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Hong Kong britannico

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Colonia di Hong Kong
Territorio d'oltremare di Hong Kong
Motto: Dieu et mon droit
汝權天授
Colonia di Hong Kong Territorio d'oltremare di Hong Kong - Localizzazione
Colonia di Hong Kong
Territorio d'oltremare di Hong Kong - Localizzazione
Dati amministrativi
Lingue ufficialiinglese, cinese
Lingue parlatecantonese, inglese
InnoGod Save the Queen
CapitaleVictoria City
Dipendente daRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Politica
Forma di governoMonarchia costituzionale
Nascita1841
Fine1997 con Elisabetta II
Territorio e popolazione
Popolazione6,300,000 nel 1995
Economia
ValutaDollaro di Hong Kong
Varie
TLD.hk
Evoluzione storica
Preceduto da Dinastia Qing (1841)
Giappone (bandiera) Occupazione giapponese di Hong Kong (1941-1945)
Succeduto daGiappone (bandiera) Occupazione giapponese di Hong Kong (1941-1945)
Hong Kong (bandiera) Hong Kong
Ora parte diHong Kong (bandiera) Hong Kong

La Colonia di Hong Kong (in cantonese:英屬香港, Yīng suhk hēung góng, Hong Kong britannico), dal 1981 Territorio d'oltremare di Hong Kong, fu una colonia britannica, comprendente l'isola di Hong Kong, dal 1841 al 1997. Divenuta una colonia britannica dopo la Prima Guerra dell'Oppio (1839-1842), fu occupata dai giapponesi dal 1941 al 1945. Il 1º luglio 1997 ritornò sotto la sovranità cinese.

Fondazione della colonia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Hong Kong e Contea di Bao'an.

Nel 1836, il governo manchu della dinastia Qing adottò una nuova politica sul commercio dell'oppio. Lin Zexu si offrì volontario per migliorare la situazione. Nel marzo del 1839, divenne Commissario Imperiale Speciale a Canton dove ordinò ai commercianti stranieri di oppio di arrendersi e consegnare al governo cinese le loro riserve. Bloccò le fabbriche locali gestite dagli inglesi e tagliò loro i rifornimenti. Il sovrintendente inglese, Charles Elliot, si accordò per cedere alle richieste di Lin per permettere agli inglesi di poter abbandonare l'area in sicurezza, lasciando che la questione venisse decisa dai due governi. Quando Elliot propose che il governo inglese avrebbe pagato per poter riottenere le proprie riserve di oppio, il governo cinese distrusse pubblicamente le 20.283 casse sequestrate.[1]

Una delle prime rappresentazioni dell'isola di Hong Kong, che mostra un primo insediamento poi divenuto Victoria City

Nel settembre del 1839, il gabinetto inglese di governo decise che i cinesi avrebbero pagato per la distruzione delle scorte inglesi, anche con l'uso della forza. Venne inviata quindi una forza di spedizione militare sotto Elliot e suo cugino, il contrammiraglio George Elliot, entrambi col ruolo di plenipotenziari, nel 1840. Il segretario degli esteri Lord Palmerston disse al governo cinese che il governo britannico non questionava sul diritto dei cinesi di proibire l'oppio e la sua commercializzazione, ma obiettava sul modo con cui tale pratica era stata impedita agli inglesi.[1] Le forzature imposte ai mercanti stranieri ed il trattamento riservato in particolare agli inglesi, venne visto come fortemente lesivo per la loro onorabilità. Era stato il ministro in persona ad aver dato istruzioni ai cugini Elliot di occupare una delle isole locali e presentare personalmente una sua lettera al locale ufficiale dell'imperatore, procedendo quindi alla firma di un trattato, e se i cinesi avessero opposto resistenza, gli inglesi avrebbero dovuto bloccare il golfo di Bohai ed i porti chiave sui fiumi Yangtze e Giallo.[2] Palmerston chiese inoltre la fondazione di una base commerciale a Chusan di modo che i mercanti inglesi "non dovessero essere soggetti ai capricci arbitrari del governo di Pechino o alle sue autorità locali presso i porti dell'Impero".[3]

