Augusto Bianchi (generale)
Augusto Bianchi | |
---|---|
Nascita | Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, 31 ottobre 1867 |
Morte | Bologna, 3 dicembre 1918 |
Cause della morte | malattia polmonare |
Luogo di sepoltura | Cimitero monumentale della Certosa di Bologna |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | fanteria |
Corpo | 35° 36ª brigata Pistoia |
Unità | Stato maggiore generale |
Reparto | III battaglione |
Anni di servizio | 1890 - 1918 |
Grado | Generale di Brigata |
Comandanti | Luigi Nelson Pirzio Biroli |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Comandante di | III° battaglione 35ª brigata Pistoia |
Decorazioni | Medaglia di bronzo Croce al merito di guerra |
Studi militari | Accademia militare |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Augusto Bianchi (Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, 31 ottobre 1867 – Bologna, 3 dicembre 1918) è stato un generale italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Entrato fin da giovane nella accademia militare di Modena, dove uscì con il grado di sottotenente. fu per molto tempo al Comando generale di Bologna. Per i suoi ottimi servigi ricevette la nomina a Cavaliere ufficiale del Regno. Allo scoppio della grande guerra, con il grado di Colonnello, fu inviato al fronte al comando del III° battaglione del 35º reggimento Fanteria "Brigata Pistoia" comandato dal generale Luigi Nelson Pirzio Biroli
Nella Dodicesima battaglia dell'Isonzo i due reggimenti della Brigata furono impiegati a proteggere il ripiegamento delle divisioni 36^ e 63^, rimanendo a stretto contatto con il nemico ed ingaggiando violentissimi combattimenti. Il 5 novembre il 36 reggimento fu circondato presso Tramonti di Sopra ed annientato. il 35º reggimento riuscì a rompere l'accerchiamento, ma subì la stessa sorte il giorno seguente.[1] Promosso generale di brigata, Augusto Bianchi cominciò a stare male. La causa fu il gas asfissiante che aveva inalato durante le fasi della battaglia. Dopo una lunga degenza all'ospedale a Bologna spirò il 3 dicembre 1918 a soli 51 anni lasciando la moglie e cinque figli. Gli fu conferita la Croce di guerra postuma[2] Il suo nome figura nel Lapidario della Basilica di Santo Stefano a Bologna[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Hudi Log, 24-26 maggio 1917
— Gennaio 1920
Note
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Augusto Bianchi, in Storia e Memoria di Bologna, Comune di Bologna.