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Lacare

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Lacare (in greco antico: Λαχάρης?, Lacháres; Atene, IV secolo a.C.Cheronea, 294 a.C.?) è stato tiranno di Atene all'inizio del III secolo a.C..

Biografia

Lacare era uno dei demagoghi più influente ad Atene dopo la restaurazione della democrazia ad opera di Demetrio Poliorcete. In seguito entrò segretamente nelle grazie di Cassandro, che lo incitò ad instaurare la tirannide, sperando di poter dominare su Atene grazie a lui.[1] Quando Atene non fu assediata da Demetrio (296 a.C.), Lacare sfruttò l'eccitamento generale del popolo per esiliare Democare, l'esponente più importante del partito a lui avverso, e divenne il padrone indiscusso della città. Si sa poco riguardo a come raggiunse il potere e a ciò che fece in seguito; ma Pausania il Periegeta lo definisce genericamente "di tutti i tirranni il più disumano con gli uomini e il più sacrilego con gli dei".[1]

Lacare, durante la sua tirannide, depredò i templi e specialmente il Partenone, spogliando persino la statua crisoelefantina di Atena dei suoi sacri ornamenti. All'inizio del suo governo fece passare un decreto nel quale si proibiva, pena la morte, di menzionare la possibilità di trattare con Demetrio; ed ebbe successo nell'indurre, o costringere, gli Ateniesi a resistere fino a quando si trovarono in uno stato di fame estrema. Alla fine, però, Lacare lasciò Atene sotto mentite spoglie e si rifugiò a Tebe.[1][2][3][4][5][6]

Note

  1. ^ a b c Pausania, I, 25, 7.
  2. ^ Pausania, I, 29, 10.
  3. ^ Plutarco, Vite parallele: Demetrio, 33-34.
  4. ^ Plutarco, De Iside et Osiride, 71.
  5. ^ Plutarco, Non posse suaviter vivi secundum Epicurum, 6.
  6. ^ Ateneo di Naucrati, Deipnosophistai, 405F.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie