essere costituita da più specie separate tra loro dalla [[Rift Valley]].<ref name=GeneticStructure/> Si è scoperto anche che le giraffe reticolate e masai hanno la più alta diversità di mtDNA, che è coerente con le giraffe originarie dell'Africa orientale. Le popolazioni più a nord sono più strettamente legate alle prime, mentre quelle a sud sono più legate alle seconde. Le giraffe sembrano selezionare i propri compagni con lo stesso tipo di mantello, che di conseguenza vengono ereditati dalla loro prole.<ref name=GeneticStructure/>
La [[Unione internazionale per la conservazione della natura|IUCN]] riconosce una singola specie di giraffa con nove sottospecie.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|url=https://www.iucnredlist.org/details/9194/0|titolo=Giraffa camelopardalis (Giraffe)|autore=Muller,Z., et al.|data=2016 |sito=The IUCN Red List of Threatened Species |lingua=en |accesso=6 luglio 2023}}</ref> Nel 2001 fu proposta una classificazione che divideva le giraffe in due specie.<ref>{{Cita libro|cognome=Russell|nome=Seymour|data=2001|titolo=Patterns of subspecies diversity in the giraffe, Giraffa camelopardalis (L. 1758) : comparison of systematic methods and their implications for conservation policy|url=http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.275008|rivista=PHD Thesis, University of Kent at Canterbury|editore=University of Kent at Canterbury|accesso=9 agosto 2020|dataarchivio=18 giugno 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220618052840/https://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.275008|urlmorto=sì}}</ref> Uno studio del 2007 sulla genetica delle giraffe suggerì invece l'esistenza di sei specie: la giraffa dell'Africa occidentale, la giraffa di Rothschild, la giraffa reticolata, la giraffa masai, la giraffa dell'Angola e la giraffa sudafricana. Lo studio si basava su differenze genetiche nel [[DNA nucleare]] e [[DNA mitocondriale|mitocondriale]] (mtDNA), rivelando che le popolazioni di queste giraffe sono isolate riproduttivamente e si incrociano raramente, nonostante non ci siano ostacoli naturali a separarle. Ciò include anche popolazioni adiacenti, come le giraffe di Rothschild, reticolate e masai. Inoltre, la giraffa masai potrebbe essere ulteriormente suddivisa in più specie, separate dalla [[Rift Valley]].<ref name=GeneticStructure/>
Le giraffe reticolate e masai hanno mostrato la maggiore diversità genetica di mtDNA, coerente con l'origine delle giraffe nell'Africa orientale. Le popolazioni settentrionali sono risultate geneticamente più vicine alle giraffe reticolate, mentre quelle meridionali alle giraffe masai. Inoltre, si è osservato che le giraffe selezionano i propri compagni in base al tipo di mantello, un tratto che viene trasmesso alla prole.<ref name=GeneticStructure/>


Uno studio del 2011, utilizzando analisi dettagliate della morfologia delle giraffe e l'applicazione del [[Specie (tassonomia)|concetto di specie filogenetica]], ha descritto otto specie di giraffe viventi.<ref name=":2">{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=v3uZtA1ZpTAC&pg=PP2&dq=ungulate+taxonomy#v=onepage|titolo=Ungulate Taxonomy|cognome1=Groves|nome1=Colin|cognome2=Grubb|nome2=Peter|data=1º novembre 2011|editore=JHU Press|isbn=978-1-4214-0093-8|lingua=en}}</ref> Uno studio del 2016, ha anche concluso che le giraffe viventi sono costituite da più specie.<ref name="cur.biol 2016">{{Cita pubblicazione|cognome1=Fennessy|nome1=Julian|cognome2=Bidon|nome2=Tobias|cognome3=Reuss|nome3=Friederike|cognome4=Kumar|nome4=Vikas|cognome5=Elkan|nome5=Paul|cognome6=Nilsson|nome6=Maria A.|cognome7=Vamberger|nome7=Melita|cognome8=Fritz|nome8=Uwe|cognome9=Janke|nome9=Axel|anno=2016|titolo=Multi-locus Analyses reveal four giraffe species instead of one|rivista=Current Biology|volume=26|numero=18|pp=2543–2549|doi=10.1016/j.cub.2016.07.036|pmid=27618261}}</ref> I ricercatori hanno suggerito l'esistenza di quattro specie, che non hanno incrociato informazioni genetiche tra loro da 1 a 2 milioni di anni. Da allora, una risposta a questa pubblicazione è stata pubblicata, evidenziando sette problemi nell'interpretazione dei dati, e conclude che "le conclusioni evidenziato non dovrebbero essere accettate incondizionatamente".<ref name="BercovitchBerry2017">{{Cita pubblicazione|cognome1=Bercovitch|nome1=Fred B. |cognome2=Berry |nome2=Philip S.M. |cognome3=Dagg |nome3=Anne |cognome4=Deacon |nome4=Francois |cognome5=Doherty |nome5=John B. |cognome6=Lee |nome6=Derek E. |cognome7=Mineur |nome7=Frédéric |cognome8=Muller |nome8=Zoe |cognome9=Ogden |nome9=Rob |cognome10=Seymour |nome10=Russell |cognome11=Shorrocks |nome11=Bryan |cognome12=Tutchings |nome12=Andy |titolo=How many species of giraffe are there?|rivista=Current Biology |volume=27 |numero=4 |anno=2017 |pp=R136–R137 |issn=0960-9822 |doi=10.1016/j.cub.2016.12.039 |pmid=28222287}}</ref>
Nel 2011, un'analisi dettagliata della morfologia delle giraffe, unita al [[Specie (tassonomia)|concetto di specie filogenetica]], propose l'esistenza di otto specie viventi.<ref name=":2">{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=v3uZtA1ZpTAC&pg=PP2&dq=ungulate+taxonomy#v=onepage|titolo=Ungulate Taxonomy|cognome1=Groves|nome1=Colin|cognome2=Grubb|nome2=Peter|data=1º novembre 2011|editore=JHU Press|isbn=978-1-4214-0093-8|lingua=en}}</ref> Successivamente, uno studio del 2016 concluse che le giraffe viventi erano costituite da quattro specie separate che non si sono incrociate geneticamente da 1 a 2 milioni di anni.<ref name="cur.biol 2016">{{Cita pubblicazione|cognome1=Fennessy|nome1=Julian|cognome2=Bidon|nome2=Tobias|cognome3=Reuss|nome3=Friederike|cognome4=Kumar|nome4=Vikas|cognome5=Elkan|nome5=Paul|cognome6=Nilsson|nome6=Maria A.|cognome7=Vamberger|nome7=Melita|cognome8=Fritz|nome8=Uwe|cognome9=Janke|nome9=Axel|anno=2016|titolo=Multi-locus Analyses reveal four giraffe species instead of one|rivista=Current Biology|volume=26|numero=18|pp=2543–2549|doi=10.1016/j.cub.2016.07.036|pmid=27618261}}</ref> Tuttavia, una risposta critica a questa pubblicazione evidenziò sette problemi metodologici e concluse che "le conclusioni proposte non dovrebbero essere accettate incondizionatamente".<ref name="BercovitchBerry2017">{{Cita pubblicazione|cognome1=Bercovitch|nome1=Fred B. |cognome2=Berry |nome2=Philip S.M. |cognome3=Dagg |nome3=Anne |cognome4=Deacon |nome4=Francois |cognome5=Doherty |nome5=John B. |cognome6=Lee |nome6=Derek E. |cognome7=Mineur |nome7=Frédéric |cognome8=Muller |nome8=Zoe |cognome9=Ogden |nome9=Rob |cognome10=Seymour |nome10=Russell |cognome11=Shorrocks |nome11=Bryan |cognome12=Tutchings |nome12=Andy |titolo=How many species of giraffe are there?|rivista=Current Biology |volume=27 |numero=4 |anno=2017 |pp=R136–R137 |issn=0960-9822 |doi=10.1016/j.cub.2016.12.039 |pmid=28222287}}</ref>


Il Giraffe Conservation Foundation (GCF), assieme a Senckenberg Biodiversity e al Climate Research Centre (BiK-F), attraverso l’analisi del DNA, ha rilevato che esistono 4 specie di giraffa così suddivise: giraffa masai (''G . tippelskirchi''), giraffa settentrionale (''G. camelopardalis''), giraffa reticolata (''G. reticulata'') e giraffa meridionale (''G. giraffa''). Le quattro specie e le loro sottospecie vivono in aree geografiche ben distinte sul territorio africano.
La Giraffe Conservation Foundation (GCF), insieme al Senckenberg Biodiversity and Climate Research Centre (BiK-F), attraverso l’analisi del DNA, identificò quattro specie di giraffa: la giraffa masai (''[[Giraffa tippelskirchi|G . tippelskirchi]]''), la giraffa settentrionale (''[[Giraffa camelopardalis|G. camelopardalis]]''), la giraffa reticolata (''[[Giraffa reticulata|G. reticulata]]'') e la giraffa meridionale (''[[Giraffa giraffa|G. giraffa]]''). Queste specie occupano aree geografiche ben distinte sul territorio africano.


Uno studio del 2020 ha dimostrato che, a seconda del metodo scelto, si possono considerare diverse ipotesi tassonomiche che riconoscono da due a sei specie per il genere ''Giraffa''. Lo studio ha anche scoperto che i metodi di coalescenza di più specie possono portare a un'eccessiva suddivisione tassonomica, poiché tali metodi delimitano la struttura geografica piuttosto che le specie. L'ipotesi 3-specie, che riconosce ''G. camelopardalis'', ''G . giraffa'' e ''G . tippelskirchi'', è altamente supportato da analisi filogenetiche e corroborato anche dalla maggior parte delle analisi genetiche di popolazione e dalle analisi coalescenti multi specie.<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|cognome1=Petzold|nome1=Alice|cognome2=Hassanin|nome2=Alexandre|data=13 febbraio 2020|titolo=A comparative approach for species delimitation based on multiple methods of multi-locus DNA sequence analysis: A case study of the genus Giraffa (Mammalia, Cetartiodactyla)|rivista=PLOS ONE|lingua=en|volume=15|numero=2|pp=e0217956|doi=10.1371/journal.pone.0217956|pmid=32053589|pmc=7018015|issn=1932-6203}}</ref>
Uno studio del 2020 dimostrò che, a seconda del metodo utilizzato, si possono considerare diverse ipotesi tassonomiche, che riconoscono da due a sei specie all'interno del genere ''Giraffa''. Lo studio rivelò inoltre che i metodi di coalescenza multi-specie possono portare a un'eccessiva suddivisione tassonomica, delimitando più la struttura geografica che le specie. L'ipotesi delle tre specie (''G. camelopardalis'', ''G . giraffa'' e ''G . tippelskirchi'') è altamente supportata da analisi filogenetiche e genetiche di popolazione<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|cognome1=Petzold|nome1=Alice|cognome2=Hassanin|nome2=Alexandre|data=13 febbraio 2020|titolo=A comparative approach for species delimitation based on multiple methods of multi-locus DNA sequence analysis: A case study of the genus Giraffa (Mammalia, Cetartiodactyla)|rivista=PLOS ONE|lingua=en|volume=15|numero=2|pp=e0217956|doi=10.1371/journal.pone.0217956|pmid=32053589|pmc=7018015|issn=1932-6203}}</ref>.


Esistono anche sette specie estinte di giraffa, elencate di seguito:
In passato, esistevano anche sette specie estinte di giraffe:
[[File:Giraffa jumae.JPG|thumb|Fossile di ''Giraffa jumae'' al [[Museo di storia naturale (Londra)|museo di storia naturale di Londra]].]]
[[File:Giraffa jumae.JPG|thumb|Fossile di ''Giraffa jumae'' al [[Museo di storia naturale (Londra)|museo di storia naturale di Londra]].]]
* † ''[[Giraffa gracilis]]''
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* † ''[[Giraffa sivalensis]]''
* † ''[[Giraffa sivalensis]]''
* † ''[[Giraffa stillei]]''
* † ''[[Giraffa stillei]]''
La specie estinta ''G. attica'' era precedentemente assegnata al genere ''Giraffa'' ma venne riclassificata come ''[[Bohlinia|Bohlinia attica]]'', nel 1929.
Un'altra specie, ''G. attica'', in precedenza classificata nel genere ''Giraffa'', è stata riclassificata nel 1929 come ''[[Bohlinia|Bohlinia attica]]''.
{| class="wikitable"
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|+ Specie e sottospecie di giraffe
|+ Specie e sottospecie di giraffe
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Kordofan, about 10° N, 28° E (as fixed by Harper, 1940)
Kordofan, about 10° N, 28° E (as fixed by Harper, 1940)
</ref> || La '''[[Giraffa camelopardalis antiquorum|giraffa del Kordofan]]''' (''G. c. antiquorum'') ha una distribuzione che comprende il [[Ciad]] meridionale, la [[Repubblica Centrafricana]], il [[Camerun]] settentrionale e la [[Repubblica Democratica del Congo]] nord-orientale. Le popolazioni del Camerun in passato erano considerate appartenenti a ''G. c. peralta'', ma tale classificazione è risultata errata<ref name=WestAfricaGiraffe>{{cita libro|autore=A. Hassanin, A. Ropiquet, B-L. Gourmand, B. Chardonnet and J. Rigoulet|anno=2007|titolo=Mitochondrial DNA variability in Giraffa camelopardalis: consequences for taxonomy, phylogeography and conservation of giraffes in West and central Africa|periodico=Comptes Rendus Biologies|volume='''330''' (3)|pp=173-83|pmid=17434121|doi=10.1016/j.crvi.2007.02.008}}</ref>. Rispetto alla giraffa della Nubia, questa sottospecie presenta macchie più piccole e più irregolari. Il disegno a macchie può spingersi fin sotto i garretti e sulla faccia interna delle zampe. Un bernoccolo mediale è presente nei maschi<ref name=Seymour/>. Si stima che in natura ne rimangano al massimo 2.000 capi<ref name=wildstatus/>. Censire il numero di esemplari allevati negli zoo è risultato piuttosto arduo, data la confusione creatasi tra questa sottospecie e ''G. c. peralta''. Secondo uno studio pubblicato nel 2007, tuttavia, è risultato che tutte le presunte ''G. c. peralta'' ospiti degli zoo europei erano, in effetti, ''G. c. antiquorum''<ref name=WestAfricaGiraffe/>. Fatte le debite correzioni, si ritiene che negli zoo ve ne siano circa 65 capi<ref name=ISIS/>. I membri che in passato venivano classificati in una sottospecie a parte, ''G. c. congoesis'', vengono considerati giraffe del Kordofan.
</ref> || La '''[[Giraffa camelopardalis antiquorum|giraffa del Kordofan]]''' (''G. c. antiquorum'') è distribuita nel [[Ciad]] meridionale, nella [[Repubblica Centrafricana]], nel [[Camerun]] settentrionale e nella [[Repubblica Democratica del Congo]] nord-orientale. In passato, le popolazioni del Camerun erano considerate appartenenti a ''G. c. peralta'', ma studi successivi hanno dimostrato che tale classificazione era errata<ref name=WestAfricaGiraffe>{{cita libro|autore=A. Hassanin, A. Ropiquet, B-L. Gourmand, B. Chardonnet and J. Rigoulet|anno=2007|titolo=Mitochondrial DNA variability in Giraffa camelopardalis: consequences for taxonomy, phylogeography and conservation of giraffes in West and central Africa|periodico=Comptes Rendus Biologies|volume='''330''' (3)|pp=173-83|pmid=17434121|doi=10.1016/j.crvi.2007.02.008}}</ref>. Rispetto alla giraffa della Nubia, questa sottospecie presenta macchie più piccole irregolari, che possono estendersi fino ai garretti e alla parte interna delle zampe. I maschi sono caratterizzati dalla presenza di un bernoccolo mediale sul cranio<ref name=Seymour/>. Si stima che in natura sopravvivano al massimo 2.000 esemplari<ref name=wildstatus/>. Tuttavia, censire il numero di giraffe del Kordofan presenti negli zoo è stato complicato a causa della confusione tra questa sottospecie e ''G. c. peralta''. Uno studio pubblicato nel 2007 ha chiarito che tutte le giraffe identificate come ''G. c. peralta'' negli zoo europei erano in realtà ''G. c. antiquorum''<ref name=WestAfricaGiraffe/>. Con questa correzione, si ritiene che circa 65 esemplari di questa sottospecie siano ospitati negli zoo<ref name=ISIS/>. Inoltre, esemplari che in passato venivano classificati come appartenenti a una sottospecie distinta, ''G. c. congoesis'', sono oggi considerati giraffe del Kordofan.


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|'''[[Giraffa camelopardalis camelopardalis|Giraffa della Nubia]]''', include anche la '''[[Giraffa camelopardalis rothschildi|giraffa di Rothschild]]''' (''G. camelopardalis'')<ref name=":1" /> anche conosciuta come '''giraffa del [[Lago Baringo|Baringo]]''' o '''giraffa dell'[[Uganda]]''' || La '''[[Giraffa camelopardalis camelopardalis|giraffa della Nubia]]''' (''G. c. camelopardalis'') è diffusa nel [[Sudan del Sud]] orientale e nell'[[Etiopia]] sud-occidentale<ref name=wildstatus/>. Presenta macchie color castano nettamente definite separate da linee prevalentemente bianche, mentre la regione inferiore non presenta macchie. Il bernoccolo mediale è particolarmente sviluppato nel maschio<ref name=Seymour>Seymour, R. (2002) The taxonomic status of the giraffe, ''Giraffa camelopardalis'' (L. 1758), PH.D Thesis</ref>. Si ritiene che in natura ne rimangano meno di 2.500 capi, sebbene il numero esatto sia incerto<ref name=wildstatus>{{cita web|url=http://www.giraffeconservation.org/giraffe-species|titolo=Giraffe species|editore=Giraffe Conservation Foundation|accesso=11 settembre 2016}}</ref>. È rara in cattività, ma un gruppo viene ospitato presso lo zoo di Al Ain negli [[Emirati Arabi Uniti]]<ref name="Al Ain exhibits">{{cita web|titolo=Exhibits|url=http://www.awpr.ae/en/Visit/Pages/AfricanMixedExhibit.aspx|editore=Al Ain Zoo|data=25 febbraio 2003|accesso=21 novembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111129023015/http://www.awpr.ae/en/Visit/Pages/AfricanMixedExhibit.aspx|dataarchivio=29 novembre 2011}}</ref>. Nel 2003, questo gruppo comprendeva 14 capi<ref>{{cita web|url=http://www.uaeinteract.com/docs/Nubian_giraffe_born_in_Al_Ain_zoo/6971.htm|titolo=Nubian giraffe born in Al Ain zoo|editore=UAE Interact|accesso=21 dicembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120320090832/http://www.uaeinteract.com/docs/Nubian_giraffe_born_in_Al_Ain_zoo/6971.htm|dataarchivio=20 marzo 2012}}</ref>.
|'''[[Giraffa camelopardalis camelopardalis|Giraffa della Nubia]]''', include anche la '''[[Giraffa camelopardalis rothschildi|giraffa di Rothschild]]''' (''G. camelopardalis'')<ref name=":1" /> anche conosciuta come '''giraffa del [[Lago Baringo|Baringo]]''' o '''giraffa dell'[[Uganda]]''' || La '''[[Giraffa camelopardalis camelopardalis|giraffa della Nubia]]''' (''G. c. camelopardalis'') si trova principalmente nell'area orientale del [[Sudan del Sud]] e nel sud-ovest dell'[[Etiopia]]<ref name=wildstatus/>. Questa sottospecie si distingue per le sue macchie di colore castano ben definite, separate da linee prevalentemente bianche, con una regione inferiore priva di macchie. Nei maschi, il bernoccolo mediale è particolarmente sviluppato<ref name=Seymour>Seymour, R. (2002) The taxonomic status of the giraffe, ''Giraffa camelopardalis'' (L. 1758), PH.D Thesis</ref>. Si stima che in natura sopravvivano meno di 2.500 esemplari, anche se il numero esatto rimane incerto<ref name=wildstatus>{{cita web|url=http://www.giraffeconservation.org/giraffe-species|titolo=Giraffe species|editore=Giraffe Conservation Foundation|accesso=11 settembre 2016}}</ref>. La giraffa della Nubia è rara in cattività, ma un gruppo è ospitato presso lo zoo di Al Ain, negli [[Emirati Arabi Uniti]]<ref name="Al Ain exhibits">{{cita web|titolo=Exhibits|url=http://www.awpr.ae/en/Visit/Pages/AfricanMixedExhibit.aspx|editore=Al Ain Zoo|data=25 febbraio 2003|accesso=21 novembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111129023015/http://www.awpr.ae/en/Visit/Pages/AfricanMixedExhibit.aspx|dataarchivio=29 novembre 2011}}</ref>. Nel 2003, questo gruppo contava 14 esemplari<ref>{{cita web|url=http://www.uaeinteract.com/docs/Nubian_giraffe_born_in_Al_Ain_zoo/6971.htm|titolo=Nubian giraffe born in Al Ain zoo|editore=UAE Interact|accesso=21 dicembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120320090832/http://www.uaeinteract.com/docs/Nubian_giraffe_born_in_Al_Ain_zoo/6971.htm|dataarchivio=20 marzo 2012}}</ref>.


La '''[[Giraffa camelopardalis rothschildi|giraffa di Rothschild]]''' (''G. c. rothschildi'') potrebbe essere un [[ecotipo]] di ''G. camelopardalis''. Il suo areale comprende zone dell'Uganda e del Kenya<ref name=iucn>IUCN|summ=9194|autore=Fennessy, J. & Brow</ref>. La sua presenza nel Sudan del Sud è incerta<ref name=IUCNrothschildi>Fennessy, J. & Brenneman, R. 2010, [http://www.iucnredlist.org/details/174469/0 '' Giraffa camelopardalis'' ssp. ''rothschildi''] su ''[[Lista rossa IUCN|IUCN Red List of Threatened Species]]'', Versione 2015.2, [[Unione Internazionale per la Conservazione della Natura|IUCN]], 2015.</ref>. Questa giraffa ha grosse macchie scure con bordi che sono generalmente rettilinei, ma che possono essere talvolta frastagliati. Le macchie scure possono inoltre presentare, al loro interno, linee o strisce radianti più chiare. Di solito il disegno a macchie non si spinge oltre i garretti e non raggiunge quasi mai gli zoccoli. In questa sottospecie si possono inoltre sviluppare cinque [[ossiconi]].<ref name="Seymour" /> Si crede siano rimasti circa 1,500 individui allo stato brado,<ref name=":3" /> e più di 450 sono tenuti in zoo.<ref name="ISIS" /> Secondo un'analisi genetica nel settembre del 2016, sarebbe [[Specificità biologica|conspecifica]] con la [[Giraffa camelopardalis camelopardalis|giraffa di Nubia]] (''G. c. camelopardalis'').<ref name="cur.biol 2016" />
La '''[[Giraffa camelopardalis rothschildi|giraffa di Rothschild]]''' (''G. c. rothschildi'') potrebbe rappresentare un [[ecotipo]] di ''G. c. camelopardalis''. Il suo areale include alcune regioni dell'Uganda e del Kenya<ref name=iucn>IUCN|summ=9194|autore=Fennessy, J. & Brow</ref>, mentre la sua presenza nel Sudan del Sud rimane incerta<ref name=IUCNrothschildi>Fennessy, J. & Brenneman, R. 2010, [http://www.iucnredlist.org/details/174469/0 '' Giraffa camelopardalis'' ssp. ''rothschildi''] su ''[[Lista rossa IUCN|IUCN Red List of Threatened Species]]'', Versione 2015.2, [[Unione Internazionale per la Conservazione della Natura|IUCN]], 2015.</ref>. Questa sottospecie si distingue per le grandi macchie scure con bordi generalmente rettilinei, che talvolta possono essere frastagliati. Le macchie possono presentare linee o strisce più chiare al loro interno. Di solito, il disegno delle macchie non si estende oltre i garretti e raramente raggiunge gli zoccoli. Un'altra caratteristica distintiva è lo sviluppo di cinque [[ossiconi]] in alcuni individui.<ref name="Seymour" /> Si stima che ne rimangano circa 1.500 individui allo stato brado<ref name=":3" />, mentre oltre 450 esemplari sono ospitati in zoo<ref name="ISIS" />. Tuttavia, un'analisi genetica condotta nel settembre 2016 ha suggerito che la giraffa di Rothschild potrebbe essere [[Specificità biologica|conspecifica]] con la [[Giraffa camelopardalis camelopardalis|giraffa della Nubia]] (''G. c. camelopardalis'').<ref name="cur.biol 2016" />


||[[File:Giraffa camelopardalis camelopardalis (Al Ain Zoo, UAE), crop & flip.jpg|150px]]<br/>[[File:Rothschild's Giraffe (Giraffa camelopardalis rothschildi) male (7068054987), crop & edit.jpg|150px]]
||[[File:Giraffa camelopardalis camelopardalis (Al Ain Zoo, UAE), crop & flip.jpg|150px]]<br/>[[File:Rothschild's Giraffe (Giraffa camelopardalis rothschildi) male (7068054987), crop & edit.jpg|150px]]
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Niger– Benue junction, Nigeria.
Niger– Benue junction, Nigeria.
</ref> anche conosciuta come '''giraffa del [[Niger]]''' || La '''[[Giraffa camelopardalis peralta|giraffa dell'Africa occidentale]]''' (''G. c. peralta'') è endemica del Niger sud-occidentale.<ref name=iucn/> Questo animale ha una colorazione più chiara delle altre sottospecie,<ref name=Kingdon1988/> con macchie rosse di forma lobata che si spingono oltre i garretti. Gli ossiconi sono più lunghi che in altre sottospecie e i maschi possiedono bernoccoli mediali ben sviluppati<ref name=Seymour/>. Con circa 450 esemplari rimasti in natura, è la sottospecie più minacciata.<ref name=wildstatus/> In passato si riteneva che le giraffe del Camerun appartenessero a questa sottospecie, ma vengono considerate ''G. c. antiquorum''.<ref name=WestAfricaGiraffe/> Questo errore ha creato un po' di confusione riguardo agli esemplari ospiti degli zoo, ma nel 2007 è stato stabilito che tutte le "''G. c. peralta''" ospitate negli zoo europei sono in realtà ''G. c. antiquorum''.<ref name=WestAfricaGiraffe/> Lo stesso studio del 2007 ha dimostrato che la giraffa dell'Africa occidentale è maggiormente imparentata acon la giraffa di Rothschild che con la giraffa di Kordofan, e i suoi antenati potrebbero essere migrati dall'Africa orientale verso il nord Africa stabilendo la sua attuale distribuzione con l'avanzamento del deserto del Sahara. Al suo apice, il [[lago Chad]] potrebbe aver agito come barriera naturale tra le giraffe dell'Africa occidentale e le giraffe di Kordofan durante l'[[Olocene]] (prima del 5000 BC).<ref name=WestAfricaGiraffe/>
</ref> anche conosciuta come '''giraffa del [[Niger]]''' || La '''[[Giraffa camelopardalis peralta|giraffa dell'Africa occidentale]]''' (''G. c. peralta'') è endemica del sud-ovest del Niger<ref name=iucn/>. Questa sottospecie si distingue per una colorazione più chiara rispetto alle altre<ref name=Kingdon1988/>, con macchie rosse di forma lobata che si estendono oltre i garretti. Gli ossiconi sono più lunghi rispetto a quelli delle altre sottospecie, e nei maschi si osservano bernoccoli mediali ben sviluppati<ref name=Seymour/>. Con circa 450 esemplari rimasti in natura, è la sottospecie di giraffa più minacciata<ref name=wildstatus/>. In passato, si credeva che le giraffe presenti in Camerun appartenessero a questa sottospecie, ma studi successivi le hanno identificate come ''G. c. antiquorum''<ref name=WestAfricaGiraffe/>. Questo errore ha generato confusione anche riguardo agli esemplari presenti negli zoo. Tuttavia, nel 2007, è stato stabilito che tutte le presunte ''G. c. peralta'' ospitate negli zoo europei appartenevano in realtà a ''G. c. antiquorum''<ref name=WestAfricaGiraffe/>. Lo stesso studio del 2007 ha rivelato che la giraffa dell'Africa occidentale è geneticamente più vicina alla giraffa di Rothschild che alla giraffa di Kordofan. I suoi antenati potrebbero aver migrato dall'Africa orientale verso il Nord Africa, stabilendosi nella sua attuale distribuzione durante l'avanzamento del deserto del Sahara. Durante l'[[Olocene]] (prima del 5000 a.C.), il [[lago Ciad]] potrebbe aver agito come una barriera naturale, separando le giraffe dell'Africa occidentale da quelle del Kordofan<ref name=WestAfricaGiraffe/>.


