289P/Blanpain
Cometa 289P/Blanpain | |
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La cometa Blanpain ripresa dal telescopio spaziale WISE l'11 gennaio 2020 | |
Stella madre | Sole |
Scoperta | 28 novembre 1819 |
Scopritore | Jean-Jacques Blanpain |
Designazioni alternative | 1819 IV, D/1819 W1, 2003 WY25 |
Parametri orbitali | |
(all'epoca 2460760,5 26 marzo 2025[1]) | |
Semiasse maggiore | 3,0439132 au |
Perielio | 0,9543407 au |
Afelio | 5,133 au |
Periodo orbitale | 5,31 anni |
Inclinazione orbitale | 5,90049° |
Eccentricità | 0,6864757 |
Longitudine del nodo ascendente | 68,89233° |
Argom. del perielio | 9,87957° |
Anomalia media | 356,41777° |
Par. Tisserand (TJ) | 2,817[2] (calcolato) |
Ultimo perielio | 20 dicembre 2019 |
Prossimo perielio | 14 aprile 2025 |
MOID da Terra | 0,0157254 au[2] |
Dati fisici | |
Dimensioni | 160 m[3] |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | |
Magnitudine ass. | 22,1 |
Magnitudine ass. |
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289P/Blanpain, o anche Cometa Blanpain, è una cometa periodica appartenente al gruppo della famiglia delle comete gioviane.
Storia osservativa
[modifica | modifica wikitesto]La cometa fu scoperta il 28 novembre 1819 da Jean-Jacques Blanpain, allora direttore dell'osservatorio di Marsiglia, nella costellazione della Vergine. La cometa appariva nebulosa, ma non presentava alcuna coda.[6] Analoga descrizione ne diede Jean-Louis Pons che la scoprì indipendentemente la notte del 5 dicembre da Marlia, vicino Lucca. La cometa fu osservata in seguito da Alexis Bouvard da Parigi, il 14 dicembre e nei giorni seguenti, da Pietro Caturegli dalla Specola di Bologna e, infine, da Francesco Carlini dall'osservatorio astronomico di Brera. L'osservazione di Carlini del 25 gennaio 1820 fu l'ultima ad essere registrata della cometa.[6]
Johann Franz Encke calcolò un'orbita per la cometa, stimando che questa fosse transitata al perielio il 21 novembre e percorresse una traiettoria chiusa con periodo di 4,81 anni. I calcoli furono ripetuti e aggiornati da Irénée Lagarde dell'osservatorio di Parigi, che stimò il periodo orbitale in 5,10 anni e che il transito per il perielio fosse avvenuto il 20 novembre. Ad ogni modo, la cometa successivamente non fu più osservata e fu infine considerata perduta.[6]
La cometa è stata ritrovata il 22 novembre 2003, quando fu scoperta come un oggetto con magnitudine 18,8 nell'ambito del Catalina Sky Survey. Furono anche individuate delle immagini di prescoperta del 25 ottobre 2003 acquisite nell'ambito del progetto di ricerca di oggetti near-Earth LONEOS. Dall'aspetto asteroidale, ricevette la designazione provvisoria 2003 WY25.[5] Fu identificata come la perduta cometa Blanpain indipendentemente da Marco Micheli e Peter Jenniskens nel 2005;[7] l'identificazione fu infine confermata da Brian Marsden.[8]
La cometa Blanpain non era stata osservata per 34 passaggi al perielio, per 183 anni, e sia la scoperta, sia la riscoperta erano state favorite da passaggi ravvicinati alla Terra.[7]
La cometa è stata riosservata nel 2013, individuata da Pan-STARRS,[9] e ciò ha permesso di numerarla definitivamente.
