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Anouk Aimée

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Anouk Aimée nel 1952

Anouk Aimée, pseudonimo di Nicole Françoise Florence Dreyfus (Parigi, 27 aprile 1932Parigi, 18 giugno 2024[1]), è stata un'attrice francese. Vinse nel 1980 il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes per il film Salto nel vuoto di Marco Bellocchio. Nel 2002 le fu conferito il Premio César onorario e nel 2003 l'Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino.

Figlia di Henri Dreyfus (alias Henry Murray), attore francese di origine ebraica, e di Geneviève Sorya (nata Geneviève Durand)[2], altra nota attrice francese, cominciò la propria carriera cinematografica nel 1947, a 15 anni. Dopo alcune apparizioni minori, si fece notare per qualche valida interpretazione guidata da registi di valore come André Cayatte in Gli amanti di Verona (1949), e Alexandre Astruc in La tenda scarlatta (1953), affermandosi definitivamente in Italia con Federico Fellini, che la diresse in La dolce vita (1960) e (1963), e in Francia con Jacques Demy in Lola - Donna di vita (1961).

Anouk Aimée sul set de La dolce vita (1960)

La consacrazione internazionale giunse nel 1966 con Un uomo, una donna di Claude Lelouch, al fianco di Jean-Louis Trintignant e di Pierre Barouh, che fu suo marito fra il 1966 e il 1969. Seguirono L'amante perduta, Una sera, un treno, entrambi del 1968, e Rapporto a quattro (1969), quest'ultimo diretto dal regista statunitense George Cukor. Chiamata nuovamente da Lelouch a interpretare Vivere per vivere (1967), Chissà se lo farei ancora (1976) e Un uomo, una donna oggi (1986), tornò al cinema italiano dopo una lunga assenza nel 1980 con Salto nel vuoto di Marco Bellocchio, grazie al quale vinse il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, e con La tragedia di un uomo ridicolo (1981) di Bernardo Bertolucci.

Nel 1994 interpretò il ruolo di una stilista in Prêt-à-Porter di Robert Altman, film sul mondo della moda. Nel 2003 le venne assegnato l'Orso d'oro alla carriera al Festival del Cinema di Berlino. Nel 2019 venne nuovamente diretta da Lelouch in I migliori anni della nostra vita, terzo episodio dopo il grande successo di Un uomo, una donna (1966), e dopo Un uomo, una donna oggi (1986), sempre con Trintignant.

Anouk Aimée è morta a Parigi il 18 giugno 2024 all'età di 92 anni.[3]

Fu sposata quattro volte: con Édouard Zimmermann (1949-1950), Nico Papatakis (1951-1954), Pierre Barouh (1966-1969) e Albert Finney (1970-1978). Dal secondo matrimonio nacque la sua unica figlia, Manuella. Le furono attribuite relazioni, da lei mai smentite, con Warren Beatty e Omar Sharif.[4] Sostenne attivamente le iniziative di Jane Goodall.[5]

Considerata "una delle cento stelle più sexy della storia del cinema", secondo un sondaggio del 1995 condotto da Empire, il suo stile di recitazione è spesso quello di femme fatale, con un'aura malinconica, valorizzata da grandi registi di fama internazionale come Vittorio De Sica in Il giudizio universale (1961), Sidney Lumet in La virtù sdraiata (1969) e Federico Fellini in La dolce vita (1960) e (1963).

Riconoscimenti

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Doppiatrici italiane

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Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Anouk Aimée è stata doppiata da:

  • David Dye, Child and Youth Actors: Filmography of Their Entire Careers, 1914-1985, Jefferson, NC, McFarland & Co., 2002, p. 3.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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