Nel 1841, Elliot negoziò col successore di Lin, Qishan, la Convenzione di Chuenpi nel corso della prima guerra dell'oppio. Il 20 gennaio, Elliot annunciò "la conclusione degli accordi preliminari", che includevano la cessione dell'isola di Hong Kong e del suo porto alla Corona britannica.[4] Elliot scelse l'isola di Hong Kong al posto di quella di Chusan perché credeva che un insediamento posto più ad est avrebbe causato un'"indefinita protrazione delle ostilità", mentre il porto di Hong Kong si presentava come una base più ideale.[5] Il 26 gennaio, la Union Jack venne levata su Hong Kong ed il commodoro James Bremer, comandante in capo delle forze britanniche in Cina, prese possesso formale dell'isola a Possession Point.[6] Il 29 agosto 1842, la cessione fu formalmente ratificata col Trattato di Nanchino, che cedeva Hong Kong "in perpetuo" alla Gran Bretagna.

Crescita ed espansione

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Spring Garden Lane, 1846

Il trattato non riuscì a soddisfare appieno le aspettative degli inglesi di una maggiore estensione dei profitti e del commercio, che portò ben presto ad una revisione dei termini.[7] Nell'ottobre del 1856, le autorità cinesi a Canton trattennero la Arrow, una nave di proprietà cinese registrata ad Hong Kong per cercare la protezione inglese. Il console di Canton, Harry Parkes, ritenevano che l'arresto della ciurma a bordo e l'abbassamento della bandiera inglese fossero "un insulto ed un'azione molto gravi". Parkes e Sir John Bowring, IV governatore di Hong Kong, sfruttarono l'incidente per perseguire la politica coloniale inglese. Nel marzo del 1857, Palmerston nominò Lord Elgin quale nuovo plenipotenziario con l'intento di assicurarsi un nuovo trattato. Una forza militare francese si unì a quella inglese per vendicare l'esecuzione del missionario francese Auguste Chapdelaine avvenuta nel 1856.[8] Nel 1860, la presa dei forti di Taku e l'occupazione di Pechino portarono al Trattato di Tientsin[non chiaro] ed alla Convenzione di Pechino. Nel trattato di Tientsin, i cinesi accettarono le richieste degli inglesi di avere più porti aperti, di poter navigare liberamente il fiume Yangtze, di legalizzare il commercio dell'oppio e di avere una propria rappresentazione diplomatica a Pechino. Durante il conflitto, gli inglesi occuparono anche la penisola di Caolun. L'area è attualmente corrispondente alla parte a sud della Boundary Street e dell'Isola di Stonecutters che vennero poi cedute sulla base della convenzione di Pechino.[9]

Hong Kong negli anni '30 del Novecento

Nel 1898, gli inglesi cercarono di estendere le difese di Hong Kong. Dopo l'inizio dei negoziati nell'aprile del 1898, tra l'ambasciatore inglese a Pechino, Sir Claude MacDonald, ed il diplomatico cinese Li Hongzhang, il 9 giugno venne siglata la Seconda convenzione di Pechino. Alla fine del XIX secolo le potenze internazionali si accordarono perché non fosse possibile parcellizzare oltre il territorio cinese al di fuori delle concessioni fatte alla Russia, alla Francia e l'estensione del governo di Hong Kong per altri 99 anni, con un'estensione dei domini.[10]

L'occupazione giapponese

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Lo stesso argomento in dettaglio: Occupazione giapponese di Hong Kong.
L'esercito giapponese attraversa il confine dalla terraferma, 1941

Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, gli inglesi raggiunsero un accordo col governo cinese sotto il comando del generalissimo Chiang Kai-shek che se il Giappone avesse attaccato Hong Kong, l'esercito rivoluzionario cinese avrebbe attaccato i giapponesi alle spalle. L'8 dicembre, la Battaglia di Hong Kong ebbe inizio quando i bombardieri giapponesi effettivamente distrussero le locali forze aeree britanniche in un solo attacco.[11] Due giorni dopo, i giapponesi penetrarono nella Linea Gin Drinkers. Il comandante britannico, il maggiore generale Christopher Michael Maltby, concluse che l'isola non poteva essere difesa a lungo e si ritirò verso la terraferma. Il 18 dicembre, i giapponesi entrarono le porto di Victoria.[12] Al 25 dicembre, le difese organizzate erano ormai ridotte a ben poco. Maltby raccomandò la resa al governatore Sir Mark Young, il quale accettò il consiglio del generale per evitare ulteriori perdite. Il giorno dopo l'invasione, Chiang ordinò a tre corpi d'armata al comando del generale Yu Hanmou di marciare verso Hong Kong, ma quando i cinesi si decisero ad attaccare, i giapponesi avevano già troncato le difese di Hong Kong. Le perdite inglesi ammontarono a 2232 tra morti e dispersi e 2300 feriti. I giapponesi riportarono 1996 morti e 6000 feriti.[13]

I soldati giapponesi commisero delle atrocità come stupri su molti locali.[14] La popolazione venne dimezzata, da 1.6 milioni nel 1941 a 750.000 alla fine della guerra, per i molti abbandoni del territorio, persone che rientrarono solo a guerra finita.[15]

I giapponesi imprigionarono l'élite coloniale inglese e cercarono di guadagnarsi il favore dei mercanti locali nominando alcuni di loro al ruolo di consiglieri di governo. La politica adottata dal Giappone gli fruttò una notevole collaborazione tra l'élite e la classe media. Hong Kong venne trasformata in una colonia giapponese. Ad ogni modo, l'impero giapponese ebbe notevoli difficoltà logistiche e dal 1943 iniziarono ad esserci problemi per il cibo. I governanti locali divennero più brutali e corrotti ed i cinesi iniziarono a risollevare il capo. Con la resa del Giappone, il governo tornò agli inglesi con relativa facilità dal momento che nazionalisti e comunisti cinesi si stavano concentrando su altri fronti, tralasciando Hong Kong. Il ritorno al colonialismo inglese riportò i livelli a prima dell'occupazione giapponese, eliminando alcuni conflitti d'interesse creatisi.[16]

Il ripristino del governo inglese

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Forze britanniche rioccupano Hong Kong sotto il comando del contrammiraglio Cecil Harcourt, 30 agosto 1945

Il 14 agosto 1945, quando il Giappone annunciò la propria resa incondizionata, gli inglesi formarono uno squadrone navale da inviare ad Hong Kong.[17] Il 1 settembre, il contrammiraglio Cecil Harcourt proclamò l'occupazione militare con sé stesso a capo. Egli accettò formalmente la resa giapponese il 16 settembre presso la residenza del governatore.[18] Young, al suo ritorno come governatore nel maggio del 1946, perseguì una serie di politiche riformiste note come "Piano Young", credendo che per contrastare la determinazione del governo cinese a riprendere possesso di Hong Kong, fosse necessario dare agli abitanti locali una fetta di potere seppur limitata di modo da averne l'appoggio.[19]

La devoluzione alla Cina

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La dichiarazione congiunta sino-britannica venne siglata dai primi ministri di Regno Unito e Repubblica Popolare Cinese il 19 dicembre 1984 a Pechino. Tale dichiarazione entrò in vigore il 27 maggio 1985 e venne registrata dai rispettivi governi il 12 giugno. Secondo gli accordi la Cina avrebbe ripreso la propria sovranità statale su Hong Kong, Kowloon e gli altri territori del possedimento coloniale dal 1º luglio 1997 ed in quello stesso giorno il governo inglese avrebbe rinunciato alla propria.

Alla cerimonia del 1997 partecipò il principe Carlo, il quale lesse un discorso per conto della regina Elisabetta II. Alla cerimonia presenziarono anche il primo ministro inglese da poco eletto, Tony Blair, il ministro degli esteri, Robin Cook, l'ormai ex governatore di Hong Kong, Chris Patten ed il capo dello staff della difesa, Charles Guthrie.

