Sacerdozio femminile
L'ordinazione femminile all'ufficio ministeriale o sacerdotale è una pratica sempre più comune tra alcuni gruppi delle religioni maggiori del tempo presente, come lo era anche in diverse forme religiose del paganesimo dell'antichità, sebbene mai nelle religioni rifacentesi al monoteismo. In particolare l'episcopato femminile riguarda la possibilità di accesso (secondo le confessioni, per nomina o elezione) per le donne alla dignità di vescovo nelle religioni cristiane.
Esso rimane un argomento controverso in alcune confessioni cristiane dove l'imposizione dell'ordine sacro (il processo attraverso il quale una persona riceve la consacrazione ed è destinata direttamente da Dio all'amministrazione dei vari riti religiosi) è da quasi 2.000 anni, all'interno della civiltà occidentale, limitata solamente agli uomini.
In alcuni casi le donne sono state autorizzate a essere ordinate, ma non a tenere posizioni più alte all'interno della gerarchia ecclesiastica, come (fino al luglio del 2014) quella di vescovo della Chiesa d'Inghilterra[1]. Laddove le legislazioni vietano la discriminazione sessuali nell'occupazione, vengono spesso fatte eccezioni per quanto riguarda il clero (ad esempio negli Stati Uniti d'America).
Il sacerdozio femminile viene ancor oggi tradizionalmente precluso sia dalla Chiesa cattolica romana sia dalla Chiesa ortodossa; mentre altre Chiese Cattoliche, indipendenti dal Vaticano, alcune Chiese Vetero Cattoliche e alcune confessioni rifacentesi al protestantesimo hanno ammesso al rito dell'ordinazione sacerdotale le donne, con la conseguente possibilità della nomina o dell'elezione di donne come vescove. La possibilità di ordinare vescove donne è stato considerato come un "ostacolo" al dialogo nell'ecumenismo con la Chiesa di Roma[2].
Antiche religioni pagane
[modifica | modifica wikitesto]Sumeri e Akkadi
[modifica | modifica wikitesto]- Tra i Sumeri e nell'impero di Akkad le donne potevano essere sacerdotesse di prima classe distinte da speciali abiti cerimoniali e mantenendo lo stesso status degli alti sacerdoti uomini; possedevano proprietà privata, potevano condurre affari e dare avvio alla cerimonia della ierogamia con i sacerdoti e i re[3].
- Enḫeduanna (2285-2250 a.C.) fu una principessa akkadiana, la prima titolare a tutt'oggi conosciuta del titolo di sacerdotessa[4].
- Le "Ishtaritu"[5] furono donne che occuparono della prostituzione sacra da svolgersi all'interno dei templi; specializzate nelle arti della danza, della musica e del canto servivano la Dea Ishtar[6].
- Puabi fu, oltre che una regina, anche una "Nin"-sacerdotessa akkadiana a Ur nel corso del XXVI secolo a.C.
- Nadītu servì come sacerdotessa nei templi di Inanna nell'antica città di Uruk; le sacerdotesse della dea venivano reclutate tra le famiglie più in vista del Paese e dovevano rimanere senza figli. Esse possedevano proprietà e potevano effettuare transazioni di beni.
- Nei testi epici sumeri, come Enmerkar e il signore di Aratta, le "Nu-Gin"[7] erano sacerdotesse templari - e forse esperte in ostetricia - dedicate al servizio di Inanna, ma potrebbero essere anche un riferimento diretto alla dea stessa[8].
- Le "Qadishtu", in lingua ebraica "Qedesha" (קדשה)[9] o "Kedeshah"[10] (derivante dalla radice Q-D-Š),[11][12] vengono menzionate nella Bibbia ebraica per il loro ruolo di sacre prostitute spesso associate alla dea Asherah.
Antico Egitto
[modifica | modifica wikitesto]Nella religione egizia la Divina Sposa di Amon era la sacerdotessa di più alto rango; questo titolo venne detenuto da una figlia del Sommo sacerdote del dio Amon, durante il regno del faraone donna Hatshepsut e mentre la capitale dell'antico Egitto si trovava a Tebe, intorno al 2160 a.C.
Più tardi quello di "Divina adoratrice di Amon" fu un titolo creato appositamente per la principale sacerdotessa di Amon. Durante il I millennio a.C., quando il titolare di quest'ufficio esercitava la più ampia influenza, la sua posizione era anche un'importante carica che facilitava il trasferimento del potere da un faraone all'altro; quando la principessa veniva "adottata" per occupare l'ufficio di titolare vacante. L'"Adoratrice Divina" governava su tutti i compiti i domini del tempio, venendo a controllare in tal modo una parte significativa dell'antica economia egizia.
Antiche sacerdotesse egizie
[modifica | modifica wikitesto]- Neferhetepes - "Grande Sposa Reale" durante la IV dinastia egizia[13]; è la prima sacerdotessa attestata di Hathor[14].
- Karomama Meritmut - "Divina sposa di Amon" durante la XII dinastia[15].
- Neferura - figlia di Hatshepsut e di Thutmose II e "Grande Sposa di Amon"[16].
- Hui - "Grande Sposa Reale" sotto il faraone Thutmose III (1479-1525 a.C.)[17]
- Meritamen - figlia di Thutmose III e della sua Grande sposa reale Merira-Hatshepsut[18].
- Iside - "Divine Sposa di Amon" (XX dinastia egizia).
- Gautseshen - profetessa di Amon[19] (XXI dinastia egizia).
- Maatkara Mutemhat - "Divina Sposa di Amon" durante la XXI dinastia[20]
- Henuttawy[21] - "Grande Sposa di Amon" durante la XXI dinastia.
- Henutmehyt - (1250 .C. circa).
- Tabekenamun - sacerdotessa di Hathor e di Neith a Dendera, figlia di uno dei faraoni di origine libica[22].
Antica Grecia
[modifica | modifica wikitesto]Nella religione dell'antica Grecia alcuni importanti celebrazioni rituali, come le Tesmoforie, venivano guidate dalle donne; ma le sacerdotesse hanno svolto un ruolo significativo anche all'interno dei misteri eleusini. Le "Gerarai" erano sacerdotesse di Dioniso che presiedevano le feste e i vari rituali associati al dio. Un gruppo di sacerdotesse poteva anche mantenere il culto in un particolare luogo sacro, come accadeva con le Peleiadi (donne consacratesi a Zeus e alla Dea Madre Dione presso l'Oracolo di Dodona).
Le "Arrephoros" erano giovinette dai sette i dodici anni che facevano da accolito e lavoravano al servizio di Atena sull'Acropoli di Atene; venivano incaricate di condurre rituali specifici. Secondo quanto ne dice Pausania il Periegeta due Arrephoroi dovevano vivere per un anno sull'Acropoli e poi terminare il loro servizio con un rito misterico denominato Arreforie: portavano oggetti sconosciuti in una caverna sotterranea e li scambiavano con altri oggetti sconosciuti[23].
In diversi siti le donne servivano come sacerdotesse l'Oracolo, il più famoso dei quali rimane quello di Delfi dedicato al dio Apollo. La sacerdotessa del tempio delfico era chiamata Pizia, accreditata in tutto il mondo greco-romano per le sue profezie le quali le davano un'importanza insolita in quella società dominata dal patriarcato. La "Sibilla Frigia" presiedeva un oracolo apollineo in Frigia.
Il discorso ispirato delle donne (per merito della divinità) veniva tuttavia interpretato da sacerdoti uomini. Una donna poteva essere una "mantica", portavoce umana della divinità attraverso la possessione, ma l'interpretazione profetica richiedeva conoscenze specialistiche le quali venivano considerate un processo razionale il quale era considerato adatto solo a un profeta uomo[24][25].
Antica Roma
[modifica | modifica wikitesto]La parola della lingua latina sacerdos è grammaticalmente la stessa per entrambi i generi. Nella religione romana le sacerdotesse Vestali erano le responsabili della continuità sociale e della sicurezza statale dell'antica Roma, in quanto mantenevano vivo il fuoco sacro il quale non poteva mai spegnersi. Le Vestali erano un collegium di sei sacerdotesse devote alla Dea Vesta, la Signora del focolare (sia quello domestico della domus sia quello di Stato, al centro della religiosità comunitaria.
Libere dagli obblighi sociali di sposarsi e allevare figli le Vestali assumevano un voto di castità per potersi dedicare allo studio e a una corretta osservanza dei rituali statali, che rimanevano preclusi ai collegi sacerdotali maschili[26]. Esse hanno mantenuto la loro autorità religiosa fino a quando l'imperatore romano cristiano Graziano (367-83) non fece confiscare tutti i loro beni[27]; il suo successore Teodosio I poi fece chiudere definitivamente il tempio di Vesta[28].
I Romani avevano due tipi di figure sacerdotali ciascuna delle quali era tenuta congiuntamente da una coppia sposata, il rex sacrorum e la regina sacra e dal Flamine diale e dalla flaminica (altissima sacerdotessa di Giove); ciascuno aveva i suoi ruoli distinti e presiedeva ai sacrifici pubblici, la regina ogni primo giorno del mese (Calende) e la flaminica a ogni ciclo di "Nundinae" (l'equivalente romano di una settimana).
La natura altamente pubblica di questi sacrifici, come era il ruolo delle Vestali, indica che le attività religiose delle donne nell'antica Roma non venivano limitate esclusivamente alla sfera più eminentemente privata o domestica[29]. Talmente essenziale era il completamento di genere per questi sacerdoti che, se la moglie moriva, il marito avrebbe dovuto rinunciare al proprio ufficio. Questo è vero per il flamine e con ogni probabilità anche per il rex[29].
Il titolo di sacerdos è stato spesso specificato in relazione a una divinità o a un tempio[29][30], come la sacerdotessa di Cerere, un ufficio mai detenuto dagli uomini[31]. Le sacerdotesse hanno svolto un ruolo di primo piano all'interno dei santuari di Cerere e Proserpina, in tutti i territori che osservavano il cosiddetto "ritus graecus". Questa forma di culto si era diffusa a partire dalla Sicilia sotto l'influenza dell'antica Grecia; il culto aventino di Cerere a Roma era guidato invece da sacerdoti[32]. Solamente le donne potevano però celebrare i riti della Bona Dea, per i quali vi erano sacerdotesse appositamente registrate[33].
Durante la repubblica romana la diversità religiosa è diventata sempre più una caratteristica della capitale. Molte fedi che non facevano parte della più antica religione statale romana hanno offerto ruoli di dirigenza sacerdotale alle donne, tra cui il culto importato dall'antico Egitto di Iside e quello della Grande Madre Cibele. Un epitaffio conserva il titolo di sacerdos maxima per una donna che ha mantenuto il ruolo sacerdotale più alto nel tempio della "Magna Mater", nei pressi del sito attuale della basilica di San Pietro[35]. Si sono conservate anche iscrizioni (vedi Corpus Inscriptionum Latinarum) del periodo imperiale dedicate alle sacerdotesse di Giunone e delle donne divine appartenenti alla famiglia imperiale (vedi Culto imperiale)[29].
In alcune circostanze, come quando i culti delle religioni misteriche venivano introdotti tra i Romani, è stato preferito che essi venissero mantenuti dalle donne. Anche se era una pratica comune romana quella di incorporare altre religioni invece di cercare di sradicarle[36], la segretezza che circondava alcuni di questi culti misterici veniva spesso considerata con un certo sospetto. Nel 189 a.C. il Senato romano aveva tentato di far sopprimere i Baccanali, sostenendo che i riti segreti conducevano direttamente alla corruzione morale oltre a rappresentare un focolaio di cospirazione politica.
Una disposizione del decreto senatorio (Senatus consultum de Bacchanalibus) è stata quella che solo le donne avrebbero dovuto servire in qualità di sacerdotesse della religione dionisiaca. forse per cercare di contrastare la politicizzazione del culto[37]; in quanto anche le donne romane che erano cittadine non avevano né il diritto di voto né tanto meno quello di acquisire una carica pubblica. Le sacerdotesse di Liber, il dio romano identificato - secondo l'Interpretatio graeca - con Dioniso, vengono menzionate da Marco Terenzio Varrone (studioso del I secolo), come pure da testimonianze epigrafiche[29].
Altri titoli religiosi per le donne romane includevano quello di magistra, un'alta sacerdotessa esperta o un'insegnante, e quello di ministra, un'assistente femminile al servizio di una specifica divinità. Una magistra o una ministra sarebbero state responsabili della regolare manutenzione di un culto. Gli epitaffi forniscono l prova principale della presenza di tali sacerdotesse; la donna in questi casi non viene identificata in termini di stato civile[29][30].
Induismo
[modifica | modifica wikitesto]Gargi Vachaknavi, una filosofa indiana del 700 a.C., è una delle più antiche sapienti della civiltà vedica. Gargi compose diversi inni che s'interrogavano sull'origine della totalità dell'esistenza[38][39]; ella viene menzionata nel sesto e nell'ottavo Brāhmaṇa della Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad ove viene descritto il "brahmayajna", un congresso filosofico organizzato dal re Janaka sovrano del regno di Videha. Ella in quest'occasione sfidò il saggio Yajnavalkya con domande perturbanti inerenti all'Ātman[40].
Bhairavi Brahmani fu la donna guru ygini di Ramakrishna[41]; lo avviò e condusse per la via del Tantra. Sotto la sua guida Ramakrishna attraversò 64 grandi Sadhana tantriche le quali vennero completate nel 1863[42].
Nel 2014 è stato fondato un'"Akhara" (consiglio dei Sadhu) tutto al femminile; si ritiene che sia il primo gruppo di questo genere presente nell'India contemporanea[43].
"Ramakrishna Sarada Mission" è il moderno ordine monastico del XXI secolo interamente dedicato all'accrescimento della spiritualità femminile. L'ordine è stato condotto sotto la guida dei monaci di Ramakrishna fino al 1959, data in cui è diventato completamente indipendente. Attualmente ha centri in varie zone del subcontinente indiano e anche a Sydney.
Esistono due tipi di sacerdoti nell'induismo, i "Purohit" e i Pujari; le donne possono essere ordinate in entrambi[44][45]. Chanda Vyas[46], nata in Kenya, è stata la prima sacerdotessa indù della Gran Bretagna[47].
Le donne, all'interno della fede indù, possono essere anche guru[48]; Shakti Durga[49], precedentemente nota come Kim Fraser, è stata la prima donna guru dell'Australia[50].
Buddhismo
[modifica | modifica wikitesto]La tradizione dell'ordine monastico del buddhismo (il Sangha) comincio sotto la guida di Gautama Buddha il quale istituì il primo ordine di monaci buddhisti (Bikkhu)[51]. Secondo le Scritture[52] in seguito, dopo una sua prima riluttanza, egli istituì anche un ordine di monache. Le suore buddhiste che hanno completato correttamente l'ordinazione sono chiamate Bikkhuni[53][54]. Mahāprajāpatī Gautamī, la zia nonché madre adottiva del futuro Buddha, fu tra le prime bikkhuni; venne ordinata nel VI secolo a.C[55][56].
