Francesco III d'Este
Francesco III d'Este | |
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Francesco III d'Este ritratto nel XVIII secolo | |
Duca di Modena e Reggio | |
In carica | 26 ottobre 1737 – 22 febbraio 1780 |
Predecessore | Rinaldo |
Successore | Ercole III |
Signore di Varese | |
In carica | 23 giugno 1765 – 22 febbraio 1780 |
Predecessore | titolo creato |
Successore | titolo estinto |
Nome completo | Francesco Maria d'Este |
Altri titoli | Duca della Mirandola |
Nascita | Modena, 2 luglio 1698 |
Morte | Varese, 22 febbraio 1780 (81 anni) |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Giubiano, Varese |
Casa reale | Este |
Padre | Rinaldo d'Este |
Madre | Carlotta Felicita di Brunswick e Lüneburg |
Consorti | Carlotta Aglaia d'Orléans Maria Teresa Castelbarco Visconti ved. Simonetta Renata Teresa d'Arrach ved. Melzi |
Figli | Maria Teresa Ercole Matilde Maria Fortunata Benedetto Filippo Maria Elisabetta |
Religione | Cattolicesimo |
Francesco III d'Este (Modena, 2 luglio 1698 – Varese, 22 febbraio 1780) fu duca di Modena e Reggio dal 1737 al 1780, e signore di Varese dal 1765 al 1780.
Considerando i soli duchi di Modena capitale, Francesco III è stato quello che ha regnato per più tempo, per 43 anni. È invece Niccolò III il sovrano estense più longevo, essendo stato Marchese di Ferrara, Modena e Reggio per 48 anni, dal 1393 al 1441.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Modena il 2 luglio 1698 dal duca Rinaldo d'Este e di Carlotta Felicita di Brunswick-Lüneburg.
Matrimoni
[modifica | modifica wikitesto]Sposò Carlotta Aglaia di Borbone-Orléans (1700 – 1761); rimasto vedovo, sposò con matrimonio morganatico, dapprima (1761-65) Maria Teresa Castelbarco Visconti, vedova Simonetta, poi (nel 1766) Renata Teresa d'Harrach, vedova Melzi, che gli sopravvisse. Da nessuna delle ultime due mogli pare aver avuto figli, né legittimi né illegittimi.
Nel 1741 Francesco III concluse il matrimonio del figlio Ercole con Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del Ducato di Massa e Carrara, e così il Ducato di Modena e Reggio, acquistò l'ambìto sbocco al mare.
Duca di Modena e Reggio
[modifica | modifica wikitesto]Il matrimonio con Carlotta Aglaia d'Orléans fu effettuato per procura alle Tuileries il 12 febbraio 1720, ma la principessa giunse a Modena solo nel giugno successivo. A Modena la principessa entrò quasi subito in contrasto col suocero ed anche col marito, tanto che Carlotta tentò di far annullare il matrimonio[1].
Nel 1734 Francesco, per evitare la cattura da parte delle truppe austro-sarde si rifugiò a Genova e successivamente in Francia e Inghilterra[1]. Il Duca Francesco infine si arruolò sotto le bandiere imperiali, combatté contro i turchi in Ungheria, fu nominato generale d’artiglieria e rientrò a Modena il 4 dicembre 1737, dopo la morte del padre[1]. La moglie, che era a Parigi, lo raggiunse a Modena solo alla fine del giugno 1739. Dopo questa riunione, cercò di barcamenarsi fra Borbone e Asburgo, ma il gioco non gli riuscì, e l'ultimatum austro-sardo lo costrinse a spostarsi a Padova[1]. Infine nella guerra per la successione d’Austria si arruolò nell'esercito spagnolo, dove servì fino al 1747, ma il Ducato di Modena e Reggio, toltogli all’inizio della guerra, gli fu restituito solo nel 1748 con la pace di Aquisgrana[1].
Per risanare le esauste finanze del Ducato dopo le guerre di successione polacca e austriaca, vendette per 100 000 zecchini i più pregiati quadri della Galleria Estense ad Augusto III Re di Polonia e principe elettore di Sassonia, che li trasferì a Dresda. Tale episodio, noto nella storia dell'arte come vendita di Dresda, fu una delle più importanti alienazioni del patrimonio pittorico italiano.
