Università degli Studi di Torino
Università degli Studi di Torino | |
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Il Rettorato dell'Ateneo torinese | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Torino |
Altre sedi | Aosta, Alba, Asti, Biella, Collegno, Cuneo, Grugliasco, Ivrea, Moretta, Orbassano, Savigliano[1][2][3], Venaria Reale[4] |
Dati generali | |
Nome latino | Alma Universitas Taurinensis (Alma Felix Universitas Studii Taurinensis)[5] |
Soprannome | UniTo |
Fondazione | 1404 |
Tipo | Statale |
Rettore | Stefano Geuna |
Studenti | 81 000 (2023)[6] |
Dipendenti | 1 700 amministrativi ca. |
Colori | Rosso Grigio e Bianco |
Sport | CUS Torino |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
L'Università degli Studi di Torino (in acronimo UNITO) è un'università statale italiana, fondata a Torino agli albori del XV secolo.[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio dell'anno 825 il capitolare di Corteolona dell'imperatore Lotario I[8][9] istituì le scuole imperiali. Oltre a Pavia (capitale del Regno d'Italia dipendente dall'Impero carolingio), anche Torino ebbe la scuola di diritto, di retorica e arti liberali; alla sede torinese facevano inoltre riferimento gli studenti di Ventimiglia, Albenga, Vado e Alba.[10][11]
L'università propriamente detta fu istituita nel 1404 quando, per iniziativa del principe Ludovico di Acaia, l'antipapa Benedetto XIII emise la bolla di fondazione dello studium di Torino. Primo cancelliere fu Giovanni da Rivalta.[12]
Iniziò a prendere una forma moderna, sul modello dell'Università di Bologna, con la riforma di Emanuele Filiberto, ma non si sviluppò molto fino alla riforma di Vittorio Amedeo II che, divenuto re di Sicilia, affidò al siciliano Francesco d'Aguirre il compito di modernizzare e laicizzare l'Università e ne fece un modello di riferimento per molte altre università, tra le quali la Sorbona di Parigi che, secondo Filippo Cordova, fu riformata da Napoleone seguendo il modello voluto da Vittorio Amedeo e Francesco d'Aguirre per l'università di Torino.
Nell'Ottocento l'università crebbe molto, fino a diventare una delle più prestigiose in Italia e uno dei punti di riferimento del positivismo italiano, con docenti come Cesare Lombroso, Carlo Forlanini e Arturo Graf. Dal secondo dopoguerra e fino alla fine del secolo, l'incremento del numero di studenti e lo sviluppo edilizio sono stati rilevanti, ma l'università perse gran parte della sua centralità; il ruolo scientifico dell'ateneo ritrovò in seguito un nuovo impulso grazie alla collaborazione con altri centri di ricerca nazionali e internazionali, con gli enti locali e con il ministero dell'istruzione. Alla fine degli anni novanta le sedi di Alessandria, Novara e Vercelli si sono rese autonome, costituendo la nuova università del Piemonte Orientale. La statua di Minerva, realizzata da Vincenzo Vela nel 1858 su commissione di Pedro V di Portogallo[13] e originariamente destinata all'accademia di belle arti di Lisbona, fu acquisita per la città nel 1895. Dopo il restauro del 2003 fu trasferita dalla Galleria civica d'arte moderna al cortile interno del palazzo dell'università.[14]
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Dipartimenti
[modifica | modifica wikitesto]L'università è organizzata nei seguenti dipartimenti:[15]
- Biotecnologie molecolari e scienze per la salute
- Chimica
- Culture, politica e società
- Economia e statistica
- Filosofia e scienze dell'educazione
- Fisica
- Giurisprudenza
- Informatica
- Lingue e letterature straniere e culture moderne
- Management
- Matematica
- Neuroscienze
- Oncologia
- Psicologia
- Scienza e tecnologia del farmaco
- Scienze agrarie, forestali e alimentari
- Scienze chirurgiche
- Scienze cliniche e biologiche
- Scienze economico-sociali e matematico-statistiche
- Scienze mediche
- Scienze, progetto e politiche del territorio
- Scienze della sanità pubblica e pediatriche
- Scienze della terra
- Scienze veterinarie
- Scienze della vita e biologia dei sistemi
- Studi storici
- Studi umanistici
Scuole
[modifica | modifica wikitesto]L'ateneo ha altresì predisposto le seguenti scuole:[16]
- Agraria e medicina veterinaria
- Management ed economia
- Medicina
- Scienze giuridiche, politiche ed economico-sociali
- Scienze della natura
- Scienze umanistiche
Scuola di studi superiori
[modifica | modifica wikitesto]Dall'ottobre 2009 presso l'ateneo è istituita una scuola di studi superiori (SSST), intitolata a Ferdinando Rossi, che affianca ai normali corsi universitari. Dopo aver superato un esame di selezione, gli studenti ammessi e che rispettano requisiti di merito hanno diritto a una borsa di studio per le tasse universitarie e alla permanenza in una residenza universitaria.
Ricerca
[modifica | modifica wikitesto]Presso l'università di Torino sono attivi diversi centri di ricerca,[17] tra cui:
- Centro di eccellenza per la didattica, l'assistenza e la ricerca in campo odontostomatologico (polo didattico Dental School del Lingotto, Via Nizza 230, Torino)
- CIM (centro imaging molecolare)
- Collegio "Carlo Alberto", centro di ricerca nell'area dell'economia, delle scienze statistiche e sociali.[18]
- ICxT (ICT e innovazione per società e territorio)[19] nato dalla collaborazione di otto dipartimenti (culture politica e società; economia; giurisprudenza; informatica; management; psicologia; scienze della vita e biologia dei sistemi; statistica), con l'obiettivo di fare ricerche e sviluppi innovativi di prodotti, servizi e progetti insieme alle imprese e di un incubatore d'impresa presso cui vengono attivati gli spin-off relativi alla ricerca scientifica denominato "2I3T", in compartecipazione con la città di Torino e Finpiemonte. Dispone di due siti, uno per gli spin-off attivi nella ricerca chimico-farmaceutica (complesso ex-Edilscuola di via Quarello) e uno per quelli attivi nella ricerca biotecnologica (Biotech school di via Nizza).
- MBC (molecular biotecnology center; scuola universitaria di biotecnologie)
- NIS (nanostructured interfaces and surfaces; superfici ed interfasi nanostrutturate)
- NICO (neuroscience institute Cavalieri Ottolenghi; centro di ricerca sulle neuroscienze presso Azienda Ospedaliera universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano)
- Centro "G. Scansetti" per lo Studio degli Amianti e di Altri Particolati Nocivi[20]
Musei
[modifica | modifica wikitesto]La storia delle collezioni scientifiche dell'ateneo torinese inizia con la creazione del museo dell'università, voluto nel 1739 da Carlo Emanuele III. Nel corso del tempo esse si sono arricchite e organizzate in musei indipendenti, costituendo uno straordinario patrimonio di beni culturali scientifici.
Oggi questi musei sono al centro di progetti di valorizzazione sviluppati con la collaborazione tra ateneo, regione Piemonte, città di Torino e ministero dell'Istruzione.
I musei di mineralogia, di geologia e paleontologia, di zoologia e anatomia comparata sono stati affidati in convenzione al museo regionale di scienze naturali nel 1980.
I musei di anatomia umana, antropologia criminale e antropologia e etnografia rientrano nel progetto "museo dell'uomo". Quest'ultimo, che si sta realizzando in collaborazione tra l'università e la regione, troverà sede nel palazzo dove è già visitabile il museo di anatomia.
Biblioteche
[modifica | modifica wikitesto]Le biblioteche dell'università di Torino sono suddivise in biblioteche di facoltà, interdipartimentali e di dipartimento.
Orto botanico
[modifica | modifica wikitesto]È presente un orto botanico, legato al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, situato nelle vicinanze del Parco del Valentino. Al suo interno è presente un percorso per ipovedenti e non vedenti, dotato di schede in Braille, poste accanto alle specie botaniche che possono quindi essere toccate direttamente dopo aver avuto le relative e sintetiche informazioni scientifiche.
Rettori
[modifica | modifica wikitesto]- Cesare Nani (1898-1899)[21]
- Francesco Ruffini (1910-1913)
- Alfredo Pochettino (1924-1928)
- Luigi Einaudi (1943-1945)
- Mario Allara (1945-1971)
- Guido Sasso (1972-1975)
- Giorgio Cavallo (1975-1984)
- Mario Umberto Dianzani (1984-1996)
- Rinaldo Bertolino (1996-2004)
- Ezio Pelizzetti (2004-2013)
- Gianmaria Ajani (2013-2019)
- Stefano Geuna (dal 2019)
Identità visiva
[modifica | modifica wikitesto]Il logo (o stemma, o marchio) è il simbolo identitario dell'ateneo. Fino al 2022 era formato dal sigillo vero e proprio e dal testo disposto a circondare la parte grafica. Nella parte grafica si riconoscono tre elementi fondamentali:
- un toro (che richiama la città di Torino);
- su questo un'aquila rivolta verso il Sole (a simboleggiare la sapienza che deriva dallo studio) e la corona portata dall'aquila, a testimoniare il potere imperiale che con un suo diploma conferma la Casa Savoia come detentrice del controllo sull'istituto;
- i tre libri su quali è appoggiato il toro, che raffigurano le prime tre Facoltà istituite dall'Università.