Prajñādhara, venticinquesimo patriarca del buddhismo Zen, si crede possa essere stata una donna[57].
Nella tradizione del buddhismo Mahāyāna, nel corso del XIII secolo, la giapponese Mugai Nyodai divenne la prima badessa e di conseguenza anche il primo maestro zen[58] donna a essere ordinata[59][60][61].
Tuttavia l'ordinazione delle bikkhuni, una volta esistente nei paesi in cui il buddhismo Theravada era maggiormente diffuso, terminò verso il X secolo e anche l'ordinazione delle novizie scomparve in quei paesi. Pertanto le donne che desideravano vivere come monache dovettero farlo assumendo su di sé otto o dieci precetti (a differenza dei cinque ordinari per gli uomini); queste donne non erano formalmente ordinate e quindi non ricevevano né il riconoscimento né l'istruzione necessaria, mancava loro il sostentamento finanziario e lo status di cui gli uomini buddhisti godono.
Questi "precetti titolari" esistono ancor oggi in Birmania, Cambogia, Laos, Nepal e Thailandia. In particolare il consiglio direttivo del buddhismo in Birmania ha stabilito che non vi può essere un'ordinazione regolare delle donne, anche alcuni monaci non si sono trovati d'accordo. Tuttavia nel 2003 Saccavadi e Gunasari[62] sono state ordinate come bikkhuni nello Sri Lanka, diventando così le prime novizie birmane dei tempi moderni a ricevere un'ordinazione monastica superiore[63][64].
Il Giappone costituisce un caso particolare a sé stante in quanto sebbene non contempli né le ordinazioni di bikkhuni né l'accettazione di donne come novizie, le donne godono di uno status più elevato e di un'educazione migliore rispetto agli altri paesi dell'Asia meridionale e dell'Asia orientale, potendo anche diventare sacerdotesse del buddhismo Zen[65].
In Tibet attualmente non esiste alcuna ordinazione di bikkhuni, ma il XIV Dalai Lama ha autorizzato i seguaci della tradizione del buddhismo tibetano a poter ordinare le donne.
L'ordinazione dell bikkhuni è stata sempre praticata invece nell'Asia orientale[68]. Nel 1996, grazie agli sforzi compiuti dalla "Sakyadhita International Association of Buddhist Women" californiana (un'associazione di donne buddhiste) dieci donne singalesi sono state ordinate come bikkhuni a Sarnath[69]. L'ordinazione di suore buddhiste ricominciò nuovamente nello Sri Lanka a partire dal 1998, dopo un periodo di rifiuto durato oltre 900 anni[70].
Nel 2003 Ayya Sudhamma Bhikkhuni è diventata la prima donna statunitense a ricevere l'ordinazione direttamente nello Sri Lanka[54]. Inoltre, il 28 febbraio dello stesso anno Dhammananda Bhikkhuni, precedentemente nota come Chatsumarn Kabilsingh, è diventata la prima donna thailandese moderna a ricevere l'ordinazione[71][72][73] all'interno della tradizione del buddhismo Theravada[74]; anch'ella è stata ordinata nello Sri Lanka[75].
La madre di Dhammananda, Voramai Kabilsingh (chiamata anche Ta Tao Fa Tzu)[76][77][78], era diventata la prima donna thailandese a ricevere la completa ordinazione nella tradizione del buddhismo Mahāyāna a Taiwan nel 1971[79][80].
Una donna thailandese cinquantacinquenne, Varanggana Vanavichayen, è diventata la prima donna a essere ordinata bikkhuni[81][82] in Thailandia nel 2002[83]. Da allora in poi il consiglio Thai del buddhismo in Thailandia ha rivisto e revocato la legge secolare del 1928, che vietava l'ordinazione completa delle donne, in quanto anticostituzionale, essendo contraria alle leggi che proteggono la libertà di religione. Tuttavia i due principali ordini buddhisti Theravada, "Maha Nikaya" e "Dhammayuttika Nikaya", devono ancora accettare ufficialmente donne nei loro ranghi.
Nel 2009 per la prima volta in Australia quattro donne hanno ricevuto l'ordinazione come bikkhuni Theravada[84]. Il rituale è stato eseguito a Perth, nel "Monastero Bodhinyana". La badessa Vayama, insieme alle venerabili Nirodha, Seri e Hasapanna sono state ordinate assieme ad altri novizi, in piena conformità con le Scritture del Vinaya Piṭaka[85].
Nel 1997 è stato fondato a Boston il "Dhamma Cetiya Vihara" dalla venerabile Gotami (una thailandese); quando ella ha ricevuto l'ordinazione completa nel 2000 la sua dimora è preso diventata il primo centro del buddhismo Theravada aperto alle donne statunitensi. Nel 1998 Sherry Chayat, nata a Brooklyn, è diventata la prima donna americana a ricevere la trasmissione nella scuola Rinzai-shū[86][87][88]
Nel 2006 Merle Kodo Boyd, nata nel Texas, è diventata la prima donna afroamericana a ricevere la trasmissione del Dharma nel buddhismo Zen[89]. Sempre in quello stesso anno, per la prima volta nella storia americana, si è tenuta una cerimonia di ordinazione buddhista in cui una donna statunitense (la bikkhuni Khanti-Khema) ha preso i voti di Sramanera direttamente da un monaco americano (Bhante Vimalaramsi); ciò è stato compiuto seguendo la tradizione buddhista statunitense in Missouri[90].
Nel 2010 è stato ufficialmente consacrato il primo convento del buddhismo tibetano in America (nel Vermont), che offre un'ordinazione iniziale femminile e che segue la linea del "Drikung Kagyu". La badessa del convento è Khenmo Drolma, una donna statunitense, la prima bikkhuni occidentale del "Drikung Kagyu"[91], ordinata a Taiwan nel 2002[92][93]. È stata anche la prima persona occidentale a essere stata eletta abate per il "Drikung Kagyu", nel 2004[92]. Il convento non segue gli 8 Garudhammas (precetti specifici per le donne)[94].
Nel 2010 in California quattro novizie hanno ricevuto l'ordinazione completa nella tradizione thailandese del buddhismo Theravada, comprendente la doppia cerimonia ufficiale di ordinazione; è stata la prima ordinazione di questo genere avvenuta in occidente[95]. Nel corso del mese seguente altre bikkhuni sono state ordinate: Lakshapathiye Samadhi (nata nello Sri Lanka), Cariyapanna, Susila e Sammasati (tutte e tre nate nel Vietnam) e Uttamanyana (nata in Birmania)[96].
La prima ordinazione di bikkhuni in Germania è stata quella di Samaneri Dhira[97] nel 2015, seguendo la tradizione Theravada[98].
La prima ordinazione di bhikkuni theravada in Indonesia, dopo più di mille anni, si è verificata nel 2015 a Lembang, Giava Occidentale[99]; le donne ordinate sono state Vajiradevi Sadhika Bhikkhuni dall'Indonesia, Medha Bhikkhuni dallo Sri Lanka, Anula Bhikkhuni dal Giappone, Santasukha Santamana Bhikkhuni dal Vietnam, Sukhi Bhikkhuni e Sumangala Bhikkhuni dalla Malaysia e Jenti Bhikkhuni dall'Australia[99].
Giudaismo
[modifica | modifica wikitesto]Vi è stata una donna rabbino nel Chassidismo, Hannah Rachel Verbermacher (1805-88, conosciuta anche come la "vergine di Ludmig"), attiva dalla metà del XIX secolo in Ucraina[100].
Nel 1935 Regina Jonas venne ordinata privatamente da un rabbino tedesco e divenne così la prima donna ufficialmente dichiarata rabbino al mondo[101]. Sally Priesand diventò il primo rabbino donna nell'ebraismo riformato nel 1972[102]; Sandy Eisenberg Sasso è diventata il primo rabbino donna nell'ebraismo ricostruzionista nel 1974[103]; Lynn Gottlieb è stata la prima donna a essere ordinata rabbino nel rinnovamento giudaico nel 1981[104]; Amy Eilberg è stata la prima donna a essere ordinata nell'ebraismo conservatore nel 1985[105] e infine Tamara Kolton è la prima donna a essere stata ordinata nell'ebraismo laico umanista nel 1999[106].
All'interno dell'ebraismo conservatore, ricostruzionista, del rinnovamento e in quello umanista viene concessa generalmente l'ordinazione (la Semikhah) su una base paritaria con gli uomini.
Nel giugno del 2009 Avi Weiss ha ordinato Sara Hurwitz col titolo di "maharat" (un acronimo di "manhiga hilkhatit rukhanit Toranit"[107]) anziché con quello di rabbino[108][109]. Nel mese di febbraio dell'anno seguente Weiss ha annunciato di cambiare "maharat" col titolo più familiare di "rabba"[110]; l'obiettivo era quello di chiarire la posizione di Hurwitz come membro dell'"Hebrew Institute of Riverdale". La modifica è stata però criticata dall'Agudat Yisrael e dal Rabbinical Council of America il quale ha definito la mossa "al di là del confine dell'ebraismo ortodosso"[111].
Nel 2009 Weiss ha fondato la "Yeshivat Maharat", una scuola appositamente dedicata alle donne ortodosse per darle la competenza adeguata nell'apprendimeno e nell'insegnamento del Talmud, nell'apprendere la legge ebraica e la sua applicazione nella vita quotidiana, nonché gli altri strumenti necessari per essere dei capaci leader ebraici. Nel 2015 Yaffa Epstein[112] è stata ordinata come "rabba" dalla "Yeshivat Maharat"[113].
Sempre nel 2015 Lila Kagedan è stata ordinata come rabbino dalla stessa organizzazione, non prima però di aver conseguito una laurea specifica. Huwitz continua a utilizzare il titolo "rabba"[114] ed è considerata essere la prima rabbina ortodossa[115][116][117].
Tuttavia nell'autunno del 2015 il "Rabbinical Council of America" ha approvato una risoluzione che dichiara che i membri del consiglio con posizioni nelle istituzioni ortodosse non possono ordinare le donne nel rabbinato ortodosso, a prescindere dal titolo utilizzato, né assumere o ratificare l'assunzione di una donna a una posizione rabbinica in un'istituzione ortodossa, o un titolo implicante l'ordinamento rabbinico che possa essere utilizzato da un insegnante di studi sacri (Limudei Kodesh) in un'istituzione ortodossa[118].
Similmente e in contemporanea l'""Agudath Israel of America" denuncia movimenti per far ordinare le donne ed è andato ulteriormente dichiarando che "Yeshivat Maharat", Yeshivat Chovevei Torah", "Open Orthodoxy" e altre entità affiliate non facciano di tutto per essere simili ad altri movimenti dissidenti nella storia ebraica nel rifiutare i principi fondamentali dell'ebraismo[119][120][121].
Solo gli uomini possono diventare cantori (Chazzan) nell'ebraismo ortodosso, mentre tutti gli altri tipi di ebraismo permettono i cantori femminili[122]. Nel 1955 Betty Robbins, nata in Grecia, è diventata il primo cantore donna al mondo quando venne nominata dalla congregazione riformata a New York[123]. Barbara Ostfeld è diventata il primo cantore femminile a essere ordinata nell'ebraismo riformato nel 1975[124]. Erica Lippitz e Marla Rosenfeld Barugel sono diventate i primi cantori femminili all'interno dell'ebraismo conservatore nel 1987[124].
Tuttavia la "Cantors Assembly", un'organizzazione professionale di cantori associati all'ebraismo conservatore, non consentì alle donne di aderire fino al 1990[125]. Nel 2001 Deborah Davis è diventata il primo cantore donna all'interno del ebraismo laico umanista[126]. Sharon Hordes è diventata la prima donna cantore all'interno dell'ebraismo ricostruzionista nel 2002[127]. Avitall Gerstetter, che vive in Germania, è diventata il primo cantore femminile per il rinnovamento giudaico nel 2002.
Susan Wehle è stata la prima donna cantore statunitense nel "rinnovamento" nel 2006[128]. Le prime donne statunitensi a venire ordinate come cantori nel "rinnovamento" dopo Wehle sono state Michal Rubin e Abbe Lyons nel 2010[129].
Cristianesimo
[modifica | modifica wikitesto]Nelle tradizioni liturgiche del cristianesimo, tra cui quella della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa, delle Chiese ortodosse orientali, del luteranesimo e dell'anglicanesimo l'espressione "ordinazione" si riferisce più strettamente alle possibilità in cui una persona è inclusa in uno degli ordini di vescovo, sacerdote o diacono. Questi tre gradi sono di natura divino-apostolica, cioè derivano sia dalle Scritture sia dalla Tradizione della Chiesa nascente, nonché dagli apostoli e da Gesù stesso. Ciò si distingue dal processo di consacrazione agli ordini religiosi, vale a dire monache e monaci i quali rimangono aperti sia alle donne sia agli uomini. Alcune confessioni del protestantesimo interpretano l'ordinazione più in generale come l'accettazione di una persona al lavoro pastorale.
Gli storici Gary Macy, Kevin Madigan e Carolyn Osiek hanno identificato casi documentati di donne ordinate alle origini del cristianesimo[130][131]. La Lettera ai Romani 16:1 di Paolo di Tarso, scritta nel I secolo, menziona una diaconessa. Tuttavia la maggior parte degli esegeti crede che si tratti della moglie di un diacono, o ancora di una diaconessa con compito di servizio. Infatti il termine diacono in greco può avere anche solo il significato di servizio. Inoltre i termini dei tre gradi dell'ordine (diaconato, presbiterato ed episcopato) sono nella Scrittura inizialmente vaghi e mutevoli, tale per cui occorre la Tradizione della Chiesa nascente, che risale agli Apostoli e a Gesù stesso per una retta interpretazione della Scrittura. Ci sono infine alcuni che pur ammettendo l'accesso delle donne al diaconato non ammettono tuttavia l'accesso agli altri ordini, data l'assenza nella Scrittura. Ci sono pertanto pochi riferimenti nella Scrittura per valutare la questione e troppi a svantaggio dell'accesso delle donne agli ordini sacri.
Nel 494 in risposta ai rapporti giunti su donne che servivano agli altari nell'Italia meridionale Papa Gelasio I scrisse una lettera che condannava la partecipazione femminile alla celebrazione dell'eucaristia, un ruolo che riteneva dovesse essere riservato esclusivamente gli uomini[131].
Nella riforma protestante l'autorità costituita dalla Bibbia supera quella del Papa e delle altre figure storiche della Chiesa, nonché della Tradizione della Chiesa nascente, dei Padri della Chiesa. Essi prediligono una interpretazione più libera della Bibbia, senza tuttavia prendere in considerazione i dati della Tradizione da cui la Bibbia stessa nasce, cioè prescindendo da quanto gli apostoli hanno insegnato alle prime Chiese.