In rappresentanza della Repubblica Popolare Cinese presenziò Jiang Zemin, premier cinese, Li Peng e Tung Chee-hwa, membri del governo. L'evento venne trasmesso da radio e televisioni in tutto il mondo.

Governatori di Hong Kong

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Primo periodo britannico (1841–1941)

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Immagine Nome Durata mandato
Inizio Fine
Sir Charles Elliot
義律

(1801–1875)

26 gennaio 1841 12 Agosto 1841
Alexander Robert Johnston
莊士敦

(1812–1888)

22 giugno 1841 1 febbraio 1842
Sir Henry Pottinger
砵甸乍

(1789–1856)

12 agosto 1841 26 giugno 1843
Alexander Robert Johnston
莊士敦

(1812–1888)

13 giugno 1842 2 dicembre 1842
1 Sir Henry Pottinger
砵甸乍
26 giugno 1843 8 maggio 1844
2 Sir John Francis Davis
戴維斯
8 maggio 1844 18 marzo 1848
William Staveley
士他花利

(1784–1854)

18 marzo 1848 21 marzo 1848
3 Sir George Bonham
文咸

(1803–1863)

21 marzo 1848 13 aprile 1854
4 Sir John Bowring
寶靈

(1792–1872)

13 aprile 1854 5 maggio 1859
William Caine

(1799–1871)

5 maggio 1859 9 settembre 1859
5 Sir Hercules Robinson
羅士敏

(1824–1897)

9 settembre 1859 15 marzo 1865
William Thomas Mercer
孖沙

(1821–1879)

15 marzo 1865 11 marzo 1866
6 Sir Richard Graves MacDonnell
麥當奴

(1814–1881)

11 marzo 1866 11 aprile 1872
Henry Wase Whitfield
威非路

(1814–1877)

11 aprile 1872 16 aprile 1872
7 Sir Arthur Kennedy
堅尼地

(1809–1883)

16 aprile 1872 1 marzo 1877
John Gardiner Austin
柯士甸

(1811–1900)

1 marzo 1877 22 aprile 1877
8 Sir John Pope Hennessy
軒尼詩

(1834–1891)

22 aprile 1877 7 marzo 1882
Malcolm Struan Tonnochy
杜老誌

(1841–1882)

7 marzo 1882 28 marzo 1882
Sir William Henry Marsh
馬殊

(1827–1906)

28 marzo 1882 30 marzo 1883
9 Sir George Bowen
寶雲

(1821–1899)

30 marzo 1883 21 dicembre 1885
Sir William Henry Marsh
馬殊

(1827–1906)

21 dicembre 1885 25 aprile 1887
William Gordon Cameron
金馬倫

(1827–1913)

25 aprile 1887 6 ottobre 1887
10 Sir William Des Voeux
德輔

(1834–1909)

6 ottobre 1887 7 maggio 1891
Sir George Digby Barker
白加

(1833–1914)

7 maggio 1891 10 dicembre 1891
11 Sir William Robinson
羅便臣

(1836–1912)

10 dicembre 1891 1 febbraio 1898
Sir Wilsone Black
布力

(1837–1909)

1 febbraio 1898 25 novembre 1898
12 Sir Henry Arthur Blake
卜力

(1840–1918)

25 Novembre 1898 21 novembre 1903
Sir Francis Henry May
梅含理

(1860–1922)

21 novembre 1903 29 luglio 1904
13 Sir Matthew Nathan
彌敦

(1862–1939)

29 luglio 1904 20 aprile 1907
Sir Francis Henry May
梅含理

(1860–1922)

20 aprile 1907 29 luglio 1907
14 Sir Frederick Lugard
盧吉

(1858–1945)

29 luglio 1907 16 marzo 1912
Claud Severn
施勳

(1869–1933)

16 marzo 1912 24 luglio 1912
15 Sir Francis Henry May
梅含理

(1860–1922)

24 luglio 1912 12 settembre 1918
Claud Severn
施勳

(1869–1933)

