Caterina d'Asburgo (1507-1578)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Caterina d'Asburgo
Caterina d'Asburgo ritratta da Antonio Moro, Museo del Prado.
Regina consorte del Portogallo e delle Algarve
In carica10 febbraio 1525 –
11 giugno 1557
PredecessoreEleonora d'Asburgo
SuccessoreAnna d'Austria
NascitaTorquemada, Castiglia, 14 gennaio 1507
MorteLisbona, Portogallo, 12 febbraio 1578
Luogo di sepolturaMonastero dos Jerónimos, Belém, Lisbona
Casa realeCasa d'Asburgo
PadreFilippo I d'Asburgo
MadreGiovanna di Castiglia
Consorte diGiovanni III del Portogallo
FigliAlfonso
Maria Emanuela
Isabella
Beatrice
Manuele
Filippo
Dionigi
Giovanni Manuele
Antonio
ReligioneCattolicesimo
Firma

Caterina d'Asburgo (Torquemada, 14 gennaio 1507Lisbona, 12 febbraio 1578), regina del Portogallo.

Era l'ultima figlia di Giovanna regina di Castiglia detta la Pazza[1] e del duca di Borgogna Filippo I d'Asburgo.

Non conobbe mai il padre perché lui morì prima della sua nascita e, in seguito alla morte di Filippo, la madre Giovanna fu rinchiusa, in quanto ritenuta insana di mente, nel castello di Tordesillas. Caterina quindi nacque praticamente in stato di prigionia e condusse una infanzia segregata accanto alla madre. Tra le due si sviluppò un rapporto strettissimo: nel 1518 Carlo, il futuro re di Spagna, visto con i propri occhi lo stato di segregazione in cui viveva la bambina, costretta a guardare i coetanei giocare dall'alto di una torre, la sottrasse di nascosto alla madre. Immediatamente, sia la bambina che Giovanna si lasciarono andare alla disperazione, minacciando di lasciarsi morire: dopo pochi giorni furono ricongiunte.

Caterina crebbe quindi priva di lussi e di una educazione appropriata per il suo rango. Anzi, le stanze in cui alloggiava erano davvero fatiscenti se paragonate ai palazzi regali in cui erano cresciuti e che tuttora abitavano i fratelli più grandi. Insieme alla madre, dovette subire spesso le angherie dei nobili incaricati di sorvegliarle, nutrendosi male e indossando soltanto miseri abiti di lana grezza. Tale ambiente quindi influì sulla sua personalità.

Il fratello Carlo V la diede in sposa a Giovanni III Aviz. Le nozze vennero celebrate il 10 febbraio 1525.

Caterina era molto preoccupata per l'educazione della sua famiglia. Accumulò una biblioteca considerevole e stabilì una specie di salone a corte[2]. Ha portato con sé un certo numero di donne studiose, tra cui le umaniste Joana Vaz e Públia Hortênsia de Castro, e la poetessa Luisa Sigea de Velasco[2][3]. Vaz era responsabile dell'educazione della principessa Maria, così come della nipote di Caterina, anche chiamata Maria[2][4].

Dopo la morte dell'ultimo figlio ed erede al trono nel 1554 e poi di quella del marito nel 1557, Caterina divenne per alcuni anni la reggente del Portogallo in nome del nipote Sebastiano I, che successe al trono a soli tre anni.

Collezionista

[modifica | modifica wikitesto]

Caterina aveva una delle prime e più belle collezioni di porcellane cinesi in Europa grazie alla sua posizione come sorella minore dell'imperatore Carlo V e regina del Portogallo. Seguiva una tradizione stabilita prima dal re portoghese Manuele I che aveva acquistato porcellane per sua moglie, Maria di Castiglia, che era la zia di Caterina. Tra il 1511 e il 1514, il "Tesoriere delle Spezie" a Lisbona "registrò un totale di 692 pezzi di porcellana e altri prodotti esotici" acquistati per suo conto per Maria di Castiglia[5]. Tra le altre "esotiche" della collezione di Caterina c'erano denti di squalo fossilizzati, una testa di serpente incastonata d'oro, pietre di diaspro a forma di cuore per fermare il sanguinamento, un ramo di corallo usato come protettore contro gli spiriti maligni, pietre di bezoar, un corno di unicorno (una zanna di narvalo) e pile di gemme sciolte e pietre come rubini, smeraldi e diamanti[6].

Caterina si spense, ormai anziana, a Lisbona il 12 febbraio 1578, risparmiandosi così di assistere alla morte di Sebastiano.

Caterina e Giovanni ebbero nove figli ma solo due raggiunsero l'età adulta:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Federico III Ernesto I  
 
Cimburga di Masovia  
Massimiliano I  
Eleonora d'Aviz Edoardo del Portogallo  
 
Eleonora d'Aragona  
Filippo I  
Carlo I di Borgogna Filippo III di Borgogna  
 
Isabella del Portogallo  
Maria di Borgogna  
Isabella di Borbone Carlo I di Borbone  
 
Agnese di Borgogna  
Caterina d'Asburgo  
Giovanni II d'Aragona Ferdinando I d'Aragona  
 
Eleonora d'Alburquerque  
Ferdinando II d'Aragona  
Giovanna Enríquez Federico Enriquez  
 
Marina Fernández di Cordoba e Ayala  
Giovanna di Castiglia  
Giovanni II di Castiglia Enrico II di Castiglia  
 
Caterina di Lancàster  
Isabella di Castiglia  
Isabella del Portogallo Giovanni d'Aviz  
 
Isabella di Braganza  
 
  1. ^ Annemarie Jordan, The Development of Catherine of Austria's Collection in the Queen's Household: Its Character and Cost, Providence, R. I., Brown University, 1994, p. 700.
  2. ^ a b c Malcolm Walsby e Natasha Constantinidou, Documenting the Early Modern Book World: Inventories and Catalogues in Manuscript and Print, Brill, 2013, pp. 101-103.
  3. ^ Rosie Wyles e Edith Hall, Women Classical Scholars: Unsealing the Fountain from the Renaissance to Jacqueline de Romilly, Oxford University Press, 2016, pp. 58-59, ISBN 978-0-19-103829-7.
  4. ^ Charles Ralph Boxer, João de Barros: Portuguese Humanist and Historian of Asia, Concept Publishing Company, 1981, pp. 17-18.
  5. ^ Teresa Canepa, "The Iberian royal courts of Lisbon and Madrid, and their role in spreading a taste for Chinese porcelain in 16th-century Europe", Ibid, p. 17.
  6. ^ Annemarie Jordan Gshwend, "In the Tradition of Princely Collections: Curiosities and Exotica in the Kunstkammer of Catherine of Austria," in Bulletin of the Society for Renaissance Studies, Volume XIII, Number 1 (October 1995), p. 142.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Regina consorte del Portogallo Successore
Eleonora d'Asburgo 10 febbraio 1525 – 11 giugno 1557 Anna d'Asburgo
Controllo di autoritàVIAF (EN37725563 · ISNI (EN0000 0001 2024 0923 · BAV 495/331756 · CERL cnp00554569 · LCCN (ENn96075572 · GND (DE119388871 · BNE (ESXX1179947 (data) · BNF (FRcb124934135 (data)