«"e alcuni uomini possono dire che l'uomo deve avere il potere e la superiorità sopra la donna, perché Dio dice che l'uomo deve dominare la moglie [Libro della Genesi 3:16], e che l'uomo non è della donna, ma la donna è dell'uomo [Prima lettera ai Corinzi 11: 800]. Infatti, dopo che l'uomo cadde, vi fu quel comando; ma prima della caduta dell'uomo non vigeva un tale comando; Perché entrambi si incontrarono ed aiutarono [Genesi 2,18,20] e entrambi avevano dominio su tutto ciò che Dio aveva creato [Genesi 1: 26,28]. E come dice l'apostolo che la donna è dell'uomo le sue parole seguenti sono: così è anche l'uomo della donna, ma tutte le cose sono di Dio [1 Corinzi 11,12]. E così l'apostolo elabora le proprie parole; e così come l'uomo e la donna sono ripristinati di nuovo da Cristo ad immagine e somiglianza di Dio [Lettera ai Colossesi 3,10], entrambi hanno nuovamente il potere nella giustizia e nella santità [Lettera agli Efesini 4, 24] e sono chiamati ad aiutarsi, come accadeva prima della caduta.»
L'ordinazione delle donne è stata una questione controversa nei tempi recenti; mentre molte confessioni cristiane hanno risposto positivamente alle concezioni moderne della parità e dell'uguaglianza di genere, per quanto i contrari non neghino l'uguaglianza di genere, ma piuttosto la possibilità dotteinale, a procedere dalla Scritture. Alcuni tradizionalisti, a partire da ciò, assumono una visione più conservatrice e si oppongono all'ammissione delle donne al sacerdozio. Ad esempio alcuni esponenti dell'anglo-cattolicesimo o dell'evangelicalismo, mentre teologicamente rimangono molto differenti, condividono il rifiuto nei confronti dell'ordinazione femminile[133].
I cristiani evangelici che sottolineano l'infallibilità delle Scritture fondano la loro opposizione all'ordinazione femminile in parte sugli scritti di Paolo di Tarso, come la Lettera agli Efesini 5:23 e la Prima lettera a Timoteo 2:11-15, che sembra richiedere una leadership maschile della Chiesa[134].
I cattolici e gli ortodossi tradizionali fanno notare la scelta degli apostoli e dei discepoli (tutti uomini) compiuta da Gesù Cristo come prova della sua intenzione di una successione apostolica esclusivamente maschile, come affermato anche da Padri della Chiesa come Tertulliano e ribadito nella dichiarazione dello Stato della Città del Vaticano nel 1976 sulla questione dell'ammissione delle donne al sacerdozio ministeriale[135].
Inoltre, il sacerdozio femminile rappresenta un problema teologico dal punto di vista della transustanziazione eucaristica: quando trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, il sacerdote celebra ex opere operato e in persona Christi. Essendo Cristo vero Dio e vero Uomo, si richiede che a incarnare la Sua persona, in anima e corpo, sia un uomo e non una donna.
I sostenitori dell'ordinazione femminile sottolineano invece il ruolo di figure femminili notevoli presenti nella Bibbia come Febe, Giunia (considerata apostola da Paolo) e altre citate nella Lettera ai Romani 16:1, le discepole di Gesù e le donne presenti alla crocifissione di Gesù le quali furono anche le prime testimoni della risurrezione di Cristo, come testimonianza dell'importanza delle donne come leader all'interno della Chiesa primitiva.
Anglicanesimo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1917 la Chiesa d'Inghilterra autorizzò le donne come lettrici laiche chiamate "messaggere del vescovo", molte delle quali anche delle chiese, ma non ci si spinse fino al punto di ordinarle.
Dal 1930 al 1978 l'"Anglican Group for the Ordination of Women to the Historic Ministry"[136] promosse l'ordinazione femminile all'interno della Chiesa inglese[137].
All'interno della comunione anglicana la maggioranza delle province ordina donne sia come diaconi sia come sacerdoti[138].
Le prime tre donne a essere state ordinate come sacerdoti nella comunione anglicana furono Florence Li Tim-Oi nel 1944 e Jane Hwang e Joyce M. Bennett nel 1971 a Hong Kong.
Il 24 luglio del 1974 i vescovi Daniel Corrigan, Robert L. DeWitt e Edward R. Welles della Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America, assieme con il vescovo Antonio Ramos della Costa Rica, ordinarono undici donne come sacerdoti in una cerimonia che era ampiamente "irregolare", in quanto le donne non avevano la "raccomandazione del comitato permanente", un prerequisito caconico per l'ordinazione. Le "Philadelphia Eleven", il nome con cui divennero note, erano Merrill Bittner, Alison Cheek, Alla Bozarth (Campell), Emily C. Hewitt, Carter Heyward, Suzanne R. Hiatt, Marie Moorefield, Jeannette Piccard, Betty Bone Schiess, Katrina Welles Swanson e Nancy Hatch Wittig[139].
Inizialmente in contrasto con il sinodo generale anglicano, le ordinazioni hanno ricevuto l'approvazione della "Conferenza generale della Chiesa episcopale" nel settembre del 1976; essa approvò anche l'ordinazione femminile sia al sacerdozio sia all'episcopato. Come prima reazione molti sacerdoti e laici opposti al "Congress of St. Louis" tentarono di creare una Chiesa anglicana rivale negli USA e in Canada; ma, nonostante i piani per avere una Chiesa unita nordamericana, il risultato fu la suddivisione in diverse chiese continentali anglicane, che oggi fanno parte del "Continuing Anglican movement".
La prima donna ad assumere la carica vescovile nella comunione anglicana è stata Barbara Harris, eletta vescovo suffragante nella diocesi episcopale del Massachusetts nel 1988 e ordinata nel febbraio seguente. La maggioranza delle province anglicane oggi consente l'ordinazione dell'episcopato femminile[138][140] e, a partire dal 2014, le donne servono e operano come vescovi nella Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America, nella Chiesa anglicana del Canada, nella Chiesa anglicana a Aotearoa, Nuova Zelanda e Polinesia, nella Chiesa anglicana d'Australia, nella Chiesa d'Irlanda, nella Chiesa anglicana dell'Africa meridionale, nella Chiesa dell'India del Sud, nella Chiesa del Galles e nella Chiesa episcopale di Cuba.
Nel 2015 Libby Lane, una delle prime 32 donne ordinate presbitere dalla Chiesa d'Inghilterra nel 1994[141], divenne la prima a ricevere la consacrazione episcopale[142]
Sempre nel 2015 Rachel Treweek è stata consacrata come primo vescovo diocesano anglicano nella diocesi di Gloucester[143]. Lei e Sarah Mullally, vescovo di Crediton, sono state le prime donne a venire consacrate e ordinate vescovo nella cattedrale di Canterbury.[143]. In quello stesso anno Treweek è diventata anche la prima donna a sedere alla Camera dei Lord tra i Lord spirituali, rendendola la più anziana donna ordinata nella Chiesa inglese[144].
Il 28 giugno del 2006 la Chiesa episcopale è diventata la prima provincia anglicana a eleggere una donna, il reverendo anziano Katharine Jefferts Schori, come primate (capo di una provincia anglicana), chiamata "presidente vescovo" negli USA[146].
Comunità di Cristo
[modifica | modifica wikitesto]La Comunità di Cristo ha adottato la pratica dell'ordinazione femminile fin dal 1984[147]; questa fu una delle ragioni dello scisma tra la Comunità e il movimento "Restoration Branches", che era in gran parte composto da membri della Comunità. Essi si sono rifiutati di accettare questo sviluppo e altri cambiamenti dottrinali avvenuti in quello stesso periodo.
Ad esempio la Comunità ha cambiato il nome di alcuni dei suoi uffici sacerdotali. Nel 1998 Gail E. Mengel e Linda L. Booth sono diventate le prime due donne apostoli della Comunità[148]. Alla conferenza mondiale della Chiesa nel 2007 Becky Lee Savage è stata ordinata come prima donna a servire in qualità di "Primo Presidente"[149][150]. Nel 2013 Booth è diventata la prima donna eletta per servire come presidente nel "Consiglio dei Dodici"[151].
Testimoni di Geova
[modifica | modifica wikitesto]I Testimoni di Geova considerano il battesimo pubblico qualificato per rappresentare l'ordinazione del battezzato, dopo di che è immediatamente considerato un ministro ordinato. Nel 1941 la Corte suprema del Vermont ha riconosciuto la validità di questa ordinazione per un Testimone.[152]. La maggior parte dei Testimoni che predicano porta a porta sono donne[153] le quali vengono comunemente ordinate come ministri a tempo pieno, sia per evangelizzare in qualità di "pionieri" o "missionari" sia per servire nelle loro sedi[154].
Tuttavia i diaconi ("servi ministeriali") devono essere uomini e solamente un uomo adulto battezzato può eseguire un battesimo, un funerale o un matrimonio[155]. All'interno della congregazione un ministro donna può condurre solo la preghiera o l'insegnamento, quando ne esiste una necessità particolare, e deve farlo portando un copricapo cristiano[156][157][158].
Mormonismo
[modifica | modifica wikitesto]La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni non ordina le donne[159]. Alcuni (in particolare gli ex membri D. Michael Quinn e Margaret Toscano) hanno sostenuto che la Chiesa ha ordinato le donne in passato e che quindi ha attualmente il potere e il dovere di farlo[160][161]. Non esistono registrazioni note di tutte le donne che sono state ordinate al sacerdozio[162].
Le donne mantengono comunque un ruolo di rilievo all'interno della Chiesa, compreso il loro lavoro nella "Società di soccorso" (Relief Society), che è una delle più grandi e durature organizzazioni femminili del mondo[163]. Le donne servono, così come gli uomini, in posizioni non retribuite che riguardano l'insegnamento, l'amministrazione, il servizio missionario, gli impegni umanitari e altre funzioni[164]. Le donne spesso offrono preghiere e pronunciano prediche durante i servizi domenicali.
"Ordain Women", un gruppo di attiviste femministe principalmente mormoni è stato fondato dall'esponente del femminismo Kate Kelly nel marzo del 2013; esso sostiene l'estensione delle ordinazioni sacerdotali anche alle donne[165].
Cattolicesimo liberale
[modifica | modifica wikitesto]Di tutte le chiese del movimento cattolico liberale solo la Chiesa originale, la Chiesa cattolica liberale sotto il vescovo Graham Wale, non ordina le donne. La posizione della Chiesa è che, anche se volesse ordinare le donne, non ha l'autorità per farlo e che non sarebbe possibile che una donna possa diventare prete anche se avesse attraversato la cerimonia di ordinazione. Il ragionamento che sta dietro questa credenza è che il corpo femminile non incanala efficacemente le energie maschili di Cristo, autentico ministro di tutti i sacramenti.
Il sacerdote dev'essere in grado di condurre le energie cristiche per poter confermare e dare così validità al sacramento; pertanto i sacerdoti debbono essere uomini. Nel discutere il sacramento dell'ordine sacro nel suo libro Scienza dei sacramenti il secondo presidente nonché esponente della teosofia vescovo Charles Webster Leadbeater ha confermato che le donne non potevano essere ordinate; ha inoltre osservato che Cristo non ha lasciato alcuna indicazione sul fatto che le donne potessero diventare sacerdoti e che solo Cristo stesso potrebbe modificare una tale disposizione.[senza fonte]
Chiesa ortodossa
[modifica | modifica wikitesto]La Chiesa ortodossa segue una linea di ragionamenti del tutto simile a quella della Chiesa cattolica rispetto all'ordinazione di vescovi e sacerdoti e non consente l'ordinazione delle donne a quegli ordini[166].
Il teologo ortodosso Thomas Hopko e Evangelos Theodorou hanno sostenuto che le diaconesse erano completamente ordinate nell'antichità[167]. K. K. Fitzgerald ha seguito e ampliato la ricerca di Theodorou; il vescovo della Metropolia e teologo Kallistos Ware ha scritto:
«"l'ordinazione delle diaconesse sembra sicuramente poter essere considerato un ministero ordinario nei primi secoli, in ogni caso nell'Oriente cristiano... Alcuni scrittori ortodossi considerano però le donne diacono come un ministero laico. Ci sono forti motivi per respingere questa visione. Nel rito bizantino l'ufficio liturgico per la posa delle mani per la diaconessa è esattamente parallelo a quello del diacono; così sul principio lex orandi, lex credendi - la pratica di adorazione della Chiesa è un'indicazione sicura della sua fede - ne consegue che le diaconesse ricevono, così come il diacono, una vera e propria ordinazione sacramentale: non solo una χειροθεσια (chirothesia) ma una χειροτονια (chirotonia)"[168].»
L'8 ottobre del 2004 il Santo Sinodo della Chiesa greco-ortodossa ha votato per consentire la nomina di diaconesse monastiche, cioè donne che provvedono e assistono alla liturgia all'interno dei propri monasteri, ma ha reso ben chiaro che il rito era un χειροτονία (Appuntamento), non un χειροθεσία (ordinazione)[169][170][171][172].
Vi è una forte tradizione monastica, perseguita da uomini e donne all'interno dell'ortodossia, dove sia i monaci sia le suore conducono identiche vite spirituali. A differenza della vita religiosa cattolica latina, che possiede una miriade di tradizioni contemporanee attive (l'ordine di San Benedetto, l'ordine cistercense, l'ordine dei frati predicatori, l'ordine francescano e la compagnia di Gesù) quella dell'Oriente Cristiano nella sua generalità è rimasta generalmente ascetica e monastica, basandosi principalmente sulla tradizione del cristianesimo siriaco, dei padri del deserto e della regola benedettina.
Protestantesimo
[modifica | modifica wikitesto]La dottrina teologica fondamentale delle Chiese riformate e del protestantesimo in generale è quella del "sacerdozio di tutti i credenti", considerata essere talmente importante da essere definita come una "squillante verità della Scrittura"[173]:
«"questa dottrina ripristina la vera dignità e integrità di tutti i credenti, poiché insegna che tutti sono sacerdoti e che, in quanto tali, hanno il dovere di servire Dio, non importa qual vocazione legittima essi perseguano; non vi è pertanto vocazione più sacra di questa. Poiché Cristo è il Signore in tutte le aree della vita e poiché la sua Parola si applica a tutte le aree della vita, la sua Parola non suggerisce una distanza tra il ministero considerato "sacro" e tutte le altre vocazioni definite come "secolari". La Scrittura non conosce la distinzione tra sacro e profano; in quanto è la totalità della vita ad appartenere a Dio. Tutta la vita è sacra e tutti i credenti sono sacerdoti"".- David Hagopian. Trading Places: The Priesthood of All Believers[173]»
La maggior parte delle confessioni protestanti richiede che i pastori. i ministri, i diaconi e gli anziani siano formalmente ordinati. Il teologo riformatore tedesco Martin Bucer, per esempio, ha citato la Lettera agli Efesini 4:11-13 e altre Lettere di Paolo a sostegno di questa interpretazione[174].
Mentre il processo di ordinazione varia tra le confessioni, assieme all'ufficio specifico da assumere nella Chiesa, esso può richiedere una formazione preparatoria come il seminario o l'istituto biblico, l'elezione da parte della congregazione o la nomina da parte di un'autorità superiore con le conseguenti aspettative di un livello di vita superiore a quello standard Per esempio la Good News Translation della Lettera di Giacomo 3:1 dice: "amici miei, non molti di voi dovrebbero diventare insegnanti poiché, come sapete, noi insegnanti saremo giudicati con maggiore rigore degli altri"[175].
Solitamente questi ruoli erano maschili, tuttavia il quaccherismo ha ordinato le donne in dalla sua fondazione nella metà del XVII secolo[176]. Il ministero femminile è stato parte della tradizione del metodismo in Gran Bretagna per oltre 200 anni. Alla fine del XVIII secolo in Inghilterra il teologo John Wesley permise alle donne di essere detentrici di un ufficio ecclesiastico e predicatrici[177].
L'esercito della Salvezza ha consentito l'ordinazione femminile fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1865, anche se ha costituito un argomento molto controverso tra William Booth e Catherine Mumford[178]. Il 4°, il 13° e il 19° generale dell'Esercito sono stati delle donne[179].
Molte confessioni protestanti, come i "Battisti del libero arbitrio" (Free Will Baptist), sono impegnati nel governo congregazionale generale e riservano il potere di ordinare i ministri alle congregazioni locali. A causa di ciò, se non esiste un divieto a livello confessionale nei riguardi dell'ordinazione femminile, le congregazioni possono farlo, mentre altre della medesima confessione potrebbero non considerare di fare altrettanto. Una famosa predicatrice dei Battisti del libero arbitrio è stata Clarissa Danforth, che è diventata pastore di Burrillville nel 1817, dopo la morte di John Colby[180].
Nel corso del secolo scorso un numero sempre crescente di confessioni cristiane ha iniziato a ordinare le donne al ministero sacerdotale. La Chiesa d'Inghilterra ha incaricato lettori laici femminili già durante la prima guerra mondiale. Più tardi la Chiesa unita del Canada (nel 1936) e la Chiesa metodista unita (nel 1956) cominciarono a ordinare le donne[181][182].
Nel 1918 Alma Bridwell White, a capo della "Pillar of Fire International" metodista, è diventata la prima donna a essere ordinata vescovo negli Stati Uniti d'America[183][184].
Ai giorni nostri oltre la metà di tutte le confessioni protestanti statunitensi contemplano l'ordinazione femminile[185], ma alcune di esse limitano le posizioni ufficiali che una donna può sostenere. Ad esempio alcune donne possono essere ordinate come cappellano militare o ospedaliero, ma vietano loro di servire in ruoli congregazionali: più di un terzo di tutti gli studenti dei seminari (e in alcuni casi quasi la metà) sono donne[186][187].
Le confessioni protestanti che rifiutano di ordinare le donne lo fanno spesso basandosi sulle scritture del Nuovo Testamento, interpretandole come proibizione per le donne di ricoprire ruoli ecclesiali che richiedono l'ordinazione[188]. Una considerazione particolarmente importante è il modo in cui la Prima lettera a Timoteo 2:12 è tradotta e interpretata[188]; il dibattito su come sia meglio interpretare questo versetto è intenso e continuo. Argomenti relativi al contesto e alle parole in lingua greca sono state utilizzate contro l'interpretazione letterale compiuta da alcuni[189].
Episcopato femminile nella Comunione anglicana e nella Chiesa episcopale
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1989: Barbara Clementine Harris, vescovo del Massachusetts della Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America[190]
Nel 1990: Penelope Ann Bansall Jamieson, vescovo della diocesi di Dunedin (Nuova Zelanda)[191]
Nel 1992: Jane Dixon, vescovo suffraganeo di Washington, della Chiesa Episcopale statunitense[192]
Nel 1993: Victoria Matthews, vescovo suffraganeo della diocesi di Toronto, consacrata nel febbraio del 1994[193]
Nel 2003: Gayle Harris, vescovo del Massachusetts della Chiesa episcopale statunitense[194]
Nel 2006: Katharine Jefferts Schori, Primate della Chiesa Episcopale statunitense
Nel 2007: Nerva Cot Aguilera, vescovo della Chiesa Episcopale di Cuba[195]
Nel 2008: Jane Alexander, vescovo della diocesi di Edmonton (in Canada)[196]
Nel 2007: Mary Gray-Reeves, vescovo della diocesi di El Camino Real (in California) della Chiesa Episcopale statunitense
Nel 2008: Kay Goldsworthy, vescovo ausiliario per la diocesi di Perth (in Australia); dal 2013 vescovo titolare della medesima diocesi[197]
Nel 2008: Barbara Darling, vescovo della diocesi di Melbourne[198]
Nel 2009: Jana Jeruma-Grinberga, per la chiesa anglicana di Riga, primo vescovo donna britannico[199]
Nel 2010: Mary Glasspool, vescovo suffraganeo di Los Angeles della Chiesa Episcopale statunitense
Nel 2011: Mariann Budde, vescovo di Washington|Washington della Chiesa Episcopale statunitense[200]
Nel 2012: Eileen Harrop, vescovo di Singapore[201]
Nel 2012: Ellinah Wamukoya, vescovo della diocesi di Swaziland (della Chiesa anglicana dell'Africa meridionale)[202]
Nel 2012: Margaret Brenda Vertue, vescovo della diocesi di False Bay (in Sudafrica), della Chiesa anglicana dell'Africa meridionale[203]
Nel 2015: Libby Lane, primo vescovo della Chiesa d'Inghilterra.
Episcopato femminile nel Metodismo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1980, Marjorie Matthews, vescovo del Wisconsin della Chiesa Metodista Unita
Nel 1984: Léontine Kelly, il primo vescovo donna afroamericana, vescovo di San Francisco della Chiesa Metodista Unita
Nel 1984: Judith Craig, vescovo del Michigan della Chiesa Metodista Unita
Nel 1996: Janice Riggle Huie, vescovo dell'Arkansas della Chiesa Metodista Unita
Nel 2000: Vashti McKenzie, primo vescovo donna nell'African Methodist Episcopal (AME) Church[204]
Nel 2004: Minerva G. Carcaño, primo vescovo donna ispanica della Chiesa Metodista Unita
Nel 2004: Carolyn Tyler Guidry, vescovo dell'African Methodist Episcopal (AME)
Nel 2005: Rosemarie Wenner, vescovo della Chiesa evangelica metodista (EmK) in Germania[205]
Nel 2008: Mildred "Bonnie" Hines, primo vescovo donna nell'African Methodist Episcopal Zion Church[206]
Nel 2008: Joaquina Filipe Nhanala, vescovo del Mozambico per la Chiesa Metodista Unita[207]
Nel 2010: Teresa E. Snorton, primo vescovo donna nella Chiesa cristiana metodista episcopale[208]
Luteranesimo
[modifica | modifica wikitesto]La Chiesa di Danimarca divenne il primo corpo luterano a ordinare le donne, nel 1948. Ogni corpo del luteranesimo è libero di decidere autonomamente. Tra i tre principali sinodi americani, la Chiesa evangelica luterana in America (ELCA), la Chiesa luterana-sinodo del Missouri (LCMS) e il Sinodo luterano evangelico del Wisconsin (WELS), solo l'ELCA ordina le donne.
Episcopato femminile nell'Evangeliclismo e nel Luteranesimo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1992: Maria Jepsen, vescovo della Chiesa evangelica dell'Elba settentrionale (NEK) in Germania
Nel 1993, Rosemarie Kohn, vescovo della diocesi di Hamar, della Chiesa di Norvegia
Nel 1995: Lise-Lotte Rebel, vescovo di Helsingør, della Chiesa di Danimarca[209]
Nel 1995: Sofie Petersen, vescovo della Groenlandia, della Chiesa di Danimarca[210]
Nel 1997: Christina Odenberg, vescovo di Lund, della Chiesa di Svezia[211]
Nel 2000: Susanne Breit-Keßler, vescovo della Chiesa evangelica-luterana della Baviera (ELKB)[212]
Nel 2001: Brigitte Boehme, vescovo della Chiesa evangelica di Brema in Germania
Nel 2001: Bärbel Wartenberg-Potter, vescovo della Chiesa evangelica dell'Elba settentrionale in Germania[213]
Nel 2003: Laila Riksaasen Dahl, vescovo della diocesi di Tønsberg della Chiesa di Norvegia
Nel 2003: Elisabeth Dons Christensen, vescovo della diocesi di Ribe, della Chiesa di Danimarca
Nel 2005: Nancy Drew Kinard, vescovo della Chiesa protestante evangelica luterana negli USA (LEPC/GCEPC)
Nel 2006: Solveig Fiske, vescovo della diocesi di Hamar, della Chiesa di Norvegia
Nel 2007: Susan Johnson, vescovo della Chiesa evangelica luterana in Canada (ELCIC)
Nel 2009: Ilse Junkermann, vescovo della Chiesa evangelica della Germania centrale (EKM)
Nel 2009: Eva Brunne, vescovo di Stoccolma, della Chiesa di Svezia
Nel 2009: Tuulikki Koivunen Bylund, vescovo di Härnösands, della Chiesa di Svezia[214][215]
Nel 2009: Margot Käßmann, Primate della Chiesa evangelica tedesca (EKD)
Nel 2010: Irja Askola, vescovo della Diocesi luterana di Helsinki (in Finlandia)
Nel 2011: Kirsten Fehrs, vescovo della Chiesa evangelica di Brema
Nel 2011: Annette Kurschus, vescovo della Chiesa evangelica di Westfalia (EkvW) in Germania
Nel 2012: Agnes Sigurðardóttir, prima donna vescovo d'Islanda (della Chiesa nazionale d'Islanda)[216]
Nel 2012: Sólveig Lára Guðmundsdóttir, Vescovo suffraganeo (Vígslubiskup) di Hólar, della Chiesa nazionale d'Islanda[217][218]
Nel 2012: Tine Lindhardt, vescovo di Fionia, della Chiesa di Danimarca[219]
Nel 2013: Marianne Christiansen, vescovo di Haderslev, della Chiesa di Danimarca[220]
Nel 2024: Guðrún Karls Helgudóttir, vescovo d'Islanda[221].
Episcopato femminile in altre confessioni
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1995: Bola Odeleke, vescovo in Nigeria della Power Pentecostal Church[222]
Nel 1998: Kay Ward, vescovo della Chiesa Morava in America[223]
Nel 1999: Jana Šilerová, vescovo della chiesa hussita cecoslovacca (CČSH/ CCH)[224]
Chiesa cattolica
[modifica | modifica wikitesto]L'insegnamento della Chiesa cattolica, come sottolineato da papa Giovanni Paolo II nella lettera apostolica intitolata Ordinatio sacerdotalis (1994) è che «la Chiesa non ha alcuna autorità per conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne e che questa sentenza deve essere definitivamente mantenuta da tutti i membri e i fedeli della Chiesa.» Questo insegnamento è sancito anche dall'attuale codice di diritto canonico al canone 1024 e dal Catechismo della Chiesa cattolica (1992).
Secondo la dichiarazione canonica "solo un uomo ("Vir"- "Uomo") battezzato riceve validamente l'Ordine Sacro". Come anche per l'ordinazione sacerdotale e episcopale, la Chiesa cattolica insegna che questo requisito è una questione di legge divina; appartiene al deposito della fede ed è pertanto immutabile.
Un documento a firma del cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha chiarito che «Cristo ha voluto conferire questo Sacramento ai dodici apostoli, che, a loro volta, lo hanno comunicato ad altri uomini. La Chiesa si è riconosciuta sempre vincolata a questa decisione del Signore, la quale esclude che il sacerdozio ministeriale possa essere validamente conferito alle donne. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha ribadito che si tratta di una verità appartenente al deposito della fede. La Chiesa riconosce che l’impossibilità di ordinare delle donne appartiene alla «sostanza del Sacramento» dell’Ordine».[225]
Nel 2007 la Santa Sede ha emesso un decreto che afferma che il tentativo di ordinazione di una donna comporterebbe una scomunica automatica per le donne e i vescovi che tentassero di ordinarle; nel 2010 il tentativo di ordinazione delle donne è stato definito un "grave delitto".[senza fonte]
Ratzinger, in un colloquio con il giornalista Peter Seewald, ha citato il pensiero della femminista cattolica tedesca Elisabeth Schüssler Fiorenza[226], la quale ha partecipato in modo convinto alla lotta a favore dell’ordinazione delle donne, salvo in seguito convincersi in seguito che quello è un obiettivo sbagliato. Infatti, secondo lei "ordination is subordination, l’ordinazione significa subordinazione – inserimento organico e dipendenza, è proprio ciò che non vogliamo. Si tratta davvero di una diagnosi corretta."[227]
In seguito, Benedetto XVI dichiarò in una intervista a Franca Zambonini della rivista "Famiglia Cristiana": «Se dipendesse da me anche le donne dovrebbero accedere al cardinalato e la prima dovrebbe Madre Teresa, per quanto ha fatto per i più poveri con le sue Missionarie della Carità» [228]. Ribadì la sua posizione favorevole ad un maggiore accesso femminile alle alte cariche ecclesiali, in particolare al cardinalato, in diverse altre occasioni, pur avendo dato modesti frutti.[229] Accanto a questo, ha ribadito l'importanza del ruolo della donna, oltre che all'importanza delle donne nel loro "coinvolgimento nell'educazione e la loro partecipazione alla vita politica e civile".[230] Il 7 ottobre 2012, da papa, ha proclamato Dottore della Chiesa la monaca medievale Ildegarda di Bingen.[231] Nello stesso anno è iniziato il processo di canonizzazione Giuseppina Berettoni, laica molto attiva nell'apostolato e forte sostenitrice della capacità della predicazione delle donne.[232]
Una commissione papale ufficiale ordinata da papa Francesco nel 2016 è incaricata di determinare se è possibile restaurare l'antica pratica diaconale, a condizione che essi/e non siano ordinati e che determinate funzioni rimangano riservate ai diaconi permanenti o transitori (uomini ordinati), come il proclamare il Vangelo durante la messa, eseguire un'omelia o un battesimo (non in stato di emergenza): tutto questo non sarebbe in ogni caso consentito per il diaconato femminile in via di discussione.
