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Fricativa glottidale sorda

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Fricativa glottidale sorda
IPA - numero146
IPA - testoh
IPA - immagine
UnicodeU+0068
Entityh
SAMPAh
X-SAMPAh
Kirshenbaumh
Ascolto
noicon

La fricativa glottidale sorda o fricativa glottale sorda, detta anche acca, è un tipo di suono usato in alcune lingue parlate che si comporta spesso come una consonante, ma talvolta è più simile ad una vocale, o è indeterminato nel suo comportamento. Il simbolo nell'alfabeto fonetico internazionale che rappresenta questo suono è h, e il simbolo equivalente X-SAMPA è h. Il simbolo in questione rappresenta dunque un'H/h latina.

Le persone che mancano di questo suono nella loro lingua nativa hanno spesso difficoltà quando tentano di produrlo - in particolare, i parlanti del francese.

Anche se [h] è stata descritta come una vocale sorda, perché in molte lingue non possiede il luogo e il modo di articolazione di una consonante tipica, esso non ha neanche l'altezza e la posizione di una vocale tipica:

«[h] e [ɦ] sono state descritte come equivalenti sorde aspirate delle vocali che le seguono [ma] la forma del tratto vocale […] è spesso semplicemente quella dei suoni circostanti. [...] Di conseguenza, in tali casi è più appropriato considerare [h] e [ɦ] come segmenti che hanno solo una specificazione laringea e non sono marcati per tutte le altre caratteristiche. Ci sono altre lingue [come l'ebraico e l'arabo] che mostrano una dislocazione più definita delle frequenze formanti per [h], suggerendo che essa ha una restrizione [glottidale] associata alla sua produzione.[1]»

Caratteristiche

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La consonante fricativa glottidale sorda presenta le seguenti caratteristiche:

  • In alcune lingue, ha il modo di articolazione ristretto di una fricativa. Tuttavia, in molte lingue se non nella maggior parte è uno stato di transizione della glottide, senza alcun modo di articolazione diverso dal suo tipo di fonazione. Poiché non esiste alcun'altra restrizione che produca frizioni del tratto vocale nelle lingue con cui hanno familiarità, molti fonetisti non considerano più [h] come una fricativa. Tuttavia, il termine "fricativa" è generalmente mantenuto per ragioni storiche.
  • Può avere un luogo di articolazione glottidale. Tuttavia, può non avere alcuna articolazione fricativa, nel qual caso il termine "glottidale" si riferisce solo alla natura della sua fonazione, e non descrive l'ubicazione del restringimento né la turbolenza. Tutte le consonanti eccetto le glottidali, e tutte le vocali, hanno un luogo di articolazione individuale in aggiunta allo stato della glottide. Come con tutte le altre consonanti, le vocali circostanti ne influenzano la pronuncia, e [h] è stata talvolta presentata come una vocale sorda, avendo il luogo di articolazione delle vocali circostanti di questo tipo.
  • Il suo tipo di fonazione è sordo, il che significa che l'aria passa attraverso le corde vocali senza farle vibrare.
  • È una consonante orale, il che significa che l'aria si fa uscire attraverso la bocca.
  • Poiché è pronunciata nella gola, senza una componente della bocca, la dicotomia centrale/laterale non si applica.
  • Il meccanismo con cui si forma il flusso d'aria è egressivo polmonare (esalazione), il che significa che essa è articolata spingendo l'aria fuori dai polmoni e attraverso il tratto vocale, piuttosto che dalla glottide o dalla bocca.

L'italiano standard non possiede il suono [h], mentre la lettera h non ha un valore fonetico autonomo. Un'eccezione si può avere, "ma solo come realizzazione facoltativa, quando compare in interiezioni (ah, eh, ehm, oh, ecc.). In tal caso h può corrispondere ad una fricativa glottidale [...]. Accanto alla pronuncia usuale di ah, eh, ehm e simili ([a], [ɛ] o [e], [ɛm], più o meno prolungati), è quindi possibile sentire occasionalmente, specie in caso d'iterazione: [ha], [hɛ], [he], [hɛm], ecc.".[2]

In Toscana, nella zona fiorentina, il fonema /h/ è l'usuale realizzazione dell'indebolimento del fonema italiano standard dell'occlusiva velare sorda e diventa una fricativa glottidale sorda.

Vi sono altre realizzazioni possibili, in certi casi ad esempio /k/ può semplicemente diventare fricativa [x], ma senza ulteriore indebolimento, mentre nel toscano occidentale (pisano, livornese e lucchese) l'indebolimento giunge al dileguo totale. In molte aree di questa zona geografica l'aspirazione continua però a persistere, sebbene si realizzi perlopiù come [x].

Nella lingua latina classica, la lettera H rappresentava il suono della fricativa glottidale sorda, fonema presente nel latino nativo in molte parole.

Era pronunciata aspirata, ed era quasi considerata come vocale anziché come consonante; di solito si trovava in posizione iniziale, ad eccezione di alcune parole come 'mihi'.

Le consonanti aspirate vennero importate dal Greco; erano suoni non presenti nel Latino standard, come nel caso dei digrammi PH, TH, SH, CH, che in Greco erano rappresentati da lettere singole (Φ, Θ, Σ). Queste trascrizioni permisero a tali suoni di entrare nella lingua latina, pronunciate rispettivamente come [pʰ], [tʰ], [sʰ] e [kʰ].

