Palagio degli Spini
Palagio degli Spini | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | via del Palagio degli Spini |
Coordinate | 43°47′58.19″N 11°12′06.08″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XIV secolo |
Il palagio degli Spini, o di Motrone, è un edificio storico del contado di Firenze, situato nell'omonima via del Palagio degli Spini, in un isolato tra le vie Giovanni Piantanida e Francesco Basii, nella frazione di Peretola.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esisteva qui una fattoria fortificata con casa da signore a pianta poligonale, lungo la strada che conduceva a Prato e Pistoia, che appartenendo ai guelfi Spini fu smantellata dopo la battaglia di Montaperti (1260). Dopo la battaglia di Benevento (1266) fu ricostruita e trasformata in una residenza da villeggiatura. Al tempo di Geri Spini ospitò principi, cardinali e ambasciatori di passaggio. Nel 1326 venne occupata da Castruccio Castracani, quando organizzò un palio sotto le mura di Firenze a sbeffeggiare i cittadini assediati. A fine del XVI secolo venne ristrutturata da Santi di Tito, che dipinse anche una pala d'altare per il vicino oratorio.
Passò poi in eredità alle famiglie Del Tovaglia e Pitti, i quali lo vendettero nel 1837 a Filippo Matteoni, e infine confluì nelle proprietà dei Bargagli-Petrucci. L'ultima proprietaria fu la contessa Angela Riblet[1].
Nel repertorio di Bargellini Guarnieri (1977-1978) sono documentate le condizioni precarie dell'edificio, che in tempi più recenti è stato invece completamente restaurato e destinato a sede di uffici, oratorio compreso.
La struttura ha una forma abbastanza singolare, che ricorda più le forme di un castello che di una villa: ha infatti una torretta, da cui si dipana, asimmetricamente, il corpo principale dell'edificio disposto ad anello attorno a un cortile dalla forma di ottagono irregolare. Sul lato opposto alla torre, a guardare i lato sud, si trova il potale manierista del XVI secolo. La struttura in pianta assomiglia a una "D": queste irregolarità dimostrano come vennero inglobate preesitenze più antiche nella villa cinquecentesca.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, IV, 1978, p. 167.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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