12 settembre 1918 30 settembre 1919
16 Sir Reginald Edward Stubbs
司徒拔

(1876–1947)

30 settembre 1919 19 marzo 1925
Claud Severn
施勳

(1869–1933)

19 marzo 1925 1 novembre 1925
17 Sir Cecil Clementi
金文泰

(1875–1947)

1 novembre 1925 1 febbraio 1930
Thomas Southorn
修頓

(1879–1957)

1 febbraio 1930 9 marzo 1930
18 Sir William Peel
貝璐

(1875–1945)

9 marzo 1930 17 maggio 1935
Thomas Southorn
修頓

(1879–1957)

17 maggio 1935 13 settembre 1935
Norman Lockhart Smith
史美

(1887–1968)

13 settembre 1935 1 novembre 1935
Thomas Southorn
修頓

(1879–1957)

1 novembre 1935 12 dicembre 1935
19 Sir Andrew Caldecott
郝德傑

(1884–1951)

12 dicembre 1935 16 aprile 1937
Norman Lockhart Smith
史美

(1887–1968)

16 aprile 1937 28 ottobre 1937
20 Sir Geoffry Northcote
羅富國

(1881–1948)

28 ottobre 1937 6 settembre 1941
Norman Lockhart Smith
史美

(1887–1968)

6 settembre 1941 10 settembre 1941
21 Mark Aitchison Young
楊慕琦

(1886–1974)

6 settembre 1941 25 dicembre 1941

Occupazione giapponese (1941–1945)

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Immagine Nome Durata mandato
Inizio Fine
Takashi Sakai
酒井隆

(1886–1967)

25 dicembre 1941 20 febbraio 1942
Masaichi Niimi
新見政一

(1887–1993)

1 Rensuke Isogai
磯谷廉介
(1886–1967)
20 febbraio 1942 24 dicembre 1944
2 Hisakazu Tanaka
田中久一
(1889–1947)
1 febbraio 1945 16 agosto 1945

Secondo periodo britannico (1945–1997)

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Immagine Nome Durata mandato
Inizio Fine
Sir Franklin Charles Gimson
詹遜

(1890–1975)

28 agosto 1945 30 agosto 1945
Sir Cecil Harcourt
夏愨

(1892–1959)

1 settembre 1945 1 maggio 1946
21 Sir Mark Aitchison Young
楊慕琦

(1886–1974)

1 maggio 1946 17 maggio 1947
David Mercer MacDougall
麥道高

(1904–1991)

17 maggio 1947 25 luglio 1947
22 Sir Alexander Grantham
葛量洪

(1899–1978)

25 luglio 1947 31 dicembre 1957
Edgeworth Beresford David
戴維德

(1908–1965)

31 dicembre 1957 23 gennaio 1958
23 Sir Robert Brown Black
柏立基

(1906–1999)

23 gennaio 1958 31 marzo 1964
Edmund Brinsley Teesdale
戴斯德

(1915–1997)

31 marzo 1964 14 aprile 1964
24 Sir David C.C. Trench
戴麟趾

(1915–1988)

14 aprile 1964 19 ottobre 1971
Sir Hugh Norman-Walker
羅樂民

(1916–1985)

19 ottobre 1971 19 novembre 1971
25 Sir Murray MacLehose
麥理浩

(1917–2000)

19 novembre 1971 8 maggio 1982
Sir Jack Cater

(1922–2006)

20 novembre 1978 27 agosto 1981
Sir Philip Haddon-Cave
夏鼎基

(1925–1999)

8 maggio 1982 20 maggio 1982
26 Sir Edward Youde
尤德

(1924–1986)

20 maggio 1982 4 dicembre 1986
Sir David Akers-Jones
鍾逸傑

(1929)

4 dicembre 1986 9 aprile 1987
27 Sir David Wilson
衛奕信

(1936)

9 aprile 1987 9 luglio 1992
28 Chris Patten
彭定康

(1944)

9 luglio 1992 30 giugno 1997
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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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