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| colspan="2" | '''[[Giraffa reticulata|Giraffa reticolata]]''' (''G. reticulata''),<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Winton|nome=W. E. de|data=1º novembre 1899|titolo=XXXVIII.—On mammals collected by Lieut.-Colonel W. Giffard in the northern territory of the Gold Coast|rivista=Annals and Magazine of Natural History|volume=4|numero=23|pp=353–359|doi=10.1080/00222939908678212|issn=0374-5481|url=https://zenodo.org/record/1430367}}</ref> anche conosciuta come '''giraffa somala''' o '''giraffa della Somalia'''
| colspan="2" | '''[[Giraffa reticulata|Giraffa reticolata]]''' (''G. reticulata''),<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Winton|nome=W. E. de|data=1º novembre 1899|titolo=XXXVIII.—On mammals collected by Lieut.-Colonel W. Giffard in the northern territory of the Gold Coast|rivista=Annals and Magazine of Natural History|volume=4|numero=23|pp=353–359|doi=10.1080/00222939908678212|issn=0374-5481|url=https://zenodo.org/record/1430367}}</ref> anche conosciuta come '''giraffa somala''' o '''giraffa della Somalia'''
| La '''[[Giraffa reticulata|giraffa reticolata]]''' (''G. c. reticulata'') è originaria del [[Kenya]] nord-orientale, dell'Etiopia meridionale e della [[Somalia]]<ref name=wildstatus/>. La sua colorazione caratteristica comprende macchie di forma poligonale color bruno-rossastro dai margini spigolosi separate da una rete di sottili linee bianche. Talvolta le macchie possono estendersi fino ai garretti e nei maschi è presente un bernoccolo mediale<ref name=Seymour/>. Si stima che in natura ne rimangano al massimo 8.700 capi<ref name=wildstatus/>, e secondo i dati dell'International Species Information System ve ne sono più di 450 ospitate negli zoo<ref name=ISIS>{{cita web|url=https://app.isis.org/abstracts/Abs77545.asp|titolo=Giraffa|editore=ISIS|anno=2010|accesso=4 novembre 2010}}</ref>.
| La '''[[Giraffa reticulata|giraffa reticolata]]''' (''G. reticulata'') è originaria del [[Kenya]] nord-orientale, dell'Etiopia meridionale e della [[Somalia]]<ref name=wildstatus/>. Questa sottospecie si distingue per la sua caratteristica colorazione, con macchie poligonali di colore bruno-rossastro dai margini spigolosi, separate da una rete di sottili linee bianche. In alcuni casi, le macchie possono estendersi fino ai garretti, e nei maschi si osservano la presenza di un bernoccolo mediale<ref name=Seymour/>. Si stima che in natura sopravvivano al massimo 8.700 esemplari<ref name=wildstatus/>. Inoltre, secondo i dati dell'International Species Information System, oltre 450 esemplari di giraffa reticolata sono ospitati in zoo<ref name=ISIS>{{cita web|url=https://app.isis.org/abstracts/Abs77545.asp|titolo=Giraffa|editore=ISIS|anno=2010|accesso=4 novembre 2010}}</ref>.


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| rowspan="2" |'''[[Giraffa giraffa|Giraffa meridionale]]''' (''G. giraffa'')
| rowspan="2" |'''[[Giraffa giraffa|Giraffa meridionale]]''' (''G. giraffa'')
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|'''[[Giraffa giraffa angolensis|Giraffa dell'Angola]]''' (''G. angolensis''), anche conosciuta come '''giraffa della Namibia''' || La '''[[Giraffa giraffa angolensis|giraffa dell'Angola]]''' (''G. c. angolensis'') è diffusa nella [[Namibia]] settentrionale, nello [[Zambia]] sud-occidentale, nel [[Botswana]] e nello [[Zimbabwe]] occidentale. Uno studio genetico del 2009 condotto su questa sottospecie sembra suggerire che le popolazioni del [[deserto del Namib]] settentrionale e del [[Parco nazionale Etosha|parco nazionale di Etosha]] appartengano a una sottospecie distinta<ref>{{cita libro|doi=10.1111/j.1365-2028.2009.01078.x|autore=R. A. Brenneman, E. E. Louis Jr. and J. Fennessy|anno=2009|titolo=Genetic structure of two populations of the Namibian giraffe, ''Giraffa camelopardalis angolensis''|periodico=African Journal of Ecology|volume='''47''' (4)|pp=720-28}}</ref>. Questa sottospecie ha grandi macchie marroni con bordi che possono o essere leggermente frastagliati o presentare prolungamenti angolari. Il disegno a macchie si estende su tutte le zampe, ma non sulla parte superiore della faccia. Le macchie su collo e posteriore tendono a essere piuttosto piccole. La sottospecie presenta inoltre una macchia bianca sull'orecchio<ref name=Seymour/>. Si stima che ne rimangano al massimo 13.500 capi in natura<ref name=wildstatus/> e circa 20 negli zoo<ref name=ISIS/>.
|'''[[Giraffa giraffa angolensis|Giraffa dell'Angola]]''' (''G. angolensis''), anche conosciuta come '''giraffa della Namibia''' || La '''[[Giraffa giraffa angolensis|giraffa dell'Angola]]''' (''G. g. angolensis'') è presente nella [[Namibia]] settentrionale, nello [[Zambia]] sud-occidentale, nel [[Botswana]] e nello [[Zimbabwe]] occidentale. Uno studio genetico del 2009 ha suggerito che le popolazioni del [[deserto del Namib]] settentrionale e del [[Parco nazionale Etosha|Parco Nazionale di Etosha]] potrebbero appartenere a una sottospecie distinta<ref>{{cita libro|doi=10.1111/j.1365-2028.2009.01078.x|autore=R. A. Brenneman, E. E. Louis Jr. and J. Fennessy|anno=2009|titolo=Genetic structure of two populations of the Namibian giraffe, ''Giraffa camelopardalis angolensis''|periodico=African Journal of Ecology|volume='''47''' (4)|pp=720-28}}</ref>. Questa sottospecie si caratterizza per grandi macchie marroni con bordi che possono essere leggermente frastagliati o presentare prolungamenti angolari. Il disegno a macchie si estende su tutte le zampe ma non sulla parte superiore della faccia, mentre le macchie su collo e posteriore tendono a essere più piccole. Un'altra particolarità è la presenza di una macchia bianca sull'orecchio<ref name=Seymour/>. Si stima che in natura ne rimangano al massimo 13.500 esemplari<ref name=wildstatus/>, mentre circa 20 sono ospitati in zoo<ref name=ISIS/>.


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|'''[[Giraffa giraffa giraffa|Giraffa del Sudafrica]]''' (''G. giraffa'')<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=IdyuQaviYjIC&pg=PR9&dq=Rookmaaker,+1989#v=onepage|titolo=The Zoological Exploration of Southern Africa 1650–1790|cognome=Rookmaaker|nome=L. C.|data=1º giugno 1989|editore=CRC Press|isbn=978-90-6191-867-7|lingua=en}}</ref> anche conosciuta come '''giraffa del Capo''' || La '''[[Giraffa giraffa giraffa|giraffa del Sudafrica]]''' (''G. c. giraffa'') è diffusa nel [[Sudafrica]] settentrionale, nel Botswana meridionale, nello Zimbabwe meridionale e nel [[Mozambico]] sud-occidentale<ref name=wildstatus/>. Presenta macchie scure, piuttosto arrotondate, «con alcune sottili proiezioni» su una colorazione di fondo fulva. Scendendo giù lungo le zampe le macchie divengono sempre più piccole. Il bernoccolo mediale dei maschi è meno sviluppato<ref name=Seymour/>. Si stima che ne rimangano al massimo 39.000 capi in natura<ref name=wildstatus/> e circa 45 negli zoo<ref name=ISIS/>.
|'''[[Giraffa giraffa giraffa|Giraffa del Sudafrica]]''' (''G. giraffa'')<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=IdyuQaviYjIC&pg=PR9&dq=Rookmaaker,+1989#v=onepage|titolo=The Zoological Exploration of Southern Africa 1650–1790|cognome=Rookmaaker|nome=L. C.|data=1º giugno 1989|editore=CRC Press|isbn=978-90-6191-867-7|lingua=en}}</ref> anche conosciuta come '''giraffa del Capo''' || La '''[[Giraffa giraffa giraffa|giraffa del Sudafrica]]''' (''G. g. giraffa'') si trova nel [[Sudafrica]] settentrionale, nel Botswana meridionale, nello Zimbabwe meridionale e nel [[Mozambico]] sud-occidentale<ref name=wildstatus/>. Questa sottospecie è caratterizzata da macchie scure, generalmente arrotondate, con sottili proiezioni, su una colorazione di fondo fulva. Scendendo lungo le zampe, le macchie diventano progressivamente più piccole. Nei maschi, il bernoccolo mediale è meno sviluppato rispetto ad altre sottospecie<ref name=Seymour/>. Si stima che in natura sopravvivano al massimo 39.000 esemplari<ref name=wildstatus/>, mentre circa 45 sono ospitati in zoo<ref name=ISIS/>.


||[[File:Giraffe standing.jpg|150px]]
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Tanzania.
Tanzania.
</ref> anche nota come '''giraffa del [[Kilimanjaro]]''' || La '''[[Giraffa tippelskirchi|giraffa masai]]''' (''G. c. tippelskirchi'') è presente nel Kenya centrale e meridionale e in [[Tanzania]]<ref name=wildstatus/>. Presenta caratteristiche macchie irregolari e frastagliate, simili a stelle, che si estendono fino agli zoccoli. Un bernoccolo mediale è solitamente presente nei maschi<ref name=Seymour/><ref name=estes/>. Si ritiene che ne rimangano al massimo 32.500 capi in natura<ref name=wildstatus/> e circa 100 negli zoo<ref name=ISIS/>.
</ref> anche nota come '''giraffa del [[Kilimanjaro]]''' || La '''[[Giraffa tippelskirchi|giraffa masai]]''' (''G. t. tippelskirchi'') vive principalmente nel Kenya centrale e meridionale e in [[Tanzania]]<ref name=wildstatus/>. Questa sottospecie si distingue per le sue caratteristiche macchie irregolari e frastagliate, simili a stelle, che si estendono fino agli zoccoli. Nei maschi è solitamente presente un bernoccolo mediale<ref name=Seymour/><ref name=estes/>. Si ritiene che in natura sopravvivano al massimo 32.500 esemplari<ref name=wildstatus/>, mentre circa 100 sono ospitati in zoo<ref name=ISIS/>.


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||[[File:GiraffaCamelopardalisTippelskirchi-Masaai-Mara.JPG|150px]]
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|'''[[Giraffa di Thornicroft]]''' ("''G. thornicrofti''", in onore di [[Harry Scott Thornicroft]]),<ref name="MacDonald">{{Cita libro|titolo=The Encyclopedia of Mammals|editore=Oxford University Press|anno=2001|isbn=978-0-7607-1969-5|edizione=2nd|pp=520–27|autore=Pellow, R. A.|contributo=Giraffe and Okapi|curatore=MacDonald, D.}}</ref> anche conosciuta come '''giraffa di Luangwa''', o '''giraffa della Rhodesia''' || La '''[[giraffa di Thornicroft]]''' (''G. c. thornicrofti'') è endemica della [[Luangwa (fiume)|valle del Luangwa]] nello Zambia orientale<ref name=wildstatus/>. Le macchie sono frastagliate e leggermente a forma di stella, e possono o no estendersi lungo le zampe. Il bernoccolo mediale dei maschi è poco sviluppato<ref name=Seymour/>. Ne rimangono non più di 1.500 capi in natura<ref name=wildstatus/> e nessun capo in cattività<ref name=ISIS/>.
|'''[[Giraffa di Thornicroft]]''' ("''G. thornicrofti''", in onore di [[Harry Scott Thornicroft]]),<ref name="MacDonald">{{Cita libro|titolo=The Encyclopedia of Mammals|url=https://archive.org/details/encyclopediaofma0000davi_n8g0|editore=Oxford University Press|anno=2001|isbn=978-0-7607-1969-5|edizione=2nd|pp=[https://archive.org/details/encyclopediaofma0000davi_n8g0/page/520 520]–27|autore=Pellow, R. A.|contributo=Giraffe and Okapi|curatore=MacDonald, D.}}</ref> anche conosciuta come '''giraffa di Luangwa''', o '''giraffa della Rhodesia''' || La '''[[giraffa di Thornicroft]]''' (''G. t. thornicrofti'') è una sottospecie endemica della [[Luangwa (fiume)|valle del Luangwa]], nello Zambia orientale<ref name=wildstatus/>. Le sue macchie, di forma frastagliata e leggermente simili a stelle, possono estendersi o meno lungo le zampe. Nei maschi, il bernoccolo mediale è poco sviluppato<ref name=Seymour/>. Si stima che ne rimangano al massimo 1.500 esemplari in natura<ref name=wildstatus/>, mentre non esistono individui in cattività<ref name=ISIS/>.


||[[File:Giraffe Walking Square, flip.jpg|150px]]
||[[File:Giraffe Walking Square, flip.jpg|150px]]
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Le giraffe reticolate e masai presentano una maggiore diversità nel DNA mitocondriale, il che sta a dimostrare che le giraffe siano comparse per la prima volta nell'Africa orientale. Le popolazioni situate più a nord sono più strettamente imparentate con le prime, mentre quelle situate a sud lo sono con le seconde. Sembra che le giraffe scelgano partner con un disegno del mantello simile, che si imprime loro nella memoria da piccole<ref name=GeneticStructure/>. Le implicazioni di queste scoperte per la conservazione delle giraffe sono state riassunte da David Brown, autore principale dello studio, che affermò così su [[BBC News]]: «Riunire tutte le giraffe in un'unica specie nasconde il fatto che alcune razze siano sull'orlo dell'estinzione. Alcune di queste popolazioni contano appena poche centinaia di esemplari e necessitano di immediata protezione»<ref>{{cita libro|editore=BBC News|titolo=Not one but 'six giraffe species'|autore=A-M. Lever|data=21 dicembre 2007|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/sci/tech/7156146.stm|accesso=4 marzo 2009}}</ref>.
Le giraffe reticolate e masai mostrano una maggiore diversità nel DNA mitocondriale, un dato che suggerisce che le giraffe abbiano avuto origine nell'Africa orientale. Le popolazioni più settentrionali risultano geneticamente più vicine alle giraffe reticolate, mentre quelle meridionali sono più strettamente imparentate con le giraffe masai. Inoltre, sembra che le giraffe scelgano i propri partner in base a un disegno del mantello simile, un tratto che si imprime nella loro memoria durante l'infanzia.<ref name=GeneticStructure/>.


Queste scoperte hanno importanti implicazioni per la conservazione delle giraffe. David Brown, autore principale dello studio, ha riassunto la situazione in un'intervista a [[BBC News]], affermando: «Riunire tutte le giraffe in un'unica specie nasconde il fatto che alcune razze siano sull'orlo dell'estinzione. Alcune di queste popolazioni contano appena poche centinaia di esemplari e necessitano di immediata protezione»<ref>{{cita libro|editore=BBC News|titolo=Not one but 'six giraffe species'|autore=A-M. Lever|data=21 dicembre 2007|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/sci/tech/7156146.stm|accesso=4 marzo 2009}}</ref>.
La giraffa dell'Africa occidentale è più imparentata da vicino con le giraffe di Rothschild e con quelle reticolate che con la giraffa del Kordofan. I suoi antenati potrebbero essere migrati dall'Africa orientale a quella settentrionale e successivamente aver raggiunto il suo areale attuale in seguito all'espansione del deserto del Sahara. Al culmine della sua estensione, il [[lago Ciad]] potrebbe aver agito da barriera tra le giraffe dell'Africa settentrionale e quelle del Kordofan durante l'[[Olocene]]<ref name=WestAfricaGiraffe/>.

Per quanto riguarda la giraffa dell'Africa occidentale, essa risulta più strettamente imparentata con le giraffe di Rothschild e con quelle reticolate, piuttosto che con la giraffa del Kordofan. I suoi antenati potrebbero aver migrato dall'Africa orientale verso l'Africa settentrionale, raggiungendo infine il suo attuale areale con l'avanzare del deserto del Sahara. Durante l'[[Olocene]], il [[lago Ciad]], al culmine della sua estensione, potrebbe aver agito come una barriera naturale, separando le giraffe dell'Africa settentrionale da quelle del Kordofan<ref name=WestAfricaGiraffe/>.


==Descrizione e anatomia==
==Descrizione e anatomia==
[[File:Giraffe08 - melbourne zoo.jpg|thumb|Primo piano della testa di una giraffa allo [[zoo di Melbourne]].]]
[[File:Giraffe08 - melbourne zoo.jpg|thumb|Primo piano della testa di una giraffa allo [[zoo di Melbourne]].]]
[[File:Giraffe skeleton.jpg|thumb|Scheletro di giraffa in mostra al museo di osteologia di [[Oklahoma City]] ([[Oklahoma]]).]]
[[File:Giraffe skeleton.jpg|thumb|Scheletro di giraffa in mostra al museo di osteologia di [[Oklahoma City]] ([[Oklahoma]]).]]
Le giraffe adulte possono raggiungere un'altezza di 4–6 m; i maschi sono più alti delle femmine<ref name="Dagg1971">{{cita libro|autore=A. I. Dagg|anno=1971|titolo=Giraffa camelopardalis|periodico=Mammalian Species|volume='''5''' (5)|pp=1-8|url=http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-005-01-0001.pdf|doi=10.2307/3503830|jstor=3503830|accesso=11 settembre 2016|dataarchivio=21 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170421052751/http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-005-01-0001.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Il peso medio si aggira intorno ai 1200&nbsp;kg nei maschi e agli 800&nbsp;kg nelle femmine<ref name="Skinner1990">{{cita libro|autore=J. D. Skinner and R. H. M. Smithers|anno=1990|titolo=The mammals of the southern African subregion|pp=616-20|editore=University of Pretoria|isbn=0-521-84418-5}}</ref>, con valori massimi registrati di 1930 e 1289&nbsp;kg per maschi e femmine, rispettivamente<ref name="OwenSmith1988">R. N. Owen-Smith, 1988. Megaherbivores: The Influence of Very Large Body Size on Ecology. Cambridge: Cambridge University Press.</ref>. A dispetto della lunghezza di collo e zampe, il corpo della giraffa è relativamente breve<ref name=anatomy/>. Posti ai lati della testa, i grandi occhi bulbosi della giraffa le consentono una buona visione a tutto campo da grande altezza<ref name=Williams/>. Le giraffe vedono a colori<ref name=Williams/> e sono inoltre dotate di udito e [[olfatto]] ben sviluppati<ref name="Prothero 2003"/>. Grazie ad alcuni muscoli l'animale è in grado di chiudere le narici per proteggerle dalle tempeste di sabbia e dalle formiche<ref name=Williams/>. La lingua [[wikt:prensile|prensile]] misura circa 40-50&nbsp;cm di lunghezza. Ha una colorazione nero-violacea, forse per proteggersi dal calore del sole, e viene utilizzata per strappare il fogliame, nonché per la pulizia del corpo e del naso dell'animale<ref name=Williams/>. Anche il labbro superiore è prensile e come la lingua viene impiegato per manipolare il cibo. Le labbra, la lingua e l'interno della bocca sono ricoperti da [[Papilla linguale|papille]] che proteggono dalle spine<ref name="Dagg1971"/>.
Le giraffe adulte possono raggiungere un'altezza compresa tra i 4 e i 6 metri, con i maschi che risultano più alti delle femmine<ref name="Dagg1971">{{cita libro|autore=A. I. Dagg|anno=1971|titolo=Giraffa camelopardalis|periodico=Mammalian Species|volume='''5''' (5)|pp=1-8|url=http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-005-01-0001.pdf|doi=10.2307/3503830|jstor=3503830|accesso=11 settembre 2016|dataarchivio=21 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170421052751/http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-005-01-0001.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Il peso medio è di circa 1.200&nbsp;kg per i maschi e 800&nbsp;kg per le femmine<ref name="Skinner1990">{{cita libro|autore=J. D. Skinner and R. H. M. Smithers|anno=1990|titolo=The mammals of the southern African subregion|pp=616-20|editore=University of Pretoria|isbn=0-521-84418-5}}</ref>, con valori massimi registrati rispettivamente di 1.930&nbsp;kg e 1.289&nbsp;kg<ref name="OwenSmith1988">R. N. Owen-Smith, 1988. Megaherbivores: The Influence of Very Large Body Size on Ecology. Cambridge: Cambridge University Press.</ref>. Nonostante il collo e le zampe siano estremamente lunghi, il corpo della giraffa è relativamente corto<ref name=anatomy/>.
I grandi occhi bulbosi, posizionati ai lati della testa, garantiscono all'animale una visione a tutto campo da grande altezza<ref name=Williams/>. Le giraffe vedono a colori<ref name=Williams/> e possiedono un udito e un [[olfatto]] altamente sviluppati<ref name="Prothero 2003"/>. Grazie a muscoli specializzati, possono chiudere le narici per proteggersi dalle tempeste di sabbia e dalle formiche<ref name=Williams/>. La loro lingua [[wikt:prensile|prensile]], lunga circa 40-50&nbsp;cm, ha una colorazione nero-violacea che potrebbe proteggerla dal calore del sole. Questa lingua è utilizzata per strappare il fogliame e per la pulizia del corpo e del naso<ref name=Williams/>. Anche il labbro superiore è prensile e, come la lingua, serve per manipolare il cibo. Inoltre, le labbra, la lingua e l'interno della bocca sono ricoperti da [[Papilla linguale|papille]] che proteggono dalle spine delle piante<ref name="Dagg1971"/>.
[[File:Giraffa camelopardalis reticulata-atTobuZoo-2012.ogv|thumb|Coppia di giraffe allo zoo di Tobu ([[prefettura di Saitama]], Giappone).]]
[[File:Giraffa camelopardalis reticulata-atTobuZoo-2012.ogv|thumb|Coppia di giraffe allo zoo di Tobu ([[prefettura di Saitama]], Giappone).]]


Il manto è ricoperto da chiazze o macchie scure (che possono essere color arancio, [[Castagno (colore)|castano]], marrone o quasi nero<ref name="Prothero 2003"/>) separate da peli chiari (generalmente bianchi o color [[Crema (colore)|crema]]<ref name="Prothero 2003"/>). Il manto dei maschi scurisce con l'età<ref name=estes>{{cita libro|titolo=The Behavior Guide to African Mammals: including Hoofed Mammals, Carnivores, Primates|url=https://archive.org/details/isbn_0520080858|autore=R. Estes|editore=University of California Press|pp=202-07|anno=1992|isbn=0-520-08085-8}}</ref>. Il disegno del mantello è utile ai fini del [[camuffamento]], consentendo all'animale di fondersi con il chiaro e scuro della savana alberata<ref name="MacDonald"/>. Anche se è difficile scorgere&nbsp;– perfino da pochi metri di distanza&nbsp;– giraffe adulte tra alberi e arbusti, esse (quando si spostano per avere una migliore visione su eventuali predatori in avvicinamento) fanno maggior affidamento sulle proprie dimensioni e sulla loro abilità di difendersi piuttosto che sul camuffamento&nbsp;– che sembra essere più importante presso i piccoli<ref name="Mitchell20003"/>. La pelle sotto le macchie scure può costituire una sorta di finestra per la [[termoregolazione]], in quanto ospita un complesso sistema di vasi sanguigni e grosse ghiandole sudoripare<ref name=Mitchell2004>{{cita libro|autore=G. Mitchell and J. D. Skinner|anno=2004|titolo=Giraffe thermoregulation: a review|periodico=Transactions of the Royal Society of South Africa: Proceedings of a Colloquium on Adaptations in Desert Fauna and Flora|volume='''59''' (2)|pp=49-57|issn=0035-919X|url=http://www.sabinet.co.za/abstracts/royalsa/royalsa_v59_n2_a13.html|doi=10.1080/00359190409519170}}</ref>. Ogni giraffa ha un disegno del mantello unico<ref name=estes/>. La pelle è per lo più di colore grigio<ref name="Skinner1990"/>. È inoltre molto spessa e consente all'animale di correre attraverso la boscaglia spinosa senza ferirsi<ref name=Williams/>. Il pelo può agire come una difesa chimica, in quanto le sostanze repellenti per i parassiti che contiene conferiscono all'animale un odore caratteristico. Nel pelo sono presenti almeno 11 [[composti aromatici]] principali, ma responsabili di gran parte dell'odore sono soprattutto l'[[indolo]] e il [[Scatolo|β-metilindolo]]. Dal momento che i maschi hanno un odore più pungente delle femmine, è probabile che l'odore possa avere anche una funzione sessuale<ref>{{cita libro|autore=W. F. Wood and P. J. Weldon|anno=2002|titolo=The scent of the reticulated giraffe (''Giraffa camelopardalis reticulata'')|periodico=Biochemical Systematics and Ecology|volume='''30''' (10)|pp=913-17|doi=10.1016/S0305-1978(02)00037-6}}</ref>. Lungo il collo dell'animale corre una criniera costituita da brevi peli eretti<ref name="Dagg1971"/>. La coda, che misura un metro di lunghezza, termina con un lungo ciuffo di peli neri e viene utilizzata come difesa contro gli insetti<ref name=Williams/>.
Il manto della giraffa è ricoperto da chiazze scure (di colore arancio, [[Castagno (colore)|castano]], marrone o quasi nero<ref name="Prothero 2003"/>) separate da peli chiari (bianchi o color [[Crema (colore)|crema]]<ref name="Prothero 2003"/>). Nei maschi, il manto tende a scurirsi con l'età<ref name=estes>{{cita libro|titolo=The Behavior Guide to African Mammals: including Hoofed Mammals, Carnivores, Primates|url=https://archive.org/details/isbn_0520080858|autore=R. Estes|editore=University of California Press|pp=202-07|anno=1992|isbn=0-520-08085-8}}</ref>. Questo disegno è utile per il [[camuffamento]], consentendo all'animale di mimetizzarsi tra il chiaro e lo scuro della savana alberata<ref name="MacDonald"/>. Nonostante ciò, le giraffe adulte fanno maggior affidamento sulla loro altezza e sulla capacità di difendersi piuttosto che sul camuffamento, che risulta più importante per i piccoli<ref name="Mitchell20003"/>. La pelle sotto le macchie scure potrebbe favorire la [[termoregolazione]], grazie a un complesso sistema di vasi sanguigni e ghiandole sudoripare<ref name=Mitchell2004>{{cita libro|autore=G. Mitchell and J. D. Skinner|anno=2004|titolo=Giraffe thermoregulation: a review|periodico=Transactions of the Royal Society of South Africa: Proceedings of a Colloquium on Adaptations in Desert Fauna and Flora|volume='''59''' (2)|pp=49-57|issn=0035-919X|url=http://www.sabinet.co.za/abstracts/royalsa/royalsa_v59_n2_a13.html|doi=10.1080/00359190409519170}}</ref>. Ogni giraffa ha un disegno del mantello unico<ref name=estes/>. La pelle, per lo più grigia<ref name="Skinner1990"/>, è molto spessa, permettendo all'animale di attraversare boscaglie spinose senza ferirsi<ref name=Williams/>.
Il pelo della giraffa contiene sostanze repellenti per i parassiti, conferendole un odore caratteristico. Sono stati identificati almeno 11 [[composti aromatici]] principali nel pelo, con l'[[indolo]] e il [[Scatolo|β-metilindolo]] responsabili della maggior parte dell'odore. Nei maschi l'odore è più pungente, suggerendo una possibile funzione sessuale<ref>{{cita libro|autore=W. F. Wood and P. J. Weldon|anno=2002|titolo=The scent of the reticulated giraffe (''Giraffa camelopardalis reticulata'')|periodico=Biochemical Systematics and Ecology|volume='''30''' (10)|pp=913-17|doi=10.1016/S0305-1978(02)00037-6}}</ref>.
Lungo il collo corre una criniera composta da brevi peli eretti<ref name="Dagg1971"/>. La coda, lunga circa un metro, termina con un ciuffo di peli neri ed è utilizzata per scacciare gli insetti<ref name=Williams/>.