Nel testo è leggibile Sigil∗Vnivers∗Avgustae∗Tavrinorvm, cioè Sigillum Universitas Augustae Taurinorum.[22]
Il 28 giugno 2022 è stato pubblicamente presentato il nuovo logo universitario, di colore rosso, che ridisegna parzialmente gli elementi fondamentali e sostituisce la precedente scritta con la nuova Universitas Studii Taurinensis 1404.[23]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Il precedente logo, tratto dallo storico sigillo d'Ateneo
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sedi metropolitane (Torino e provincia), su unito.it. URL consultato il 12 agosto 2018.
- ^ Sedi extrametropolitane, su unito.it. URL consultato il 12 agosto 2018.
- ^ Estratto del "Rapporto di Sostenibilità 2015-2016" (PDF), su unito.it. URL consultato il 12 agosto 2018.
- ^ Struttura universitaria in scienze per la conservazione, restauro, valorizzazione dei beni culturali – Struttura, su conservazionerestauro.campusnet.unito.it. URL consultato il 31 gennaio 2020.
- ^ ALMA FELIX UNIVERSITAS STUDII TAURINENSIS. Lo studio generale dalle origini al primo Cinquecento, su equilibrilibreria.it.
- ^ unito.it, https://www.unito.it/ateneo/chi-siamo/unito-cifre .
- ^ UniPd, p.10.
- ^ HLOTARII, Constitutiones Olonnenses. A. 825, in Monumenta Germaniae Historica, Leges, II, pp. 248-250
- ^ Ludovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, parte II, tomo I, p. 151
- ^ Prospero Balbo, Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, Torino 1825, pag.211-213
- ^ T. De Partouneaux, Storia della conquista di Lombardia fatta da Carlo Magno e delle cagioni che mutarono nell'alta Italia sotto Ottone il Grande - La dominazione francese in dominazione germanica, Milano, 1842, Epoca prima, Libro II, Capitolo IV, pag. 136
- ^ STORIA DELL’ARCHIVIO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO CRONOLOGIA (PDF), su archiviostorico.unito.it.
- ^ Il re Pedro V del Portogallo fu in visita alla corte sabauda nel luglio 1855.
- ^ Bertone, Tomiato, 2011, 600-601.
- ^ Dipartimenti, su unito.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
- ^ Scuole, su unito.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
- ^ Centri, su Università di Torino, 27 ottobre 2014. URL consultato il 26 febbraio 2024.
- ^ http://www.carloalberto.org/
- ^ ICT e innovazione per società e territorio, su icxt.di.unito.it. URL consultato il 6 dicembre 2018.
- ^ Centro Interdipartimentale per lo Studio degli Amianti e di altri Particolati Nocivi "Giovanni Scansetti", su www.centroscansetti.unito.it. URL consultato il 26 febbraio 2024.
- ^ https://www.museotorino.it/resources/pdf/books/512/
- ^ Identità e sigillo, su unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 31 maggio 2019.
- ^ Mostra e lancio nuovo logo, su unito.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Virginia Bertone, Monica Tomiato, Gli anni torinesi di Vincenzo Vela. Appunti su committenze pubbliche e private, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Università più antiche in attività
- Palazzo dell'Università (Torino)
- Palazzo del Collegio delle Province
- Storia dell'Università degli Studi di Torino
- Campus Luigi Einaudi
- AOU Città della Salute e della Scienza
- CUS Torino
- Corale Universitaria di Torino
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Università degli Studi di Torino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN, ZH) Sito ufficiale, su unito.it.
- (EN) University of Turin, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Eventi organizzati da Università degli Studi di Torino, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (EN) Università degli Studi di Torino, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- UniToNews, su unitonews.it.
- UniTo Media, su media.unito.it.
- Associazione Amici dell'Università degli Studi di Torino, su amiciunito.it.
- L'Universitàchecontinua, su universitachecontinua.it.
- FRidA - Il Forum della Ricerca di Ateneo, su frida.unito.it.
- (en) Scholars and Literati at the University of Torino (1404–1800), in Repertorium Eruditorum Totius Europae/RETE.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126121637 · ISNI (EN) 0000 0001 2336 6580 · BAV 494/6358 · LCCN (EN) n79029777 · GND (DE) 1011229-7 · BNF (FR) cb119955996 (data) · J9U (EN, HE) 987007269478505171 |
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