A quel punto il ducato non aveva più amici in Europa, considerando che i rapporti con Spagna, Francia ed Austria erano fortemente deteriorati, pertanto il Duca decise a questo punto di appoggiarsi agli Asburgo[1]. Quindi si avvicinò sempre più all'Austria, e su suggerimento inglese, nel 1753 combinò il fidanzamento della nipote Maria Beatrice Ricciarda, di soli tre anni – unica nata ancora in vita del figlio Ercole e di Maria Teresa Cybo-Malaspina – con l'Arciduca Pietro Leopoldo, figlio maschio terzogenito di Maria Teresa d'Austria. Con un trattato segreto stipulato contestualmente all'accordo matrimoniale, Francesco designava l'arciduca come erede in caso di estinzione della linea maschile degli Este e riceveva in cambio la garanzia imperiale sulla sopravvivenza degli Stati estensi come entità separata dai restanti domini asburgici. In più, egli otteneva la nomina ad "Amministratore e capitano generale della Lombardia austriaca" fino alla maggiore età dell'arciduca, che avrebbe allora assunto le funzioni di governatore. Nel 1761 la morte improvvisa dell'arciduca Carlo Giuseppe, secondogenito maschio degli Asburgo-Lorena, sembrò scompaginare il quadro: Pietro Leopoldo, prendendo il posto del fratello defunto, saliva, per così dire, di un gradino nella scala della successione e diventava erede del Granducato di Toscana, ricevendo anche in dote la promessa sposa di Carlo Giuseppe, l'infanta di Spagna, Maria Luisa di Borbone, ma con ciò diventavano del tutto anacronistiche le previsioni dei trattati del 1753. Francesco III e la corte austriaca non ebbero però tentennamenti e, nonostante la veemente opposizione di Ercole, padre della fidanzata, firmarono nel 1763 un nuovo accordo che lasciava intatte le clausole di dieci anni prima, semplicemente sostituendo il nome di Pietro Leopoldo con quello del fratello minore Ferdinando, che all'epoca dei precedenti accordi non era neppure ancora nato e che era quindi assai più giovane della sua promessa.
Uomo accorto ed abile amministratore, il duca si rese conto che la carica interinale di governatore che gli era stata conferita aveva solo funzioni onorifiche, sicché si adattò a lasciare le leve effettive del potere a Beltrame Cristiani, plenipotenziario imperiale e, dopo la morte di questo a Carlo Giuseppe di Firmian. Egli cercò comunque nei primi anni di svolgere una politica estera autonoma rispetto a quella viennese, ma il rovesciamento delle alleanze operato nel 1756 gli tolse ogni spazio di manovra. Cercò allora di cogliere il massimo dei vantaggi economici offertigli dalla carica, entrando al tempo stesso in ottimi rapporti con l'aristocrazia lombarda, grazie anche al matrimonio contratto con Teresa di Castelbarco, vedova del conte Antonio Simonetta.
Signore di Varese
[modifica | modifica wikitesto]Il 23 giugno 1765 l'imperatrice Maria Teresa d'Austria decise di trasformare la città di Varese in feudo non trasmissibile, e la concesse a Francesco III, che vi fece l'ingresso ufficiale il 2 luglio 1766, accolto da una grande festa. Il duca si stabilì presso Villa Orrigoni, in pieno centro, che fece via via sistemare ed ampliare, trasformandola nell'odierno Palazzo Estense. Fece altresì costruire un vasto giardino, modellato a somiglianza del palazzo imperiale di Schönbrunn, a Vienna. Dal punto di vista del governo, introdusse nuove e più stringenti regole igieniche per la macellazione degli animali, riordinò il sistema scolastico cittadino, fissò visite mediche gratuite per i più poveri e favorì con atti di mecenatismo lo sviluppo della cultura (spettacoli teatrali, balli pubblici e sale da gioco).
