Vai al contenuto

Scarabaeus sacer

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Scarabeo sacro
Scarabaeus sacer Linnaeus, 1758
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumArthropoda
ClasseInsecta
OrdineColeoptera
FamigliaScarabaeidae
SottofamigliaScarabaeinae
TribùScarabaeini
GenereScarabaeus
SottogenereS. (Scarabeus)
SpecieS. sacer
Nomenclatura binomiale
Scarabaeus sacer
Linnaeus, 1758

Lo scarabeo sacro (Scarabaeus sacer Linnaeus, 1758) è una delle specie più caratteristiche del genere Scarabaeus. Lo scarabeo sacro viene anche talvolta indicato con il nome di scarabeo stercorario, tuttavia questa espressione si riferisce informalmente ad una grande varietà di scarabeidi che realizzano pallottole di sterco; se usata in senso specifico, indica la specie Geotrupes stercorarius.

Tratto più caratteristico di tutti gli appartenenti al genere è la produzione di pallottole di sterco destinate sia all'alimentazione degli adulti che alla funzione di incubatrice per le larve.

Nella cultura

[modifica | modifica wikitesto]
Rilievo scolpito su un cartiglio raffigurante Thutmose III sulla parete del grande tempio di Amon, Karnak

Lo scarabeo sacro è uno degli scarabei più famosi e rappresentati nella cultura.[1] Per gli antichi egizi, lo scarabeo sacro era un simbolo di Khepri, la manifestazione mattutina del dio sole Ra, da un'analogia tra il comportamento dello scarabeo di far rotolare una palla di sterco sul terreno e il compito di Khepri di far rotolare il sole attraverso il cielo.[2] Di conseguenza ritenevano sacra la specie.[3]

Gli egiziani osservavano anche giovani coleotteri emergere dalla palla di sterco, da cui dedussero erroneamente che lo scarabeo maschio fosse in grado di riprodursi senza bisogno di una femmina, semplicemente iniettando il suo sperma nella palla di sterco. Da ciò trassero parallelismi con il loro dio Atum, che generò i propri figli da solo.[2]

Lo scarabeo sacro fu, inoltre, la specie che per prima suscitò l'interesse di William Sharp Macleay e lo attirò alla carriera nell'entomologia.[4]

  1. ^ Maurice Burton e Robert Burton, Scarab beetle, in Volume 16, The International Wildlife Encyclopedia, 3rd, Marshall Cavendish, 2002, pp. 2252–2254, ISBN 978-0-7614-7282-7.
  2. ^ a b Pat Remler, Scarab beetle, in Egyptian Mythology A to Z, 3rd, Infobase Publishing, 2010, pp. 169–171, ISBN 978-1-60413-926-6.
  3. ^ Paul Eggleton, The State of the World's Insects, in Annual Review of Environment and Resources, vol. 45, 2020, pp. 61–82, DOI:10.1146/annurev-environ-012420-050035.
  4. ^ Robert Patterson, Letter V. Order Coleoptera, in Letters on the natural history of the insects mentioned in Shakspeare's plays, with incidental notices of the entomology of Ireland, W. S. Orr & Co., 1838, pp. 63–76.

Grzimek, Bernhard - Vita degli animali vol 2 - Bramante Editrice, 1973 Milano (prima edizione 1969 Zurigo)

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Artropodi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di artropodi