===Cranio e ossiconi===
===Cranio e ossiconi===
In entrambi i sessi sono presenti strutture prominenti simili a corna dette [[ossiconi]], formate da [[Tessuto cartilagineo|cartilagine]] ossificata ricoperta di pelle e fuse al cranio all'altezza delle [[Osso parietale|ossa parietali]]<ref name=estes/>. Essendo [[Vaso sanguigno|vascolarizzati]], gli ossiconi possono giocare un ruolo nella termoregolazione<ref name=Mitchell2004/> e vengono inoltre utilizzati nei combattimenti tra maschi<ref name="sim2010"/>. Il loro aspetto costituisce un utile indicatore del sesso o dell'età di una giraffa: gli ossiconi delle femmine e dei giovani sono sottili e presentano ciuffi di peli alla sommità, mentre quelli dei maschi adulti terminano con una sorta di pomello e tendono ad avere la sommità glabra<ref name=estes/>. Inoltre, un bernoccolo mediale, più prominente nei maschi, emerge dalla regione anteriore del [[cranio]]<ref name="Dagg1971"/>. I maschi sviluppano depositi di [[Calcio (elemento chimico)|calcio]] che formano bozzi sul cranio man mano che avanza l'età<ref name="Prothero 2003"/>. Il cranio della giraffa è reso più leggero da vari [[Seni paranasali|seni]]<ref name=anatomy/>. Tuttavia, con l'avanzare dell'età, il cranio dei maschi diviene più pesante e più simile a una mazza, consentendo loro di primeggiare nei combattimenti<ref name=estes/>. La mascella superiore ha un [[palato]] scanalato ed è priva dei denti anteriori<ref name=Williams/>. I [[Molare|molari]] della giraffa hanno una superficie ruvida<ref name=Williams/>.
In entrambi i sessi delle giraffe sono presenti strutture prominenti simili a corna, chiamatw [[ossiconi]]. Questi sono formati da [[Tessuto cartilagineo|cartilagine]] ossificata ricoperta di pelle e fusi al cranio all'altezza delle [[Osso parietale|ossa parietali]]<ref name=estes/>. Essendo [[Vaso sanguigno|vascolarizzati]], gli ossiconi possono avere un ruolo nella termoregolazione<ref name=Mitchell2004/> e sono utilizzati nei combattimenti tra maschi<ref name="sim2010"/>.
L'aspetto degli ossiconi varia in base al sesso e all'età. Nelle femmine e nei giovani sono sottili e presentano ciuffi di peli alla sommità, mentre nei maschi adulti terminano con una sorta di pomello e tendono a essere glabri sulla sommità<ref name=estes/>. Inoltre, nei maschi è presente un bernoccolo mediale più prominente, che emerge dalla regione anteriore del [[cranio]]<ref name="Dagg1971"/>. Con l'avanzare dell'età, i maschi sviluppano depositi di [[Calcio (elemento chimico)|calcio]] che formano bozzi sul cranio, rendendolo più pesante e simile a una mazza, caratteristica che li avvantaggia nei combattimenti<ref name="Prothero 2003"/>.
Il cranio della giraffa è alleggerito dalla presenza di numerosi [[seni paranasali]]<ref name=anatomy/>, ma nei maschi diventa progressivamente più massiccio con l'età<ref name=estes/>. La mascella superiore è dotata di un [[palato]] scanalato e priva di denti anteriori<ref name=Williams/>, mentre i [[Molare|molari]] hanno una superficie ruvida, adatta per triturare il cibo<ref name=Williams/>.


===Zampe, locomozione e postura===
===Zampe, locomozione e postura===
Le zampe anteriori e posteriori della giraffa hanno all'incirca la stessa lunghezza. Il [[Radio (anatomia)|radio]] e l'[[ulna]] delle zampe anteriori sono articolate dal [[carpo]], che, nonostante sia strutturalmente equivalente al polso umano, svolge in tutto e per tutto il ruolo di un ginocchio<ref>{{cita libro|autore=D. MacClintock and U. Mochi|anno=1973|titolo=A natural history of giraffes|editore=Scribner|p=30|isbn=0-684-13239-7}}</ref>. Sembra che un [[Legamento|legamento sospensorio]] permetta alle esili zampe di sorreggere il gran peso dell'animale<ref>{{cita web|autore=C. Wood|data=7 marzo 2014|titolo=Groovy giraffes…distinct bone structures keep these animals upright|editore=Society for Experimental Biology|url=https://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-07/sfeb-ggd070314.php|accesso=7 maggio 2014}}</ref>. I piedi della giraffa raggiungono un diametro di 25-30&nbsp;cm, e lo [[zoccolo]] è alto 15-20&nbsp;cm nei maschi e 10-15&nbsp;cm nelle femmine<ref name=Williams/>. Il retro di ogni zoccolo è più basso e il [[wikt:nodello|nodello]] è situato vicino al terreno, consentendo al piede di fornire un ulteriore sostegno al peso dell'animale<ref name="Dagg1971"/>. Le giraffe sono prive di cuscinetti e ghiandole interdigitali. Il bacino della giraffa, seppur relativamente stretto, ha un [[Osso iliaco#Ilio|ilio]] che si allarga alle estremità superiori<ref name="Dagg1971"/>.
Le zampe anteriori e posteriori della giraffa hanno all'incirca la stessa lunghezza. Il [[Radio (anatomia)|radio]] e l'[[ulna]] delle zampe anteriori sono articolate dal [[carpo]], una struttura che, pur essendo l'equivalente del polso umano, funziona come un ginocchio<ref>{{cita libro|autore=D. MacClintock and U. Mochi|anno=1973|titolo=A natural history of giraffes|editore=Scribner|p=30|isbn=0-684-13239-7}}</ref>. Un [[legamento]] sospensorio sembra aiutare le zampe, apparentemente esili, a sostenere il notevole peso dell'animale<ref>{{cita web|autore=C. Wood|data=7 marzo 2014|titolo=Groovy giraffes…distinct bone structures keep these animals upright|editore=Society for Experimental Biology|url=https://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-07/sfeb-ggd070314.php|accesso=7 maggio 2014}}</ref>. I piedi della giraffa hanno un diametro di 25-30&nbsp;cm, mentre gli [[zoccolo|zoccoli]] misurano 15-20&nbsp;cm di altezza nei maschi e 10-15&nbsp;cm nelle femmine<ref name=Williams/>. Il retro di ciascuno zoccolo è più basso e il [[wikt:nodello|nodello]] è posizionato vicino al terreno, offrendo ulteriore sostegno al peso<ref name="Dagg1971"/>. Le giraffe non possiedono cuscinetti o ghiandole interdigitali. Il bacino è relativamente stretto, ma l'[[Osso iliaco#Ilio|ilio]] si allarga alle estremità superiori<ref name="Dagg1971"/>.


La giraffa ha solamente due [[Andatura (equitazione)|andature]]: il passo e il galoppo. Quando cammina solleva a ogni passo le due zampe dello stesso lato, e poi le due zampe dell'altro<ref name=estes/>. Durante il galoppo, le zampe posteriori cingono le zampe anteriori prima che queste si spostino in avanti<ref name="Prothero 2003"/>, e la coda viene raggomitolata<ref name=estes/>. In tutte queste andature, i movimenti del collo consentono di bilanciare il peso del corpo: quando le zampe sono lanciate in avanti, il collo si muove dall'indietro in avanti; quando le zampe toccano terra, il collo si sposta nuovamente all'indietro<ref name=Kingdon1988/>. La giraffa può effettuare brevi sprint a 60&nbsp;km/h<ref>{{cita libro|autore=T. Garland and C. M. Janis|anno=1993|titolo=Does metatarsal/femur ratio predict maximal running speed in cursorial mammals?|url=http://www.biology.ucr.edu/people/faculty/Garland/GarlandJanis1993.pdf|periodico=Journal of Zoology|volume='''229''' (1)|pp=133-51|doi=10.1111/j.1469-7998.1993.tb02626.x|accesso=11 settembre 2016|dataarchivio=20 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181120033719/https://biology.ucr.edu/people/faculty/Garland/GarlandJanis1993.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e può mantenere una velocità di 50&nbsp;km/h per alcuni chilometri<ref>{{cita libro|autore=John P. Rafferty|anno=2011|titolo=Grazers (Britannica Guide to Predators and Prey)|url=https://archive.org/details/grazers0000raff|editore=Britannica Educational Publishing|p=194|isbn=1-61530-336-7}}</ref>.
La giraffa ha due [[Andatura (equitazione)|andature]] principali: il passo e il galoppo. Nel passo, solleva prima le due zampe dello stesso lato e poi quelle dell'altro lato<ref name=estes/>. Durante il galoppo, le zampe posteriori si spingono in avanti fino a oltrepassare quelle anteriori, che si muovono poi in avanti<ref name="Prothero 2003"/>; contemporaneamente, la coda si raggomitola<ref name=estes/>. In entrambe le andature, i movimenti del collo aiutano a bilanciare il peso del corpo: quando le zampe avanzano, il collo si muove in avanti, mentre quando le zampe toccano terra, il collo si sposta all'indietro<ref name=Kingdon1988/>. La giraffa può raggiungere una velocità di 60&nbsp;km/h in brevi sprint<ref>{{cita libro|autore=T. Garland and C. M. Janis|anno=1993|titolo=Does metatarsal/femur ratio predict maximal running speed in cursorial mammals?|url=http://www.biology.ucr.edu/people/faculty/Garland/GarlandJanis1993.pdf|periodico=Journal of Zoology|volume='''229''' (1)|pp=133-51|doi=10.1111/j.1469-7998.1993.tb02626.x|accesso=11 settembre 2016|dataarchivio=20 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181120033719/https://biology.ucr.edu/people/faculty/Garland/GarlandJanis1993.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e mantenere una velocità di 50&nbsp;km/h per diversi chilometri<ref>{{cita libro|autore=John P. Rafferty|anno=2011|titolo=Grazers (Britannica Guide to Predators and Prey)|url=https://archive.org/details/grazers0000raff|editore=Britannica Educational Publishing|p=194|isbn=1-61530-336-7}}</ref>.


La giraffa riposa giacendo con il corpo sulle zampe tenute piegate<ref name=Kingdon1988>{{cita libro|autore=J. Kingdon|anno=1988|titolo=East African Mammals: An Atlas of Evolution in Africa, Volume 3, Part B: Large Mammals|pp=313-37|editore=University Of Chicago Press|isbn=0-226-43722-1}}</ref>. Per sdraiarsi, l'animale si inginocchia sulle zampe anteriori e poi abbassa il resto del corpo. Per rialzarsi, prima si inginocchia e allarga le zampe posteriori per sollevare i quarti posteriori. Successivamente raddrizza le zampe anteriori. A ogni passo, l'animale fa oscillare la testa<ref name=Williams/>. In cattività, la giraffa dorme a intermittenza circa 4,6 ore al giorno, per lo più di notte<ref name=sleep/>. Generalmente dorme sdraiata, ma sono stati visti anche esemplari, soprattutto anziani, dormire in piedi. Quando è sdraiata, durante le brevi fasi intermittenti di «sonno profondo» la giraffa tiene il collo piegato all'indietro e poggia la testa sul fianco o sulla coscia, in una posizione che sembra indicare un [[Rapid eye movement|sonno paradosso]]<ref name=sleep>{{cita libro|autore=I. Tobler and B. Schwierin|titolo=Behavioural sleep in the giraffe (''Giraffa camelopardalis'') in a zoological garden|anno=1996|periodico=Journal of Sleep Research|volume='''5''' (1)|pp=21-32|doi=10.1046/j.1365-2869.1996.00010.x|pmid=8795798}}</ref>. Se la giraffa vuole abbassarsi per bere, deve allargare le zampe anteriori o flettere le ginocchia<ref name=estes/>. Le giraffe probabilmente non sono delle buone nuotatrici, in quanto le loro lunghe zampe sarebbero estremamente ingombranti in acqua<ref name="swim">{{cita libro|doi=10.1016/j.jtbi.2010.04.007|autore=D. M. Henderson and D. Naish|anno=2010|titolo=Predicting the buoyancy, equilibrium and potential swimming ability of giraffes by computational analysis|periodico=Journal of Theoretical Biology|volume='''265''' (2)|pp=151-59|pmid=20385144}}</ref>, ma sono forse in grado di restare a galla<ref name="Naish">{{cita libro|autore=D. Naish|data=Gennaio 2011|titolo=Will it Float?|periodico=[[Scientific American]]|issn=0036-8733|volume='''304''' (1)|p=22|url=http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=will-it-float|doi=10.1038/scientificamerican0111-22}}</ref>. Durante il nuoto, il torace verrebbe appesantito dalle zampe anteriori, rendendo difficile all'animale muovere il collo e le zampe in maniera armonica<ref name="swim"/><ref name="Naish"/> o tenere la testa sopra la superficie<ref name="swim"/>.
La giraffa riposa sdraiandosi con il corpo sulle zampe piegate<ref name=Kingdon1988>{{cita libro|autore=J. Kingdon|anno=1988|titolo=East African Mammals: An Atlas of Evolution in Africa, Volume 3, Part B: Large Mammals|url=https://archive.org/details/eastafricanmamma0003jona|pp=[https://archive.org/details/eastafricanmamma0003jona/page/313 313]-37|editore=University Of Chicago Press|isbn=0-226-43722-1}}</ref>. Per sdraiarsi, si inginocchia prima sulle zampe anteriori, abbassando poi il resto del corpo, e per rialzarsi compie il movimento inverso. A ogni passo, l'animale oscilla la testa per bilanciare il movimento<ref name=Williams/>. In cattività, la giraffa dorme in media 4,6 ore al giorno, principalmente di notte<ref name=sleep/>. Solitamente dorme sdraiata, ma gli esemplari più anziani possono anche dormire in piedi. Durante le fasi di "sonno profondo", spesso sdraiata, piega il collo all'indietro e appoggia la testa sul fianco o sulla coscia, una posizione che suggerisce un [[Rapid eye movement|sonno paradosso]]<ref name=sleep>{{cita libro|autore=I. Tobler and B. Schwierin|titolo=Behavioural sleep in the giraffe (''Giraffa camelopardalis'') in a zoological garden|anno=1996|periodico=Journal of Sleep Research|volume='''5''' (1)|pp=21-32|doi=10.1046/j.1365-2869.1996.00010.x|pmid=8795798}}</ref>.

Quando beve, la giraffa deve allargare le zampe anteriori o piegare le ginocchia per raggiungere il livello dell'acqua<ref name=estes/>. Non è considerata una buona nuotatrice: le sue lunghe zampe rappresentano un ostacolo in acqua, rendendo difficile mantenere il corpo in equilibrio e il collo e la testa sopra la superficie<ref name="swim">{{cita libro|doi=10.1016/j.jtbi.2010.04.007|autore=D. M. Henderson and D. Naish|anno=2010|titolo=Predicting the buoyancy, equilibrium and potential swimming ability of giraffes by computational analysis|periodico=Journal of Theoretical Biology|volume='''265''' (2)|pp=151-59|pmid=20385144}}</ref>. Tuttavia, potrebbe essere in grado di galleggiare, sebbene con difficoltà<ref name="Naish">{{cita libro|autore=D. Naish|data=Gennaio 2011|titolo=Will it Float?|periodico=[[Scientific American]]|issn=0036-8733|volume='''304''' (1)|p=22|url=http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=will-it-float|doi=10.1038/scientificamerican0111-22}}</ref>.


===Collo===
===Collo===
[[File:Okapi Giraffe Neck.png|thumb|Malgrado le grandi differenze di lunghezza, sia la giraffa (a destra) che l'okapi (a sinistra) hanno sette vertebre cervicali.]]
[[File:Okapi Giraffe Neck.png|thumb|Malgrado le grandi differenze di lunghezza, sia la giraffa (a destra) che l'okapi (a sinistra) hanno sette vertebre cervicali.]]
La giraffa ha un collo estremamente lungo: può raggiungere i 2–2.4 m di lunghezza, ed è a esso che si deve la straordinaria altezza dell'animale<ref name=Williams/><ref>{{Cita web|url=https://animaldiversity.org/site/accounts/information/Giraffa_camelopardalis.html|titolo=Giraffa camelopardalis - giraffe|autore=Sarah Maisano|sito=animaldiversity.org|editore=[[Animal Diversity Web]]|lingua=en|accesso=29 settembre 2019}}</ref>. La sua lunghezza è dovuta all'eccessivo allungamento delle [[Vertebra cervicale|vertebre cervicali]], non a un numero superiore di vertebre. Ogni vertebra cervicale misura più di 28&nbsp;cm di lunghezza<ref name=anatomy>{{cita libro|autore=S. Swaby|anno=2010|titolo=Mammal Anatomy: An Illustrated Guide|url=https://archive.org/details/mammalanatomyill00corp|editore=Marshall Cavendish Corporation|pp=[https://archive.org/details/mammalanatomyill00corp/page/64 64]-84|isbn=0-7614-7882-5}}</ref>. Esse costituiscono il 52-54 per cento della lunghezza totale della [[colonna vertebrale]]; invece in altri grossi ungulati, compreso il più stretto parente vivente della giraffa, l'[[Okapia johnstoni|okapi]], le vertebre cervicali rappresentano solo il 27-33 per cento della lunghezza della colonna<ref name=bada>{{cita libro|doi=10.1111/j.1096-3642.2008.00458.x|autore=L. N. Badlangana, J. W. Adams and P. R. Manger|titolo=The giraffe ''(Giraffa camelopardalis)'' cervical vertebral column: A heuristic example in understanding evolutionary processes?|periodico=Zoological Journal of the Linnean Society|volume='''155''' (3)|pp=736-57|anno=2009}}</ref>. Questo processo di allungamento avviene in particolare dopo la nascita, in quanto le femmine di giraffa incontrerebbero serie difficoltà a partorire piccoli dotati di un collo paragonabile per dimensione a quello degli adulti<ref name=van>{{cita libro|doi=10.1002/jez.b.21353|autore=S. J. Van Sittert, J. D. Skinner and G. Mitchell|titolo=From fetus to adult – An allometric analysis of the giraffe vertebral column|periodico=Journal of Experimental Zoology Part B Molecular and Developmental Evolution|volume='''314B''' (6)|pp=469-79|anno=2010}}</ref>. La testa e il collo della giraffa sono sorretti da potenti muscoli e da un [[legamento nucale]] ancorati ai lunghi processi dorsali delle [[Vertebra toracica|vertebre toraciche]] anteriori, dando l'impressione che l'animale possegga una sorta di gobba<ref name="Dagg1971"/>.
La giraffa ha un collo estremamente lungo, che può raggiungere i 2–2,4 metri di lunghezza, rendendolo il principale responsabile della straordinaria altezza dell'animale<ref name=Williams/><ref>{{Cita web|url=https://animaldiversity.org/site/accounts/information/Giraffa_camelopardalis.html|titolo=Giraffa camelopardalis - giraffe|autore=Sarah Maisano|sito=animaldiversity.org|editore=[[Animal Diversity Web]]|lingua=en|accesso=29 settembre 2019}}</ref>. Questa lunghezza deriva dall'estensione delle [[Vertebra cervicale|vertebre cervicali]], non da un numero maggiore di vertebre. Ogni vertebra cervicale misura oltre 28&nbsp;cm di lunghezza<ref name=anatomy>{{cita libro|autore=S. Swaby|anno=2010|titolo=Mammal Anatomy: An Illustrated Guide|url=https://archive.org/details/mammalanatomyill00corp|editore=Marshall Cavendish Corporation|pp=[https://archive.org/details/mammalanatomyill00corp/page/64 64]-84|isbn=0-7614-7882-5}}</ref>, costituendo il 52-54% della lunghezza totale della [[colonna vertebrale]], rispetto al 27-33% degli altri grandi ungulati, compreso l'[[Okapia johnstoni|okapi]], il parente più stretto della giraffa<ref name=bada>{{cita libro|doi=10.1111/j.1096-3642.2008.00458.x|autore=L. N. Badlangana, J. W. Adams and P. R. Manger|titolo=The giraffe ''(Giraffa camelopardalis)'' cervical vertebral column: A heuristic example in understanding evolutionary processes?|periodico=Zoological Journal of the Linnean Society|volume='''155''' (3)|pp=736-57|anno=2009}}</ref>. L'allungamento del collo avviene principalmente dopo la nascita, poiché partorire piccoli con colli di dimensioni adulte rappresenterebbe una grande difficoltà per le femmine<ref name=van>{{cita libro|doi=10.1002/jez.b.21353|autore=S. J. Van Sittert, J. D. Skinner and G. Mitchell|titolo=From fetus to adult – An allometric analysis of the giraffe vertebral column|periodico=Journal of Experimental Zoology Part B Molecular and Developmental Evolution|volume='''314B''' (6)|pp=469-79|anno=2010}}</ref>. La testa e il collo della giraffa sono sostenuti da potenti muscoli e da un [[legamento nucale]] ancorato ai lunghi processi dorsali delle [[Vertebra toracica|vertebre toraciche]] anteriori, creando l'impressione di una gobba<ref name="Dagg1971"/>.
[[File:Flickr - Rainbirder - High-rise living.jpg|thumb|left|Un maschio adulto si nutre dai rami alti di un'acacia.]]
[[File:Flickr - Rainbirder - High-rise living.jpg|thumb|left|Un maschio adulto si nutre dai rami alti di un'acacia.]]
Le vertebre del collo della giraffa sono dotate di [[enartrosi]]<ref name=anatomy/>. In particolare, l'articolazione [[Atlante (anatomia)|atlante]]-[[epistrofeo]] (C1 e C2) consente all'animale di sollevare la testa verticalmente e raggiungere i rami più alti con la lingua<ref name=Williams/>. Il punto di articolazione tra le vertebre cervicali e toraciche delle giraffe è situato tra la prima e la seconda vertebra toracica (T1 e T2), a differenza della maggior parte degli altri ruminanti, in cui questa articolazione si trova tra la settima vertebra cervicale (C7) e T1<ref name=bada/><ref name=van/>. Ciò consente a C7 di contribuire direttamente all'incremento della lunghezza del collo; tale caratteristica l'impressione che T1 sia in realtà C8, e che le giraffe siano quindi dotate di una vertebra cervicale extra<ref>{{cita libro|autore=N. Solounias|anno=1999|titolo=The remarkable anatomy of the giraffe's neck|periodico=Journal of Zoology|volume='''247''' (2)|pp=257-68|doi=10.1111/j.1469-7998.1999.tb00989.x|url=http://www.ikhebeenvraag.be/mediastorage/FSDocument/73/download.pdf}}</ref>. Tuttavia, questa visione non viene generalmente accettata, in quanto a T1 è anche articolata una [[Costa (anatomia)|costa]], carattere diagnostico delle vertebre toraciche; inoltre, tra i mammiferi, le eccezioni al numero limite di sette vertebre cervicali sono generalmente caratterizzate da un incremento di anomalie neurologiche e malattie<ref name=bada/>.
Le vertebre del collo della giraffa presentano [[enartrosi]]<ref name=anatomy/>, con l'articolazione [[Atlante (anatomia)|atlante]]-[[epistrofeo]] (C1 e C2) che consente movimenti verticali, permettendo all'animale di raggiungere i rami più alti con la lingua<ref name=Williams/>. L'articolazione tra le vertebre cervicali e toraciche si trova tra T1 e T2, invece che tra C7 e T1 come negli altri ruminanti<ref name=bada/><ref name=van/>. Questo posizionamento consente a C7 di contribuire all'allungamento del collo, dando l'impressione che T1 sia una vertebra cervicale aggiuntiva<ref>{{cita libro|autore=N. Solounias|anno=1999|titolo=The remarkable anatomy of the giraffe's neck|periodico=Journal of Zoology|volume='''247''' (2)|pp=257-68|doi=10.1111/j.1469-7998.1999.tb00989.x|url=http://www.ikhebeenvraag.be/mediastorage/FSDocument/73/download.pdf}}</ref>. Tuttavia, T1 è classificata come toracica perché articolata con una [[Costa (anatomia)|costa]], e variazioni nel numero di vertebre cervicali nei mammiferi sono generalmente associate a problemi neurologici e malattie<ref name=bada/>.