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Fu sovrano illuminato, anche se libertino nei costumi: regolò l'urbanistica di Modena e vi introdusse la numerazione delle case; istituì l'ospedale, l'Albergo dei Poveri, oggi Palazzo dei Musei, l'Orto Botanico; fece costruire la Via Vandelli[2] che collegava Modena alla Toscana e al Tirreno e fece redigere, primo sovrano in Italia, un Codice di leggi, il famoso «Codice Estense» del 1771 che fu il progenitore di tutte le codificazioni dell'Ottocento.
Pur con tutte le difficoltà causate dalle tensioni in Europa fra le grandi potenze, egli si dimostrò un duca assai migliore di quanto fosse lecito sperare dal suo comportamento da principe ereditario. Aderì agli ideali illuministici e questo si riverberò positivamente sulla situazione economica perché l'incameramento dei beni ecclesiastici, il «rinnovo» urbanistico della capitale, l'introduzione delle prime macchine, crearono sviluppo ed occupazione.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Il duca morì al Palazzo Estense di Varese il 22 febbraio 1780, rassegnato all'estinzione del casato, data la mancanza di eredi maschi del figlio Ercole III, anche se nel contratto di matrimonio della nipote con l'arciduca d'Austria era previsto che i figli ereditassero il nome d'Este e quindi i duchi successivi vengono indicati come Austria-Este.
Fu sepolto presso il convento dei frati Cappuccini di Casbeno (poi soppresso sotto la Repubblica Cisalpina, le cui strutture sono state inglobate dal liceo classico Ernesto Cairoli). Le sue spoglie sono state poi traslate al cimitero monumentale di Giubiano.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Francesco III ebbe complessivamente tredici figli, ma solo nove dalla moglie legittima:
Figli legittimi:
- Alfonso (1723-1725);
- Francesco Costantino (1724-1725);
- Maria Teresa (1726-1754) sposò Luigi Giovanni Maria di Borbone, Duca di Penthièvre;
- Ercole III d'Este (1727-1803) Duca dal 1780 al 1797, continuatore della dinastia. Sposò nel 1741 Maria Teresa Cybo-Malaspina;
- Matilde (1729-1803);
- Maria Fortunata (1731-1803) sposò Luigi Francesco Giuseppe di Borbone-Conti, Principe di Conti;
- Beatrice (1734-1736);
- Benedetto Filippo (1736-1751) Abate, Proposto di Santa Maria della Pomposa, Arciprete di Bondeno
- Maria Elisabetta (1741-1774).
Figli illegittimi - cui venne imposto il cognome “Tesdè” fino alla morte del padre, e “d’Este” a partire dal 1780:
- Francesco Ippolito Zavardino (1720-1782), Duca della Mirandola e Concordia
- Francesco Maria (1743-1821), Conte di S. Andrea, Abate di Nonantola, Vescovo di Anastasiopoli e Vescovo di Reggio Emilia, avuto da Stéphanie de Mouton, damigella della duchessa Carlotta[3];
- Federico Benedetto (1745-1820), Conte di S. Romano, trattò l'armistizio con Napoleone;
- Bernardino (-1750), morto infante.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luciano Chiappini, Gli Estensi, Varese, 1988. ISBN non esistente
- Marina Romanello, Francesco III d'Este Duca di Modena e Reggio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 49, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco III d'Este
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Francésco III d'Este duca di Modena e Reggio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luigi Simeoni, FRANCESCO III d'Este, duca di Modena e Reggio, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- Francésco III, su sapere.it, De Agostini.
- Marina Romanello, FRANCESCO III d'Este, duca di Modena e Reggio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 49, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997.
- Opere di Francesco III d'Este, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Francesco III d'Este, su Open Library, Internet Archive.
- Le collezioni della Corte Estense, su ECA - Este Court Archives: il patrimonio artistico della Corte Estense, Provincia di Ferrara. URL consultato il 6 giugno 2018.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 120784081 · ISNI (EN) 0000 0000 8013 1318 · SBN MUSV027350 · CERL cnp00540647 · LCCN (EN) nr90009392 · GND (DE) 118863525 · BNF (FR) cb12203778c (data) · J9U (EN, HE) 987007293178805171 |
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