Mariavitismo
[modifica | modifica wikitesto]Ispirato da una suora con inclinazioni rivolte verso il misticismo, la polacca Maria Franciszka Kozłowska (1862-1921), il movimento del Mariavitismo inizialmente si caratterizzò per essere una risposta alla percezione della corruzione della Chiesa cattolica durante le Spartizioni della Polonia avvenute nel corso del XIX secolo. I Mariaviti, così chiamati così per la loro devozione a Maria madre di Gesù, attirarono numerose parrocchie in tutta la regione della Mazovia e nei territori intorno a Łódź, per un totale di circa 300.000 persone.
Temendo il verificarsi di uno scisma le autorità ecclesiastiche richiesero l'intervento del Vaticano. I Mariaviti furono infine sottoposti a scomunica da una Bolla pontificia nel 1905 e successivamente nel 1906. Il loro clero, tagliato fuori dalla successione apostolica, trovò un santuario grazie all'aiuto porto loro dal Vetero-cattolicesimo e nel 1909 ebbe la consacrazione a Utrecht il primo vescovo dei Mariaviti, Jan Maria Michał Kowalski.
Vent'anni dopo la Chiesa Mariavita si suddivise per colpa di divergenze politiche e da una lotta intestina per la leadership. Tuttavia, nel 1929, l'arcivescovo Kowalski ordinò le prime 12 suore come sacerdotesse e introdusse anche il matrimonio sacerdotale. La divisione con la Chiesa ufficiale fu effetto, in parte, sull'argomento del femminile nella teologia e nel ruolo delle donne nella vita della Chiesa.
Nel 1935 Kowalski introdusse un "sacerdozio universale" che estese l'ufficio sacerdotale a membri selezionati del laicato. Due chiese Mariavite sopravvivono fino a oggi. I successori di Kowalski, conosciuti come la "Chiesa Mariavita Cattolica", si ritrovano oggi nella città di Felicjanów nel Distretto di Płock; sono guidati da un vescovo che è una donna, anche se il loro numero è diminuito a causa degli aderenti del mariavitismo più convenzionalmente patriarcale di Płock[233].
Dissidenti
[modifica | modifica wikitesto]Vari autori cattolici hanno scritto e testimoniato a favore dell'ordinazione delle donne[234]. I gruppi dissenzienti che sostengono l'ordinazione femminile in opposizione all'insegnamento cattolico[235] includono la "Women's Ordination Worldwide", la "Catholic Women's Ordination"[236], la "Roman Catholic Womenpriests"[237] e la "Women's Ordination Conference"[238].
Alcuni citano la presunta ordinazione di Ludmila Javorová nella Repubblica Socialista Cecoslovacca che sarebbe avvenuta nel 1970 da parte del vescovo Felix Maria Davídek (1921-88), egli stesso consacrato clandestinamente a causa della carenza di sacerdoti provocata dalla persecuzione statale comunista, come un precedente[239]. La Chiesa cattolica tratta i tentativi di ordinazione delle donne come invalide e sottopone automaticamente a scomunica tutti i partecipanti[240].
Quaccherismo
[modifica | modifica wikitesto]Fin dalla loro fondazione nella metà del XVII secolo il quaccherismo ha permesso alle donne di predicare. Esso ha sempre creduto che entrambi i generi sessuali siano altrettanto in grado di ottenere l'ispirazione dallo Spirito Santo e pertanto esiste una tradizione di predicatori femminili fin dalle prime assemblee quacchere. Per poter essere considerato predicatore un "amico" deve ottenere il riconoscimento da un incontro ufficiale di quaccheri. Nel XVIII secolo i ministri tipicamente si sedevano davanti alla sala riunioni, con le donne da un lato e gli uomini dall'altro, tutti sulla stessa piattaforma sollevata a eguale altezza.
Le donne ministro furono attive fin dai primi tempi. Nel 1657 Mary Howgill, una dei "Valiant Sixty" (il primo gruppo di predicatori quaccheri) rimproverò aspramente Oliver Cromwell di perseguitare i quaccheri. Più tardi, nel 1704, Esther Palmer di Flushing Bay (Long Island) e Susanna Freeborn di Newport partirono per un viaggio lungo 3230 miglia attraversando otto delle tredici colonie, incluse le visite compiute in Pennsylvania, nel Maryland, in Virginia e nella Carolina del Nord, con l'intento di predicare il loro messaggio.
Altre celebri predicatrici quacchere furono Mary Lawson di Filadelfia, Mary Bannister di Londra, Inghilterra, Mary Ellerton di York, Rachel Wilson della Virginia, Catharine Payton della Pennsylvania, Ann Moore di New York, Susanna Hatton del Delaware e Mary Dyer di Boston.
Avventisti del settimo giorno
[modifica | modifica wikitesto]La politica della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno limita determinate posizioni di servizio e responsabilità a coloro che sono stati ordinati al ministero evangelico e alla "Sessione della Conferenza Generale" (GC), che è il più alto organo decisionale della Chiesa. Esso non ha mai approvato l'ordinazione delle donne come ministri. Gli avventisti non hanno trovato alcun mandato o un precedente preciso per la pratica di ordinare le donne né nella Scrittura né negli scritti di Ellen Gould White. Negli ultimi anni l'ordinazione femminile è stata oggetto di un acceso dibattito, in particolare nell'America del Nord e in Europa.
Nella Chiesa avventista i candidati all'ordinazione sono raccomandati da conferenze locali (che di solito amministrano circa 50-150 congregazioni locali) e approvate dalle leghe (che servono circa 6-12 conferenze). Le credenze fondamentali della Chiesa e la sua prassi mondiale - così come descritto nel suo Manuale della Chiesa - includono attualmente la qualifica per l'ordinazione come limitata ai soli uomini; ciò può essere rivisto solo dalla sessione della GC. Nel 1990 la sessione della GC ha votato contro una mozione la quale intendeva stabilire una politica mondiale che consentisse l'ordinazione delle donne[241].
Nel 1995 i delegati della GC hanno deciso di non autorizzare nessuna delle 13 divisioni mondiali a stabilire politiche per l'ordinamento femminile nel proprio territorio[241]. Nel 2011 la divisione nordamericana (NAD) ha ignorato la politica della GC e senza la sua approvazione ha votato per consentire alle donne di essere presidenti di conferenza, una posizione che richiede l'ordinazione. All'inizio del 2012 la GC ha risposto all'azione con un'analisi della storia e della politica della Chiesa, dimostrando che le divisioni non hanno l'autorità di stabilire una politica diversa dalla politica assunta dalla GC[242].
Il NAD ha successivamente revocato la sua azione. Ma nella loro analisi la GC ha indicato che la "responsabilità finale e l'autorità" per l'approvazione dei candidati all'ordinazione risiede a livello lega. Ciò ha condotto alla decisione di varie leghe di approvare ordinazioni senza riguardo al genere. Il 23 aprile del 2012, la "North German Union"' ha votato per ordinare donne come ministri[243], ma alla fine del 2013 non ne aveva ancora ordinato nessuna. Il 29 luglio la "Columbia Union Conference" ha votato per "autorizzare l'ordinazione senza rispetto del genere"[244]. Il 19 agosto la "Pacific Union Conference" ha anch'essa votato per ordinare senza riguardo al genere[245].
Entrambe le unioni hanno iniziato ad approvare immediatamente le ordinazioni delle donne[246]. Entro la metà del 2013 circa 25 donne erano state ordinate al ministero dalla "Pacific Union Conference", più alcune della "Columbia Union Conference". Il 12 maggio di quello stesso anno l'Unione danese ha votato per trattare allo stesso modo uomini e donne e sospendere così tutte le ordinazioni fino a quando l'argomento non verrà preso in esame alla prossima sessione della GC nel 2015. Il 30 maggio 2013 l'Unione olandese ha votato per ordinare pastori femminili, riconoscendole come pari ai loro colleghi uomini[247]. Il 1º settembre una donna è stata ordinata nell'Unione dei Paesi Bassi[248].
Nel 2012-2013 la Conferenza Generale ha istituito il "Comitato di Studio di Ordinazione Teologica" il quale comprendeva rappresentanti di ciascuno dei suoi 13 comitati di ricerca biblica mondiali, per studiare la questione e fare una raccomandazione per essere votati alla sessione mondiale della GC da tenersi nel 2015[249]. Il 27 ottobre del 2013 Sandra Roberts è diventata la prima donna a guidare una conferenza avventista dopo essere stata eletta presidentessa della "Conferenza sud-orientale della California"[250]: tuttavia la Chiesa avventista mondiale non ha riconosciuto questa elezione[250].
Alla sessantesima sessione generale della "Conferenza di San Antonio", l'8 luglio del 2015[251], gli avventisti hanno votato per non permettere ai loro corpi regionali di ordinare donne pastori[252]. Il Presidente della "Conferenza Generale della Chiesa", Ted Wilson, ha aperto la seduta con un appello rivolto a tutti i membri della Chiesa di rispettare l'esito della votazione e sottolineando il fatto che le decisioni prese dalla GC costituiscono la più alta autorità. Con un margine di 1.381 a 977, con cinque astensioni, i delegati con votazione segreta hanno concluso un processo di studio quinquennale caratterizzato da un dibattito aperto, vigoroso e talvolta anche acrimonioso[253].
Prima del voto decine di delegati hanno espresso opinioni per e contro la domanda: "Dopo il tuo studio di preghiera sull'ordinazione dalla Bibbia, gli scritti di Ellen G. White e le relazioni delle commissioni di studio, e dopo la tua attenta considerazione su ciò che è meglio per la Chiesa e per l'adempimento della sua missione, è accettabile per i comitati esecutivi di divisione, come ritiene appropriati nei loro territori, di prevedere l'ordinazione delle donne al ministero evangelico?"[253]
Il voto e la discussione, che riflettevano decenni di differenze di opinione, sono giunte così alla sessione della "Conferenza Generale" che si svolge per decidere delle questioni più importanti. Come cristiani protestanti che accettano la Bibbia come la loro unica regola di fede e di pratica, gli avventisti sono stati desiderosi di risolvere il problema basandosi sulla sola Scrittura (ad esempio Prima lettera a Timoteo 2:12 e Lettera ai Galati 3:28).
Islam
[modifica | modifica wikitesto]Ryukuan
[modifica | modifica wikitesto]L'indigena Religione delle Ryūkyū nelle isole Ryūkyū è guidata da sacerdotesse; questo fatto la rende l'unica forma religiosa ufficiale principale all'interno di una società guidata principalmente dalle donne[254].
Shintoismo
[modifica | modifica wikitesto]Lo Shintoismo le Saiin (斎 院, saiin?) erano le parenti nubili dell'imperatore del Giappone che servivano in qualità di sacerdotesse al Santuario di Ise, questo dalla fine del VII secolo fino al XIV; esso è un santuario shinto dedicato alla Dea Amaterasu. Le sacerdotesse venivano solitamente elette dalle regine (内 親王, naishinnō) come principesse (女王, joō).
In linea di principio le Saiin rimanevano nubili, ma vi erano anche delle eccezioni. Alcune di esser diventarono consorti dell'imperatore, chiamato Nyōgo in lingua giapponese. Secondo il Man'yōshū (l'antologia delle diecimila foglie) la prima Saiō a servire nel santuario fu la principessa Ōku (661-702), figlia dell'imperatore Tenmu, durante il periodo Asuka.
L'ordinazione delle donne come sacerdotesse Shinto si è ripresentata a seguito dell'abolizione dello "Stato Shinto" dopo la seconda guerra mondiale[255] (vedi le Miko).
Sikhismo
[modifica | modifica wikitesto]Il Sikhismo non contempla i sacerdoti, che sono stati aboliti da Guru Gobind Singh, poiché il guru aveva visto che quella istituzione stava diventando sempre più corrotta nella società del suo tempo; ha nominato invece il libro sacro Guru Granth Sahib come suo unico successore nella carica di guru. al posto di un essere umano il quale rimane pur sempre fallibile.
A causa della credenza nella fede della totale uguaglianza, le donne hanno la possibilità di partecipre a una qualsiasi funzione religiosa, eseguire le cerimonie o guidare la congregazione nel corso della preghiera[256]. Una donna sikh ha il diritto di poter diventare Granthi (lettrice cerimoniale), Ragi (cantrice degli inni) e uno dei Panj Piare (diletti); inoltre sia gli uomini sia le donne sono considerati capaci di raggiungere i più alti livelli di spiritualità[257].
Taoismo
[modifica | modifica wikitesto]Il Taoismo ordina sia gli uomini sia le donne alle funzioni sacerdotali[258]. Nel 2009 Wu Chengzhen è diventata la prima badessa principale (Fangzhang) della storia taoista, lunga 1.800 anni, nel tempio di Wuhan[259]. Quella di Fangzhang è la posizione più alta all'interno di un tempio taoista[259].
Neopaganesimo
[modifica | modifica wikitesto]Esiste una grande varietà di tradizioni neopagane e wiccan nelle quali sia donne sia uomini possono essere ordinate/i, e hanno l’autorità di ordinare, sacerdotesse e sacerdoti.[260][261].
Una particolarità è rappresentata dalla Tradizione Dianica a volte anche chiamata Wicca Dianica, un ramo spirituale incentrato sui misteri femminili, e accessibile solo alle donne biologicamente femmine, che invece possiede un sacerdozio esclusivamente femminile.[262][263][264].
Yoruba
[modifica | modifica wikitesto]Il popolo degli Yoruba della Nigeria occidentale praticano una religione indigena con una gerarchia religiosa composta da sia sacerdoti sia da sacerdotesse che risale all'800-1.000 dell'era volgare. I sacerdoti e le sacerdotesse dell'oracolo degli Ifá (spiriti) recano rispettivamente i titoli di Babalawo e di Iyalawo[265].
Sacerdoti e sacerdotesse delle varie Orisha (semidivinità), quando non posseggono già i titoli più alti summenzionati, vengono chiamati babalorisa se uomini e iyalorisa se donne[266]. Gli iniziati posseggono anche un nome divino o semidivino il quale indica sotto quali deità essi sono stati iniziati.
Zoroastrismo
[modifica | modifica wikitesto]I sacerdoti dello zoroastrismo in India sono obbligatoriamente uomini[267]. Tuttavia le donne sono state ordinate sia in Iran sia nell'America del Nord come mobedyar, ovvero Mōbadh (sacerdote zoroastriano)[268][269][270].
Nel 2011 i Tehran Mobeds Anjuman (Anjoman-e-Mobedan) hanno annunciato che per la prima volta nella storia delle comunità zoroastriane presenti in tutto il mondo, le donne erano entrate a far parte dl gruppo di mobs (preti) in Iran assumendo il titolo di mobedri (sacerdotesse). Le donne hanno certificazioni ufficiali e possono pertanto svolgere le funzioni religiose inferiori, oltre a poter far da guida per i postulanti[268].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ UK Politics, in Women bishops vote: Church of England 'resembles sect', BBC News, BBC, 22 novembre 2012. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Giacomo Galeazzi, Anglicani, l'«inevitabile approdo» all'episcopato rosa in Vatican Insider (lastampa.it) del 10 febbraio 2012 Archiviato il 2 maggio 2012 in Internet Archive.