Ci sono due ipotesi principali per spiegare l'origine evolutiva e lo sviluppo dell'allungamento del collo della giraffa<ref name="sim2010">{{cita libro|doi=10.1111/j.1469-7998.2010.00711.x|autore=R. E. Simmons and R. Altwegg|titolo=Necks-for-sex or competing browsers? A critique of ideas on the evolution of giraffe|periodico=Journal of Zoology|volume='''282''' (1)|pp=6-12|anno=2010}}</ref>. La cosiddetta «ipotesi della competizione tra brucatori», quella che ha riscosso il maggior successo tra gli studiosi fino ad anni recenti, venne originariamente suggerita da [[Charles Darwin]]. Secondo questa teoria la pressione competitiva con i brucatori più piccoli, quali il kudù, il [[Raphicerus campestris|raficero campestre]] e l'[[Aepyceros melampus|impala]], avrebbe incoraggiato l'allungamento del collo, poiché tale caratteristica avrebbe consentito alle giraffe di consumare cibo che i loro competitori non potevano raggiungere. Tale vantaggio è indubbiamente reale, in quanto le giraffe possono alimentarsi anche a 4,5 m di altezza, mentre competitori di dimensioni piuttosto notevoli, come il kudù, possono alimentarsi al massimo ad appena 2 m circa di altezza<ref name="dt1990">{{cita libro|doi=10.1111/j.1365-2028.1990.tb01136.x|autore=J. T. du Toit|titolo=Feeding-height stratification among African browsing ruminants|periodico=African Journal of Ecology|volume='''28''' (1)|pp=55-62|anno=1990|url=http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Feedingheightstrat_1990.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111110224355/http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Feedingheightstrat_1990.pdf|dataarchivio=10 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>. Alcune ricerche, inoltre, suggeriscono che la competizione tra i brucatori è maggiormente intensa ai livelli inferiori, e le giraffe riescono quindi a nutrirsi più efficacemente (in termini di biomassa di foglie a ogni boccone) in alto tra la volta<ref>{{cita libro|autore=E. Z. Cameron and J. T. du Toit|titolo=Winning by a Neck: Tall Giraffes Avoid Competing with Shorter Browsers|periodico=American Naturalist|volume='''169''' (1)|pp=130-35|anno=2007|doi=10.1086/509940|pmid=17206591|url=http://www.cnr.usu.edu/files/uploads/faculty/winning_by_a_neck-du_Toit.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131002133437/http://www.cnr.usu.edu/files/uploads/faculty/winning_by_a_neck-du_Toit.pdf|dataarchivio=2 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita libro|autore=A. P. Woolnough and J. T. du Toit|titolo=Vertical zonation of browse quality in tree canopies exposed to a size-structured guild of African browsing ungulates|periodico=Oecologia|volume='''129''' (1)|pp=585-90|anno=2001|doi=10.1007/s004420100771|url=http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Verticalzonation_2001.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111110224921/http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Verticalzonation_2001.pdf|dataarchivio=10 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>. Tuttavia, gli studiosi non concordano tra loro nel determinare quanto tempo trascorrano le giraffe ad alimentarsi a livelli fuori dalla portata di altri brucatori<ref name="sim1996" /><ref name="sim2010" /><ref name="dt1990" /><ref name="sexdiff">{{cita libro|autore=T. P. Young and L. A. Isbell|titolo=Sex differences in giraffe feeding ecology: energetic and social constraints|periodico=Ethology|volume='''87''' (1-2)|pp=79-89|anno=1991|doi=10.1007/s004420100771|url=http://tpyoung.ucdavis.edu/publications/1991GiraffesEthology.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130516034426/http://tpyoung.ucdavis.edu/publications/1991GiraffesEthology.pdf|dataarchivio=16 maggio 2013|urlmorto=sì}}</ref> e uno studio del 2010 ha messo in luce che le giraffe adulte dotate dei colli più lunghi abbiano in realtà una maggiore probabilità di morire durante i periodi di siccità delle loro simili dai colli più corti. Questo studio suggerisce che mantenere un collo più lungo richiede una maggiore quantità di nutrienti, il che mette a rischio la sopravvivenza delle giraffe dai colli più lunghi quando il cibo è scarso<ref name="demography">{{cita libro|autore=G. Mitchell, S. van Sittert and J. D. Skinner|anno=2010|titolo=The demography of giraffe deaths in a drought|periodico=Transactions of the Royal Society of South Africa|volume='''65''' (3)|pp=165-68|doi=10.1080/0035919X.2010.509153}}</ref>.
Due principali teorie cercano di spiegare l'evoluzione del lungo collo della giraffa<ref name="sim2010">{{cita libro|doi=10.1111/j.1469-7998.2010.00711.x|autore=R. E. Simmons and R. Altwegg|titolo=Necks-for-sex or competing browsers? A critique of ideas on the evolution of giraffe|periodico=Journal of Zoology|volume='''282''' (1)|pp=6-12|anno=2010}}</ref>. La cosiddetta «ipotesi della competizione tra brucatori», proposta originariamente da [[Charles Darwin]], sostiene che il collo lungo si sia evoluto per consentire alle giraffe di accedere a risorse alimentari fuori dalla portata di altri brucatori, come kudù, [[Raphicerus campestris|raficeri]] e [[Aepyceros melampus|impala]]. Le giraffe possono nutrirsi fino a 4,5 metri di altezza, mentre brucatori come il kudù raggiungono al massimo i 2 metri<ref name="dt1990">{{cita libro|doi=10.1111/j.1365-2028.1990.tb01136.x|autore=J. T. du Toit|titolo=Feeding-height stratification among African browsing ruminants|periodico=African Journal of Ecology|volume='''28''' (1)|pp=55-62|anno=1990|url=http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Feedingheightstrat_1990.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111110224355/http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Feedingheightstrat_1990.pdf|dataarchivio=10 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>. Studi suggeriscono che la competizione sia più intensa ai livelli inferiori della vegetazione, e le giraffe possono alimentarsi in modo più efficiente tra i rami alti<ref>{{cita libro|autore=E. Z. Cameron and J. T. du Toit|titolo=Winning by a Neck: Tall Giraffes Avoid Competing with Shorter Browsers|periodico=American Naturalist|volume='''169''' (1)|pp=130-35|anno=2007|doi=10.1086/509940|pmid=17206591|url=http://www.cnr.usu.edu/files/uploads/faculty/winning_by_a_neck-du_Toit.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131002133437/http://www.cnr.usu.edu/files/uploads/faculty/winning_by_a_neck-du_Toit.pdf|dataarchivio=2 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita libro|autore=A. P. Woolnough and J. T. du Toit|titolo=Vertical zonation of browse quality in tree canopies exposed to a size-structured guild of African browsing ungulates|periodico=Oecologia|volume='''129''' (1)|pp=585-90|anno=2001|doi=10.1007/s004420100771|url=http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Verticalzonation_2001.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111110224921/http://courses.biology.utah.edu/goller/7406/Goller7406/duToitPdfs/Verticalzonation_2001.pdf|dataarchivio=10 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>. Tuttavia, non c'è consenso su quanto tempo le giraffe trascorrano nutrendosi a livelli superiori rispetto agli altri brucatori<ref name="sim1996" /><ref name="sim2010" /><ref name="dt1990" /><ref name="sexdiff">{{cita libro|autore=T. P. Young and L. A. Isbell|titolo=Sex differences in giraffe feeding ecology: energetic and social constraints|periodico=Ethology|volume='''87''' (1-2)|pp=79-89|anno=1991|doi=10.1007/s004420100771|url=http://tpyoung.ucdavis.edu/publications/1991GiraffesEthology.pdf|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130516034426/http://tpyoung.ucdavis.edu/publications/1991GiraffesEthology.pdf|dataarchivio=16 maggio 2013|urlmorto=sì}}</ref>. Inoltre, uno studio del 2010 ha evidenziato che le giraffe con colli più lunghi hanno maggiori probabilità di morire durante i periodi di siccità, probabilmente a causa della maggiore richiesta di nutrienti per mantenere il collo lungo<ref name="demography">{{cita libro|autore=G. Mitchell, S. van Sittert and J. D. Skinner|anno=2010|titolo=The demography of giraffe deaths in a drought|periodico=Transactions of the Royal Society of South Africa|volume='''65''' (3)|pp=165-68|doi=10.1080/0035919X.2010.509153}}</ref>.


L'altra teoria principale, l'ipotesi della [[selezione sessuale]], propone che i lunghi colli si siano evoluti come [[Dimorfismo sessuale|carattere sessuale]] secondario, avvantaggiando i maschi negli scontri di «necking» (vedi sotto) per stabilire la gerarchia e ottenere l'accesso alle femmine sessualmente recettive<ref name="sim1996">{{cita libro|autore=R. E. Simmons and L. Scheepers|titolo=Winning by a Neck: Sexual Selection in the Evolution of Giraffe|periodico=The American Naturalist|volume='''148''' (5)|pp=771-86|anno=1996|url=http://bill.srnr.arizona.edu/classes/182/Giraffe/WinningByANeck.pdf|doi=10.1086/285955|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040823200801/http://bill.srnr.arizona.edu/classes/182/Giraffe/WinningByANeck.pdf|dataarchivio=23 agosto 2004}}</ref>. A sostegno di questa teoria ricordiamo che i colli sono più lunghi e pesanti nei maschi che nelle femmine della stessa età<ref name="sim1996" /><ref name="sim2010" /> e che i primi non ingaggiano altre forme di combattimento<ref name="sim1996" />. Tuttavia, questa teoria non riesce a spiegare perché anche le giraffe femmina siano dotate di lunghi colli<ref>{{cita libro|autore=G. Mitchell, S. J. van Sittert and J. D. Skinner|titolo=Sexual selection is not the origin of long necks in giraffes|periodico=Journal of Zoology|volume='''278''' (4)|pp=281-86|anno=2009|doi=10.1111/j.1469-7998.2009.00573.x}}</ref>.
L'altra ipotesi, quella della [[selezione sessuale]], suggerisce che il collo lungo si sia evoluto come [[Dimorfismo sessuale|carattere sessuale]] secondario per avvantaggiare i maschi nei combattimenti di ''necking'', in cui usano il collo per stabilire gerarchie e ottenere accesso alle femmine sessualmente recettive<ref name="sim1996">{{cita libro|autore=R. E. Simmons and L. Scheepers|titolo=Winning by a Neck: Sexual Selection in the Evolution of Giraffe|periodico=The American Naturalist|volume='''148''' (5)|pp=771-86|anno=1996|url=http://bill.srnr.arizona.edu/classes/182/Giraffe/WinningByANeck.pdf|doi=10.1086/285955|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040823200801/http://bill.srnr.arizona.edu/classes/182/Giraffe/WinningByANeck.pdf|dataarchivio=23 agosto 2004}}</ref>. I maschi hanno colli più lunghi e pesanti rispetto alle femmine della stessa età<ref name="sim1996" /><ref name="sim2010" />, e non partecipano ad altre forme di combattimento<ref name="sim1996" />. Tuttavia, questa teoria non spiega perché anche le femmine abbiano colli lunghi<ref>{{cita libro|autore=G. Mitchell, S. J. van Sittert and J. D. Skinner|titolo=Sexual selection is not the origin of long necks in giraffes|periodico=Journal of Zoology|volume='''278''' (4)|pp=281-86|anno=2009|doi=10.1111/j.1469-7998.2009.00573.x}}</ref>.


===Struttura interna===
===Struttura interna===
[[File:Flickr - Rainbirder - Reticulated Giraffe drinking.jpg|thumb|left|Una rete mirabile impedisce l'afflusso di sangue al cervello quando il collo viene abbassato.]]
[[File:Flickr - Rainbirder - Reticulated Giraffe drinking.jpg|thumb|left|Una rete mirabile impedisce l'afflusso di sangue al cervello quando il collo viene abbassato.]]
Nei mammiferi, il [[nervo laringeo ricorrente]] sinistro è più lungo del destro; nella giraffa è più lungo di oltre 30&nbsp;cm. Questi nervi sono più lunghi nella giraffa che in qualsiasi altro animale vivente<ref name="Wedel">{{cita libro|autore=M. J. Wedel|anno=2012|titolo=A monument of inefficiency: the presumed course of the recurrent laryngeal nerve in sauropod dinosaurs|periodico=Acta Palaeontologica Polonica|volume='''57''' (2)|pp=251-56|doi=10.4202/app.2011.0019|url=http://www.app.pan.pl/archive/published/app57/app20110019.pdf}}</ref>; il nervo sinistro è lungo oltre 2 m<ref>{{cita libro|autore=D. F. N. Harrison|anno=1995|titolo=The Anatomy and Physiology of the Mammalian Larynx|url=https://archive.org/details/anatomyphysiolog00harr|editore=Cambridge University Press|p=[https://archive.org/details/anatomyphysiolog00harr/page/165 165]|isbn=0-521-45321-6}}</ref>. Ogni cellula nervosa di questo tratto ha inizio nel [[tronco encefalico]] e scende attraverso il collo lungo il [[nervo vago]]; poi si dirama nel nervo laringeo ricorrente e risale il collo fino alla laringe. Quindi, queste cellule nervose raggiungono una lunghezza di quasi 5 m nelle giraffe più grandi<ref name="Wedel"/>. La struttura del cervello della giraffa ricorda quella di un bovino domestico<ref name=Williams/>. A causa della forma dello scheletro, la giraffa è dotata di un volume polmonare piuttosto limitato se paragonato alla sua mole<ref name=SkinnerJD2011>{{cita libro|autore=J. D. Skinner and G. Mitchell|anno=2011|titolo=Lung volumes in giraffes, ''Giraffa camelopardalis''|periodico=Comparative Biochemistry and Physiology Part A: Molecular & Integrative Physiology|volume='''158''' (1)|pp=72-78|doi=10.1016/j.cbpa.2010.09.003|url=http://137.215.9.22/bitstream/handle/2263/16472/Mitchell_Lung(2011).PDF?sequence=1}}</ref>. Il lungo collo crea una gran quantità di spazio morto, nonostante il ridotto lume della trachea. Questi fattori aumentano la resistenza al flusso d'aria. Tuttavia, l'animale è ancora in grado di fornire ossigeno ai suoi tessuti<ref name=SkinnerJD2011/>.
Nei mammiferi, il [[nervo laringeo ricorrente]] sinistro è più lungo del destro, e nella giraffa raggiunge una lunghezza eccezionale di oltre 2 metri<ref>{{cita libro|autore=D. F. N. Harrison|anno=1995|titolo=The Anatomy and Physiology of the Mammalian Larynx|url=https://archive.org/details/anatomyphysiolog00harr|editore=Cambridge University Press|p=[https://archive.org/details/anatomyphysiolog00harr/page/165 165]|isbn=0-521-45321-6}}</ref>, mentre il destro supera di 30&nbsp;cm il primo. Questi nervi sono più i lunghi tra tutti gli animali viventi<ref name="Wedel">{{cita libro|autore=M. J. Wedel|anno=2012|titolo=A monument of inefficiency: the presumed course of the recurrent laryngeal nerve in sauropod dinosaurs|periodico=Acta Palaeontologica Polonica|volume='''57''' (2)|pp=251-56|doi=10.4202/app.2011.0019|url=http://www.app.pan.pl/archive/published/app57/app20110019.pdf}}</ref>. Ogni cellula nervosa che li compone parte dal [[tronco encefalico]], scende lungo il collo attraverso il [[nervo vago]], si ramifica nel nervo laringeo ricorrente e risale fino alla laringe, raggiungendo nelle giraffe più grandi una lunghezza complessiva di quasi 5 metri<ref name="Wedel"/>. Il cervello della giraffa ha una struttura simile a quella del bovino domestico<ref name=Williams/>.

Nonostante la sua mole, la giraffa ha un volume polmonare relativamente limitato a causa della forma dello scheletro<ref name=SkinnerJD2011>{{cita libro|autore=J. D. Skinner and G. Mitchell|anno=2011|titolo=Lung volumes in giraffes, ''Giraffa camelopardalis''|periodico=Comparative Biochemistry and Physiology – Part A: Molecular & Integrative Physiology|volume='''158''' (1)|pp=72-78|doi=10.1016/j.cbpa.2010.09.003|url=http://137.215.9.22/bitstream/handle/2263/16472/Mitchell_Lung(2011).PDF?sequence=1}}</ref>. Il lungo collo aumenta il volume dello spazio morto respiratorio, aggravato dal ridotto lume della trachea, che aumenta la resistenza al flusso d'aria. Tuttavia, l'animale riesce comunque a fornire sufficiente ossigeno ai suoi tessuti<ref name=SkinnerJD2011/>.
[[File:Giraffe-Drinking-Nairobi.JPG|thumb|Bocca di giraffa che beve.]]
[[File:Giraffe-Drinking-Nairobi.JPG|thumb|Bocca di giraffa che beve.]]
Il [[Apparato circolatorio|sistema circolatorio]] della giraffa presenta vari adattamenti alla sua grande altezza. Il cuore, che può pesare più di 11&nbsp;kg e misurare circa 60&nbsp;cm di lunghezza, deve generare all'incirca il doppio della pressione sanguigna richiesta da un essere umano per poter rifornire di sangue il cervello. Per questo motivo, la parete cardiaca può raggiungere i 7,5&nbsp;cm di spessore<ref name="Prothero 2003"/>. Le giraffe hanno una frequenza cardiaca insolitamente elevata per le loro dimensioni, di 150 battiti al minuto<ref name=anatomy/>. Nella parte superiore del collo, una [[rete mirabile]] impedisce l'eccessivo afflusso di sangue al cervello quando la giraffa abbassa la testa<ref name="MacDonald"/>. Nelle [[Vena giugulare|vene giugulari]] si trovano inoltre alcune valvole (più solitamente sette) che impediscono il reflusso di sangue alla testa dalla [[vena cava inferiore]] e dall'[[Atrio (anatomia)|atrio destro]] quando la testa è abbassata<ref>{{cita libro|doi=10.3957/056.039.0210|autore=G. Mitchell, S. J. van Sittert and J. D. Skinner|titolo=The structure and function of giraffe jugular vein valves|periodico=South African Journal of Wildlife Research|volume='''39''' (2)|pp=175-80|url=http://137.215.9.22/bitstream/handle/2263/13994/Mitchell_Structure(2009).pdf?sequence=1|anno=2009}}</ref>. Al contrario, i vasi sanguigni della parte inferiore delle zampe sono sotto forte pressione (a causa del peso del fluido che preme su di esse). Per risolvere questo problema, la pelle della parte bassa delle zampe è spessa e aderente, così da impedire che vi si riversi troppo sangue<ref name="MacDonald"/>.
Il [[Apparato circolatorio|sistema circolatorio]] delle giraffe presenta adattamenti unici per la sua altezza. Il cuore, che pesa più di 11&nbsp;kg e misura circa 60&nbsp;cm di lunghezza, deve generare una pressione sanguigna doppia rispetto a quella umana per pompare sangue fino al cervello. Per farlo, ha pareti spesse fino a 7,5&nbsp;cm<ref name="Prothero 2003"/>. La frequenza cardiaca, nonostante le dimensioni dell'animale, è sorprendentemente alta, raggiungendo i 150 battiti al minuto<ref name=anatomy/>.
Nella parte superiore del collo, una [[rete mirabile]] regola l'afflusso di sangue al cervello, evitando danni quando la giraffa abbassa la testa<ref name="MacDonald"/>. Inoltre, le [[Vena giugulare|vene giugulari]] contengono numerose valvole (solitamente sette) per impedire il reflusso del sangue dalla [[vena cava inferiore]] e dall'[[Atrio (anatomia)|atrio destro]]<ref>{{cita libro|doi=10.3957/056.039.0210|autore=G. Mitchell, S. J. van Sittert and J. D. Skinner|titolo=The structure and function of giraffe jugular vein valves|periodico=South African Journal of Wildlife Research|volume='''39''' (2)|pp=175-80|url=http://137.215.9.22/bitstream/handle/2263/13994/Mitchell_Structure(2009).pdf?sequence=1|anno=2009}}</ref>. Nelle zampe inferiori, i vasi sanguigni sono sottoposti a forte pressione a causa del peso del sangue. Questo problema è mitigato da una pelle spessa e aderente, che impedisce l'accumulo eccessivo di sangue in quella zona<ref name="MacDonald"/>.


Le giraffe hanno [[Esofago|muscoli esofagei]] insolitamente forti per permettere il rigurgito del cibo dallo stomaco fino al collo e alla bocca durante la [[wikt:ruminare|ruminazione]]<ref name=anatomy/>. Hanno uno stomaco tetracamerato, come tutti i ruminanti, e la prima camera si è adattata in particolar modo alla loro dieta specializzata<ref name="Dagg1971"/>. L'intestino della giraffa può raggiungere gli 80 m di lunghezza<ref name="Dagg1971"/> e tenue e crasso misurano all'incirca la stessa lunghezza<ref>{{cita libro|autore=W. Pérez, M. Lima and M. Clauss|anno=2009|titolo=Gross anatomy of the intestine in the giraffe (''Giraffa camelopardalis'')|periodico=Anatomia, Histologia, Embryologia|volume='''38''' (6)|pp=432-35|pmid=19681830|doi=10.1111/j.1439-0264.2009.00965.x}}</ref>. Il fegato della giraffa è piccolo e compatto<ref name=anatomy/>. La cistifellea è generalmente presente durante la vita fetale, ma può scomparire prima della nascita<ref name="Dagg1971"/><ref>{{cita libro|autore=A. J. E. Cave|titolo=On the liver and gall-bladder of the Giraffe|periodico=Proceedings of the Zoological Society of London|volume='''120''' (2)|pp=381-93|anno=1950|doi=10.1111/j.1096-3642.1950.tb00956.x}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Carla K. Oldham-Ott and Jacques Gilloteaux|titolo=Comparative morphology of the gallbladder and biliary tract in vertebrates: variation in structure, homology in function and gallstones|periodico=Microscopy Research and Technique|volume='''38''' (6)|pp=571-79|anno=1997|doi=10.1002/(SICI)1097-0029(19970915)38:6<571::AID-JEMT3>3.0.CO;2-I}}</ref>.
La giraffa è dotata di [[Esofago|muscoli esofagei]] particolarmente forti, che facilitano il rigurgito del cibo durante la [[wikt:ruminare|ruminazione]]<ref name=anatomy/>. Come tutti i ruminanti, possiede uno stomaco tetracamerato, con una prima camera adattata alla sua dieta specializzata<ref name="Dagg1971"/>. L'intestino della giraffa è lungo fino a 80 metri<ref name="Dagg1971"/>, con intestino tenue e crasso di lunghezza simile<ref>{{cita libro|autore=W. Pérez, M. Lima and M. Clauss|anno=2009|titolo=Gross anatomy of the intestine in the giraffe (''Giraffa camelopardalis'')|periodico=Anatomia, Histologia, Embryologia|volume='''38''' (6)|pp=432-35|pmid=19681830|doi=10.1111/j.1439-0264.2009.00965.x}}</ref>. Il fegato è piccolo e compatto<ref name=anatomy/>, mentre la cistifellea, presente durante la vita fetale, spesso scompare prima della nascita<ref name="Dagg1971"/><ref>{{cita libro|autore=A. J. E. Cave|titolo=On the liver and gall-bladder of the Giraffe|periodico=Proceedings of the Zoological Society of London|volume='''120''' (2)|pp=381-93|anno=1950|doi=10.1111/j.1096-3642.1950.tb00956.x}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Carla K. Oldham-Ott and Jacques Gilloteaux|titolo=Comparative morphology of the gallbladder and biliary tract in vertebrates: variation in structure, homology in function and gallstones|periodico=Microscopy Research and Technique|volume='''38''' (6)|pp=571-79|anno=1997|doi=10.1002/(SICI)1097-0029(19970915)38:6<571::AID-JEMT3>3.0.CO;2-I}}</ref>.


==Comportamento ed ecologia==
==Comportamento ed ecologia==
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===Habitat e alimentazione===
===Habitat e alimentazione===
[[File:Giraffe feeding, Tanzania.jpg|thumb|La giraffa estende la lingua per mangiare. Lingua, labbra e palato sono abbastanza spessi da evitare di ferirsi con le spine degli alberi.]]
[[File:Giraffe feeding, Tanzania.jpg|thumb|La giraffa estende la lingua per mangiare. Lingua, labbra e palato sono abbastanza spessi da evitare di ferirsi con le spine degli alberi.]]
Le giraffe solitamente vivono in [[Savana|savane]], [[Prateria|praterie]] e [[Bosco|boschi]] aperti. Prediligono le boscaglie di ''[[Acacia]]'', ''[[Commiphora]]'' e ''[[Combretum]]'' e le macchie aperte di ''[[Terminalia (botanica)|Terminalia]]'' ad ambienti più fitti quali le boscaglie di ''[[Brachystegia]]''<ref name=Kingdon1988/>. La giraffa dell'Angola può spingersi in ambienti desertici<ref>{{cita libro|autore=J. Fennessy|anno=2004|titolo=Ecology of desert-dwelling giraffe ''Giraffa camelopardalis angolensis'' in northwestern Namibia|editore=[[Università di Sydney|University of Sydney]]|url=http://ses.library.usyd.edu.au/handle/2123/910}}</ref>. Le giraffe brucano i ramoscelli degli alberi, prediligendo quelli dei generi ''Acacia'', ''Commiphora'' e ''Terminalia''<ref name=kingdon>{{cita libro|titolo=The Kingdon Field Guide to African Mammals|url=https://archive.org/details/kingdonfieldguid00jona|autore=J. Kingdon|editore=Academic Press|pp=339-44|anno=1997|isbn=0-12-408355-2}}</ref>, che costituiscono importanti fonti di calcio e proteine utili per sostenere il tasso di crescita dell'animale<ref name="Mitchell20003"/>. Si nutrono anche di arbusti, erba e frutti<ref name=Kingdon1988/>. Una giraffa consuma circa 34&nbsp;kg di foglie al giorno<ref name=estes/>. Quando sono agitate, le giraffe possono strappare e masticare pezzi di corteccia dai rami. Nonostante siano [[Erbivoro|erbivore]], è risaputo che talvolta facciano visita alle [[Carogna|carogne]] per leccare la carne essiccata dalle ossa<ref name=Kingdon1988/>.
Le giraffe vivono principalmente in [[Savana|savane]], [[Prateria|praterie]] e [[Bosco|boschi]] aperti. Preferiscono le boscaglie di ''[[Acacia]]'', ''[[Commiphora]]'' e ''[[Combretum]]'', così come le macchie aperte di ''[[Terminalia (botanica)|Terminalia]]'', evitando ambienti più fitti come le boscaglie di ''[[Brachystegia]]''<ref name=Kingdon1988/>. La giraffa dell'Angola, tuttavia, può adattarsi anche a zone desertiche<ref>{{cita libro|autore=J. Fennessy|anno=2004|titolo=Ecology of desert-dwelling giraffe ''Giraffa camelopardalis angolensis'' in northwestern Namibia|editore=[[Università di Sydney|University of Sydney]]|url=http://ses.library.usyd.edu.au/handle/2123/910}}</ref>.


La dieta delle giraffe si basa principalmente sui ramoscelli degli alberi, in particolare dei generi ''Acacia'', ''Commiphora'' e ''Terminalia''<ref name=kingdon>{{cita libro|titolo=The Kingdon Field Guide to African Mammals|url=https://archive.org/details/kingdonfieldguid00jona|autore=J. Kingdon|editore=Academic Press|pp=339-44|anno=1997|isbn=0-12-408355-2}}</ref>, che forniscono importanti fonti di calcio e proteine, essenziali per sostenere il loro rapido tasso di crescita<ref name="Mitchell20003"/>. Inoltre, si nutrono di arbusti, erba e frutti<ref name=Kingdon1988/>, consumando in media circa 34&nbsp;kg di foglie al giorno<ref name=estes/>. Quando sono agitate, possono strappare e masticare pezzi di corteccia dai rami. Sebbene siano [[Erbivoro|erbivore]], è noto che occasionalmente visitino [[Carogna|carcasse]] per leccare carne essiccata dalle ossa<ref name=Kingdon1988/>.
Durante la stagione umida, il cibo è abbondante e le giraffe si disperdono su una vasta area, mentre durante la stagione secca si radunano attorno agli alberi e agli arbusti sempreverdi rimasti<ref name=kingdon/>. Le madri tendono ad alimentarsi in aree aperte, presumibilmente per poter localizzare più facilmente possibili predatori, ma questo può ridurre l'efficienza della nutrizione<ref name=sexdiff/>. Essendo un [[Ruminantia|ruminante]], la giraffa prima mastica il cibo e successivamente il bolo alimentare viene predigerito nel rumine per poi tornare in bocca ed essere nuovamente masticato<ref name=anatomy/>. È comune per una giraffa salivare molto mentre mangia<ref name=Williams/>. La giraffa richiede quantità minori di cibo rispetto a molti altri erbivori, poiché le foglie di cui si nutre sono ricche di sostanze nutritive concentrate e il suo apparato digerente è più efficiente<ref name=kingdon/>. Le feci dell'animale vengono emesse sotto forma di piccole palline<ref name="Dagg1971"/>. Quando ha accesso all'acqua, una giraffa beve a intervalli non superiori ai tre giorni<ref name=estes/>.


Durante la stagione umida, il cibo abbondante consente loro di disperdersi su vasta aree, mentre nella stagione secca si concentrano attorno agli alberi e agli arbusti sempreverdi rimasti<ref name=kingdon/>. Le madri tendono ad alimentarsi in aree aperte per individuare più facilmente i predatori, anche se ciò può ridurre l'efficienza della nutrizione<ref name=sexdiff/>. Come [[Ruminantia|ruminanti]], le giraffe masticano il cibo per poi rigurgitarlo come bolo alimentare predigerito nel rumine, che viene ulteriormente masticato<ref name=anatomy/>. Durante l'alimentazione, è comune che salivino abbondantemente<ref name=Williams/>. Grazie all'efficienza del loro sistema digestivo e allla ricchezza di nutrienti nelle foglie, richiedono meno cibo rispetto a molti altri erbivori<ref name=kingdon/>. Le feci delle giraffe si presentano sotto forma di piccole palline<ref name="Dagg1971"/>. Quando hanno accesso all'acqua, bevono ogni tre giorni o meno<ref name=estes/>.
Le giraffe hanno un grande effetto sugli alberi dei quali si nutrono, ritardando lo sviluppo dei giovani alberelli e facendo assumere una forma «a parasole» agli alberi troppo alti<ref name=estes/>. Il foraggiamento è più intenso durante le prime e le ultime ore della giornata. Nell'intervallo tra questi periodi, le giraffe trascorrono gran parte del tempo a riposare e ruminare. La ruminazione è l'attività prevalente durante la notte, quando la giraffa rimane sdraiata per un tempo più lungo<ref name=estes/>.

