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Do Not Track

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Do not track è un header HTTP, una direttiva di controllo delle pagine web che comunica al server web la preferenza dell'utente riguardo alla raccolta dei suoi dati di navigazione, raccolta che viene utilizzata per esempio nel caso delle pubblicità personalizzate.

Caratteristiche

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Lo scopo dello header do not track è richiedere a una determinata applicazione web la sospensione della raccolta delle informazioni circa l'utente che sta visitando la pagina. Si trova in fase di standardizzazione da parte del consorzio W3C.[1]

Lo header attualmente accetta tre possibili valori: 1 nel caso in cui l'utente non voglia essere tracciato (opt out), 0 nel caso in cui l'utente voglia essere tracciato (opt in), oppure valore assente o non inviato nel caso in cui l'utente non abbia espresso una preferenza. Il comportamento di default dei browser è quello di non inviare lo header fino a che l'utente sceglie manualmente di abilitarlo. Questa è una caratteristica importante di questo header, che è progettato per essere presente solo dietro esplicita richiesta dell'utilizzatore.

Nel 2007 numerose associazioni di consumatori hanno chiesto alla Federal Trade Commission degli Stati Uniti di creare una lista di do not track per la pubblicità online. Il proposito era quello di richiedere che chi fa pubblicità sul web dovesse inviare le proprie informazioni all'FTC, il quale avrebbe a sua volta provveduto a creare una lista, leggibile da un computer, dei nomi di dominio usati da queste società per inserire cookie o comunque tracciare le attività dei consumatori sul web.[2]

Lo header è stato proposto originariamente nel 2009 dai ricercatori Christopher Soghoian, Sid Stamm e Dan Kaminsky.[3]

Supporto da parte dei browser

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Nel gennaio 2011 Mozilla ha annunciato il supporto per il meccanismo DNT nel suo browser Firefox.[4] Microsoft Internet Explorer,[5] Apple Safari[6] e Opera hanno aggiunto il supporto.[7] Il 31 maggio 2012 Microsoft ha inserito in Internet Explorer 10, release preview di Windows 8, l'header do not track impostato di default su 1[8], con lo scopo di proteggere i propri utenti. Google Chrome, invece, supporta questa funzione dalla versione 23.

La versione 42 di Mozilla, rilasciata a novembre 2015, per la prima volta implementa una funzionalità che blocca attivamente i contenuti caricati dai siti Web nel browser come banner pubblicitari ritenuti inadeguati, script per il tracciamento, pulsanti di condivisione "social", pixel traccianti, mentre in passato i browser si limitavano a bloccare passivamente il salvataggio dei contenuti remoti sulla cache locale.[9].

  1. ^ Tracking Protection Working Group, in W3C. URL consultato il 22 febbraio 2012.
  2. ^ The History of the Do Not Track Header (PDF), su cdt.org, 31 ottobre 2007. URL consultato il 22 febbraio 2012.
  3. ^ Christopher Soghoian, The History of the Do Not Track Header, in Slight Paranoia. URL consultato il 22 febbraio 2012.
  4. ^ Julia Angwin, Web Tool On Firefox To Deter Tracking, in Wall Street Journal, 21 gennaio 2011. URL consultato il 22 febbraio 2012.
  5. ^ Julia Angwin, Microsoft Adds Do-Not-Track Tool to Browser, in Wall Street Journal, 15 marzo 2011. URL consultato il 22 febbraio 2012.
  6. ^ Nick Wingfield, Apple Adds Do-Not-Track Tool to New Browser, in Wall Street Journal, 14 aprile 2011.
  7. ^ Opera Desktop Team, Core update with Do Not Track, and mail and theme fixes, su my.opera.com, 11 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2012).
  8. ^ Advancing Consumer Trust and Privacy: Internet Explorer in Windows 8, su blogs.technet.com, 31 maggio 2012. URL consultato il 4 giugno 2012.
  9. ^ Punto informatico.it, 4 novembre 2015

Collegamenti esterni

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