- ^ Sarah Dening (1996), The Mythology of Sex Archiviato il 1º settembre 2010 in Internet Archive., Macmillan, ISBN 978-0-02-861207-2. Ch.3.
- ^ Kate Lindemann, En HeduAnna (EnHedu'Anna) philosopher of Iraq - 2354 BCE, su Women-philosophers.com, Kate Lindemann, PhD.. URL consultato il 14 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2013).
- ^ Ishtaritu, su mimir.planewalker.com.
- ^ Plinio Prioreschi, A History of Medicine: Primitive and ancient medicine, Horatius Press, 1996, p. 376, ISBN 978-1-888456-01-1. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Nu-Gig
- ^ Jeremy Black (1998), Reading Sumerian Poetry, Cambridge University Press, ISBN 0-485-93003-X. pp 142. Reading Sumerian poetry (pg. 142)
- ^ Qedesha, su britannica.com.
- ^ Lexicon:: Strong's H6948 - qĕdeshah, su Blue Letter Bible, Sowing Circle. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Blue Letter Bible, Lexicon results for qĕdeshah (Strong's H2181) Archiviato il 10 luglio 2012 in Archive.is., incorporating Strong's Concordance (1890) and Gesenius's Lexicon (1857).
- ^ Also transliterated qĕdeshah, qedeshah, qědēšā ,qedashah, kadeshah, kadesha, qedesha, kdesha.
- ^ Dodson & Hilton, p.65
- ^ Robyn A. Gillam, Priestesses of Hathor: Their Function, Decline, and Disappearance, in Journal of the American Research Center in Egypt, vol. 32, ARCE, 1995, pp. 211–237, DOI:10.2307/40000840, ISSN 0065-9991 .
- ^ Aidan Dodson & Dyan Hilton, The Complete Royal Families of Ancient Egypt, Thames & Hudson, 2004, p. 219, ISBN 0-500-05128-3.
- ^ Tyldesley, Joyce. Chronicle of the Queens of Egypt. p.98 Thames & Hudson. 2006. ISBN 0-500-05145-3
- ^ Dodson & Hilton, p.138
- ^ Dodson–Hilton, op.cit., pp.133-140
- ^ Dodson & Hilton, pp.200-201, 207-209
- ^ Peter Clayton, Chronicle Of The Pharaohs By Samy Salah (TXT), su archive.org, 1994 Thames & Hudson Ltd. URL consultato il 19 settembre 2013.
- ^ Dodson & Hilton, op. cit., pp. 205
- ^ R. Morkot: The Black Pharaohs, Egypt's Nubian Rulers, London 2000, pg 205 ISBN 0-948695-24-2
- ^ Pausanias, 1.27.3.
- ^ Gerald Hovenden, Speaking in Tongues: The New Testament Evidence in Context, Continuum, 31 dicembre 2002, pp. 22–23, ISBN 978-1-84127-306-8. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Lester L. Grabbe e Robert D. Haak, Introduction and Overview, in Knowing the End From the Beginning: The Prophetic, Apocalyptic, and Their Relationship, Continuum, 2003, p. 24, ISBN 978-0-567-08462-0. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Ariadne Staples, From Good Goddess to Vestal Virgins: Sex and Category in Roman Religion, Routledge, gennaio 1998, ISBN 978-0-415-13233-6. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Arnold Hugh Martin Jones, The Later Roman Empire, 284-602: A Social Economic and Administrative Survey, Johns Hopkins University Press, 1986, p. 163, ISBN 978-0-8018-3353-3. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ L. Richardson, jr, A New Topographical Dictionary of Ancient Rome, JHU Press, 1º ottobre 1992, p. 412, ISBN 978-0-8018-4300-6. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ a b c d e f Celia E. Schultz, Women's Religious Activity in the Roman Republic, Univ of North Carolina Press, 8 dicembre 2006, pp. 70–71; 79–81, ISBN 978-0-8078-7725-8. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ a b Lesley E. Lundeen, Chapter 2: In Search of the Etruscan priestess: a re-examination of the hatrencu, in Religion in Republican Italy, Paul B. Harvey, Celia E. Schultz, Cambridge University Press, 14 dicembre 2006, p. 46, ISBN 978-1-139-46067-5. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Barbette Stanley Spaeth, The Roman Goddess Ceres, University of Texas Press, 1996, p. 104, ISBN 978-0-292-77693-7. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Spaeth, The Roman Goddess Ceres, pp. 4-5, 9, 20 (historical overview and Aventine priesthoods), 84 - 89 (functions of plebeian aediles), 104 - 106 (women as priestesses): citing among others Cicero, In Verres, 2.4.108; Valerius Maximus, 1.1.1; Plutarch, De Mulierum Virtutibus, 26.
- ^ Hendrik H.J. Brouwer, Bona Dea: The Sources and a Description of the Cult (Brill, 1989), pp. 371, 377. One title for a sacerdos of the Bona Dea was damiatrix, presumably from Damia, one of the names of Demeter and associated also with the Bona Dea.
- ^ CIL II. 2416: Isidi Aug(ustae) sacrum/ Lucretia Fida sacerd(os) perp(etua)/ Rom(ae) et Aug(usti)/ conventu{u}s Bracar(a)aug(ustani) d(edit) ("Lucretia Fida, the priest-for-life of Roma and Augustus, from Conventus Bracarensis, Braga, has given a sacrum to Isis Augusta"), from the D. Diogo de Sousa Museum, Braga, Portugal.
- ^ Stephen L. Dyson, Rome: A Living Portrait of an Ancient City, JHU Press, 1º agosto 2010, p. 283, ISBN 978-1-4214-0101-0. URL consultato il 18 ottobre 2013.
- ^ Jörg Rüpke, "Roman Religion – Religions of Rome," A Companion to Roman Religion (Blackwell, 2007), p. 4.
- ^ Jean MacIntosh Turfa, "Etruscan Religion at the Watershed: Before and After the Fourth Century BCE," in Religion in Republican Italy (Cambridge University Press, 2006), p. 48.
- ^ Gargi - The Virgin Philosopher[collegamento interrotto] Swami Sivananda
- ^ Gargi, su astr.ua.edu. URL consultato il 24 dicembre 2006.
- ^ Vedic Women: Loving, Learned, Lucky!, su hinduism.about.com. URL consultato il 24 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2006).
- ^ Bhairavi Brahmani, su vedicgoddess.weebly.com.
- ^ Neevel, pp. 74–77
- ^ Women sadhus form all-female akhada, face criticism from men, su hindustantimes.com, Hindustan Times. URL consultato il 30 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2014).
- ^ Aparna Pallavi, Indian City Opens Doorway to Female Hindu Priests, su womensenews.org, 26 febbraio 2008. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Kamini Mathai, Masti, mehendi mark Karva Chauth in city, Findarticles.com, 18 ottobre 2008. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Chandra Vyas, su asian-voice.com.
- ^ How Chanda became Britain's first female Hindu priest, su Leicester Mercury, Local World, 20 luglio 2010. URL consultato il 15 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2012).
- ^ The Graceful Guru: Hindu Female Gurus in India and the United States, su amazon.com. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Shakti Durga, su shantimission.org. URL consultato il 30 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2018).
- ^ From trauma comes first female guru, The Sydney Morning Herald.
- ^ Macmillan Encyclopedia of Buddhism (Volume One), page 352
- ^ Book of the Discipline, Pali Text Society, volume V, Chapter X
- ^ Encyclopedia of feminist theories, Books.google.com, 18 dicembre 2003, ISBN 978-0-415-30885-4. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ a b The Outstanding Women in Buddhism Awards, su owbaw.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2011).
- ^ The Life of the Buddha: (Part Two) The Order of Nuns, su buddhanet.net. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ A New Possibility, su congress-on-buddhist-women.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- ^ Austin, Shoshan Victoria, The True Human Body, in Carney, Eido Frances (a cura di), Receiving the Marrow, Temple Ground Press, 2012, p. 148, ISBN 978-0-9855651-0-7.
- ^ Abbess Nyodai's 700th Memorial, su medievaljapanesestudies.org, Institute for Medieval Japanese Studies. URL consultato il 10 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
- ^ Mugai Nyodai, First Woman to Head a Zen Order – Buddhism, su bellaonline.com. URL consultato l'11 novembre 2011.
- ^ Japanese Zen Master Honored by Her Followers – New York Times, su The New York Times, 22 novembre 1998. URL consultato l'11 novembre 2011.
- ^ Handbook to life in medieval and ... – William E. Deal – Google Books, su books.google.com, Google Books. URL consultato l'11 novembre 2011.
- ^ Sacavadi e Gusanari, su books.google.it.
- ^ Saccavadi’s story, su Sujato’s Blog.
- ^ The Story of One Burmese Nun - Tricycle, su tricycle.com.
- ^ Resources on Women's Ordination, su lhamo.tripod.com. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Works by Chögyam Trungpa and His Students, su Dharma Haven, Dharma Haven, 23 giugno 1999. URL consultato il 14 ottobre 2013.
- ^ Ani Pema Chödrön, su gampoabbey.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2010).
- ^ Bhikkhuni & Siladhara: Points of Comparison, su groups.google.com. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2010).
- ^ Monica Lindberg Falk, Making Fields of Merit: Buddhist Female Ascetics and Gendered Orders in Thailand, NIAS Press, 2007, pp. 25–, ISBN 978-87-7694-019-5. URL consultato il 15 ottobre 2013.
- ^ Bhikkhuni Sobhana, Contemporary bhikkuni ordination in Sri Lanka, su lakehouse.lk. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2011).
- ^ archive.org: Ordained at Last by Kristin Barendson, su thebuddhadharma.com. URL consultato il 17 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2004).
- ^ (TH) สุวิดา แสงสีหนาท, นักบวชสตรีไทยในพระพุทธศาสนา พลังขับเคลื่อนคุณธรรมสู่สังคม, ศูนย์ส่งเสริมและพัฒนาพลังแผ่นดินเชิงคุณธรรม, 1999, page 45-6
- ^ Gemma Tulud Cruz, Bhikkhunis: Ordaining Buddhist Women, in National Catholic Reporter, 14 maggio 2003. URL consultato il 25 settembre 2014.«She had to be ordained in Colombo, Sri Lanka...»
- ^ Ordained At Last, su thebuddhadharma.com, 28 febbraio 2003. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2004).
- ^ Rita C. Larivee, SSA, Bhikkhunis: Ordaining Buddhist Women, su nationalcatholicreporter.org, 14 maggio 2003. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Christopher S. Queen e Sallie B. King, Engaged Buddhism: Buddhist Liberation Movements in Asia, SUNY Press, 14 marzo 1996, p. 269, ISBN 978-0-7914-2844-3.
- ^ Christopher S. Queen, Sallie B. King Engaged Buddhism: Buddhist Liberation Movements in Asia, p. 269.
- ^ Simba Shani Kamaria Russeau, Thai Women Don Monks’ Robes, in Inter Press Service, 1º novembre 2013. URL consultato il 24 settembre 2014.«...Venerable Voramai or Ta Tao Fa Tzu, became the first fully ordained Thai woman in the Mahayana lineage in Taiwan and turned their family home into a monastery.»
- ^ Engaged Buddhism: Buddhist Liberation Movements in Asia - Google Books, Books.google.com, 14 marzo 1996. URL consultato il 12 novembre 2013.
- ^ IPS – Thai Women Don Monks' Robes | Inter Press Service, su ipsnews.net, 1º novembre 2013. URL consultato il 12 novembre 2013.
- ^ Nation's First Female Buddhist Monk Ordained, su LA Times, LA Times. URL consultato il 3 novembre 2016.
- ^ Darrell Turner, Religion: Year In Review 2002, su Encyclopædia Britannica, Encyclopædia Britannica. URL consultato il 3 novembre 2016.
- ^ Jeanne Matthew Sommer, PhD, Socially Engaged Buddhism in Thailand: Ordination of Thai Women Monks, su warren-wilson.edu, Warren Wilson College. URL consultato il 6 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2008).
- ^ Thai monks oppose West Australian ordination of Buddhist nuns, su wa.buddhistcouncil.org.au. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2018).
- ^ Bhikkhuni Ordination, su dhammasara.org.au, 22 ottobre 2009. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2011).
- ^ Article: First Female Rabbi in Belarus travels the Hinterlands: On the Road with Nelly Shulman, su highbeam.com, 23 marzo 2001. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).
- ^ Encyclopedia of women and religion in North America, Volume 2 By Rosemary Skinner Keller, Rosemary Radford Ruether, Marie Cantlon (pg. 642)
- ^ HarperSanFrancisco, 2006 320 pages; $24.95 (hardcover), The Lost Lineage, su thebuddhadharma.com. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ James Ishmael Ford, Zen Master Who?: A Guide to the People and Stories of Zen, Wisdom Publications, 2006, pp. 166–, ISBN 978-0-86171-509-1. URL consultato il 15 ottobre 2013.
- ^ Background story for Sister Khema, su dhammasukha.org. URL consultato il 12 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2013).
- ^ Khenmo Drolma, su Vajra Dakini Nunnery, Vajra Dakini Nunnery. URL consultato il 15 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2010).
- ^ a b Women Making History, su vajradakininunnery.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2010).
- ^ Khenmo Drolma, su vajradakininunnery.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2010).
- ^ Vajra Dakini Nunnery, su vajradakininunnery.org, Vajra Dakini Nunnery. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Sylvia Boorstein, Ordination of Bhikkhunis in the Theravada Tradition, in Huffington Post, 25 maggio 2011.
- ^ Dr. Stephen Long, Bhikkhuni Ordination in Los Angeles, su asiantribune.com. URL consultato il 12 novembre 2013.
- ^ Samanei Dhira, su bhikkhuni.net.
- ^ Bhikkhuni Happenings - Alliance for Bhikkhunis. Bhikkhuni.net. Retrieved on 2015-06-28.
- ^ a b First Theravada Ordination of Bhikkhunis in Indonesia After a Thousand Years (PDF)
- ^ Maiden of Ludmir, su yivoencyclopedia.org. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Regina Jonas 1902–1944, su jwa.org, Jewish Women's Archive. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Sally Jane Priesand b. 1946, su jwa.org, Jewish Women's Archive. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Sandy Sasso ordained as first female Reconstructionist rabbi, su jwa.org, Jewish Women's Archive, 19 maggio 1974. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Lynn Gottlieb, su jwa.org, Jewish Women's Archive, 11 settembre 2003. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Amy Eilberg b. 1955, su jwa.org, Jewish Women's Archive. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Society for Humanistic Judaism Leaders and Staff, su shj.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
- ^ home - Yeshivat Maharat, su yeshivatmaharat.org. URL consultato il 1º febbraio 2011.
- ^ Jane Eisner, Forward 50, 2009, The Forward, 14 novembre 2009. URL consultato il 13 marzo 2010.