Le giraffe hanno un impatto significativo sulla vegetazione, rallentando la crescita degli alberi giovani e modellando gli alberi più alti in una caratteristica forma "a parasole"<ref name=estes/>. Il foraggiamento è più intenso nelle prime e ultime ore del giorno, mentre nel resto del tempo riposano e ruminano. La ruminazione è particolarmente frequente durante la notte, quando la giraffa trascorrono più tempo sdraiate<ref name=estes/>.
[[File:Giraffa camelopardalis angolensis (mating).jpg|thumb|left|Maschio e femmina che si accoppiano. Generalmente, solo il maschio dominante può accoppiarsi.]]
[[File:Giraffa camelopardalis angolensis (mating).jpg|thumb|left|Maschio e femmina che si accoppiano. Generalmente, solo il maschio dominante può accoppiarsi.]]


===Vita sociale e abitudini riproduttive===
===Vita sociale e abitudini riproduttive===
Sebbene le giraffe vivano generalmente in gruppi, la composizione di queste unità tende a essere aperta e in continua evoluzione<ref name=Manyara>{{cita libro|autore=H. P. van der Jeugd and H. H. T. Prins|titolo=Movements and group structure of giraffe (''Giraffa camelopardalis'') in Lake Manyara National Park, Tanzania|periodico=Journal of Zoology|volume='''251''' (1)|pp=15-21|anno=2000|doi=10.1111/j.1469-7998.2000.tb00588.x|url=http://www.resource-ecology.org/publ/2000_Jeugd,Prins_MovementsAndGroupStructureOfGiraffeInLakeManyara.pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://www.webcitation.org/679mSmj8s?url=http://www.resource-ecology.org/publ/2000_Jeugd,Prins_MovementsAndGroupStructureOfGiraffeInLakeManyara.pdf|dataarchivio=24 aprile 2012}}</ref>. Tra i vari membri sono pochi i legami sociali forti, e le aggregazioni di solito cambiano membri ogni poche ore. Per scopo di ricerca, un «gruppo» è stato definito come «una raccolta di individui distanti tra loro meno di un chilometro e che si muovono nella stessa direzione generale»<ref name="Pratt 1985">{{cita libro|doi=10.1080/00222938500770471|autore=D. M. Pratt and V. H. Anderson|anno=1985|titolo=Giraffe social behavior|periodico=Journal of Natural History|volume='''19''' (4)|pp=771-81}}</ref>. Il numero di giraffe in un gruppo può raggiungere un massimo di 32 individui<ref name=Manyara/>. I gruppi di giraffe più stabili sono quelli costituiti dalle madri e dai loro figli<ref name="Pratt 1985"/>, che possono durare settimane o mesi<ref name="Leuthold 1979"/>. La coesione sociale in questi gruppi viene mantenuta dai legami che si formano tra i piccoli<ref name=Kingdon1988/><ref name="Pratt 1985"/>. È nota l'esistenza anche di gruppi misti formati da femmine adulte e maschi giovani<ref name="Pratt 1985"/>. I maschi subadulti sono particolarmente socievoli e spesso ingaggiano finti combattimenti. Tuttavia, con l'avanzare dell'età i maschi adulti diventano sempre più solitari<ref name="Leuthold 1979"/<ref name="Leuthold 1979"/>. Le giraffe non sono territoriali<ref name="Dagg1971"/>, ma possiedono domini vitali<ref name=estes/>. I maschi di giraffa occasionalmente possono allontanarsi dalle aree che frequentano normalmente<ref name=Kingdon1988/>.
Sebbene le giraffe vivano generalmente in gruppi, la composizione di queste unità è aperta e in continua evoluzione<ref name=Manyara>{{cita libro|autore=H. P. van der Jeugd and H. H. T. Prins|titolo=Movements and group structure of giraffe (''Giraffa camelopardalis'') in Lake Manyara National Park, Tanzania|periodico=Journal of Zoology|volume='''251''' (1)|pp=15-21|anno=2000|doi=10.1111/j.1469-7998.2000.tb00588.x|url=http://www.resource-ecology.org/publ/2000_Jeugd,Prins_MovementsAndGroupStructureOfGiraffeInLakeManyara.pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://www.webcitation.org/679mSmj8s?url=http://www.resource-ecology.org/publ/2000_Jeugd,Prins_MovementsAndGroupStructureOfGiraffeInLakeManyara.pdf|dataarchivio=24 aprile 2012}}</ref>. I legami sociali tra i membri sono deboli, e le aggregazioni cambiano frequentemente, con membri che si uniscono o si separano ogni poche ore. Per scopi di ricerca, un «gruppo» è definito come una raccolta di individui distanti meno di un chilometro l'uno dall'altro e che si muovono nella stessa direzione generale<ref name="Pratt 1985">{{cita libro|doi=10.1080/00222938500770471|autore=D. M. Pratt and V. H. Anderson|anno=1985|titolo=Giraffe social behavior|periodico=Journal of Natural History|volume='''19''' (4)|pp=771-81}}</ref>. Un gruppo può arrivare a contare fino a 32 individui<ref name=Manyara/>.


I gruppi più stabili sono quelli composti da madri e dai loro piccoli<ref name="Pratt 1985"/>, che possono durare settimane o mesi<ref name="Leuthold 1979"/>. In questi gruppi, la coesione sociale è mantenuta dai legami tra i piccoli<ref name=Kingdon1988/><ref name="Pratt 1985"/>. Esistono anche gruppi misti, formati da femmine adulte e maschi giovani<ref name="Pratt 1985"/>. I maschi subadulti sono particolarmente socievoli e spesso si cimentano in combattimenti simulati, ma i maschi adulti tendono a diventare più solitari con l'età<ref name="Leuthold 1979"/<ref name="Leuthold 1979"/>. Le giraffe non sono territoriali<ref name="Dagg1971"/>, ma possiedono domini vitali<ref name=estes/>. Di tanto in tanto, i maschi si allontanano dalle loro aree abituali<ref name=Kingdon1988/>.
La riproduzione è prevalentemente poligama: solamente pochi maschi anziani si accoppiano con le femmine fertili. I maschi valutano la fertilità delle femmine annusando la loro urina per individuare quali sono in [[Ciclo estrale|estro]], tramite un processo a tappe noto come [[flehmen]]<ref name="Pratt 1985"/><ref name="Leuthold 1979">{{cita libro|autore=B. M. Leuthold|anno=1979|titolo=Social organization and behaviour of giraffe in Tsavo East National Park|periodico=African Journal of Ecology|volume='''17''' (1)|pp=19-34|doi=10.1111/j.1365-2028.1979.tb00453.x}}</ref>. I maschi prediligono le femmine giovani-adulte a quelle giovani e anziane<ref name="Pratt 1985"/>. Non appena viene individuata una femmina in estro, il maschio tenta il corteggiamento. Durante il corteggiamento, i maschi dominanti tengono a bada quelli subordinati<ref name="Leuthold 1979"/>. Durante l'accoppiamento, il maschio si erge sulle zampe posteriori con la testa sollevata e le zampe anteriori appoggiate sui fianchi della femmina<ref name=estes/>.


La riproduzione delle giraffe è prevalentemente poligama. Solo pochi maschi anziani riescono ad accoppiarsi con le femmine fertili. I maschi valutano la fertilità delle femmine annusandone l'urina attraverso il comportamento noto come [[flehmen]], che consente loro di individuare le femmine in [[Ciclo estrale|estro]]<ref name="Pratt 1985"/><ref name="Leuthold 1979">{{cita libro|autore=B. M. Leuthold|anno=1979|titolo=Social organization and behaviour of giraffe in Tsavo East National Park|periodico=African Journal of Ecology|volume='''17''' (1)|pp=19-34|doi=10.1111/j.1365-2028.1979.tb00453.x}}</ref>. Essi tendono a preferire femmine giovani-adulte rispetto a quelle più giovani o anziane<ref name="Pratt 1985"/>. Quando trovano una femmina in estro, i maschi iniziano il corteggiamento, durante il quale i maschi dominanti tengono a bada quelli subordinati<ref name="Leuthold 1979"/>. L'accoppiamento avviene con il maschio che si erge sulle zampe posteriori e appoggia le zampe anteriori sui fianchi della femmina, mantenendo la testa sollevata<ref name=estes/>.
Nonostante siano generalmente silenziose e non vocali, le giraffe sono state viste comunicare utilizzando vari suoni. Durante il corteggiamento, i maschi emettono forti colpi di tosse<ref name=estes/>. Le femmine chiamano i propri piccoli muggendo. I piccoli emettono sbuffi, belati, muggiti e suoni simili a miagolii. Le giraffe inoltre russano, sibilano, gemono ed emettono suoni simili a fischi<ref name=estes/>, e comunicano su lunghe distanze utilizzando gli [[Infrasuono|infrasuoni]]<ref>{{cita web|titolo=Silent Sentinels?|editore=PBS online – Nature|url=http://www.pbs.org/wnet/nature/episodes/tall-blondes/silent-sentinels/2256/|accesso=21 dicembre 2011}}</ref>.

Le giraffe sono generalmente silenziose e non vocali, ma utilizzano una varietà di suoni per comunicare. Durante il corteggiamento, i maschi emettono forti colpi di tosse<ref name=estes/>. Le femmine muggiscono per richiamare i piccoli, che a loro volta emettono sbuffi, belati, muggiti e suoni simili a miagolii. Le giraffe possono anche russare, sibilare, gemere ed emettere suoni simili a fischi<ref name=estes/>. Inoltre, sono in grado di comunicare su lunghe distanze utilizzando gli [[Infrasuono|infrasuoni]]<ref>{{cita web|titolo=Silent Sentinels?|editore=PBS online – Nature|url=http://www.pbs.org/wnet/nature/episodes/tall-blondes/silent-sentinels/2256/|accesso=21 dicembre 2011}}</ref>.


===Nascita e cure parentali===
===Nascita e cure parentali===
[[File:Giraffe Family.jpg|thumb|Madre con due piccoli. Occuparsi dei piccoli è quasi esclusivamente compito delle femmine.]]
[[File:Giraffe Family.jpg|thumb|Madre con due piccoli. Occuparsi dei piccoli è quasi esclusivamente compito delle femmine.]]
La [[gestazione]] della giraffa dura circa 15 mesi, dopo i quali nasce normalmente un unico piccolo, anche se non sono del tutto sconosciuti i parti gemellari<ref name=ap>{{cita web|titolo=Mammal Guide – Giraffe|editore=[[Animal Planet (Stati Uniti d'America)|Animal Planet]]|url=http://animal.discovery.com/guides/mammals/habitat/tropgrassland/giraffe.html|accesso=7 marzo 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090204142520/http://animal.discovery.com/guides/mammals/habitat/tropgrassland/giraffe.html|dataarchivio=4 febbraio 2009}}</ref>. La madre partorisce stando in piedi. Il piccolo prima fa uscire la testa e le zampe anteriori, dopo aver rotto le membrane fetali, e cade sul terreno, recidendo il [[Funicolo ombelicale|cordone ombelicale]]<ref name="Dagg1971"/>. La madre in seguito pulisce il neonato e lo aiuta a stare in piedi<ref name=Williams/>. Una giraffa appena nata è alta circa 1,8 m. Entro poche ore dalla nascita, il piccolo è in grado di correre intorno ed è quasi indistinguibile da un esemplare di una settimana di età. Tuttavia, per le prime 1-3 settimane, trascorre la maggior parte del tempo restando nascosto<ref name="Langman 1977">{{cita libro|autore=V. A. Langman|anno=1977|titolo=Cow-calf relationships in giraffe (''Giraffa camelopardalis giraffa'')|periodico=Zeitschrift fur Tierpsychologie|volume='''43''' (3)|pp=264-86}} [[Digital object identifier|doi]]:[http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1439-0310.1977.tb00074.x/abstract 10.1111/j.1439-0310.1977.tb00074.x]</ref>; il suo mantello gli garantisce un ottimo camuffamento. Gli ossiconi, che erano tenuti appiattiti nel grembo materno, diventano eretti nel giro di pochi giorni<ref name=estes/>.
La [[gestazione]] della giraffa dura circa 15 mesi, al termine dei quali solitamente nasce un unico piccolo, sebbene i parti gemellari non siano del tutto sconosciuti<ref name=ap>{{cita web|titolo=Mammal Guide – Giraffe|editore=[[Animal Planet (Stati Uniti d'America)|Animal Planet]]|url=http://animal.discovery.com/guides/mammals/habitat/tropgrassland/giraffe.html|accesso=7 marzo 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090204142520/http://animal.discovery.com/guides/mammals/habitat/tropgrassland/giraffe.html|dataarchivio=4 febbraio 2009}}</ref>. La madre partorisce stando in piedi, e il piccolo emerge rompendo le membrane fetali con la testa e le zampe anteriori, cadendo poi a terra e recidendo il [[Funicolo ombelicale|cordone ombelicale]]<ref name="Dagg1971"/>. Subito dopo, la madre pulisce il neonato e lo aiuta a sollevarsi in piedi<ref name=Williams/>. Alla nascita, una giraffa è già alta circa 1,8 metri. Nel giro di poche ore, il piccolo è in grado di correre e diventa quasi indistinguibile da un esemplare di una settimana. Durante le prime 1-3 settimane, tuttavia, tende a restare nascosto, sfruttando il suo mantello per mimetizzarsi<ref name="Langman 1977">{{cita libro|autore=V. A. Langman|anno=1977|titolo=Cow-calf relationships in giraffe (''Giraffa camelopardalis giraffa'')|periodico=Zeitschrift fur Tierpsychologie|volume='''43''' (3)|pp=264-86}} [[Digital object identifier|doi]]:[http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1439-0310.1977.tb00074.x/abstract 10.1111/j.1439-0310.1977.tb00074.x]</ref>. Gli ossiconi, appiattiti durante la gestazione, si erigono pochi giorni dopo la nascita<ref name=estes/>.


Le madri con i piccoli si riuniscono in apposite mandrie-nursery, spostandosi o brucando insieme. Le madri di questi gruppi possono talvolta lasciare i loro piccoli con una femmina mentre esse si spostano a mangiare e bere altrove. Questi raggruppamenti sono noti come «asili nido»<ref name="Langman 1977"/>. I maschi adulti non giocano quasi alcun ruolo nell'allevamento dei piccoli<ref name=Kingdon1988/>, ma sembra che abbiano con questi ultimi interazioni amichevoli<ref name="Pratt 1985"/>. I piccoli sono continuamente minacciati dai predatori, e le madri cercano di proteggerli sovrastandoli con la loro mole e scalciando in direzione dei predatori che si avvicinano troppo<ref name=estes/>. Quando localizzano una fonte di disturbo, le femmine di guardia a un asilo nido cercano di allertare unicamente il proprio piccolo, ma gli altri prendono atto dell'accaduto e vanno loro dietro<ref name="Langman 1977"/>. Il grado di legame che una madre condivide con il proprio piccolo è variabile, ma esso può durare fino al parto successivo<ref name="Langman 1977"/>. Allo stesso modo, l'allattamento può durare appena un mese<ref name=Kingdon1988/> o protrarsi per un anno intero<ref name=estes/><ref name="Leuthold 1979"/>. Le femmine raggiungono la maturità sessuale all'età di quattro anni, mentre i maschi divengono maturi a quattro o cinque anni. Tuttavia, i maschi devono aspettare almeno l'età di sette anni prima di avere l'opportunità di accoppiarsi<ref name=estes/><ref name=Williams/>.
Le madri con i loro piccoli si riuniscono in mandrie-nido, muovendosi e brucando insieme. In questi gruppi, chiamati "asili nido", le madri possono affidare i piccoli a un'altra femmina mentre si allontanano per nutrirsi o bere<ref name="Langman 1977"/>. I maschi adulti non partecipano all'allevamento dei piccoli<ref name=Kingdon1988/>, ma possono interagire con loro in modo amichevole<ref name="Pratt 1985"/>. I piccoli sono continuamente esposti al rischio di predazione. Le madri li proteggono sovrastandoli con la loro mole e scalciando verso i predatori che si avvicinano troppo<ref name=estes/>. Quando rilevano una minaccia, le femmine che sorvegliano un asilo nido allertano principalmente i propri piccoli, ma l'intero gruppo reagisce seguendole<ref name="Langman 1977"/>.

Il legame tra madre e piccolo varia, ma può durare fino al parto successivo<ref name="Langman 1977"/>. L'allattamento, invece, può durare da appena un mese<ref name=Kingdon1988/> fino a un anno intero<ref name=estes/><ref name="Leuthold 1979"/>. Le femmine raggiungono la maturità sessuale intorno ai quattro anni, mentre i maschi diventano maturi tra i quattro e i cinque anni. Tuttavia, i maschi devono spesso attendere almeno fino ai sette anni per avere l'opportunità di accoppiarsi, a causa della competizione con i maschi più anziani<ref name=estes/><ref name=Williams/>.
[[File:Giraffe Ithala KZN South Africa Luca Galuzzi 2004.JPG|thumb|left|I maschi di giraffa combattono per stabilire la gerarchia.]]
[[File:Giraffe Ithala KZN South Africa Luca Galuzzi 2004.JPG|thumb|left|I maschi di giraffa combattono per stabilire la gerarchia.]]


===Il collaggio===
===Il ''necking''===
I maschi si confrontano in combattimenti, a volte violenti, durante tutto l'anno. Questi scontri, noti in inglese come ''necking'', coinvolgono principalmente l'uso del collo. Solitamente, la lotta inizia quando un maschio provocatore si avvicina a un altro maschio, ponendosi davanti a lui in posizione eretta e rigida sulle zampe<ref name=sim1996/>. Se il rivale risponde assumendo lo stesso atteggiamento, il combattimento ha inizio.
Per tutto l'anno, i maschi si affrontano in combattimenti a volte violenti. Siccome utilizzano prevalentemente il collo, gli anglosassoni hanno chiamato questi scontri «collaggio». La lotta viene talvolta scatenata da un maschio provocatore che si avvicina a un altro maschio e gli si pone di fronte, spavaldamente eretto sulle zampe rigide<ref name=sim1996/>. Se l'altro adotta lo stesso atteggiamento, la lotta è ingaggiata. In genere, la sfida inizia in modo cortese: i due rivali si affiancano lentamente, con le zampe allargate, nello stesso senso o in senso opposto; iniziano a muovere ritmicamente la testa e incurvando il collo lo sbattono con forza contro quello dell'avversario, cercando di colpirlo con gli ossiconi. Quindi cominciano a sospingersi, appoggiando tutto il peso del corpo contro il fianco dell'altro. Se non basta, aumentano la violenza dei colpi, di cui si sente il rumore a parecchie centinaia di metri di distanza<ref name=estes/>. Per colpire l'avversario, l'attaccante deve dondolare la testa con forza e quindi non può più padroneggiarne la traiettoria. È facile perciò, per il suo avversario, evitare l'urto. Infatti, la maggior parte dei colpi non raggiunge il bersaglio e, in genere, questi tornei non hanno gravi conseguenze<ref name=estes/>.

La sfida inizialmente si svolge in modo ritualizzato: i due maschi si posizionano fianco a fianco, con le zampe divaricate, muovendosi lentamente nello stesso senso o in direzioni opposte. Incurvando il collo, cominciano a colpirsi reciprocamente con forza, utilizzando gli ossiconi. Successivamente, cercano di sospingere il corpo contro il fianco dell'avversario per destabilizzarlo. Se i primi colpi non bastano, la violenza aumenta e i suoni degli impatti possono essere uditi anche a centinaia di metri di distanza<ref name=estes/>.

Per colpire, il maschio dondola la testa con forza, ma questo movimento riduce la precisione, permettendo all'avversario di schivare facilmente l'urto. La maggior parte dei colpi non raggiunge il bersaglio e, di solito, questi scontri non provocano gravi conseguenze<ref name=estes/>. I maschi non usano mai calci o morsi contro i rivali, riservando tali tecniche ai predatori<ref name=Kingdon1988/>. La lotta termina con la fuga di uno dei contendenti<ref name=sim1996/>. Il vincitore non lo insegue, ma può talvolta simulare un accoppiamento per confermare il suo predominio.


I contendenti non ricorrono mai ai calci o ai morsi, armi che invece usano contro i predatori<ref name=Kingdon1988/>. La disputa si conclude con la fuga di uno dei combattenti<ref name=sim1996/>. Il vincitore non lo insegue; talvolta, per confermare la sua vittoria e la sua egemonia, simula un accoppiamento. Queste interazioni tra maschi si sono rivelate più frequenti degli accoppiamenti eterosessuali<ref>{{cita libro|autore=M. J. Coe|anno=1967|titolo='Necking' behavior in the giraffe|periodico=Journal of Zoology|volume='''151''' (2)|pp=313-21|doi=10.1111/j.1469-7998.1967.tb02117.x}}</ref>. Nel corso di uno studio, è risultato che fino al 94 per cento delle monte osservate avveniva tra maschi. La proporzione delle attività omosessuali variava tra il 30 e il 75 per cento. Solamente l'uno per cento delle monte omosessuali avveniva tra femmine<ref>{{cita libro|autore=B. Bagemihl|anno=1999|titolo=Biological Exuberance: Animal Homosexuality and Natural Diversity|url=https://archive.org/details/biologicalexuber00bage|editore=St. Martin's Press|pp=391-93|isbn=0-312-19239-8}}</ref>.
Le interazioni tra maschi sono sorprendentemente frequenti e, in alcuni casi, più comuni degli accoppiamenti eterosessuali<ref>{{cita libro|autore=M. J. Coe|anno=1967|titolo='Necking' behavior in the giraffe|periodico=Journal of Zoology|volume='''151''' (2)|pp=313-21|doi=10.1111/j.1469-7998.1967.tb02117.x}}</ref>. Uno studio ha rilevato che fino al 94% delle monte osservate avvenivano tra maschi, con una percentuale di attività omosessuali che variava tra il 30 e il 75% a seconda del contesto. Le monte omosessuali tra femmine rappresentavano solo l'1% del totale<ref>{{cita libro|autore=B. Bagemihl|anno=1999|titolo=Biological Exuberance: Animal Homosexuality and Natural Diversity|url=https://archive.org/details/biologicalexuber00bage|editore=St. Martin's Press|pp=391-93|isbn=0-312-19239-8}}</ref>.


===Mortalità e salute===
===Mortalità e salute===
[[File:Lioness with giraffe kill, jackal lurking, kenya, august 9th 2012.jpg|thumb|Leonessa presso la carcassa di una giraffa adulta.]]
[[File:Lioness with giraffe kill, jackal lurking, kenya, august 9th 2012.jpg|thumb|Leonessa presso la carcassa di una giraffa adulta.]]
Stranamente, le giraffe hanno una longevità maggiore rispetto ad altri ruminanti<ref>{{cita libro|autore=D. W. Müller, P. Zerbe, D. Codron, M. Clauss and J. M. Hatt|anno=2011|titolo=A long life among ruminants: giraffids and other special cases|periodico=Schweizer Archiv für Tierheilkunde|volume='''153''' (11)|pp=515-519|pmid=22045457|doi=10.1024/0036-7281/a000263}}</ref>, e in natura possono vivere fino a 25 anni<ref name="MacDonald"/>. A causa delle loro dimensioni, della vista acuta e dei calci potenti, le giraffe adulte generalmente non sono soggette a predazione<ref name=estes/>. Tuttavia, possono cadere vittima dei [[Panthera leo|leoni]] e costituiscono una loro preda regolare nel [[parco nazionale Kruger]]<ref>{{cita libro|autore=N. Owen-Smith and M. G. Mills|anno=2008|titolo=Predator-prey size relationships in an African large-mammal food web|periodico=Journal of Animal Ecology|volume='''77''' (1)|pp=173-83|pmid=18177336|url=http://137.215.9.22/bitstream/handle/2263/9023/Owen-Smith_Predator-prey(2008).pdf?sequence=1|doi=10.1111/j.1365-2656.2007.01314.x}}</ref>. Anche i [[Crocodylus niloticus|coccodrilli del Nilo]] possono costituire una minaccia per le giraffe quando sono costrette ad abbassare la testa per bere<ref name=Williams/>. I piccoli sono molto più vulnerabili degli adulti, e talvolta cadono vittima di [[Panthera pardus|leopardi]],[[Acinonyx jubatus|ghepardi]] [[Crocuta crocuta|iene macchiate]] e [[Lycaon pictus|licaoni]]<ref name="Prothero 2003"/>. Appena il 25-50 per cento dei piccoli di giraffa raggiunge l'età adulta.
Le giraffe hanno una longevità sorprendentemente maggiore rispetto ad altri ruminanti, potendo vivere in natura fino a 25 anni<ref>{{cita libro|autore=D. W. Müller, P. Zerbe, D. Codron, M. Clauss and J. M. Hatt|anno=2011|titolo=A long life among ruminants: giraffids and other special cases|periodico=Schweizer Archiv für Tierheilkunde|volume='''153''' (11)|pp=515-519|pmid=22045457|doi=10.1024/0036-7281/a000263}}</ref><ref name="MacDonald"/>. Grazie alle loro grandi dimensioni, alla vista acuta e ai potenti calci, le giraffe adulte sono generalmente al sicuro dai predatori<ref name=estes/>. Tuttavia, possono cadere vittima dei [[Panthera leo|leoni]], che rappresentano una minaccia costante e regolare, ad esempio, nel [[parco nazionale Kruger|Parco Nazionale Kruger]]<ref>{{cita libro|autore=N. Owen-Smith and M. G. Mills|anno=2008|titolo=Predator-prey size relationships in an African large-mammal food web|periodico=Journal of Animal Ecology|volume='''77''' (1)|pp=173-83|pmid=18177336|url=http://137.215.9.22/bitstream/handle/2263/9023/Owen-Smith_Predator-prey(2008).pdf?sequence=1|doi=10.1111/j.1365-2656.2007.01314.x}}</ref>. Anche i [[Crocodylus niloticus|coccodrilli del Nilo]] possono costituire un pericolo, soprattutto quando le giraffe sono costrette ad abbassare la testa per bere<ref name=Williams/>. I piccoli, invece, sono molto più vulnerabili degli adulti e spesso preda di [[Panthera pardus|leopardi]], [[Acinonyx jubatus|ghepardi]], [[Crocuta crocuta|iene macchiate]] e [[Lycaon pictus|licaoni]]<ref name="Prothero 2003"/>. Solo il 25-50% dei piccoli riesce a sopravvivere fino all'età adulta.


Le giraffe ospitano vari parassiti. Le [[Ixodida|zecche]] sono molto frequenti, specialmente nell'area attorno ai genitali, dove la pelle è più sottile che altrove<ref name="Dagg1971"/>. Tra le specie più comuni che rivolgono attenzione alle giraffe figurano quelle dei generi ''Hyalomma'', ''[[Amblyomma]]'' e ''Rhipicephalus''. Le giraffe possono affidarsi all'opera delle [[Buphagus erythrorynchus|bufaghe beccorosso]] e [[Buphagus africanus|beccogiallo]] per ripulirsi dalle zecche e per essere avvisate in caso di pericolo. Le giraffe ospitano numerose specie di parassiti interni e sono soggette a varie malattie. Erano in particolar modo vittime della [[peste bovina]], malattia virale eradicata<ref name="Dagg1971"/>.
Le giraffe sono spesso infestate da vari parassiti, tra cui le [[Ixodida|zecche]], che si concentrano principalmente nelle aree attorno ai genitali, dove la pelle è più sottile<ref name="Dagg1971"/>. Le specie di zecche più comuni comprendono i generi ''Hyalomma'', ''[[Amblyomma]]'' e ''Rhipicephalus''. Per ridurre l'infestazione, le giraffe si affidano all'aiuto delle [[Buphagus erythrorynchus|bufaghe beccorosso]] e [[Buphagus africanus|beccogiallo]], che non solo rimuovono i parassiti, ma fungono anche da sistema di allarme contro possibili pericoli.

