Tangeri
Tangeri città | |
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طنجة ⵜⴰⵏⵊⴰ | |
Localizzazione | |
Stato | Marocco |
Regione | Tangeri-Tetouan-Al Hoceima |
Prefettura | Tangeri-Assila |
Amministrazione | |
Sindaco | Mounir Laymouri (PAM) dal 2021 |
Territorio | |
Coordinate | 35°46′N 5°48′W |
Altitudine | 56 m s.l.m. |
Superficie | 199,5 km² |
Abitanti | 1 150 030 (2021) |
Densità | 5 764,56 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 90000, 90010, 90020, 90030, 90040, 90050, 90060, 90070, 90080, 90090 e 90100 |
Fuso orario | UTC+0 |
ISO 3166-2 | MA-TNG |
Nome abitanti | tangerini o tingitani |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Tangeri (pron. /ˈtanʤeri/[1]; in arabo طنجة?, Ṭanja; in berbero: ⵜⴰⵏⵊⴰ; in francese: Tanger; in spagnolo: Tánger) è una città portuale del Marocco settentrionale. Il suo nome deriverebbe da una corruzione del toponimo latino Tingis, di probabile origine berbera.
Posizionato di fronte allo Stretto di Gibilterra, il suo porto è il maggiore del paese e la sua attività è in forte espansione, a seguito della costruzione dell'infrastruttura portuale denominata Tangeri Med.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]- Impero portoghese 1471-1661
- Regno d'Inghilterra 1661-1684
- Sultanato del Marocco 1684-1912
- Spagna 1912-1924
- Zona internazionale di Tangeri 1924-1956
- Marocco 1956-presente
Tangeri ha una storia antica e ricca, fu città fenicia, cartaginese, romana, e poi vandala, bizantina, araba, portoghese, spagnola e britannica.
La città fu conquistata dai Romani contro Cartagine nel 146 a.C., al termine dei conflitti che opposero le due grandi potenze mediterranee. Tangeri divenne colonia nel 38 a.C. durante il secondo triumvirato con il nome di Tingi. Dopo la conquista di Claudio divenne capitale della Mauretania Tingitana.
Nell'VIII secolo d.C. Tangeri divenne musulmana quando il governatore di Ifriqiya, Mūsà b. Nuṣayr, vi nominò come suo rappresentante il berbero Tāriq b. Ziyād.
Nell'area si insediarono poi comunità kharigite e lo Sharīf Idrīs b. ʿAbd Allāh vi fondò un Emirato sciita. Nel XV secolo i Portoghesi occuparono Ceuta (in arabo: Sebta) e nel 1471 Tangeri, dove rimasero fino al 1662, anno in cui gli Inglesi occuparono la città in quanto bene dotale di Caterina di Braganza, andata sposa a re Carlo II Stuart.[2]
Nel sultanato (1684-1912)
[modifica | modifica wikitesto]Nel XVII secolo si verificano tumulti ad opera della popolazione musulmana, guidati da al-Khadir Ghaylan dei Banu Jurfat. Solo nel 1684 però, con l'arrivo della dinastia alawita, Tangeri viene riconquistata dal sultanato marocchino, per opera del sultano Mawlāy Ismāʿīl (1672-1727).
Nel XIX secolo la città conobbe una crescente fortuna commerciale. Nel 1856 un Trattato anglo-marocchino vietò i monopoli di Stato che fino ad allora ne avevano frenato lo slancio economico e finanziario. La popolazione passò dai 5.000 abitanti degli inizi del secolo ai 20.000 del 1878, un quinto dei quali di religione ebraica. Giuseppe Garibaldi visse in esilio a Tangeri tra la fine del 1849 e la prima metà del 1850, a seguito della fallita impresa di dar vita alla Repubblica Romana.
La posizione geografica della città la rese centro di una rivalità diplomatica e commerciale tra le potenze europee tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.[3] All'inizio del XX secolo, la popolazione di Tangeri ammontava a 40.000 persone, di cui 20.000 musulmani, 10.000 ebrei e 9.000 europei (di cui 7.500 spagnoli).
Nel 1903-04 lo Sharīf Aḥmad al-Raysūnīi s'impadronì di alcuni cittadini occidentali e nel 1905 il Kaiser Guglielmo II inviò una piccola squadra navale, con l'incrociatore Panther, sbarcando le sue truppe per proteggere gli interessi tedeschi in città (la cosiddetta "crisi di Tangeri").
Spagna (1912-1923)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1912, con la soluzione della seconda crisi marocchina, fu stabilito che Tangeri fosse sottoposta a regime internazionale, ma prima di ciò fu sotto il governo della Spagna.
Città internazionale (1923-1956)
[modifica | modifica wikitesto]L'effettiva applicazione della Zona internazionale di Tangeri iniziò peraltro solo nel 1923 (Protocollo di Tangeri), e durò fino all'indipendenza del Marocco nel 1956. Esso comportava per Tangeri la neutralità politica e militare, la totale libertà di impresa e l'amministrazione internazionale sotto il governo di una commissione internazionale composta da Francia, Gran Bretagna e Spagna, cui si aggiunsero tra il 1928 e il 1929 anche l'Italia, il Portogallo il Belgio, i Paesi Bassi, la Svezia e gli Stati Uniti[4].
Il 4 novembre 1940, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra, braccati da due cacciatorpediniere britanniche, trovarono rifugio nel porto di Tangeri i due sommergibili italiani Michele Bianchi e Benedetto Brin[5]. Già territorio internazionale, tre mesi prima Tangeri era stata occupata dall'esercito spagnolo[5]. Tornò allo status di città internazionale nell'ottobre 1945. In tutto questo periodo l'economia crebbe vertiginosamente e Tangeri contava nel 1950 migliaia di società anonime e 85 banche, impegnate nel commercio e negli affari finanziari, mentre la popolazione si quadruplicava e gli europei (specialmente spagnoli) diventavano circa 31.000, a fronte di 40.000 musulmani e 15.000 ebrei.[6]
Il ritorno nel Marocco (1956-presente)
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre 1956 viene dichiarato il ritorno della città al Marocco, qualche mese prima diventato regno indipendente, che avviene definitivamente il 18 aprile 1960, quando le truppe marocchine entrano in città.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Clima
[modifica | modifica wikitesto]Tangeri (1961-1990)[7] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 16,2 | 16,8 | 17,9 | 19,2 | 21,9 | 24,9 | 28,3 | 28,6 | 27,3 | 23,7 | 19,6 | 17,0 | 16,7 | 19,7 | 27,3 | 23,5 | 21,8 |
T. min. media (°C) | 8,4 | 8,8 | 10,1 | 11,2 | 13,4 | 16,2 | 18,7 | 19,1 | 18,3 | 15,6 | 12,2 | 9,5 | 8,9 | 11,6 | 18,0 | 15,4 | 13,5 |
Precipitazioni (mm) | 103,5 | 98,7 | 71,8 | 62,2 | 37,3 | 13,9 | 2,1 | 2,5 | 14,9 | 65,1 | 134,6 | 129,3 | 331,5 | 171,3 | 18,5 | 214,6 | 735,9 |
Giorni di pioggia | 11,2 | 11,4 | 10,1 | 9,3 | 6,1 | 3,7 | 0,8 | 0,8 | 3,1 | 8,0 | 11,1 | 12,0 | 34,6 | 25,5 | 5,3 | 22,2 | 87,6 |
Ore di soleggiamento mensili | 170,5 | 169,5 | 232,5 | 252,0 | 297,6 | 306,0 | 344,1 | 331,7 | 276,0 | 238,7 | 180,0 | 167,4 | 507,4 | 782,1 | 981,8 | 694,7 | 2 966,0 |
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Edifici religiosi
[modifica | modifica wikitesto]- Grande Moschea di Tangeri
- Moschea Sidi Bou Abib
- Chiesa Anglicana di Sant'Andrea
- Chiesa dell'Immacolata Concezione
- Cattedrale di Nostra Signora dell'Assunzione
Musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo delle arti e delle antichità marocchine
- Museo dell'Ambasciata americana
- Museo di Arte Contemporanea
- Musée de Carmen-Macein
- Fondation Lorin
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La città è servita via terra dalla stazione di Tangeri-Ville, mentre via mare dal porto di Tangeri Med e per via aerea dall'Aeroporto di Tangeri-Ibn Battuta.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]Tangeri è gemellata con:
Panorama
[modifica | modifica wikitesto]Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Interno del museo dell'Ambasciata americana
-
Interno del museo dell'Ambasciata americana
-
Cimitero ebraico
-
Commercio di spezie
-
Cinema Rif in Tangeri con la dedica alle vittime del terremoto dell'8 settembre 2023
-
Una vista panoramica della città
Tangeri nella letteratura
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Tahar Ben Jelloun, Jour de silence à Tanger
- (FR) Mohamed Choukri, Le pain nu
- (EN) William S. Burroughs, Naked Lunch
- (EN) William S. Burroughs, Interzone (visione fittizia di Tangeri).
- (EN) Alec Waugh, The Loom of Youth, novella autobiografica
- (EN) Francis Van Wyck Mason, Two Tickets to Tangier,
- (EN) Modesty Blaise, striscia a fumetti.
- (EN) Frank G. Carpenter, Carpenter's World Travels: From Tangier to Tripoli, guida turística (1927).
- (EN) Paul Bowles, The Sheltering Sky (Il tè nel deserto), romanzo, 1949; Let It Come Down, novella ambientata nel periodo in cui Tangeri era città internazionale (1952)
- (ES) Ángel Vázquez, La vida perra de Juanita Narboni, 1982.
- (ES) Domingo Badía y Leblich (alias Ali Bey al-Abbasi), Viajes por Marruecos, descrive Tangeri all'inizio del XIX secolo.
- (ES) Paulo Coelho, El Alquimista
- (ES) Robert Wilson, El ciego de Sevilla
- (ES) Ramón Buenaventura, El año que viene en Tánger, novella, 1998.
- (ES) Leopoldo Ceballos, Historia de Tánger,
- (ES) Rocío Rojas Marcos, Tánger. La Ciudad Internacional, 2009.
- (ES) María Dueñas, El tiempo entre costuras, novella, 2009.
- (ES) Oliverio Girondo, Tánger in Calcomanías, 1925.
- (ES) Jorge Luis Borges, El Inmortal, nel libro El Aleph, 1949
- Carlos Varo, Rosa Mystica
- Carlo Parri, Rosario Greco o della normalità, 2012
- (IT) Vittorio Bodini, I misteri di Tangeri, Gazzetta del Mezzogiorno, n°298 del 28/10/1951, pag.3
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Luciano Canepari, Tangeri, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
Meno consigliata la pronuncia [tanˈʤɛri]. - ^ Con molti dettagli e anche illustrazioni, in Martin Malcolm Elbl, Portuguese Tangier (1471-1662): Colonial Urban Fabric as Cross-Cultural Skeleton (Peterborough: Baywolf Press, 2013).
- ^ (FR) David Bensoussan, Il Était Une Fois Le Maroc: Témoignages Du Passé Judéo-Marocain, Québec, Éditions Du Lys, 2010, ISBN 978-2-922505-21-4.
- ^ Agreement revising the Convention of December 18, 1923, relating to the Organisation of the Statute of the Tangier Zone and Agreement, Special Provisions, Notes and Final Protocol relating thereto. Signed at Paris, July 25, 1928 [1929] LNTSer 68; 87 LNTS 211, su worldlii.org, 1928.
- ^ a b Goly Maioli, Squali d'acciaio, Fratelli Melita Editori, La Spezia, 1988, pag. 134.
- ^ Tangier(s), su jewishvirtuallibrary.org, Jewish Virtual Library (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).
- ^ Climatological Information for Tangier, Morocco, su hko.gov.hk, Hong Kong Observatory. URL consultato il 17 ottobre 2011.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- J.-L. MIège, Le Maroc et l'Europe, 1830-1894, Parigi, 1961-3
- A. Bendaoud - Mohammad Maniar (edd.), Tanger 1800-1956, Rabat et Tanger, 1991
- F. Tamburini, L'internazionalizzazione di Tangeri nella politica estera italiana (1919-1956), Pisa, 2007
- Martin M. Elbl, Portuguese Tangier (1471-1662): Colonial Urban Fabric as Cross-Cultural Skeleton, Peterborough, 2013
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Tangeri
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tangeri
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Tangeri
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su tanger.ma.
- Tangeri, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ettore Anchieri, TANGERI, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Massimo Bruzio, Ettore Anchieri, TANGERI, in Enciclopedia Italiana, II Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1949.
- Riccardo Riccardi, Pietro Romanelli, Marcello Giudici, TANGERI, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Tangeri, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Tingi, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Tangier, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 152467358 · ISNI (EN) 0000 0001 1230 0260 · SBN LIAL003817 · LCCN (EN) n82094861 · GND (DE) 4105771-5 · BNE (ES) XX450798 (data) · BNF (FR) cb12323335k (data) · J9U (EN, HE) 987007559497505171 |
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