Caratteristiche fisiche
[modifica | modifica wikitesto]Questa cometa ha un diametro di circa 160 m[3] e una massa stimata in 2×1010 kg - valori relativamente piccoli per una cometa; di conseguenza, 289P/Blanpain non riesce ad avere una elevata attività cometaria ed ha una magnitudine apparente molto bassa. Quando però eccezionalmente viene a trovarsi molto vicina alla Terra, ma subito oltre la sua orbita, può manifestare un incremento di diverse magnitudini in luminosità; è questa la situazione che si è verificata nel 2003.[4]
Parametri orbitali
[modifica | modifica wikitesto]La cometa completa un'orbita attorno al Sole in 5,31 anni. Il perielio è interno all'orbita della Terra, ad una distanza di 0,954 au dalla stella; l'afelio è prossimo all'orbita di Giove, a 5,133 au. L'orbita, inclinata di circa 6° rispetto al piano dell'eclittica, ha un'eccentricità mediamente elevata.[1]
Con una MOID con Giove di 0,216775 au, la cometa ha incontri relativamente frequenti col pianeta,[2] che ne alterano l'orbita, determinando allontanamenti od avvicinamenti del perielio dal Sole. La cometa ha anche una MOID con l'orbita della Terra di 0,0164523 unità astronomiche (2 461 230 km).[2] L'ultimo passaggio ravvicinato alla Terra è avvenuto l'11 gennaio 2020.[2]
Sciame meteorico
[modifica | modifica wikitesto]Poiché la cometa e la Terra transitano periodicamente per posizioni molto vicine tra loro (come indica il valore della MOID), il pianeta potrebbe trovarsi ad attraversare la nube composta dalle particelle espulse dalla cometa durante il suo periodo di attività in prossimità del Sole; in alternativa, uno sciame meteorico potrebbe originarsi da una frammentazione del nucleo. L'astronomo britannico Harold Bytham Ridley nel 1957 fu il primo a suggerire che la cometa potesse essere il corpo progenitore di uno sciame meteorico, le Fenicidi di dicembre:[8][10] questo sciame, visibile solo dall'emisfero australe e dai tropici è stato scoperto a seguito della pioggia meteorica del 5 dicembre 1956. Peter Jenniskens ed Esko Lyytinen nel 2005 hanno anche loro correlato le Fenicidi con la Cometa Blanpain e avanzato l'ipotesi che l'episodio del 1956 sia stato determinato dalla frammentazione del suo nucleo cometario.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b I dati di 289P dal sito MPC.
- ^ a b c d e f I dati di 289P nello Small-Body Database del JPL.
- ^ a b D. Jewitt, p. 2331, 2006.
- ^ a b S. Yoshida,, 2020.
- ^ a b (EN) MPEC 2003-W41 : 2003 WY25, in Minor Planet Electronic Circular, Minor Planet Center, 22 novembre 2003. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ a b c (EN) Gary W. Kronk, D/1819 W1 (Blanpain), su Cometography. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ a b (EN) Daniel W. E. Green, IAUC 8485: D/1819 W1, 13 febbraio 2005. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ a b (EN) 2003 WY25 (P/Blanpain-Catalina), in BAA Comet Section : New comets discovered in 2003, British Astronomical Association, 2 novembre 2022 (aggiornamento). URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ (EN) MPEC 2013-N20 : 2003 WY25, in Minor Planet Electronic Circular, 6 luglio 2013. URL consultato il 13 giugno 2023.
- ^ a b P. Jenniskens ed E. Lyytinen, 2005.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) P. Jenniskens e E. Lyytinen, Meteor Showers from the Debris of Broken Comets: D/1819 W1 (Blanpain), 2003 WY25, and the Phoenicids, in The Astronomical Journal, vol. 130, n. 3, 2005, pp. 1286-1290, DOI:10.1086/432469.
- (EN) David Jewitt, Comet D/1819 W1 (Blanpain): Not Dead Yet, in The Astronomical Journal, vol. 131, n. 4, 2006, pp. 2327-2331, DOI:10.1086/500390.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) 289P/Blanpain - Dati riportati nel database dell'IAU, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center.
- (EN) 289P/Blanpain - Dati riportati nello Small-Body Database, su ssd.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory.
- (EN) 289P/Blanpain - Dati riportati sul sito di Kazuo Kinoshita, su jcometobs.web.fc2.com.
- (EN) 289P/Blanpain - Dati riportati sul sito di Seiichi Yoshida, su aerith.net.
- (EN) MPEC 2019-W179 : COMET 289P/Blanpain
- (EN) Nakano Note (Nakano wa Kangaeru noda) NK 2539 P/Blanpain (1819 W1 = 2003 WY25)
- (EN) Rising from Ashes or Dying Flash? Mega Outburst of Small Comet 289P/Blanpain in 2013