Le giraffe ospitano anche numerosi parassiti interni e possono essere colpite da varie malattie. In passato, erano particolarmente vulnerabili alla [[peste bovina]], una malattia virale ora eradicata<ref name="Dagg1971"/>.


==Relazioni con l'uomo==
==Relazioni con l'uomo==
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===Storia e significato culturale===
===Storia e significato culturale===
[[File:Giraffe cave art.jpg|thumb|Petroglifo san in Namibia raffigurante una giraffa.]]
[[File:Giraffe cave art.jpg|thumb|Petroglifo san in Namibia raffigurante una giraffa.]]
Gli esseri umani interagiscono con le giraffe da millenni. I [[San (popolo)|san]] dell'Africa meridionale eseguono particolari danze curative che prendono il nome da alcuni animali; la danza della giraffa viene eseguita per trattare le malattie della testa<ref>{{cita libro|autore=K. Ross|anno=2003|titolo=Okavango: jewel of the Kalahari|url=https://archive.org/details/okavangojewelofk0000ross_x7a9|editore=Struik|p=[https://archive.org/details/okavangojewelofk0000ross_x7a9/page/168 168]|isbn=1-86872-729-7}}</ref>. I motivi per spiegare l'altezza della giraffa sono stati l'oggetto di vari [[Folklore|racconti popolari]] africani<ref name=sim1996/>, tra cui uno proveniente dall'Africa orientale secondo il quale la giraffa sarebbe divenuta così alta per aver mangiato troppe erbe magiche<ref>{{cita libro|autore=N. Greaves and R. Clement|anno=2000|titolo=When Hippo Was Hairy: And Other Tales from Africa|url=https://archive.org/details/whenhippowashair0000grea_j8l9|editore=Struik|pp=86-88|isbn=1-86872-456-5}}</ref>. Le giraffe sono state raffigurate nell'arte di quasi tutti i popoli africani, quali i kiffiani, gli [[Antico Egitto|egizi]] e i [[nubiani]] di [[Meroe]]<ref name=Williams>{{cita libro|autore=E. Williams|anno=2011|titolo=Giraffe|editore=Reaktion Books|isbn=1-86189-764-2}}</ref>. Ai kiffiani si deve l'incisione di due giraffe a grandezza naturale che sono stati definite i «petroglifi di arte rupestre più grandi del mondo»<ref name=Williams/><ref>{{cita web|url=http://www.bradshawfoundation.com/giraffe/|titolo=The Dabous Giraffe rock art petrograph|editore=The Bradshaw Foundation|accesso=6 novembre 2011}}</ref>. Gli egizi attribuirono alla giraffa un proprio [[Geroglifici egizi|geroglifico]], chiamato «sr» in egizio antico e «mmy» durante i periodi successivi<ref name=Williams/>. Gli egizi allevavano le giraffe come animali da compagnia e le trasportavano via nave in altre zone del Mediterraneo<ref name=Williams/>.
Le giraffe hanno interagito con gli esseri umani per millenni, lasciando un'impronta profonda nella cultura di molte civiltà. I [[San (popolo)|san]] dell'Africa meridionale praticano una danza curativa dedicata alla giraffa, utilizzata per trattare le malattie della testa<ref>{{cita libro|autore=K. Ross|anno=2003|titolo=Okavango: jewel of the Kalahari|url=https://archive.org/details/okavangojewelofk0000ross_x7a9|editore=Struik|p=[https://archive.org/details/okavangojewelofk0000ross_x7a9/page/168 168]|isbn=1-86872-729-7}}</ref>. L'altezza della giraffa è stata spesso spiegata attraverso [[Folklore|racconti popolari]] africani; uno di questi, proveniente dall'Africa orientale, narra che l'animale sarebbe diventato così alto dopo aver mangiato troppe erbe magiche<ref name=sim1996/><ref>{{cita libro|autore=N. Greaves and R. Clement|anno=2000|titolo=When Hippo Was Hairy: And Other Tales from Africa|url=https://archive.org/details/whenhippowashair0000grea_j8l9|editore=Struik|pp=86-88|isbn=1-86872-456-5}}</ref>. Raffigurazioni di giraffe si trovano nell'arte di numerosi popoli africani, tra cui i Kiffiani, gli [[Antico Egitto|Egizi]] e i [[Nubiani]] di [[Meroe]]<ref name=Williams>{{cita libro|autore=E. Williams|anno=2011|titolo=Giraffe|editore=Reaktion Books|isbn=1-86189-764-2}}</ref>. Tra queste, spicca un'incisione rupestre a grandezza naturale creata dai Kiffiani, considerata il più grande petroglifo del mondo<ref name=Williams/><ref>{{cita web|url=http://www.bradshawfoundation.com/giraffe/|titolo=The Dabous Giraffe rock art petrograph|editore=The Bradshaw Foundation|accesso=6 novembre 2011}}</ref>. Gli Egizi attribuirono alla giraffa un proprio [[Geroglifici egizi|geroglifico]], "sr" in egizio antico e "mmy" in epoca successiva, e allevavano giraffe come animali da compagnia, trasportandole via nave nel Mediterraneo<ref name=Williams/>.
[[File:Tribute Giraffe with Attendant.jpg|thumb|left|Disegno di una giraffa importata in Cina durante la dinastia Ming.]]
[[File:Tribute Giraffe with Attendant.jpg|thumb|left|Disegno di una giraffa importata in Cina durante la dinastia Ming.]]
La giraffa era conosciuta anche presso i [[Antica Grecia|greci]] e i [[Civiltà romana|romani]], che, considerandola un mostruoso ibrido tra un [[Camelus|cammello]] e un leopardo, la chiamavano ''camelopardalis''<ref name=Williams/>. La giraffa fu una delle molte specie animali collezionate e messe in mostra dai romani. La prima giunta a Roma venne portata da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] nel 46 a.C. ed esibita al pubblico<ref name=Williams/>. Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], il trasporto di giraffe in Europa cessò<ref name=Williams/>. Durante il [[Medioevo]], le giraffe divennero note agli europei attraverso il contatto con gli arabi, che veneravano la giraffa per il suo aspetto particolare<ref name="Prothero 2003">{{cita libro|autore=D. R. Prothero and R. M. Schoch|anno=2003|titolo=Horns, Tusks, and Flippers: The Evolution of Hoofed Mammals|editore=Johns Hopkins University Press|pp=67-72|isbn=0-8018-7135-2}}</ref>.
[[Antica Grecia|Greci]] e [[Civiltà romana|Romani]] conoscevano le giraffe, che chiamavano ''camelopardalis'' per la loro somiglianza a un ibrido tra [[Camelus|cammello]] e leopardo<ref name=Williams/>. La prima giraffa giunta a Roma fu portata da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] nel 46 a.C. e esibita al pubblico<ref name=Williams/>. Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], il trasporto di giraffe in Europa cessò fino al [[Medioevo]], quando gli arabi reintrodussero la giraffa come simbolo venerato per la sua forma unica<ref name="Prothero 2003">{{cita libro|autore=D. R. Prothero and R. M. Schoch|anno=2003|titolo=Horns, Tusks, and Flippers: The Evolution of Hoofed Mammals|editore=Johns Hopkins University Press|pp=67-72|isbn=0-8018-7135-2}}</ref>.


Nel 1414, una giraffa venne trasportata via nave da [[Malindi]] al [[Bengala]]. Da qui venne portata in Cina dall'esploratore [[Zheng He]] e collocata in uno zoo della [[dinastia Ming]]. L'animale divenne una fonte di attrazione per i cinesi, che lo associavano al mitico [[Qilin]]<ref name=Williams/>. La [[giraffa dei Medici]] era una giraffa presentata a [[Lorenzo de' Medici]] nel 1486. Il suo arrivo a [[Firenze]] provocò una grande eccitazione<ref>{{cita libro|url=https://www.archive.org/download/ErikRingmaraudienceForAGiraffeEuropeanExceptionalismAndTheQuest_744/ErikRingmarAudienceForAGiraffe.pdf|titolo=Audience for a Giraffe: European Expansionism and the Quest for the Exotic|autore=E. Ringmar|periodico=Journal of World History|anno=2006|volume='''17''' (4)|pp=353-97|jstor=20079397|doi=10.1353/jwh.2006.0060}}</ref>. Un'altra famosa giraffa venne portata dall'[[Egitto]] a Parigi ai primi del XIX secolo come dono di [[Mehmet Ali|Mohamed Alì di Egitto]] a [[Carlo X di Francia]]. Divenuta una celebrità, la giraffa fu il soggetto di numerosi memorabilia o «giraffanalia»<ref name=Williams/>.
Nel 1414, una giraffa fu trasportata dal porto di [[Malindi]] al [[Bengala]] e poi in Cina dall'esploratore [[Zheng He]], dove fu collocata in uno zoo della [[dinastia Ming]] e associata al mitico [[Qilin]]<ref name=Williams/>. Nel 1486, una [[giraffa dei Medici|giraffa]] donata a [[Lorenzo de' Medici]] generò grande entusiasmo a [[Firenze]]<ref>{{cita libro|url=https://www.archive.org/download/ErikRingmaraudienceForAGiraffeEuropeanExceptionalismAndTheQuest_744/ErikRingmarAudienceForAGiraffe.pdf|titolo=Audience for a Giraffe: European Expansionism and the Quest for the Exotic|autore=E. Ringmar|periodico=Journal of World History|anno=2006|volume='''17''' (4)|pp=353-97|jstor=20079397|doi=10.1353/jwh.2006.0060}}</ref>. Un'altra celebre giraffa arrivò a Parigi nel XIX secolo come dono di [[Mehmet Ali|Mohamed Ali]] d'[[Egitto]] a [[Carlo X di Francia]], diventando una celebrità e ispirando numerosi oggetti e opere chiamate "giraffanalia"<ref name=Williams/>.


Le giraffe continuano a essere presenti nella cultura moderna. [[Salvador Dalí]] le raffigurò con la criniera [[Incendio|in fiamme]] in alcuni dei suoi dipinti surrealisti. Dalí considerava la giraffa un simbolo di mascolinità, e una giraffa in fiamme sarebbe dovuta apparire come un «mostro apocalittico cosmico mascolino»<ref name=Williams/>. Vari racconti per bambini hanno come protagonista una giraffa, come ''La giraffa che aveva paura dell'altezza'' di David A. Ufer, ''Le giraffe non sanno danzare'' di Giles Andreae e ''Io, la giraffa e il pellicano'' di [[Roald Dahl]]. Le giraffe sono apparse in vari film animati, sia come semplici comparse nei film [[The Walt Disney Company|Disney]] ''[[Dumbo - L'elefante volante]]'', ''[[Il re leone]]'' e ''[[Zootropolis]]'', che in ruoli più importanti nei film ''[[Madagascar (franchise)|Madagascar]]'', ''[[Kirikù e gli animali selvaggi]]'', ''[[Uno zoo in fuga]]'' e ''[[Le avventure di Zarafa - Giraffa giramondo]]''. Sophie la Giraffa è un popolare massaggiagengive per bambini fin dal 1961. Un'altra famosa giraffa immaginaria è la mascotte della catena di giocattoli [[Toys "R" Us]], Geoffrey la Giraffa<ref name=Williams/>.
Le giraffe continuano a ispirare la cultura moderna. [[Salvador Dalí]] le rappresentò con la criniera [[Incendio|in fiamme]] nei suoi dipinti surrealisti, considerandole simboli di mascolinità apocalittica<ref name=Williams/>. Le giraffe sono anche protagoniste di numerosi racconti per bambini, come ''La giraffa che aveva paura dell'altezza'' di David A. Ufer, ''Le giraffe non sanno danzare'' di Giles Andreae e ''Io, la giraffa e il pellicano'' di [[Roald Dahl]]. Appaiono in vari film animati, tra cui ''[[Dumbo - L'elefante volante|Dumbo]]'', ''[[Il re leone]]'', ''[[Madagascar (franchise)|Madagascar]]'' e ''[[Le avventure di Zarafa - Giraffa giramondo]]''. Sophie la Giraffa, un popolare massaggiagengive per bambini, è in commercio dal 1961, mentre Geoffroy la Giraffa è la mascotte della catena [[Toys "R" Us]]<ref name=Williams/>.


La giraffa è stata oggetto di vari esperimenti e scoperte scientifiche. Gli scienziati esaminarono attentamente le proprietà della pelle della giraffa quando dovettero creare tute per gli [[Astronauta|astronauti]] e i piloti di caccia<ref name=anatomy/>, che corrono il rischio di svenire se il sangue scende troppo velocemente lungo gli arti inferiori. Alcuni informatici hanno modellato i disegni del mantello di alcune sottospecie tramite meccanismi di [[reazione-diffusione]]<ref>{{cita libro|autore=M. Walter, A. Fournier and D. Menevaux|anno=2001|titolo=Integrating shape and pattern in mammalian models in SIGGRAPH '01|periodico=Proceedings of the 28th annual conference on Computer graphics and interactive techniques|pp=317–26|doi=10.1145/383259.383294|url=http://www.csun.edu/~renzo/GraphicsResources/Articles/walter.pdf|isbn=1-58113-374-X|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923224559/http://www.csun.edu/~renzo/GraphicsResources/Articles/walter.pdf|dataarchivio=23 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>.
Dal punto di vista scientifico, le giraffe hanno contribuito a scoperte importanti. Le proprietà della loro pelle sono state studiate per progettare tute per gli [[Astronauta|astronauti]] e piloti di caccia, utili a prevenire la perdita di coscienza causata dalla rapida redistribuzione del sangue<ref name=anatomy/>. Inoltre, informatici hanno utilizzato i disegni del mantello di alcune sottospecie come modello per meccanismi di [[reazione-diffusione]]<ref>{{cita libro|autore=M. Walter, A. Fournier and D. Menevaux|anno=2001|titolo=Integrating shape and pattern in mammalian models in SIGGRAPH '01|periodico=Proceedings of the 28th annual conference on Computer graphics and interactive techniques|pp=317–26|doi=10.1145/383259.383294|url=http://www.csun.edu/~renzo/GraphicsResources/Articles/walter.pdf|isbn=1-58113-374-X|accesso=11 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923224559/http://www.csun.edu/~renzo/GraphicsResources/Articles/walter.pdf|dataarchivio=23 settembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>.


La [[Giraffa (costellazione)|costellazione della Giraffa]], introdotta nel XVII secolo, raffigura quest'animale<ref name=Williams/>. Gli [[tswana]] del [[Botswana]] interpretano la costellazione della [[Croce del Sud]] come due giraffe - [[Acrux]] e [[Mimosa (astronomia)|Mimosa]] formano il maschio, e [[Gacrux]] e [[Delta Crucis]] formano la femmina<ref>{{cita libro|autore=A. Clegg|anno=1986|titolo=Some Aspects of Tswana Cosmology|periodico=Botswana Notes and Records|volume=18|pp=33-37|jstor=40979758 }}</ref>.
La giraffa è rappresentata anche nel cielo: la costellazione della [[Giraffa (costellazione)|Giraffa]], introdotta nel XVII secolo, raffigura l'animale<ref name=Williams/>. Per gli [[Tswana]] del [[Botswana]], la costellazione della [[Croce del Sud]] rappresenta due giraffe: [[Acrux]] e [[Mimosa (astronomia)|Mimosa]] formano il maschio, mentre [[Gacrux]] e [[Delta Crucis]] rappresentano la femmina<ref>{{cita libro|autore=A. Clegg|anno=1986|titolo=Some Aspects of Tswana Cosmology|periodico=Botswana Notes and Records|volume=18|pp=33-37|jstor=40979758 }}</ref>.


===Importanza economica e stato di conservazione===
===Importanza economica e stato di conservazione===
[[File:Bundesarchiv Bild 105-DOA0377, Deutsch-Ostafrika, Giraffe.jpg|thumb|Giraffa uccisa dagli indigeni agli inizi del XX secolo.]]
[[File:Bundesarchiv Bild 105-DOA0377, Deutsch-Ostafrika, Giraffe.jpg|thumb|Giraffa uccisa dagli indigeni agli inizi del XX secolo.]]
Le giraffe sono state probabilmente un comune bersaglio per i cacciatori di ogni parte dell'Africa<ref name=Kingdon1988/>. Parti diverse del loro corpo venivano utilizzate per scopi differenti<ref name="Dagg1971"/>. La carne veniva mangiata. Con i peli della coda venivano fabbricati scacciamosche, braccialetti, collane e fili<ref name="Dagg1971"/><ref name=Kingdon1988/>. Dalla pelle venivano ricavati scudi, sandali e tamburi, mentre i tendini erano utili come corde per gli strumenti musicali<ref name="Dagg1971"/>. Il fumo esalato da una pelle di giraffa bruciata veniva utilizzato dagli sciamani del [[Buganda]] per trattare le epistassi<ref name=Kingdon1988/>. Gli humr del Sudan assumono una particolare bevanda, detta ''Umm Nyolokh'', fatta con il fegato e il midollo osseo della giraffa. L'''Umm Nyolokh'' spesso contiene DMT e altre sostanze psicoattive provenienti dalle piante consumate dalla giraffa, quali l'acacia; la sua assunzione può provocare allucinazioni nelle quali gli humr sostengono di vedere i fantasmi delle giraffe uccise<ref>{{cita libro|autore=Ian Cunnison|titolo=Giraffe hunting among the Humr tribe|periodico=Sudan Notes and Records|volume=39|anno=1958}}</ref><ref>[http://www.cracked.com/article/81_6-animals-that-can-get-you-high/ 6 Animals That Can Get You High] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171215131307/http://www.cracked.com/article/81_6-animals-that-can-get-you-high/ |data=15 dicembre 2017 }} on Cracked.com.</ref>. Nel XIX secolo, gli esploratori europei iniziarono a cacciare la giraffa per puro divertimento<ref name=Williams/>. Anche la distruzione dell'habitat ha avuto un effetto deleterio sulla specie: nel [[Sahel]], la richiesta di legna da ardere e di aree da pascolo per il bestiame ha portato a una intensa [[Diboscamento|deforestazione]]. Normalmente, le giraffe possono convivere pacificamente con il bestiame domestico, dal momento che non competono direttamente con esso<ref name="MacDonald"/>.
Le giraffe sono state probabilmente un bersaglio comune per i cacciatori in tutta l'Africa<ref name=Kingdon1988/>. Diverse parti del loro corpo venivano utilizzate per scopi specifici: la carne era consumata come alimento, mentre i peli della coda venivano impiegati per realizzare [[scacciamosche]], braccialetti, collane e fili<ref name="Dagg1971"/><ref name=Kingdon1988/>. Dalla pelle si ricavavano scudi, sandali e tamburi, e i tendini erano utilizzati come corde per strumenti musicali<ref name="Dagg1971"/>. In alcune culture, come quella del [[Buganda]], il fumo derivante dalla combustione della pelle di giraffa era usato dagli sciamani per trattare le epistassi<ref name=Kingdon1988/>. Gli humr del Sudan preparano una bevanda chiamata ''Umm Nyolokh'', utilizzando fegato e midollo osseo di giraffa. Questa bevanda, contenente spesso DMT e altre sostanze psicoattive derivate dalle piante consumate dalla giraffa (come l'acacia), può provocare allucinazioni durante le quali i bevitori affermano di vedere i fantasmi delle giraffe uccise<ref>{{cita libro|autore=Ian Cunnison|titolo=Giraffe hunting among the Humr tribe|periodico=Sudan Notes and Records|volume=39|anno=1958}}</ref><ref>[http://www.cracked.com/article/81_6-animals-that-can-get-you-high/ 6 Animals That Can Get You High] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20171215131307/http://www.cracked.com/article/81_6-animals-that-can-get-you-high/ |data=15 dicembre 2017 }} on Cracked.com.</ref>.


Nel XIX secolo, gli esploratori europei iniziarono a cacciare le giraffe per divertimento<ref name=Williams/>. La distruzione dell'habitat ha ulteriormente aggravato la situazione della specie, specialmente nel [[Sahel]], dove la [[Diboscamento|deforestazione]] causata dalla richiesta di legna da ardere e dalla necessità di pascoli per il bestiame ha avuto un impatto significativo. Tuttavia, le giraffe possono convivere pacificamente con il bestiame, poiché non competono direttamente per le risorse alimentari<ref name="MacDonald"/>.
La giraffa è classificata come specie vulnerabile dalla [[Unione Internazionale per la Conservazione della Natura|IUCN]].Tuttavia, la specie è scomparsa da molte zone del suo areale storico, quali l'[[Eritrea]], la [[Guinea]], la [[Mauritania]] e il [[Senegal]]. Probabilmente è scomparsa anche in [[Angola]], [[Mali]] e [[Nigeria]], ma è stata introdotta con successo in [[Ruanda]] e [[eSwatini]]<ref name=iucn/>. Due sottospecie, la [[Giraffa camelopardalis peralta|giraffa dell'Africa occidentale]] e la [[Giraffa camelopardalis rothschildi|giraffa di Rothschild]], sono considerate in [[Specie a rischio|pericolo di estinzione]]<ref name=IUCNrothschildi/><ref name=IUCNperalta/>, in quanto allo stato selvatico ne rimangono appena poche centinaia<ref name=wildstatus/>. Nel 1997, Jonathan Kingdon ipotizzava che la [[Giraffa camelopardalis camelopardalis|giraffa della Nubia]] fosse la più minacciata tra tutte le giraffe<ref name=kingdon/>; nel 2010, il suo numero era valutato al di sotto delle 250 unità, ma questa stima è solo approssimativa<ref name=wildstatus/>. Le riserve di caccia private hanno contribuito alla conservazione delle popolazioni di giraffa nell'Africa meridionale<ref name="MacDonald"/>. Il Giraffe Manor è un popolare hotel di [[Nairobi]] che costituisce un vero e proprio santuario per la giraffa di Rothschild<ref>{{cita web|autore=M. Lord|data=11 gennaio 2012|titolo=Outlandish Outposts: Giraffe Manor in Kenya|sito=Forbes.com|accesso=4 aprile 2012|url=https://www.forbes.com/sites/forbestravelguide/2012/01/11/outlandish-outposts-giraffe-manor-in-kenya/}}</ref>. La giraffa è protetta in quasi tutto il suo areale. È l'animale nazionale della Tanzania<ref>{{cita libro|titolo=East Africa: Kenya, Tanzania & Uganda|autore=J. Knappert|anno=1987|editore=Vikas Publishing House|isbn=0-7069-2822-9|p=57}}</ref> ed è protetta dalla legge<ref name="FoleyFoley2014">{{cita libro|autore=Charles Foley, Lara Foley, Alex Lobora, Daniela De Luca, Maurus Msuha, Tim R. B. Davenport and Sarah M. Durant|titolo=A Field Guide to the Larger Mammals of Tanzania|url=http://books.google.com/books?id=dt6QAwAAQBAJ&pg=PA179|data=8 giugno 2014|editore=Princeton University Press|isbn=978-1-4008-5280-2|pp=179-}}</ref>. Le uccisioni non autorizzate possono essere punite con il carcere<ref>{{cita web|url=http://tanzania.go.tz/home/pages/260|titolo=National Symbols: National Animal|sito=tanzania.go.tz|editore=Tanzania Government Portal|accesso=14 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150118195350/http://tanzania.go.tz/home/pages/260|dataarchivio=18 gennaio 2015|urlmorto=sì}}</ref>. Nel 1999, si stimava che vi fossero in natura più di 140.000 giraffe, ma le stime del 2010 indicano che ne rimangono meno di 80.000, che nel 2016 sono risalite a 102.000<ref name=wildstatus/>. Secondo il Giraffe Conservation Foundation (GCF) allo stato attuale la popolazione mondiale delle giraffe che vivono allo stato selvatico conta circa 111.000 esemplari.

La giraffa è classificata come specie vulnerabile dalla [[Unione Internazionale per la Conservazione della Natura|IUCN]].Tuttavia, è scomparsa da molte aree del suo areale storico, come [[Eritrea]], [[Guinea]], [[Mauritania]] e [[Senegal]], ed è probabilmente estinta in [[Angola]], [[Mali]] e [[Nigeria]]. È stata però reintrodotta con successo in [[Ruanda]] e [[eSwatini]]<ref name=iucn/>. Due sottospecie, la [[Giraffa camelopardalis peralta|giraffa dell'Africa occidentale]] e la [[Giraffa camelopardalis rothschildi|giraffa di Rothschild]], sono considerate in [[Specie a rischio|pericolo di estinzione]]<ref name=IUCNrothschildi/><ref name=IUCNperalta/>, con solo poche centinaia di esemplari rinasti in natura<ref name=wildstatus/>. Nel 1997, Jonathan Kingdon considerava la [[Giraffa camelopardalis camelopardalis|giraffa della Nubia]] la più minacciata tra tutte le sottospecie<ref name=kingdon/>. Nel 2010, il numero stimato di esemplari di questa sottospecie era inferiore a 250, anche se tali dati sono approssimativi<ref name=wildstatus/>.

Le riserve di caccia private hanno contribuito alla conservazione delle popolazioni di giraffa nell'Africa meridionale<ref name="MacDonald"/>. Un esempio significativo è il Giraffe Manor, un famoso hotel di [[Nairobi]] che funge da santuario per la giraffa di Rothschild<ref>{{cita web|autore=M. Lord|data=11 gennaio 2012|titolo=Outlandish Outposts: Giraffe Manor in Kenya|sito=Forbes.com|accesso=4 aprile 2012|url=https://www.forbes.com/sites/forbestravelguide/2012/01/11/outlandish-outposts-giraffe-manor-in-kenya/}}</ref>. La giraffa è protetta in quasi tutto il suo areale, ed è l'animale nazionale della Tanzania<ref>{{cita libro|titolo=East Africa: Kenya, Tanzania & Uganda|autore=J. Knappert|anno=1987|editore=Vikas Publishing House|isbn=0-7069-2822-9|p=57}}</ref>, dove è tutelata dalla legge<ref name="FoleyFoley2014">{{cita libro|autore=Charles Foley, Lara Foley, Alex Lobora, Daniela De Luca, Maurus Msuha, Tim R. B. Davenport and Sarah M. Durant|titolo=A Field Guide to the Larger Mammals of Tanzania|url=http://books.google.com/books?id=dt6QAwAAQBAJ&pg=PA179|data=8 giugno 2014|editore=Princeton University Press|isbn=978-1-4008-5280-2|pp=179-}}</ref> Le uccisioni non autorizzate possono essere punite con il carcere<ref>{{cita web|url=http://tanzania.go.tz/home/pages/260|titolo=National Symbols: National Animal|sito=tanzania.go.tz|editore=Tanzania Government Portal|accesso=14 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150118195350/http://tanzania.go.tz/home/pages/260|dataarchivio=18 gennaio 2015|urlmorto=sì}}</ref>.