Tuttavia, il fonema della fricativa glottidale sorda scomparve nel periodo medioevale, così come le consonanti aspirate mutarono pronuncia. È ignoto però se cambiarono prima nelle rispettive consonanti fricative [ɸ],[θ],[ʃ] e [x], oppure persero l'aspirazione e divennero semplicemente pronunciate come le normali consonanti.

Il primo caso può essere probabile per quanto concerne la parola italiana "filosofia", che deriva dal latino "phĭlŏsŏphĭa", con pronuncia originale [pʰɪlɔˈsɔpʰɪa], per poi mutare in epoca classica in [ɸɪlɔ'sɔɸɪa]. Successivamente la consonante /ɸ/ sarebbe mutata in /f/ come nel caso delle parole italiane che derivano dal latino contenenti "PH" a "F".

Lingua Parola IPA Significato Note
Araba Standard[3] هَاتِف [ˈhaːt̪if] "telefono" Vedi Fonologia araba
Armeno հայերեն [hajɛɹɛn] "armeno"
Avaro гьа [ha] "giuramento"
Basco hirur [hiɾur] "questo" In quei dialetti (principalmente nordorientali) che pronunciano /h/, la /h/ in basco è più spesso muta
Ceceno хIара/? [hara] "questo"
Copto ϩρα [hra] "faccia"
Inglese high [ˈhaɪ] "alto" Vedi Fonologia inglese
Faroese Hon [hoːn] "ella"
Finlandese hammas [hɑmːɑs] "dente" Vedi Fonologia finlandese
Georgiano[4] ავა [hɑvɑ] "clima"
Tedesco[5] Hass [has] "odio" Vedi Fonologia tedesca
Hawaiiano[6] haka [haka] "scaffale" Vedi Fonologia hawaiiana
Ebraico הר [haʁ] "montagna" Vedi Fonologia ebraica
Hmong hawm [haɨ̰] "onorare"
Ungherese helyes [hɛjɛʃ] "giusto" Vedi Fonologia ungherese
Giapponese すはだ
suhada
[sɯhada] "pelle nuda" Vedi Fonologia giapponese
Coreano 호랑이
horang-i
[hoɾaŋi] "tigre" Vedi Fonologia coreana
Cabardo тхылъхэ [tχɪɬhɑ] "librii"
Lao ຫ້າ [haː˧˩] "cinque"
Leonese guaje [wahe] "ragazzo"
Navajo hastiin [hàsd̥ìːn]
Norvegese hatt [hɑtː] "cappello" Vedi Fonologia norvegese
Pashtu هو [ho] "sì"
Persiano هفت [hæft] "sette" Vedi Fonologia persiana
Pirahã hi [hì] "egli"
Portoghese Brasiliano[7] carro [ˈkahʊ] "auto" Realizzata anche come fricativa velare o uvulare. Vedi Fonologia portoghese
Rumeno hăţ [həts] "briglia" Vedi Fonologia rumena
Spagnolo[8] Molti dialetti obispo [o̞ˈβihpo̞] "vescovo" Allofono di /s/. Vedi Fonologia spagnola
Alcuni dialetti jaca [ˈhaka] "pony" corrisponde a /x/ in altri dialetti.
Thailandese ห้า [haː˥˩] "cinque"
turco halı [häˈɫɯ] "tappeto" Vedi Fonologia turca
Ubykh [dwaha] "preghiera" Vedi Fonologia ubykh
Vietnamita hư [hɯ] "corrotto; guasto" Vedi Fonologia vietnamita
  1. ^ Peter Ladefoged e Ian Maddieson (1996). The sounds of the world's languages. Oxford: Blackwells. ISBN 0-631-19814-8
  2. ^ Luca Serianni e Alberto Castelvecchi, Italiano, collana Le Garzantine, Milano, Garzanti Libri, 2012, p. 31, ISBN 978-88-11-50537-2.
  3. ^ Thelwall (1990), p. 38.
  4. ^ Shosted e Vakhtang (2006), p. 255.
  5. ^ Kohler (1999), pp. 86-87.
  6. ^ Ladefoged (2005), p. 139.
  7. ^ Barbosa e Albano (2004), pp. 5-6.
  8. ^ Martínez-Celdrán, Fernández-Planas e Carrera-Sabaté (2003), p. 258.
  • (EN) Plínio A. Barbosa e Eleonora C. Albano, Brazilian Portuguese, in Journal of the International Phonetic Association, vol. 34, n. 2, 2004, pp. 227-232.
  • (EN) Klaus Kohler, German, in Handbook of the International Phonetic Association: A Guide to the Use of the International Phonetic Alphabet, Cambridge University Press, 1999, pp. 86-89, ISBN 0-521-63751-1.
  • (EN) Peter Ladefoged, Vowels and Consonants, 2ª ed., Blackwell, 2005.
  • (EN) Asher Laufer, Phonetic Representation: Glottal Fricatives, in Journal of the International Phonetic Association, vol. 21, n. 2, 1991, pp. 91-93.
  • (EN) Eugenio Martínez-Celdrán, Ana Ma. Fernández-Planas e Josefina Carrera-Sabaté, Castilian Spanish, in Journal of the International Phonetic Association, vol. 33, n. 2, 2003, pp. 255-259.
  • (EN) Ryan K. Shosted e Chikovani Vakhtang, Standard Georgian, in Journal of the International Phonetic Association, vol. 36, n. 2, 2006, pp. 255-264.
  • (EN) Robin Thelwall, Illustrations of the IPA: Arabic, in Journal of the International Phonetic Association, vol. 20, n. 2, 1990, pp. 37-41.
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