- ^ thejewishweek.com, https://web.archive.org/web/20090627205247/http://www.thejewishweek.com/viewArticle/c52_a16167/Editorial__Opinion/Gary_Rosenblatt.html . URL consultato il 15 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2009).
- ^ "Rabba" Sara Hurwitz Rocks the Orthodox, Heeb Magazine, 10 marzo 2010. URL consultato il 13 marzo 2010.
- ^ Staff, Do 1 Rabba, 2 Rabbis and 1 Yeshiva = a New Denomination?, su momentmag.com, Moment Magazine. URL consultato il 21 marzo 2013.
- ^ Yaffa Epstein, su pardes.org.il. URL consultato il 1º luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2017).
- ^ Class of 2015, su Yeshivat Maharat. URL consultato il 1º luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2015).
- ^ Rabbi Lila Kagedan, Why Orthodox Judaism needs female rabbis, su The Canadian Jewish News, 25 novembre 2015.
- ^ Ben Harris, Amid Furor, Weiss Backs Away from 'Rabba' Title for Women, su jta.org, Jewish Telegraphic Agency, 9 marzo 2010. URL consultato il 22 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2011).
- ^ Pioneering Clergy, su thejewishchronicle.net, The Jewish Chronicle. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2014).
- ^ Celebrating the First Lights of Women Rabbis, su jwa.org, Jewish Women's Archive. URL consultato il 29 ottobre 2014.
- ^ Rabbinical Council of America officially bans ordination and hiring of women rabbis | Jewish Telegraphic Agency, su jta.org, 2015. URL consultato il 1º novembre 2015.
- ^ Moetzes: ‘Open Orthodoxy’ Not a Form of Torah Judaism, su Hamodia.
- ^ Breach in US Orthodox Judaism grows as haredi body rejects ‘Open Orthodoxy’ institutions, su The Jerusalem Post - JPost.com.
- ^ Josh Nathan-Kazis, Avi Weiss Defends 'Open Orthodoxy' as Agudah Rabbis Declare War, su The Forward, 3 novembre 2015.
- ^ The Cantor, su myjewishlearning.com. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2010).
- ^ Betty Robbins 1924–2004, su jwa.org, Jewish Women's Archive. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ a b Cantors: American Jewish Women, su jwa.org, Jewish Women's Archive, 1º marzo 2009. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Ari L. Goldman, A Bar to Women as Cantors Is Lifted, Nytimes.com, 19 settembre 1990. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Contributions of Jewish Women to Music and Women to Jewish Music, su jmwc.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2016).
- ^ Cantor Sharon Hordes, su kenesethisrael.com. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2011).
- ^ Christine Haughney, 'It's Not Even Six Degrees of Separation. It's One', in The New York Times, Amhurst, N.Y., The New York Times Company, 14 febbraio 2009. URL consultato il 15 ottobre 2013.
- ^ Celebration in honor of Cantor Abbe Lyons, su tikkunvor.org, 7 febbraio 2010. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2012).
- ^ Gary Macy, The hidden history of women's ordination: female clergy in the medieval West, New York, Oxford University Press, 2008, p. 14, ISBN 978-0-19-518970-4.
- ^ a b ed. and transl. by Kevin Madigan and Carolyn Osiek, Ordained women in the early church: a documentary history, Johns Hopkins pbk., Baltimore, Md. [u.a.], Johns Hopkins Univ. Press, 2005, p. 186, ISBN 978-0-8018-7932-6.
- ^ George Fox, Works, su esr.earlham.edu, vol. 7-8, 1831. URL consultato il 25 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2012).
- ^ Q&A: Women bishops vote, BBC News. URL consultato il 22 novembre 2012.
- ^ Geoffrey W. Bromiley [et al] (a cura di), The International Standard Bible Encyclopedia: Q-Z, Fully rev., [Nachdr.]., Grand Rapids, Mich., Eerdmans, 2002, p. 1095, ISBN 978-0-8028-3784-4.
- ^ Kelley A. Raab, When the priest is a woman: a psychoanalytic perspective on the Catholic women's ordination debate, New York, Columbia University Press, 2000, p. 49, ISBN 978-0-231-11335-9.
- ^ “Records of the Anglican Group for the Ordination of Women to the Historic Ministry of the Church”
- ^ "Records of the Anglican Group for the Ordination of Women to the Historic Ministry of the Church"
- ^ a b Female ordination in the Episcopal Church, USA (ECUSA), su religioustolerance.org, 16 settembre 1976. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2011).
- ^ Celebrating the Philadelphia Eleven, su episcopalcafe.com. URL consultato il 21 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2011).
- ^ Women bishops in the Church of England? By Church of England. House of Bishops (pg. 279)
- ^ John Darnton, After 460 Years, The Anglicans Ordain Women, Nytimes.com, 13 marzo 1994. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Church of England consecrates first female bishop, su The Big Story (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2015).
- ^ a b "First female diocesan bishop in C of E consecrated". Anglicannews.org. Retrieved on 2015-07-23.
- ^ Rachel Treweek becomes first woman bishop to enter House of Lords, su churchtimes.co.uk, 26 ottobre 2015. URL consultato il 30 ottobre 2015.
- ^ US Episcopal Church installs first female presiding bishop, su journeyonline.com.au, Australia, 7 novembre 2006. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
- ^ Most Rev. Katharine Jefferts Schori Presiding Bishop and Bishop of the Convocation of American Churches in Europe, su andromeda.rutgers.edu. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2010).
- ^ Reorganized Church of Jesus Christ of Latter Day Saints, from the Religious Movements Homepage, su religiousmovements.lib.virginia.edu, Web.archive.org. URL consultato il 12 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2007).
- ^ "RLDS Church calls 2 women to serve among 12 apostles", Deseret News, 1998-03-21.
- ^ Stephen M. Veazey, Letter of Counsel Regarding the Presiding Quorums, su cofchrist.org, 1º marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2012).
- ^ Stephen M. Veazey, "Letter of Counsel Regarding the Presiding Quorums", 2012-05-07.
- ^ Kelly Evanson, Woman elected to serve as president of Council of Twelve Apostles, in The Examiner, 20 aprile 2013. URL consultato il 3 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
- ^ "Women—May They Be "Ministers"?", The Watchtower, March 15, 1981, page 19, "Several courts in the United States have recognized female Jehovah's Witnesses, in carrying on the door-to-door evangelistic work, as ministers. For example, the Supreme Court of Vermont, in Vermont v. Greaves (1941), stated that Elva Greaves 'is an ordained minister of a sect or class known and designated as "Jehovah’s Witnesses"'."
- ^ "Letting All Men See Jehovah’s Victory Processions", The Watchtower, July 1, 1968, page 413
- ^ "Happy Full-Time Servants", Our Kingdom Ministry, May 1980, page 6
- ^ "Applying the General Priesthood Principle", The Watchtower, February 1, 1964, page 86, "Among the witnesses of Jehovah any adult, dedicated and baptized male Christian who is qualified may serve in such ministerial capacities as giving public Bible discourses and funeral talks, performing marriages and presiding at the Lord’s evening meal or supper. There is no clergy class."
- ^ "Head Coverings—When and Why?", Keep Yourselves in God's Love, 2008, page 210-211. "Occasionally, though, circumstances may require that a Christian woman be called on to handle a duty normally performed by a qualified baptized male. For instance, she may need to conduct a meeting for field service because a qualified baptized male is not available or present. ... she would wear a head covering to acknowledge that she is handling the duty normally assigned to a male. On the other hand, many aspects of worship do not call for a sister to wear a head covering. For example, she does not need to do so when commenting at Christian meetings, engaging in the door-to-door ministry with her husband or another baptized male, or studying or praying with her unbaptized children."
- ^ "Questions From Readers", The Watchtower, July 15, 2002, page 27, "There may be other occasions when no baptized males are present at a congregation meeting. If a sister has to handle duties usually performed by a brother at a congregationally arranged meeting or meeting for field service, she should wear a head covering."
- ^ "Woman’s Regard for Headship—How Demonstrated?", The Watchtower, July 15, 1972, page 447, "At times no baptized male Witnesses may be present at a congregational meeting (usually in small congregations or groups). This would make it necessary for a baptized female Witness to pray or preside at the meeting. Recognizing that she is doing something that would usually be handled by a man, she would wear a head covering."
- ^ W. John Walsh e Jenny Scoville Walsh, Questions About Mormonism, su Lightplanet.com. URL consultato il 25 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2013).
- ^ D. Michael Quinn, Chapter 17: Mormon Women Have Had the Priesthood Since 1843, in Hanks Maxine (a cura di), Women and Authority: Re-emerging Mormon Feminism, Salt Lake City, Signature Books, 1992, ISBN 1-56085-014-0.
- ^ Margaret Merrill Toscano, Chapter 18: Put on Your Strength O Daughters of Zion: Claiming Priesthood and Knowing the Mother, in Hanks Maxine (a cura di), Women and Authority: Re-emerging Mormon Feminism, Salt Lake City, Signature Books, 1992, ISBN 1-56085-014-0.
- ^ Linda King Newell, LDS Women and Priesthood: The Historical Relationship of Mormon Women and Priesthood (PDF), in Dialogue: A Journal of Mormon Thought, vol. 18, n. 3, Fall 1985, pp. 21–32. URL consultato il 25 ottobre 2013.
- ^ What is the Relief Society?, in Frequently Asked Questions, Mormon.org, LDS Church. URL consultato il 25 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2013).
- ^ Why don’t Mormons have paid clergy?, in Frequently Asked Questions, Mormon.org, LDS Church. URL consultato il 25 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2013).
- ^ Mormons launch online push to ordain women to the priesthood, su sltrib.com, The Salt Lake Tribune.
- ^ Ordination of women In Eastern Orthodoxy, mainline & liberal Protestant denominations, & other religions, su religioustolerance.org. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Orthodox Women and Pastoral Praxis, in The St. Nina Quarterly, Spring 1999. URL consultato il 2 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
- ^ Kallistos Ware, Man, Woman and the Priesthood of Christ, in Thomas Hopko (a cura di), Women and the Priesthood, New, Crestwood, NY, St. Vladimir's Seminary Press, 1999 [1982], p. 16, ISBN 978-0-88141-146-1. as quoted in John Wijngaards, Women deacons in the early church: historical texts and contemporary debates, New York, Herder & Herder, 2006, ISBN 0-8245-2393-8.
- ^ John Anthony McGuckin, ''The Orthodox Church'' (John Wiley & Sons 2010 ISBN 978-1-44439383-5), p. 327, Books.google.com, 9 dicembre 2010, ISBN 978-1-4443-9383-5. URL consultato il 12 novembre 2013.
- ^ Gary Macy et al., ''Women Deacons'' (Paulist Press 2011 ISBN 978-1-61643052-8), Books.google.com, 2011, ISBN 978-1-61643-052-8. URL consultato il 12 novembre 2013.
- ^ Phyllis Zagano, America | The National Catholic Weekly - 'Grant Her Your Spirit', su americamagazine.org, 8 ottobre 2004. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2006).
- ^ Toward a Complete Expression of the Diaconate: Discerning the Ministry Women Deacons (PDF), su orthodoxwomen.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2008).
- ^ a b Hagopian, David. "Trading Places: The Priesthood of All Believers" The Center for Reformed Theology and Apologetics (CRTA), 1990. Accessed 21 Jan 2013
- ^ Spijker, W. Van 'T, ''The Ecclesiastical Offices in the Thought of Martin Bucer'', BRILL, 1996 p. 177, Books.google.co.uk. URL consultato il 25 agosto 2014.
- ^ Williams ME., ''Immersion Bible Studies | James, 1 & 2 Peter, 1, 2 & 3 John, Jude'', Abingdon Press, 2012 Ch.2, Books.google.co.uk. URL consultato il 25 agosto 2014.
- ^ Margaret Bacon, Mothers of Feminism: The Story of Quaker Women in America, San Francisco, Harper & Row, 1986, pp. 24.
- ^ "The question of the ordination of women in the community of churches". Anglican Theological Review, Viser, Jan. Summer 2002. Accessed September 18, 2007
- ^ William Collier, The General Next to God (Fount, 1975)
- ^ Woman tapped as new Salvation Army leader, su washingtontimes.com, 31 gennaio 2011. URL consultato il 12 novembre 2013.
- ^ Jeff Brooke-Stewart, John Colby, Preacher of the Gospel, su chepachetfreewill.org. URL consultato il 21 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ Historical Timeline: The United Church of Canada, su united-church.ca, 17 gennaio 2008. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2010).
- ^ Maud Jensen, 1904-1998, su gcah.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2012).
- ^ Fundamentalist Pillar., Time (periodico), 8 luglio 1946. URL consultato il 25 settembre 2007 (archiviato il 30 settembre 2007).«Fundamentalist ecstasy and hallelujah-shouting were a vital part of masterful, deep-voiced Alma White's faith. On it she built a sect called Pillar of Fire—with 4,000 followers, 61 churches, seven schools, ten periodicals and two broadcasting stations. Last week, as it must even to 'the only woman bishop in the world', Death came to the Pillar of Fire's 84-year-old founder.»
- ^ Bishop v. Drink., Time, 18 dicembre 1939. URL consultato il 21 agosto 2007 (archiviato il 23 agosto 2007).«Her church became known as the Pillar of Fire. Widowed, Mrs. White started a pious, shouting, camp-meeting community in New Jersey, named it Zarephath after the place where the 'widow woman' sustained Elijah. Alma White was soon acting like a bishop toward her flock [and] Pillar of Fire consecrated her as such in 1918. [She] built 49 churches, three colleges. She edits six magazines, travels continually between Zarephath and the West. ... She has two radio stations, WAWZ at Zarephath, KPOF in Denver, where her Alma Temple is also a thriving concern.»
- ^ Sociology by Beth B. Hess, Elizabeth Warren Markson, Peter J. Stein
- ^ The Bible in history: how the texts have shaped the times By David William Kling (pg. 272)
- ^ Institute for the Study of American Evangelicals, su wheaton.edu, 29 giugno 2010. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2008).
- ^ a b Female leadership in the Christian Scriptures, su religioustolerance.org. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Consider Richard Clark Kroeger and Catherine Clark Kroeger, "I Suffer Not a Woman: Rethinking 1 Timothy 2:11-15 in Light of Ancient Evidence", Grand Rapids, Michigan: Baker Books, 1992.
- ^ Alberto Piola, “Donna e sacerdozio", Effatà Editrice, 2006, p. 98
- ^ (EN) Rosaleen Macbrayne, “Queen's Birthday Honours: Right Rev Dr Penny Jamieson” in The New Zealand Herald del 7 giugno 2004
- ^ (EN) A history of the Episcopal Diocese of Washington, sul sito della Diocesi Episcopale di Washington Archiviato il 4 febbraio 2012 in Internet Archive.