Nel 1999, si stimava che ci fossero più di 140.000 giraffe in natura. Tuttavia, nel 2010, questo numero era sceso a meno di 80.000, per risalire a 102.000 nel 2016<ref name=wildstatus/>. Secondo il Giraffe Conservation Foundation (GCF), la popolazione globale delle giraffe selvatiche attualmente si aggira intorno ai 111.000 esemplari.
[[File:Incontro giraffe.jpg|miniatura|Attività educative presso [[Parco Zoo Punta Verde]] di [[Lignano Sabbiadoro]]]]
[[File:Incontro giraffe.jpg|miniatura|Attività educative presso [[Parco Zoo Punta Verde]] di [[Lignano Sabbiadoro]]]]


=== Ruolo dei giardini zoologici ===
=== Ruolo dei giardini zoologici ===
Molti [[Giardino zoologico|giardini zoologici]] sono impegnati attivamente nella salvaguardia delle giraffe attraverso la partecipazione a progetti di conservazione. Gli zoo sostengono fondazioni come la Giraffe Conservation Foundation attive nella conservazione delle giraffe. Il contributo dei giardini zoologici è possibile anche grazie ai visitatori che attraverso il biglietto d’ingresso e la partecipazione ad attività educative contribuiscono al finanziamento dei progetti. All’interno di alcune strutture zoologiche italiane vengono inoltre regolarmente organizzati eventi di sensibilizzazione e divulgazione sulla specie.
Molti [[Giardino zoologico|giardini zoologici]] partecipano attivamente alla salvaguardia delle giraffe sostenendo progetti di conservazione. Tra le organizzazioni supportate c'è la Giraffe Conservation Foundation, impegnata nella protezione e conservazione di questa specie. Il contributo degli zoo è reso possibile anche grazie ai visitatori, che attraverso il pagamento del biglietto d’ingresso e la partecipazione a iniziative educative aiutano a finanziare questi progetti.

In alcune strutture zoologiche italiane vengono regolarmente organizzati eventi di sensibilizzazione e divulgazione per informare il pubblico sull'importanza della tutela delle giraffe e del loro habitat naturale.


==Note==
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==Collegamenti esterni==
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* {{Collegamenti esterni}}
* ARKive – [https://web.archive.org/web/20060211110812/http://www.arkive.org/species/GES/mammals/Giraffa_camelopardalis/ images and movies of the giraffe ''(Giraffa camelopardalis)''].
* ARKive – [https://web.archive.org/web/20060211110812/http://www.arkive.org/species/GES/mammals/Giraffa_camelopardalis/ images and movies of the giraffe ''(Giraffa camelopardalis)''].
* {{cita web|url=http://animaldiversity.ummz.umich.edu/site/accounts/information/Giraffa_camelopardalis.html|Animal Diversity Web – ''Giraffa camelopardalis''}}
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Giraffa[1]
Giraffa reticolata (G. c. reticulata)
Stato di conservazione
Vulnerabile[2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineArtiodactyla
FamigliaGiraffidae
GenereGiraffa
Brisson, 1772
Nomenclatura binomiale
Giraffa camelopardalis
Linnaeus, 1758
Specie
*Vedi testo

Distribuzione geografica delle sottospecie di Giraffa

La giraffa (Giraffa Brisson, 1762) è un genere di mammifero artiodattilo. Originaria dell'Africa, è il più alto animale terrestre[3] e il più grande ruminante esistente. Tradizionalmente, il genere comprende una singola specie, Giraffa camelopardalis L.[4], con nove sottospecie.[5][6] Tuttavia, secondo alcuni studiosi, il genere andrebbe suddiviso in più specie (v. sotto per i dettagli). Sono inoltre note sette specie estinte, conosciute grazie a fossili.

Le principali caratteristiche distintive della giraffa sono il collo e le zampe estremamente allungati, motivo per cui è considerata dagli specialisti un “capolavoro di ingegneria”, soprattutto per la capacità di gestire la pressione nei suoi vasi sanguigni; gli ossiconi, simili a corna, presenti sul capo; i grandi occhi neri con lunghe ciglia; e il caratteristico mantello a macchie, che varia tra le sottospecie. L'animale appartiene alla famiglia Giraffidae, insieme al suo parente vivente più prossimo, l'okapi. La distribuzione geografica della giraffa si estende dal Ciad a nord, al Sudafrica a sud, e dal Niger a ovest fino alla Somalia a est. Le giraffe abitano principalmente savane e aree boschive. La loro dieta si basa su foglie, frutti e fiori di piante legnose, principalmente delle specie di acacia, che sono spesso fuori dalla portata della maggior parte degli altri erbivori.

Nonostante le loro dimensioni, le giraffe non sono prive di predatori: i piccoli possono essere preda di leopardi, iene maculate e licaoni, mentre gli adulti possono cadere vittime di branchi di leoni. Le giraffe vivono in gruppi composti da femmine imparentate tra loro e dalla loro prole, o in branchi di maschi adulti non imparentati. Tuttavia, si tratta di una specie gregaria che può formare grandi branchi misti. I maschi stabiliscono gerarchie sociali attraverso il "collaggio", combattimenti intraspecifici in cui utilizzano il collo e la testa come armi. I maschi dominanti ottengono il diritto di accoppiarsi con le femmine, sulle quali ricade l'intera responsabilità dell'allevamento dei cuccioli.

La giraffa ha affascinato varie culture, antiche e moderne, per il suo aspetto peculiare ed è stata spesso rappresentata in dipinti, libri e cartoni animati. È classificata dall'IUCN come "Vulnerabile" all'estinzione, e la sua presenza è stata eliminata in molte aree del suo areale geografico. Le giraffe si trovano ancora in numerosi parchi nazionali e riserve naturali, ma le stime del 2016 indicano che ci sono circa 97500 esemplari allo stato brado.[7]. Stime del 2010 segnalano che oltre 1600 esemplari vivono o sono allevati in giardini zoologici.

Comparazione tra l'illustrazione della giraffa di Ciriaco d'Ancona e quella di Bosch

L'origine del nome «giraffa» viene fatta risalire alla parola araba zarāfa (زرافة), forse a sua volta derivata da una lingua africana[8]. Il termine viene tradotto come «[colei che] cammina velocemente»[9].

Ciriaco d'Ancona, noto viaggiatore medievale e precursore dell'archeologia, fu il primo a utilizzare, al posto del greco kamēlopárdalis (καμηλοπάρδαλις), il termine zoraphas, che poi si trasformò nel moderno "giraffa", traslitterandolo dall'arabo zarāfa (زرافة)[10]. La diffusione della forma italiana giraffa risale agli anni '90 del XVI secolo[8]. Durante il suo soggiorno in Egitto, Ciriaco ebbe modo di vedere una giraffa, che riprodusse nei suoi disegni. Questi divennero a lungo l'unica fonte iconografica dell'animale e come furono utilizzati da alcuni artisti: esempi si ritrovano nel Trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch (1480-1490) e nella Predica di san Marco ad Alessandria d'Egitto di Gentile e Giovanni Bellini (1504-1507)[10].

Nella lingua inglese medievale, l'animale era noto anche con vari nomi, tra cui jarraf, ziraph e gerfauntz[8]. Il termine probabilmente deriva dal nome somalo dell'animale, geri[11]. La forma attuale giraffe si sviluppò intorno al 1600 a partire dal francese girafe[8].

Tassonomia ed evoluzione

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Ricostruzione di specie del genere Samotherium.

La giraffa appartiene al sottordine Ruminantia. Molte specie di Ruminantia risalenti all'Eocene medio sono state scoperte in Asia centrale, nel Sud-est asiatico e in Nord America. Le condizioni ecologiche di quel periodo potrebbero aver facilitato la loro rapida dispersione[12]. Tra le cinque specie viventi della famiglia dei Giraffidi, quattro appartengono al genere Giraffa, mentre l'altra è l'okapi. La famiglia, un tempo molto più numerosa, comprendeva oltre 10 generi fossili descritti. I parenti più stretti dei Giraffidi erano gli estinti Climacoceratidi, che, insieme alla famiglia degli Antilocapridi (di cui l'unica specie attuale è l'antilocapra), appartenevano alla superfamiglia Giraffoidea. Questi animali potrebbero essersi evoluti a partire dai Paleomericidi, un gruppo estinto considerato possibile antenato anche dei cervi[12].

Alcuni antichi Giraffidi, come il Sivatherium, avevano corpi massicci, mentre altri presentavano forme molto più slanciate. Il più antico antenato conosciuto della linea evolutiva della giraffa è il Canthumeryx, i cui resti, rinvenuti in Libia, risalgono a un periodo compreso tra 25 e 14,3 milioni di anni fa, a seconda delle diverse opinioni degli studiosi. Questo animale era di medie dimensioni, con un aspetto esile e simile a quello di un'antilope. Circa 15 milioni di anni fa, nel subcontinente indiano comparve il Giraffokeryx, un animale che ricordava sia un'okapi che una piccola giraffa, ma con un collo più lungo e ossiconi fatti di cartilagine.

Il Palaeotragus, apparso 14 milioni di anni fa e diffuso tra l'Africa orientale e la Mongolia, somigliava all'okapi e potrebbe esserne l'antenato diretto. Aveva un cranio allungato e appiattito e mostrava un marcato dimorfismo sessuale. Il Samotherium sostituì il Paleotragus tra 10 e 9 milioni di anni fa; era più grande, con una testa ancora più allungata, seni cranici ben sviluppati e un profilo più simile a quello delle giraffe moderne. Questi animali vissero sia in Africa che in Eurasia.

Il Bohlinia, comparso nell'Europa sud-orientale tra 9 e 7 milioni di anni fa, discendeva probabilmente dal Samotherium ed è considerato un probabile antenato diretto della giraffa. Questo animale, con collo e zampe lunghi, oltre a ossiconi e denti simili a quelli delle giraffe moderne, raggiunse la Cina e l'India settentrionale in risposta ai cambiamenti climatici[12].

Circa 7 milioni di anni fa, il genere Giraffa si sviluppò in Africa. I successivi cambiamenti climatici portarono all'estinzione delle giraffe asiatiche, mentre quelle africane sopravvissero e si diversificarono in nuove specie. Giraffa camelopardalis fece la sua comparsa circa 1 milione di anni fa, durante il Pleistocene, in Africa orientale[12]. Alcuni biologi ipotizzano che l'attuale giraffa discenda dalla Giraffa jumae[13], mentre altri ritengono più probabile un'origine da Giraffa gracilis[12].

Si ritiene che il principale fattore evolutivo che portò alla comparsa delle giraffe moderne sia stato un cambiamento climatico iniziato 8 milioni di anni fa, che trasformò vaste foreste in savane più aperte[12]. Questo nuovo habitat, combinato con una dieta composta anche da foglie di acacia, potrebbe aver esposto gli antenati delle giraffe a tossine che aumentarono i tassi di mutazione più elevati e di evoluzione[14].

Il genere Giraffa fu istituito da Morten Thrane Brünnich nel 1772[15]. All'inizio del XIX secolo, Jean-Baptiste Lamarck propose che il lungo collo della giraffa fosse una "caratteristica acquisita", evolutasi attraverso generazioni di giraffe che si sforzavano di raggiungere le foglie degli alberi più alti[16]. Questa teoria è stata successivamente abbandonata in favore della selezione naturale darwiniana: le giraffe con colli più lunghi erano meglio adattate al loro ambiente, riuscivano a sopravvivere e riprodursi, trasmettendo così i loro geni alle generazioni successive[16].

Specie e sottospecie

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«Areale approssimato, disegno del manto e relazioni filogenetiche tra alcune sottospecie di giraffa basate su sequenze del DNA mitocondriale. I punti colorati sulla mappa rappresentano il luogo di provenienza dei campioni analizzati. L'albero filogenetico è un filogramma di massima verosimiglianza basato su campioni provenienti da 266 giraffe. Gli asterischi lungo i rami corrispondono a valori dei nodi di più del 90% del supporto bootstrap. Le stelle all'estremità dei rami identificano aplotipi parafiletici trovati nelle giraffe masai e reticolate»[17].

La IUCN riconosce una singola specie di giraffa con nove sottospecie.[5] Nel 2001 fu proposta una classificazione che divideva le giraffe in due specie.[18] Uno studio del 2007 sulla genetica delle giraffe suggerì invece l'esistenza di sei specie: la giraffa dell'Africa occidentale, la giraffa di Rothschild, la giraffa reticolata, la giraffa masai, la giraffa dell'Angola e la giraffa sudafricana. Lo studio si basava su differenze genetiche nel DNA nucleare e mitocondriale (mtDNA), rivelando che le popolazioni di queste giraffe sono isolate riproduttivamente e si incrociano raramente, nonostante non ci siano ostacoli naturali a separarle. Ciò include anche popolazioni adiacenti, come le giraffe di Rothschild, reticolate e masai. Inoltre, la giraffa masai potrebbe essere ulteriormente suddivisa in più specie, separate dalla Rift Valley.[17]

Le giraffe reticolate e masai hanno mostrato la maggiore diversità genetica di mtDNA, coerente con l'origine delle giraffe nell'Africa orientale. Le popolazioni settentrionali sono risultate geneticamente più vicine alle giraffe reticolate, mentre quelle meridionali alle giraffe masai. Inoltre, si è osservato che le giraffe selezionano i propri compagni in base al tipo di mantello, un tratto che viene trasmesso alla prole.[17]

Nel 2011, un'analisi dettagliata della morfologia delle giraffe, unita al concetto di specie filogenetica, propose l'esistenza di otto specie viventi.[19] Successivamente, uno studio del 2016 concluse che le giraffe viventi erano costituite da quattro specie separate che non si sono incrociate geneticamente da 1 a 2 milioni di anni.[20] Tuttavia, una risposta critica a questa pubblicazione evidenziò sette problemi metodologici e concluse che "le conclusioni proposte non dovrebbero essere accettate incondizionatamente".[21]

La Giraffe Conservation Foundation (GCF), insieme al Senckenberg Biodiversity and Climate Research Centre (BiK-F), attraverso l’analisi del DNA, identificò quattro specie di giraffa: la giraffa masai (G . tippelskirchi), la giraffa settentrionale (G. camelopardalis), la giraffa reticolata (G. reticulata) e la giraffa meridionale (G. giraffa). Queste specie occupano aree geografiche ben distinte sul territorio africano.

Uno studio del 2020 dimostrò che, a seconda del metodo utilizzato, si possono considerare diverse ipotesi tassonomiche, che riconoscono da due a sei specie all'interno del genere Giraffa. Lo studio rivelò inoltre che i metodi di coalescenza multi-specie possono portare a un'eccessiva suddivisione tassonomica, delimitando più la struttura geografica che le specie. L'ipotesi delle tre specie (G. camelopardalis, G . giraffa e G . tippelskirchi) è altamente supportata da analisi filogenetiche e genetiche di popolazione[6].

In passato, esistevano anche sette specie estinte di giraffe:

Fossile di Giraffa jumae al museo di storia naturale di Londra.

Un'altra specie, G. attica, in precedenza classificata nel genere Giraffa, è stata riclassificata nel 1929 come Bohlinia attica.

Specie e sottospecie di giraffe
Tassonomia di una specie[4][5] Tassonomia delle tre specie[6] Tassonomia delle quattro specie[20] Tassonomia di otto specie[19] Descrizione Immagine
Giraffa (G. camelopardalis)[4][5] Giraffa settentrionale (G. camelopardalis) Giraffa settentrionale (G. camelopardalis) Giraffa del Kordofan (G. antiquorum)[22] La giraffa del Kordofan (G. c. antiquorum) è distribuita nel Ciad meridionale, nella Repubblica Centrafricana, nel Camerun settentrionale e nella Repubblica Democratica del Congo nord-orientale. In passato, le popolazioni del Camerun erano considerate appartenenti a G. c. peralta, ma studi successivi hanno dimostrato che tale classificazione era errata[23]. Rispetto alla giraffa della Nubia, questa sottospecie presenta macchie più piccole irregolari, che possono estendersi fino ai garretti e alla parte interna delle zampe. I maschi sono caratterizzati dalla presenza di un bernoccolo mediale sul cranio[24]. Si stima che in natura sopravvivano al massimo 2.000 esemplari[25]. Tuttavia, censire il numero di giraffe del Kordofan presenti negli zoo è stato complicato a causa della confusione tra questa sottospecie e G. c. peralta. Uno studio pubblicato nel 2007 ha chiarito che tutte le giraffe identificate come G. c. peralta negli zoo europei erano in realtà G. c. antiquorum[23]. Con questa correzione, si ritiene che circa 65 esemplari di questa sottospecie siano ospitati negli zoo[26]. Inoltre, esemplari che in passato venivano classificati come appartenenti a una sottospecie distinta, G. c. congoesis, sono oggi considerati giraffe del Kordofan.
Giraffa della Nubia, include anche la giraffa di Rothschild (G. camelopardalis)[4] anche conosciuta come giraffa del Baringo o giraffa dell'Uganda La giraffa della Nubia (G. c. camelopardalis) si trova principalmente nell'area orientale del Sudan del Sud e nel sud-ovest dell'Etiopia[25]. Questa sottospecie si distingue per le sue macchie di colore castano ben definite, separate da linee prevalentemente bianche, con una regione inferiore priva di macchie. Nei maschi, il bernoccolo mediale è particolarmente sviluppato[24]. Si stima che in natura sopravvivano meno di 2.500 esemplari, anche se il numero esatto rimane incerto[25]. La giraffa della Nubia è rara in cattività, ma un gruppo è ospitato presso lo zoo di Al Ain, negli Emirati Arabi Uniti[27]. Nel 2003, questo gruppo contava 14 esemplari[28].

La giraffa di Rothschild (G. c. rothschildi) potrebbe rappresentare un ecotipo di G. c. camelopardalis. Il suo areale include alcune regioni dell'Uganda e del Kenya[29], mentre la sua presenza nel Sudan del Sud rimane incerta[30]. Questa sottospecie si distingue per le grandi macchie scure con bordi generalmente rettilinei, che talvolta possono essere frastagliati. Le macchie possono presentare linee o strisce più chiare al loro interno. Di solito, il disegno delle macchie non si estende oltre i garretti e raramente raggiunge gli zoccoli. Un'altra caratteristica distintiva è lo sviluppo di cinque ossiconi in alcuni individui.[24] Si stima che ne rimangano circa 1.500 individui allo stato brado[5], mentre oltre 450 esemplari sono ospitati in zoo[26]. Tuttavia, un'analisi genetica condotta nel settembre 2016 ha suggerito che la giraffa di Rothschild potrebbe essere conspecifica con la giraffa della Nubia (G. c. camelopardalis).[20]


Giraffa dell'Africa occidentale (G. peralta),[31][32] anche conosciuta come giraffa del Niger La giraffa dell'Africa occidentale (G. c. peralta) è endemica del sud-ovest del Niger[29]. Questa sottospecie si distingue per una colorazione più chiara rispetto alle altre[33], con macchie rosse di forma lobata che si estendono oltre i garretti. Gli ossiconi sono più lunghi rispetto a quelli delle altre sottospecie, e nei maschi si osservano bernoccoli mediali ben sviluppati[24]. Con circa 450 esemplari rimasti in natura, è la sottospecie di giraffa più minacciata[25]. In passato, si credeva che le giraffe presenti in Camerun appartenessero a questa sottospecie, ma studi successivi le hanno identificate come G. c. antiquorum[23]. Questo errore ha generato confusione anche riguardo agli esemplari presenti negli zoo. Tuttavia, nel 2007, è stato stabilito che tutte le presunte G. c. peralta ospitate negli zoo europei appartenevano in realtà a G. c. antiquorum[23]. Lo stesso studio del 2007 ha rivelato che la giraffa dell'Africa occidentale è geneticamente più vicina alla giraffa di Rothschild che alla giraffa di Kordofan. I suoi antenati potrebbero aver migrato dall'Africa orientale verso il Nord Africa, stabilendosi nella sua attuale distribuzione durante l'avanzamento del deserto del Sahara. Durante l'Olocene (prima del 5000 a.C.), il lago Ciad potrebbe aver agito come una barriera naturale, separando le giraffe dell'Africa occidentale da quelle del Kordofan[23].
Giraffa reticolata (G. reticulata),[34] anche conosciuta come giraffa somala o giraffa della Somalia La giraffa reticolata (G. reticulata) è originaria del Kenya nord-orientale, dell'Etiopia meridionale e della Somalia[25]. Questa sottospecie si distingue per la sua caratteristica colorazione, con macchie poligonali di colore bruno-rossastro dai margini spigolosi, separate da una rete di sottili linee bianche. In alcuni casi, le macchie possono estendersi fino ai garretti, e nei maschi si osservano la presenza di un bernoccolo mediale[24]. Si stima che in natura sopravvivano al massimo 8.700 esemplari[25]. Inoltre, secondo i dati dell'International Species Information System, oltre 450 esemplari di giraffa reticolata sono ospitati in zoo[26].
Giraffa meridionale (G. giraffa) Giraffa meridionale (G. giraffa) Giraffa dell'Angola (G. angolensis), anche conosciuta come giraffa della Namibia La giraffa dell'Angola (G. g. angolensis) è presente nella Namibia settentrionale, nello Zambia sud-occidentale, nel Botswana e nello Zimbabwe occidentale. Uno studio genetico del 2009 ha suggerito che le popolazioni del deserto del Namib settentrionale e del Parco Nazionale di Etosha potrebbero appartenere a una sottospecie distinta[35]. Questa sottospecie si caratterizza per grandi macchie marroni con bordi che possono essere leggermente frastagliati o presentare prolungamenti angolari. Il disegno a macchie si estende su tutte le zampe ma non sulla parte superiore della faccia, mentre le macchie su collo e posteriore tendono a essere più piccole. Un'altra particolarità è la presenza di una macchia bianca sull'orecchio[24]. Si stima che in natura ne rimangano al massimo 13.500 esemplari[25], mentre circa 20 sono ospitati in zoo[26].
Giraffa del Sudafrica (G. giraffa)[36] anche conosciuta come giraffa del Capo La giraffa del Sudafrica (G. g. giraffa) si trova nel Sudafrica settentrionale, nel Botswana meridionale, nello Zimbabwe meridionale e nel Mozambico sud-occidentale[25]. Questa sottospecie è caratterizzata da macchie scure, generalmente arrotondate, con sottili proiezioni, su una colorazione di fondo fulva. Scendendo lungo le zampe, le macchie diventano progressivamente più piccole. Nei maschi, il bernoccolo mediale è meno sviluppato rispetto ad altre sottospecie[24]. Si stima che in natura sopravvivano al massimo 39.000 esemplari[25], mentre circa 45 sono ospitati in zoo[26].
Giraffa masai (G. tippelskirchi) Giraffa masai (G. tippelskirchi) Giraffa masai (G. tippelskirchi),[37] anche nota come giraffa del Kilimanjaro La giraffa masai (G. t. tippelskirchi) vive principalmente nel Kenya centrale e meridionale e in Tanzania[25]. Questa sottospecie si distingue per le sue caratteristiche macchie irregolari e frastagliate, simili a stelle, che si estendono fino agli zoccoli. Nei maschi è solitamente presente un bernoccolo mediale[24][38]. Si ritiene che in natura sopravvivano al massimo 32.500 esemplari[25], mentre circa 100 sono ospitati in zoo[26].
Giraffa di Thornicroft ("G. thornicrofti", in onore di Harry Scott Thornicroft),[39] anche conosciuta come giraffa di Luangwa, o giraffa della Rhodesia La giraffa di Thornicroft (G. t. thornicrofti) è una sottospecie endemica della valle del Luangwa, nello Zambia orientale[25]. Le sue macchie, di forma frastagliata e leggermente simili a stelle, possono estendersi o meno lungo le zampe. Nei maschi, il bernoccolo mediale è poco sviluppato[24]. Si stima che ne rimangano al massimo 1.500 esemplari in natura[25], mentre non esistono individui in cattività[26].

Le giraffe reticolate e masai mostrano una maggiore diversità nel DNA mitocondriale, un dato che suggerisce che le giraffe abbiano avuto origine nell'Africa orientale. Le popolazioni più settentrionali risultano geneticamente più vicine alle giraffe reticolate, mentre quelle meridionali sono più strettamente imparentate con le giraffe masai. Inoltre, sembra che le giraffe scelgano i propri partner in base a un disegno del mantello simile, un tratto che si imprime nella loro memoria durante l'infanzia.[17].

Queste scoperte hanno importanti implicazioni per la conservazione delle giraffe. David Brown, autore principale dello studio, ha riassunto la situazione in un'intervista a BBC News, affermando: «Riunire tutte le giraffe in un'unica specie nasconde il fatto che alcune razze siano sull'orlo dell'estinzione. Alcune di queste popolazioni contano appena poche centinaia di esemplari e necessitano di immediata protezione»[40].

Per quanto riguarda la giraffa dell'Africa occidentale, essa risulta più strettamente imparentata con le giraffe di Rothschild e con quelle reticolate, piuttosto che con la giraffa del Kordofan. I suoi antenati potrebbero aver migrato dall'Africa orientale verso l'Africa settentrionale, raggiungendo infine il suo attuale areale con l'avanzare del deserto del Sahara. Durante l'Olocene, il lago Ciad, al culmine della sua estensione, potrebbe aver agito come una barriera naturale, separando le giraffe dell'Africa settentrionale da quelle del Kordofan[23].

Descrizione e anatomia

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Primo piano della testa di una giraffa allo zoo di Melbourne.
Scheletro di giraffa in mostra al museo di osteologia di Oklahoma City (Oklahoma).

Le giraffe adulte possono raggiungere un'altezza compresa tra i 4 e i 6 metri, con i maschi che risultano più alti delle femmine[15]. Il peso medio è di circa 1.200 kg per i maschi e 800 kg per le femmine[41], con valori massimi registrati rispettivamente di 1.930 kg e 1.289 kg[42]. Nonostante il collo e le zampe siano estremamente lunghi, il corpo della giraffa è relativamente corto[43].

I grandi occhi bulbosi, posizionati ai lati della testa, garantiscono all'animale una visione a tutto campo da grande altezza[44]. Le giraffe vedono a colori[44] e possiedono un udito e un olfatto altamente sviluppati[16]. Grazie a muscoli specializzati, possono chiudere le narici per proteggersi dalle tempeste di sabbia e dalle formiche[44]. La loro lingua prensile, lunga circa 40-50 cm, ha una colorazione nero-violacea che potrebbe proteggerla dal calore del sole. Questa lingua è utilizzata per strappare il fogliame e per la pulizia del corpo e del naso[44]. Anche il labbro superiore è prensile e, come la lingua, serve per manipolare il cibo. Inoltre, le labbra, la lingua e l'interno della bocca sono ricoperti da papille che proteggono dalle spine delle piante[15].

Coppia di giraffe allo zoo di Tobu (prefettura di Saitama, Giappone).

Il manto della giraffa è ricoperto da chiazze scure (di colore arancio, castano, marrone o quasi nero[16]) separate da peli chiari (bianchi o color crema[16]). Nei maschi, il manto tende a scurirsi con l'età[38]. Questo disegno è utile per il camuffamento, consentendo all'animale di mimetizzarsi tra il chiaro e lo scuro della savana alberata[39]. Nonostante ciò, le giraffe adulte fanno maggior affidamento sulla loro altezza e sulla capacità di difendersi piuttosto che sul camuffamento, che risulta più importante per i piccoli[12]. La pelle sotto le macchie scure potrebbe favorire la termoregolazione, grazie a un complesso sistema di vasi sanguigni e ghiandole sudoripare[45]. Ogni giraffa ha un disegno del mantello unico[38]. La pelle, per lo più grigia[41], è molto spessa, permettendo all'animale di attraversare boscaglie spinose senza ferirsi[44].

Il pelo della giraffa contiene sostanze repellenti per i parassiti, conferendole un odore caratteristico. Sono stati identificati almeno 11 composti aromatici principali nel pelo, con l'indolo e il β-metilindolo responsabili della maggior parte dell'odore. Nei maschi l'odore è più pungente, suggerendo una possibile funzione sessuale[46].

Lungo il collo corre una criniera composta da brevi peli eretti[15]. La coda, lunga circa un metro, termina con un ciuffo di peli neri ed è utilizzata per scacciare gli insetti[44].

Cranio e ossiconi

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In entrambi i sessi delle giraffe sono presenti strutture prominenti simili a corna, chiamatw ossiconi. Questi sono formati da cartilagine ossificata ricoperta di pelle e fusi al cranio all'altezza delle ossa parietali[38]. Essendo vascolarizzati, gli ossiconi possono avere un ruolo nella termoregolazione[45] e sono utilizzati nei combattimenti tra maschi[47].

