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Paul Rand

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Peretz Rosenbaum, noto come Paul Rand (New York, 16 agosto 1914Norwalk, 26 novembre 1996), è stato un designer statunitense.

È noto soprattutto per aver curato il redesign del logotipo della IBM (1962) e per aver progettato il marchio della Westinghouse (1962).[1]

Biografia

Paul Rand: redesign del logotipo della IBM, in uso dal 1962 al 2003.

Conosce il mondo del design in giovane età disegnando insegne per la drogheria del padre e locandine per eventi scolastici. Frequenta la Harren High School di Manhattan e i corsi serali del Pratt Institute di New York. Rand rimane comunque principalmente autodidatta e si ispira ai lavori di Cassandre e di Moholy-Nagy da riviste europee come Gebrauchsgraphik. La sua carriera di grafico comincia con lavori tra i più vari, da cataloghi per rivenditori ai giornali e riviste. Dopo diversi anni il suo portfolio si amplia notevolmente ed è largamente influenzato dallo stile pubblicitario tedesco Sachplakat e dai lavori di Gustav Jensen. In questi anni decide di celare il proprio nome, palesemente ebreo, dietro lo pseudonimo di Paul Rand.

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Paul Rand: manifesto per IBM, 1981

Dopo aver studiato grafica editoriale, entra in qualità di art director all'Esquire e all'Apparel Arts e vi rimane per tutto il periodo che va dal 1935 al 1941. All'incirca nella stessa epoca, tra il 1938 e il 1945, comincia a produrre lavori, tra i quali le copertine della rivista Direction, che gli faranno guadagnare l'attenzione internazionale, e le lodi degli addetti ai lavori, tra cui lo stesso Moholy-Nagy. Successivamente diventa consulente per IBM, Westinghouse e altre aziende statunitensi.[1][2]

Nel periodo compreso tra il 1956 e il 1969 insegna presso l'Università di Yale, crea caratteri tipografici (in particolare il font Westinghouse del 1956), disegna copertine per libri e progetta la grafica di volumi per l'infanzia.[1].

I suoi lavori più noti rimangono comunque le cosiddette identità aziendali (corporate identity), in particolare i logotipi, tra cui IBM, ABC, UPS, Enron, Westinghouse e la NeXT di Steve Jobs. Il suo stile semplice, diretto ed essenziale diventa subito riconoscibile e ampiamente imitato fino ai giorni nostri.

Nell'arco della propria carriera scrive inoltre varie monografie dedicate alla comunicazione e alla tipografia. Tra queste è possibile citare: Thoughts on Design (1946); Design and the Play Instict (1965); The Trademarks of Paul Rand (1970).[1].

Nel 1972 viene annoverato nella Art Director Club Hall of Fame[3].

Nel 1986 una prestigiosa giuria internazionale, che comprende, tra gli altri, Bob Noorda, Massimo Vignelli, Max Huber, Shigeo Fukuda e Roman Cieslewicz, gli assegna il Premio Firenze Pubblicità, che gli viene consegnato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.

Muore di cancro nel 1996.

Bibliografia

Note

  1. ^ a b c d Daniele Baroni e Maurizio Vitta. Storia del design grafico. Milano, Longanesi, 2003. ISBN 978-88-304-2011-3.
  2. ^ Andrea Rauch, Graphic Design, Milano, Guide cultura Mondadori, 2006, pp.147-148
  3. ^ ADC - Paul Rand (1972)
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