- ^ (EN) Our Bishop, sul sito della Diocesi Anglicana di Christchurch (Nuova Zelanda)
- ^ The Rt. Rev. Gayle E. Harris, Bishop Suffragan sul sito della Diocesi Episcopale del Massachusetts
- ^ (EN) Nerva Cot Aguilera, Latin America's first woman bishop, dies at 71 in Episcopal news service, 11 luglio 2010
- ^ (EN) Copia archiviata, su canada.com. URL consultato il 30 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2008).
- ^ (EN) Joanne McCarthy, Firts woman bishop nominated, "The Herald", 11 marzo 2013 Archiviato il 29 novembre 2014 in Internet Archive.
- ^ (EN) Bishop Barbara Darling, sul sito della Diocesi anglicana di Melbourne Archiviato il 29 aprile 2013 in Internet Archive.
- ^ (EN) Opinion Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ The Rt. Rev. Mariann Edgar Budde | Episcopal Church, su episcopalchurch.org. URL consultato il 23 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2012).
- ^ (EN) http://www.churchofengland.org/media-centre/news/2012/07/south-east-asian-woman-ordained-into-church-of-england.aspx
- ^ M.T. Pontara Pederiva, Sud Africa, prima donna vescovo della chiesa anglicana. Una decisione storica per l’intero continente africano in vaticaninsider.lastampa.it, su vaticaninsider.lastampa.it (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012).
- ^ allAfrica.com: South Africa: Church Elects Woman Bishop
- ^ Washington National Cathedral: Biography for Bishop Vashti Murphy McKenzie Archiviato il 15 gennaio 2012 in Internet Archive.
- ^ (DE) http://www.emk.de/presseinfo-bischoefin-wenner.html
- ^ A.M.E. Zion Welcomes First Female Bishop
- ^ UMC in Mozambique Archiviato il 10 maggio 2015 in Internet Archive.
- ^ Bishop Teresa E. Snorton - Home
- ^ (DA) Biografia del vescovo Rebel sul sito della Chiesa di Danimarca Archiviato il 19 luglio 2011 in Internet Archive.
- ^ (DA) Dansk Kvindebiografisk Leksikon - Sofie Petersen
- ^ Luterani. Donna vescovo. La prima in Svezia in L'Unità, 22 aprile 1997, p. 5 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ (DE) http://www.kirchenkreis-muenchen.de/vita Archiviato il 3 luglio 2013 in Internet Archive.
- ^ (DE) http://www.nordkirche.de/adressen/personen/alt-bischoefinalt-bischof.html Archiviato il 14 gennaio 2013 in Internet Archive.
- ^ Svezia: diocesi di Härnösands elegge donna vescovo, su gianniverdoliva.it. URL consultato l'11 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2011).
- ^ NEV - Notizie evangeliche. Protestantesimo - ecumenismo - religioni, 11 novembre 2009 (PDF), su olir.it. URL consultato l'11 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
- ^ Maria Teresa Pontara Pederiva, Islanda, prima donna vescovo della chiesa evangelica, in Vatican Insider (lastampa.it) del 12 luglio 2012 Archiviato il 15 luglio 2012 in Internet Archive.
- ^ (IS) Sito della Rev. Sólveig Lára Guðmundsdóttir[collegamento interrotto]
- ^ (IS) Solveig Lára vígslubiskup á Hólum, “Morgunbladid”, 20 giugno 2012
- ^ (EN) Edward Broadbridge, Third woman bishop elected on Funen, www.interchurch.dk Archiviato il 29 novembre 2014 in Internet Archive.
- ^ Marianne Christiansen bispeviet i Haderslev - Folkekirken Archiviato il 29 novembre 2014 in Internet Archive.
- ^ (EN) Ragnar Tómas, Iceland’s New Bishop Advocates for a More Visible Church, 2 settembre 2024, su icelandreview.com.
- ^ Copia archiviata, su tribune.com.ng. URL consultato il 5 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2012).
- ^ Moravian Church Elects First Woman As Bishop * The Rev. Dr. Kay Ward Of Bethlehem Is The First Female To Be Chosen In The Sect's History. - Morning Call
- ^ Jana Šilerová :: Forum 2000, su forum2000.cz. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
- ^ “Donne-prete”: Roma locuta, causa finita, su corrispondenzaromana.it, 22 maggio 2020. URL consultato il 23 maggio 2020 (archiviato l'11 giugno 2014).
- ^ Ordinazione delle donne: il card. Joseph Ratzinger risponde ad una domanda di Peter Seewald ("Il sale della terra"), su papabenedettoxvitesti.blogspot.com.
- ^ Peter Seewald e Joseph Ratzinger, "Il sale della terra: Cristianesimo e Chiesa Cattolica nel XXI secolo" – Un colloquio con Peter Seewald, Edizioni San Paolo, 2005.
- ^ Orazio La Rocca, Donne cardinale, il sogno di Ratzinger "Voleva Madre Teresa con la porpora", su La Repubblica, 29 settembre 2013.
- ^ Lucetta Scaraffia, Una donna cardinale: Papa Francesco alle prese con l’ultimo tabù, su Il Messaggero, 24 settembre 2013.
- ^ MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL TEMA: "VITA, FAMIGLIA, SVILUPPO: IL RUOLO DELLE DONNE NELLA PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI" (VATICANO, 20-21 MARZO 2009), su vatican.va.
- ^ "Lettera Apostolica per la proclamazione di Ildegarda di Bingen a Dottore della Chiesa" su vatican.va, su vatican.va. URL consultato il 20 ottobre 2014.
- ^ L'apostolato delle donne nella chiesa (lettera del 2 novembre 1901), su Centro Giuseppina Berettoni.
- ^ Peterkiewicz Jerzy, The Third Adam, London 1975, Oxford University Press, ISBN 978-0192121981
- ^ Women Can Be Priests, su womenpriests.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2011).
- ^ Women's Ordination Worldwide, su womensordinationworldwide.org, 17 maggio 2009. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2010).
- ^ Catholic Women's Ordination, su catholic-womens-ordination.org.uk, 28 aprile 1998. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Donna Abramczyk, Woman says she was called to become a Catholic priest (TXT), su thenewsherald.com, 1º marzo 2010. URL consultato il 12 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Women Religious Break the Silence on Women's Ordination with Roy Bourgeois, su womensordination.org, 12 dicembre 2008. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2010).
- ^ Out of the Depths: The Story of Ludmila Javorova, Ordained Roman Catholic Priest, su amazon.com. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ Vatican decrees excommunication for participation in "ordination" of women, su catholicnewsagency.com, http://www.catholicnewsagency.com, 29 maggio 2008. URL consultato l'8 aprile 2015.
- ^ a b GC Session Actions, su Office of Archives, Statistics, and Research, General Conference of Seventh-day Adventists. URL consultato il 15 ottobre 2013.
- ^ (The GC and its Division) downloadable from this site: http://session.adventistfaith.org
- ^ North German Union Conference Constituency Session Votes to Ordain Women: Inter-European Division - Seventh-Day Adventist Church, su eud.adventist.org. URL consultato il 12 ottobre 2013.
- ^ Report: Women's Ordination Approved in CUC, Spectrum Magazine, su spectrummagazine.org, Spectrum. URL consultato il 3 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2014).
- ^ Delegates to the special constituency session vote to approve ordinations without regard to gender, su pacificunionrecorder.adventistfaith.org, Pacific Union Recorder. URL consultato il 3 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
- ^ Union Executive Committee Approves 14 Women and Two Men for Ordination, su pacificunionrecorder.adventistfaith.org, Pacific Union Recorder. URL consultato il 3 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2013).
- ^ Netherlands Union Conference Votes to Ordain Female Pastors | Kerkgenootschap der Zevende-dags Adventisten, su adventist.nl, 22 settembre 2013. URL consultato il 12 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2013).
- ^ Netherlands Ordains First Woman Pastor in Europe, su spectrummagazine.org, Spectrum. URL consultato il 3 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2013).
- ^ About the Theology of Ordination Study Committee, su adventistarchives.org, General Conference of Seventh-day Adventists.
- ^ a b RELIGION: Corona's Sandra Roberts makes Adventist history, su blog.pe.com. URL consultato il 28 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
- ^ "Delegates Vote 'No' on Issue of Women's Ordination" Archiviato il 24 novembre 2018 in Internet Archive.. Adventist Review Online (July 8, 2015). Retrieved on July 23, 2015.
- ^ Michelle Boorstein, Seventh-day Adventists vote against female ordination, su washingtonpost.com, The Washington Post, 29 giugno 2015. URL consultato il 13 luglio 2015.
- ^ a b "Delegates Vote 'No' on Issue of Women’s Ordination". Adventist News Network (July 8, 2015). Retrieved on July 23, 2015.
- ^ Susan Sered, Women of the Sacred Groves: Divine Priestesses of Okinawa, Oxford University Press, 1999, ISBN 0-19-512486-3.
- ^ Encyclopedia of Shinto—Home : Shrine Rituals : Gyōji sahō, su eos.kokugakuin.ac.jp. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ The Sikhism Home Page:Introduction to Sikhism, su sikhs.org, Sandeep Singh Brar. URL consultato il 15 aprile 2011.
- ^ Rights of a Sikh Woman, su sikhwomen.com. URL consultato il 15 aprile 2011.
- ^ China Pictorial, su rmhb.com.cn, 6 gennaio 1980. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
- ^ a b First female Taoist Fangzhang enthroned, su chinadaily.com.cn. URL consultato il 19 novembre 2010.
- ^ About the Temple of Ara, su templeofara.org. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2010).
- ^ The Avalonian Tradition, su witchvox.com, 23 agosto 2002. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2010).
- ^ Dianic Wiccan Clergy Priestess, su dianic-wicca.com. URL consultato il 19 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2010).
- ^ templeofdiana.org, https://www.templeofdiana.org/dianic-tradition .
- ^ Copia archiviata, su dominalunae.altervista.org. URL consultato il 27 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2019).
- ^ Molefi Kete, Encyclopedia of African religion, Volume 1, p. 335, ISBN 978-1-4129-3636-1.
- ^ Mariko Namba Walter e Eva Jane Neumann Fridman, Shamanism: an encyclopedia of world beliefs, practices, and culture, Volume 2, p. 451, ISBN 978-1-57607-645-3.
- ^ Solomon Alexander Nigosian, The Zoroastrian faith: tradition and modern research, p. 104, ISBN 978-0-7735-1144-6.
- ^ a b The Jury Is Still Out On Women as Parsi Priests, su parsikhabar.net, Parsi Khabar, 9 marzo 2011. URL consultato il 12 ottobre 2013.
- ^ A group of 8 Zartoshti women received their Mobedyar Certificate from Anjoman Mobedan in Iran, su amordad6485.blogfa.com.
- ^ Sedreh Pooshi by Female Mobedyar in Toronto Canada - Parsi Zoroastrian News, su ParsiNews.net. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2014).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Canon Law Society of America. The Canonical Implications of Ordaining Women to the Permanent Diaconate, 1995. ISBN 0-943616-71-9.
- Davies, J. G. "Deacons, Deaconesses, and Minor Orders in the Patristic Period," Journal of Ecclesiastical History, 1963, v. 14, p. 1-23.
- Elsen, Ute E. Women Officeholders in Early Christianity: Epigraphical and Literary Studies, Liturgical Press, 2000. ISBN 0-8146-5950-0.
- Deanne Hanna-Ewers, Great Women in Bahamian History: Bahamian Women Pioneers, Bloomington, Indiana, AuthorHouse, 2013, ISBN 978-1-4520-5398-1.
- Grudem, Wayne. Evangelical Feminism and Biblical Truth: An Analysis of Over 100 Disputed Questions, Multnomah Press, 2004. 1-57673-840-X.
- Gryson, Roger. The Ministry of Women in the Early Church, Liturgical Press, 1976. ISBN 0-8146-0899-X. Translation of: Le ministère des femmes dans l'Église ancienne, J. Duculot, 1972.
- LaPorte, Jean. The Role of Women in Early Christianity, Edwin Mellen Press, 1982. ISBN 0-88946-549-5.
- Madigan, Kevin, and Carolyn Osiek. Ordained Women in the Early Church: A Documentary History, Johns Hopkins University Press, 2005. ISBN 0-8018-7932-9.
- Martimort, Aimé Georges, Deaconesses: An Historical Study, Ignatius Press, 1986, ISBN 0-89870-114-7. Translation of: Les Diaconesses: Essai Historique, Edizioni Liturgiche, 1982.
- McGrath, Elsie Hainz (Editor), Meehan, Bridget Mary (Editor), and Raming, Ida (Editor). Women Find a Way: The Movement and Stories of Roman Catholic Womenpriests, Virtualbookworm.com Publishing, 2008. ISBN 978-1-60264-223-2.
- Miller, Patricia Cox. Women in Early Christianity: Translations from Greek Texts, Catholic University America Press, 2005. ISBN 0-8132-1417-3.
- Nadell, Pamela. Women Who Would Be Rabbis: A History of Women's Ordination, 1889–1985, Beacon Press, 1998. ISBN 0-8070-3649-8.
- Sered, Susan. Women of the Sacred Groves: Divine Priestesses of Okinawa, Oxford University Press, 1999. ISBN 0-19-512486-3.
- Spaeth, Barbette Stanley. The Roman goddess Ceres, University of Texas Press, 1996.
- Tisdale, Sallie. Women of the Way: Discovering 2,500 Years of Buddhist Wisdom, HarperOne, 2006. ISBN 978-0-06-059816-7
- Weaver, Mary Jo. New Catholic Women, Harper and Row, 1985, 1986. ISBN 0-253-20993-5.
- Wijngaards, John, The Ordination of Women in the Catholic Church. Unmasking a Cuckoo's Egg Tradition, Darton, Longman & Todd, 2001. ISBN 0-232-52420-3; Continuum, New York, 2001. ISBN 0-8264-1339-0.
- Wijngaards, John. Women Deacons in the Early Church: Historical Texts and Contemporary Debates, Herder & Herder, 2002, 2006. ISBN 0-8245-2393-8.**NO WOMEN IN HOLY ORDERS? The women deacons of the Early Church
- Winter, Miriam. Out of the Depths: The Story of Ludmila Javorova, Ordained Roman Catholic Priest, Crossroad General Interest, 2001. ISBN 978-0-8245-1889-9.
- Zagano, Phyllis. Holy Saturday: An Argument for the Restoration of the Female Diaconate in the Catholic Church, Herder & Herder, 2000. ISBN 978-0-8245-1832-5.
- Zagano, Phyllis. "Catholic Women Deacons: Present Tense," Worship 77:5 (September 2003) 386–408.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Diaconessa
- Episcopa Theodora
- Femminismo islamico
- In persona Christi
- Movimento della Dea
- Ordinazione sacerdotale LGBT nel cristianesimo
- Transustanziazione
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su sacerdozio femminile
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su sacerdozio femminile