L'aspetto degli ossiconi varia in base al sesso e all'età. Nelle femmine e nei giovani sono sottili e presentano ciuffi di peli alla sommità, mentre nei maschi adulti terminano con una sorta di pomello e tendono a essere glabri sulla sommità[38]. Inoltre, nei maschi è presente un bernoccolo mediale più prominente, che emerge dalla regione anteriore del cranio[15]. Con l'avanzare dell'età, i maschi sviluppano depositi di calcio che formano bozzi sul cranio, rendendolo più pesante e simile a una mazza, caratteristica che li avvantaggia nei combattimenti[16].

Il cranio della giraffa è alleggerito dalla presenza di numerosi seni paranasali[43], ma nei maschi diventa progressivamente più massiccio con l'età[38]. La mascella superiore è dotata di un palato scanalato e priva di denti anteriori[44], mentre i molari hanno una superficie ruvida, adatta per triturare il cibo[44].

Zampe, locomozione e postura

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Le zampe anteriori e posteriori della giraffa hanno all'incirca la stessa lunghezza. Il radio e l'ulna delle zampe anteriori sono articolate dal carpo, una struttura che, pur essendo l'equivalente del polso umano, funziona come un ginocchio[48]. Un legamento sospensorio sembra aiutare le zampe, apparentemente esili, a sostenere il notevole peso dell'animale[49]. I piedi della giraffa hanno un diametro di 25-30 cm, mentre gli zoccoli misurano 15-20 cm di altezza nei maschi e 10-15 cm nelle femmine[44]. Il retro di ciascuno zoccolo è più basso e il nodello è posizionato vicino al terreno, offrendo ulteriore sostegno al peso[15]. Le giraffe non possiedono cuscinetti o ghiandole interdigitali. Il bacino è relativamente stretto, ma l'ilio si allarga alle estremità superiori[15].

La giraffa ha due andature principali: il passo e il galoppo. Nel passo, solleva prima le due zampe dello stesso lato e poi quelle dell'altro lato[38]. Durante il galoppo, le zampe posteriori si spingono in avanti fino a oltrepassare quelle anteriori, che si muovono poi in avanti[16]; contemporaneamente, la coda si raggomitola[38]. In entrambe le andature, i movimenti del collo aiutano a bilanciare il peso del corpo: quando le zampe avanzano, il collo si muove in avanti, mentre quando le zampe toccano terra, il collo si sposta all'indietro[33]. La giraffa può raggiungere una velocità di 60 km/h in brevi sprint[50] e mantenere una velocità di 50 km/h per diversi chilometri[51].

La giraffa riposa sdraiandosi con il corpo sulle zampe piegate[33]. Per sdraiarsi, si inginocchia prima sulle zampe anteriori, abbassando poi il resto del corpo, e per rialzarsi compie il movimento inverso. A ogni passo, l'animale oscilla la testa per bilanciare il movimento[44]. In cattività, la giraffa dorme in media 4,6 ore al giorno, principalmente di notte[52]. Solitamente dorme sdraiata, ma gli esemplari più anziani possono anche dormire in piedi. Durante le fasi di "sonno profondo", spesso sdraiata, piega il collo all'indietro e appoggia la testa sul fianco o sulla coscia, una posizione che suggerisce un sonno paradosso[52].

Quando beve, la giraffa deve allargare le zampe anteriori o piegare le ginocchia per raggiungere il livello dell'acqua[38]. Non è considerata una buona nuotatrice: le sue lunghe zampe rappresentano un ostacolo in acqua, rendendo difficile mantenere il corpo in equilibrio e il collo e la testa sopra la superficie[53]. Tuttavia, potrebbe essere in grado di galleggiare, sebbene con difficoltà[54].

Malgrado le grandi differenze di lunghezza, sia la giraffa (a destra) che l'okapi (a sinistra) hanno sette vertebre cervicali.

La giraffa ha un collo estremamente lungo, che può raggiungere i 2–2,4 metri di lunghezza, rendendolo il principale responsabile della straordinaria altezza dell'animale[44][55]. Questa lunghezza deriva dall'estensione delle vertebre cervicali, non da un numero maggiore di vertebre. Ogni vertebra cervicale misura oltre 28 cm di lunghezza[43], costituendo il 52-54% della lunghezza totale della colonna vertebrale, rispetto al 27-33% degli altri grandi ungulati, compreso l'okapi, il parente più stretto della giraffa[14]. L'allungamento del collo avviene principalmente dopo la nascita, poiché partorire piccoli con colli di dimensioni adulte rappresenterebbe una grande difficoltà per le femmine[56]. La testa e il collo della giraffa sono sostenuti da potenti muscoli e da un legamento nucale ancorato ai lunghi processi dorsali delle vertebre toraciche anteriori, creando l'impressione di una gobba[15].

Un maschio adulto si nutre dai rami alti di un'acacia.

Le vertebre del collo della giraffa presentano enartrosi[43], con l'articolazione atlante-epistrofeo (C1 e C2) che consente movimenti verticali, permettendo all'animale di raggiungere i rami più alti con la lingua[44]. L'articolazione tra le vertebre cervicali e toraciche si trova tra T1 e T2, invece che tra C7 e T1 come negli altri ruminanti[14][56]. Questo posizionamento consente a C7 di contribuire all'allungamento del collo, dando l'impressione che T1 sia una vertebra cervicale aggiuntiva[57]. Tuttavia, T1 è classificata come toracica perché articolata con una costa, e variazioni nel numero di vertebre cervicali nei mammiferi sono generalmente associate a problemi neurologici e malattie[14].

Due principali teorie cercano di spiegare l'evoluzione del lungo collo della giraffa[47]. La cosiddetta «ipotesi della competizione tra brucatori», proposta originariamente da Charles Darwin, sostiene che il collo lungo si sia evoluto per consentire alle giraffe di accedere a risorse alimentari fuori dalla portata di altri brucatori, come kudù, raficeri e impala. Le giraffe possono nutrirsi fino a 4,5 metri di altezza, mentre brucatori come il kudù raggiungono al massimo i 2 metri[58]. Studi suggeriscono che la competizione sia più intensa ai livelli inferiori della vegetazione, e le giraffe possono alimentarsi in modo più efficiente tra i rami alti[59][60]. Tuttavia, non c'è consenso su quanto tempo le giraffe trascorrano nutrendosi a livelli superiori rispetto agli altri brucatori[13][47][58][61]. Inoltre, uno studio del 2010 ha evidenziato che le giraffe con colli più lunghi hanno maggiori probabilità di morire durante i periodi di siccità, probabilmente a causa della maggiore richiesta di nutrienti per mantenere il collo lungo[62].

L'altra ipotesi, quella della selezione sessuale, suggerisce che il collo lungo si sia evoluto come carattere sessuale secondario per avvantaggiare i maschi nei combattimenti di necking, in cui usano il collo per stabilire gerarchie e ottenere accesso alle femmine sessualmente recettive[13]. I maschi hanno colli più lunghi e pesanti rispetto alle femmine della stessa età[13][47], e non partecipano ad altre forme di combattimento[13]. Tuttavia, questa teoria non spiega perché anche le femmine abbiano colli lunghi[63].

Struttura interna

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Una rete mirabile impedisce l'afflusso di sangue al cervello quando il collo viene abbassato.

Nei mammiferi, il nervo laringeo ricorrente sinistro è più lungo del destro, e nella giraffa raggiunge una lunghezza eccezionale di oltre 2 metri[64], mentre il destro supera di 30 cm il primo. Questi nervi sono più i lunghi tra tutti gli animali viventi[65]. Ogni cellula nervosa che li compone parte dal tronco encefalico, scende lungo il collo attraverso il nervo vago, si ramifica nel nervo laringeo ricorrente e risale fino alla laringe, raggiungendo nelle giraffe più grandi una lunghezza complessiva di quasi 5 metri[65]. Il cervello della giraffa ha una struttura simile a quella del bovino domestico[44].

Nonostante la sua mole, la giraffa ha un volume polmonare relativamente limitato a causa della forma dello scheletro[66]. Il lungo collo aumenta il volume dello spazio morto respiratorio, aggravato dal ridotto lume della trachea, che aumenta la resistenza al flusso d'aria. Tuttavia, l'animale riesce comunque a fornire sufficiente ossigeno ai suoi tessuti[66].

Bocca di giraffa che beve.

Il sistema circolatorio delle giraffe presenta adattamenti unici per la sua altezza. Il cuore, che pesa più di 11 kg e misura circa 60 cm di lunghezza, deve generare una pressione sanguigna doppia rispetto a quella umana per pompare sangue fino al cervello. Per farlo, ha pareti spesse fino a 7,5 cm[16]. La frequenza cardiaca, nonostante le dimensioni dell'animale, è sorprendentemente alta, raggiungendo i 150 battiti al minuto[43].

Nella parte superiore del collo, una rete mirabile regola l'afflusso di sangue al cervello, evitando danni quando la giraffa abbassa la testa[39]. Inoltre, le vene giugulari contengono numerose valvole (solitamente sette) per impedire il reflusso del sangue dalla vena cava inferiore e dall'atrio destro[67]. Nelle zampe inferiori, i vasi sanguigni sono sottoposti a forte pressione a causa del peso del sangue. Questo problema è mitigato da una pelle spessa e aderente, che impedisce l'accumulo eccessivo di sangue in quella zona[39].

La giraffa è dotata di muscoli esofagei particolarmente forti, che facilitano il rigurgito del cibo durante la ruminazione[43]. Come tutti i ruminanti, possiede uno stomaco tetracamerato, con una prima camera adattata alla sua dieta specializzata[15]. L'intestino della giraffa è lungo fino a 80 metri[15], con intestino tenue e crasso di lunghezza simile[68]. Il fegato è piccolo e compatto[43], mentre la cistifellea, presente durante la vita fetale, spesso scompare prima della nascita[15][69][70].

Comportamento ed ecologia

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Habitat e alimentazione

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La giraffa estende la lingua per mangiare. Lingua, labbra e palato sono abbastanza spessi da evitare di ferirsi con le spine degli alberi.

Le giraffe vivono principalmente in savane, praterie e boschi aperti. Preferiscono le boscaglie di Acacia, Commiphora e Combretum, così come le macchie aperte di Terminalia, evitando ambienti più fitti come le boscaglie di Brachystegia[33]. La giraffa dell'Angola, tuttavia, può adattarsi anche a zone desertiche[71].

La dieta delle giraffe si basa principalmente sui ramoscelli degli alberi, in particolare dei generi Acacia, Commiphora e Terminalia[9], che forniscono importanti fonti di calcio e proteine, essenziali per sostenere il loro rapido tasso di crescita[12]. Inoltre, si nutrono di arbusti, erba e frutti[33], consumando in media circa 34 kg di foglie al giorno[38]. Quando sono agitate, possono strappare e masticare pezzi di corteccia dai rami. Sebbene siano erbivore, è noto che occasionalmente visitino carcasse per leccare carne essiccata dalle ossa[33].

Durante la stagione umida, il cibo abbondante consente loro di disperdersi su vasta aree, mentre nella stagione secca si concentrano attorno agli alberi e agli arbusti sempreverdi rimasti[9]. Le madri tendono ad alimentarsi in aree aperte per individuare più facilmente i predatori, anche se ciò può ridurre l'efficienza della nutrizione[61]. Come ruminanti, le giraffe masticano il cibo per poi rigurgitarlo come bolo alimentare predigerito nel rumine, che viene ulteriormente masticato[43]. Durante l'alimentazione, è comune che salivino abbondantemente[44]. Grazie all'efficienza del loro sistema digestivo e allla ricchezza di nutrienti nelle foglie, richiedono meno cibo rispetto a molti altri erbivori[9]. Le feci delle giraffe si presentano sotto forma di piccole palline[15]. Quando hanno accesso all'acqua, bevono ogni tre giorni o meno[38].

Le giraffe hanno un impatto significativo sulla vegetazione, rallentando la crescita degli alberi giovani e modellando gli alberi più alti in una caratteristica forma "a parasole"[38]. Il foraggiamento è più intenso nelle prime e ultime ore del giorno, mentre nel resto del tempo riposano e ruminano. La ruminazione è particolarmente frequente durante la notte, quando la giraffa trascorrono più tempo sdraiate[38].

Maschio e femmina che si accoppiano. Generalmente, solo il maschio dominante può accoppiarsi.

Vita sociale e abitudini riproduttive

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Sebbene le giraffe vivano generalmente in gruppi, la composizione di queste unità è aperta e in continua evoluzione[72]. I legami sociali tra i membri sono deboli, e le aggregazioni cambiano frequentemente, con membri che si uniscono o si separano ogni poche ore. Per scopi di ricerca, un «gruppo» è definito come una raccolta di individui distanti meno di un chilometro l'uno dall'altro e che si muovono nella stessa direzione generale[73]. Un gruppo può arrivare a contare fino a 32 individui[72].

I gruppi più stabili sono quelli composti da madri e dai loro piccoli[73], che possono durare settimane o mesi[74]. In questi gruppi, la coesione sociale è mantenuta dai legami tra i piccoli[33][73]. Esistono anche gruppi misti, formati da femmine adulte e maschi giovani[73]. I maschi subadulti sono particolarmente socievoli e spesso si cimentano in combattimenti simulati, ma i maschi adulti tendono a diventare più solitari con l'età[74]. Le giraffe non sono territoriali[15], ma possiedono domini vitali[38]. Di tanto in tanto, i maschi si allontanano dalle loro aree abituali[33].

La riproduzione delle giraffe è prevalentemente poligama. Solo pochi maschi anziani riescono ad accoppiarsi con le femmine fertili. I maschi valutano la fertilità delle femmine annusandone l'urina attraverso il comportamento noto come flehmen, che consente loro di individuare le femmine in estro[73][74]. Essi tendono a preferire femmine giovani-adulte rispetto a quelle più giovani o anziane[73]. Quando trovano una femmina in estro, i maschi iniziano il corteggiamento, durante il quale i maschi dominanti tengono a bada quelli subordinati[74]. L'accoppiamento avviene con il maschio che si erge sulle zampe posteriori e appoggia le zampe anteriori sui fianchi della femmina, mantenendo la testa sollevata[38].

Le giraffe sono generalmente silenziose e non vocali, ma utilizzano una varietà di suoni per comunicare. Durante il corteggiamento, i maschi emettono forti colpi di tosse[38]. Le femmine muggiscono per richiamare i piccoli, che a loro volta emettono sbuffi, belati, muggiti e suoni simili a miagolii. Le giraffe possono anche russare, sibilare, gemere ed emettere suoni simili a fischi[38]. Inoltre, sono in grado di comunicare su lunghe distanze utilizzando gli infrasuoni[75].

Nascita e cure parentali

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Madre con due piccoli. Occuparsi dei piccoli è quasi esclusivamente compito delle femmine.

La gestazione della giraffa dura circa 15 mesi, al termine dei quali solitamente nasce un unico piccolo, sebbene i parti gemellari non siano del tutto sconosciuti[76]. La madre partorisce stando in piedi, e il piccolo emerge rompendo le membrane fetali con la testa e le zampe anteriori, cadendo poi a terra e recidendo il cordone ombelicale[15]. Subito dopo, la madre pulisce il neonato e lo aiuta a sollevarsi in piedi[44]. Alla nascita, una giraffa è già alta circa 1,8 metri. Nel giro di poche ore, il piccolo è in grado di correre e diventa quasi indistinguibile da un esemplare di una settimana. Durante le prime 1-3 settimane, tuttavia, tende a restare nascosto, sfruttando il suo mantello per mimetizzarsi[77]. Gli ossiconi, appiattiti durante la gestazione, si erigono pochi giorni dopo la nascita[38].

Le madri con i loro piccoli si riuniscono in mandrie-nido, muovendosi e brucando insieme. In questi gruppi, chiamati "asili nido", le madri possono affidare i piccoli a un'altra femmina mentre si allontanano per nutrirsi o bere[77]. I maschi adulti non partecipano all'allevamento dei piccoli[33], ma possono interagire con loro in modo amichevole[73]. I piccoli sono continuamente esposti al rischio di predazione. Le madri li proteggono sovrastandoli con la loro mole e scalciando verso i predatori che si avvicinano troppo[38]. Quando rilevano una minaccia, le femmine che sorvegliano un asilo nido allertano principalmente i propri piccoli, ma l'intero gruppo reagisce seguendole[77].

Il legame tra madre e piccolo varia, ma può durare fino al parto successivo[77]. L'allattamento, invece, può durare da appena un mese[33] fino a un anno intero[38][74]. Le femmine raggiungono la maturità sessuale intorno ai quattro anni, mentre i maschi diventano maturi tra i quattro e i cinque anni. Tuttavia, i maschi devono spesso attendere almeno fino ai sette anni per avere l'opportunità di accoppiarsi, a causa della competizione con i maschi più anziani[38][44].

I maschi di giraffa combattono per stabilire la gerarchia.

I maschi si confrontano in combattimenti, a volte violenti, durante tutto l'anno. Questi scontri, noti in inglese come necking, coinvolgono principalmente l'uso del collo. Solitamente, la lotta inizia quando un maschio provocatore si avvicina a un altro maschio, ponendosi davanti a lui in posizione eretta e rigida sulle zampe[13]. Se il rivale risponde assumendo lo stesso atteggiamento, il combattimento ha inizio.

La sfida inizialmente si svolge in modo ritualizzato: i due maschi si posizionano fianco a fianco, con le zampe divaricate, muovendosi lentamente nello stesso senso o in direzioni opposte. Incurvando il collo, cominciano a colpirsi reciprocamente con forza, utilizzando gli ossiconi. Successivamente, cercano di sospingere il corpo contro il fianco dell'avversario per destabilizzarlo. Se i primi colpi non bastano, la violenza aumenta e i suoni degli impatti possono essere uditi anche a centinaia di metri di distanza[38].

Per colpire, il maschio dondola la testa con forza, ma questo movimento riduce la precisione, permettendo all'avversario di schivare facilmente l'urto. La maggior parte dei colpi non raggiunge il bersaglio e, di solito, questi scontri non provocano gravi conseguenze[38]. I maschi non usano mai calci o morsi contro i rivali, riservando tali tecniche ai predatori[33]. La lotta termina con la fuga di uno dei contendenti[13]. Il vincitore non lo insegue, ma può talvolta simulare un accoppiamento per confermare il suo predominio.

Le interazioni tra maschi sono sorprendentemente frequenti e, in alcuni casi, più comuni degli accoppiamenti eterosessuali[78]. Uno studio ha rilevato che fino al 94% delle monte osservate avvenivano tra maschi, con una percentuale di attività omosessuali che variava tra il 30 e il 75% a seconda del contesto. Le monte omosessuali tra femmine rappresentavano solo l'1% del totale[79].

Mortalità e salute

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Leonessa presso la carcassa di una giraffa adulta.

Le giraffe hanno una longevità sorprendentemente maggiore rispetto ad altri ruminanti, potendo vivere in natura fino a 25 anni[80][39]. Grazie alle loro grandi dimensioni, alla vista acuta e ai potenti calci, le giraffe adulte sono generalmente al sicuro dai predatori[38]. Tuttavia, possono cadere vittima dei leoni, che rappresentano una minaccia costante e regolare, ad esempio, nel Parco Nazionale Kruger[81]. Anche i coccodrilli del Nilo possono costituire un pericolo, soprattutto quando le giraffe sono costrette ad abbassare la testa per bere[44]. I piccoli, invece, sono molto più vulnerabili degli adulti e spesso preda di leopardi, ghepardi, iene macchiate e licaoni[16]. Solo il 25-50% dei piccoli riesce a sopravvivere fino all'età adulta.

Le giraffe sono spesso infestate da vari parassiti, tra cui le zecche, che si concentrano principalmente nelle aree attorno ai genitali, dove la pelle è più sottile[15]. Le specie di zecche più comuni comprendono i generi Hyalomma, Amblyomma e Rhipicephalus. Per ridurre l'infestazione, le giraffe si affidano all'aiuto delle bufaghe beccorosso e beccogiallo, che non solo rimuovono i parassiti, ma fungono anche da sistema di allarme contro possibili pericoli.

Le giraffe ospitano anche numerosi parassiti interni e possono essere colpite da varie malattie. In passato, erano particolarmente vulnerabili alla peste bovina, una malattia virale ora eradicata[15].

Relazioni con l'uomo

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Storia e significato culturale

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Petroglifo san in Namibia raffigurante una giraffa.

Le giraffe hanno interagito con gli esseri umani per millenni, lasciando un'impronta profonda nella cultura di molte civiltà. I san dell'Africa meridionale praticano una danza curativa dedicata alla giraffa, utilizzata per trattare le malattie della testa[82]. L'altezza della giraffa è stata spesso spiegata attraverso racconti popolari africani; uno di questi, proveniente dall'Africa orientale, narra che l'animale sarebbe diventato così alto dopo aver mangiato troppe erbe magiche[13][83]. Raffigurazioni di giraffe si trovano nell'arte di numerosi popoli africani, tra cui i Kiffiani, gli Egizi e i Nubiani di Meroe[44]. Tra queste, spicca un'incisione rupestre a grandezza naturale creata dai Kiffiani, considerata il più grande petroglifo del mondo[44][84]. Gli Egizi attribuirono alla giraffa un proprio geroglifico, "sr" in egizio antico e "mmy" in epoca successiva, e allevavano giraffe come animali da compagnia, trasportandole via nave nel Mediterraneo[44].

Disegno di una giraffa importata in Cina durante la dinastia Ming.

Greci e Romani conoscevano le giraffe, che chiamavano camelopardalis per la loro somiglianza a un ibrido tra cammello e leopardo[44]. La prima giraffa giunta a Roma fu portata da Giulio Cesare nel 46 a.C. e esibita al pubblico[44]. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il trasporto di giraffe in Europa cessò fino al Medioevo, quando gli arabi reintrodussero la giraffa come simbolo venerato per la sua forma unica[16].

Nel 1414, una giraffa fu trasportata dal porto di Malindi al Bengala e poi in Cina dall'esploratore Zheng He, dove fu collocata in uno zoo della dinastia Ming e associata al mitico Qilin[44]. Nel 1486, una giraffa donata a Lorenzo de' Medici generò grande entusiasmo a Firenze[85]. Un'altra celebre giraffa arrivò a Parigi nel XIX secolo come dono di Mohamed Ali d'Egitto a Carlo X di Francia, diventando una celebrità e ispirando numerosi oggetti e opere chiamate "giraffanalia"[44].

Le giraffe continuano a ispirare la cultura moderna. Salvador Dalí le rappresentò con la criniera in fiamme nei suoi dipinti surrealisti, considerandole simboli di mascolinità apocalittica[44]. Le giraffe sono anche protagoniste di numerosi racconti per bambini, come La giraffa che aveva paura dell'altezza di David A. Ufer, Le giraffe non sanno danzare di Giles Andreae e Io, la giraffa e il pellicano di Roald Dahl. Appaiono in vari film animati, tra cui Dumbo, Il re leone, Madagascar e Le avventure di Zarafa - Giraffa giramondo. Sophie la Giraffa, un popolare massaggiagengive per bambini, è in commercio dal 1961, mentre Geoffroy la Giraffa è la mascotte della catena Toys "R" Us[44].

Dal punto di vista scientifico, le giraffe hanno contribuito a scoperte importanti. Le proprietà della loro pelle sono state studiate per progettare tute per gli astronauti e piloti di caccia, utili a prevenire la perdita di coscienza causata dalla rapida redistribuzione del sangue[43]. Inoltre, informatici hanno utilizzato i disegni del mantello di alcune sottospecie come modello per meccanismi di reazione-diffusione[86].

La giraffa è rappresentata anche nel cielo: la costellazione della Giraffa, introdotta nel XVII secolo, raffigura l'animale[44]. Per gli Tswana del Botswana, la costellazione della Croce del Sud rappresenta due giraffe: Acrux e Mimosa formano il maschio, mentre Gacrux e Delta Crucis rappresentano la femmina[87].

Importanza economica e stato di conservazione

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Giraffa uccisa dagli indigeni agli inizi del XX secolo.

Le giraffe sono state probabilmente un bersaglio comune per i cacciatori in tutta l'Africa[33]. Diverse parti del loro corpo venivano utilizzate per scopi specifici: la carne era consumata come alimento, mentre i peli della coda venivano impiegati per realizzare scacciamosche, braccialetti, collane e fili[15][33]. Dalla pelle si ricavavano scudi, sandali e tamburi, e i tendini erano utilizzati come corde per strumenti musicali[15]. In alcune culture, come quella del Buganda, il fumo derivante dalla combustione della pelle di giraffa era usato dagli sciamani per trattare le epistassi[33]. Gli humr del Sudan preparano una bevanda chiamata Umm Nyolokh, utilizzando fegato e midollo osseo di giraffa. Questa bevanda, contenente spesso DMT e altre sostanze psicoattive derivate dalle piante consumate dalla giraffa (come l'acacia), può provocare allucinazioni durante le quali i bevitori affermano di vedere i fantasmi delle giraffe uccise[88][89].

Nel XIX secolo, gli esploratori europei iniziarono a cacciare le giraffe per divertimento[44]. La distruzione dell'habitat ha ulteriormente aggravato la situazione della specie, specialmente nel Sahel, dove la deforestazione causata dalla richiesta di legna da ardere e dalla necessità di pascoli per il bestiame ha avuto un impatto significativo. Tuttavia, le giraffe possono convivere pacificamente con il bestiame, poiché non competono direttamente per le risorse alimentari[39].

La giraffa è classificata come specie vulnerabile dalla IUCN.Tuttavia, è scomparsa da molte aree del suo areale storico, come Eritrea, Guinea, Mauritania e Senegal, ed è probabilmente estinta in Angola, Mali e Nigeria. È stata però reintrodotta con successo in Ruanda e eSwatini[29]. Due sottospecie, la giraffa dell'Africa occidentale e la giraffa di Rothschild, sono considerate in pericolo di estinzione[30][31], con solo poche centinaia di esemplari rinasti in natura[25]. Nel 1997, Jonathan Kingdon considerava la giraffa della Nubia la più minacciata tra tutte le sottospecie[9]. Nel 2010, il numero stimato di esemplari di questa sottospecie era inferiore a 250, anche se tali dati sono approssimativi[25].

Le riserve di caccia private hanno contribuito alla conservazione delle popolazioni di giraffa nell'Africa meridionale[39]. Un esempio significativo è il Giraffe Manor, un famoso hotel di Nairobi che funge da santuario per la giraffa di Rothschild[90]. La giraffa è protetta in quasi tutto il suo areale, ed è l'animale nazionale della Tanzania[91], dove è tutelata dalla legge[92] Le uccisioni non autorizzate possono essere punite con il carcere[93].

Nel 1999, si stimava che ci fossero più di 140.000 giraffe in natura. Tuttavia, nel 2010, questo numero era sceso a meno di 80.000, per risalire a 102.000 nel 2016[25]. Secondo il Giraffe Conservation Foundation (GCF), la popolazione globale delle giraffe selvatiche attualmente si aggira intorno ai 111.000 esemplari.

Attività educative presso Parco Zoo Punta Verde di Lignano Sabbiadoro

Ruolo dei giardini zoologici

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Molti giardini zoologici partecipano attivamente alla salvaguardia delle giraffe sostenendo progetti di conservazione. Tra le organizzazioni supportate c'è la Giraffe Conservation Foundation, impegnata nella protezione e conservazione di questa specie. Il contributo degli zoo è reso possibile anche grazie ai visitatori, che attraverso il pagamento del biglietto d’ingresso e la partecipazione a iniziative educative aiutano a finanziare questi progetti.

In alcune strutture zoologiche italiane vengono regolarmente organizzati eventi di sensibilizzazione e divulgazione per informare il pubblico sull'importanza della tutela delle giraffe e del loro habitat naturale.

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