Terra d'Otranto
Terra d'Otranto | |||||
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(dettagli)
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Informazioni generali | |||||
Nome ufficiale | Terrae Ydronti | ||||
Nome completo | Giustizierato di Terra d'Otranto (fino al XV secolo) Provincia di Terra d'Otranto | ||||
Capoluogo | Lecce 17.009 abitanti (1840) | ||||
Altri capoluoghi | Otranto | ||||
Dipendente da | Regno di Sicilia Regno di Napoli Regno delle Due Sicilie | ||||
Suddiviso in | 4 distretti 45 circondari 122 comuni | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | dopo il 1233 | ||||
Causa | Istituzione del Regno di Sicilia | ||||
Fine | 1927 | ||||
Causa | Istituzione della provincia dello Jonio | ||||
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Cartografia | |||||
La Terra d'Otranto nel Regno delle Due Sicilie |
«Tutta la Terra d'Otranto è fuori di sé. Se ne è andata chissà dove. È una terra nomade, gira su se stessa. A vuoto.»
La Terra d'Otranto è una regione storico-geografica dell'Italia meridionale, nonché un'antica circoscrizione amministrativa, prima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli e successivamente del Regno delle due Sicilie. Divenuta parte del Regno d'Italia, fu definitivamente smembrata nel 1927.
Il territorio
[modifica | modifica wikitesto]La Terre d'Otranto corrispondeva approssimativamente all'antica Japigia[1]. Fin dall'XI secolo, hanno formato parte integrante della Terra d'Otranto i territori delle odierne province di Lecce, Taranto e Brindisi (con l'eccezione di Fasano e Cisternino) e il territorio di Matera fino al 1663, quando questa città fu dichiarata capoluogo di Basilicata con decreto di Filippo IV di Spagna. Le principali città erano Otranto, Taranto, la stessa Matera (fino al momento del suo distacco), Lecce, Brindisi e Gallipoli.
Dopo il 1663, la Terra d'Otranto si estendeva per circa 140 km dalla soglia messapica e la Valle d'Itria situate a nord, fino a Santa Maria di Leuca a sud, e mediamente per circa 40 km tra il golfo di Taranto a ovest e il canale d'Otranto a est. Confinava a nord con la Terra di Bari, a ovest con la Basilicata, a sud con il mar Ionio e a est con il mare Adriatico. Conteneva quindi l'intera Penisola salentina, compresa una parte notevole della Murgia dei Trulli, e il territorio delle gravine ioniche, che dall'alta Murgia declina verso il mar Ionio.
Le diocesi
[modifica | modifica wikitesto]La provincia di Terra d'Otranto era divisa in 13 (15) diocesi:
- Arcidiocesi primaziale di Otranto
- Diocesi di Lecce (poi elevata ad Arcidiocesi Metropolitana)
- Arcidiocesi di Brindisi
- Arcidiocesi di Taranto
- Diocesi di Castro
- Diocesi di Alessano
- Diocesi di Ugento
- Diocesi di Gallipoli
- Abbazia territoriale di Nardò (poi trasformata in Diocesi a tutti gli effetti)
- Diocesi di Oria
- Diocesi di Ostuni
- Diocesi di Castellaneta
- Diocesi di Mottola
A cui si aggiungono:
- Arcidiocesi di Acerenza e Matera (si estendeva in parte in Basilicata ed in parte in Terra d'Otranto)
- Abbazia territoriale di Montescaglioso (fino al trasferimento alla Basilicata)
- Diocesi di Egnazia (in parte sul territorio che sarà della provincia di Terra d'Otranto, ma già scomparsa prima della fondazione della stessa)
- Diocesi di Carmiano (sul territorio che sarà della provincia di Terra d'Otranto, ma già scomparsa prima della fondazione della stessa)
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dal giustizierato normanno al governatorato spagnolo
[modifica | modifica wikitesto]Nel XIII secolo, Federico II, che già da tempo cercava di contenere il potere feudale a favore di quello regio, costituì il giustizierato di Puglia; quest'ultimo fu poi suddiviso (non prima del 1233)[2] nei due giustizierati di Terra di Bari e Terra d'Otranto.
Anche se il giustizierato fu titolato a Otranto, la città del Canale non riebbe più il ruolo politico e amministrativo che aveva nel periodo bizantino, pur conservando il prestigio arcivescovile. Soprattutto nel XV e XVI secolo Lecce si affermò come indiscussa capitale politica e amministrativa non solo della Terra d'Otranto ma per alcuni periodi anche dell'intera Puglia[3], diventando una delle più ricche, popolose e culturalmente vive città mediterranee.
In particolare, mentre nelle altre province del Regno gli Aragonesi istituivano le Regie Udienze Provinciali, tribunali con giurisdizione civile e criminale, con a capo un Governatore Provinciale, in Terra d'Otranto Raimondo Orsini del Balzo istituì nel 1402 a Lecce un Tribunale feudale con ampi poteri, il Concistorium Principis. Dopo la morte nel 1463 di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, ultimo Principe di Taranto e Conte di Lecce, tornata Lecce città demaniale, Ferrante d'Aragona trasformò il Concistorum Principis in Sacro Regio Provincial Consiglio Idruntino, vi pose a capo il figlio Federico con la carica di Luogotenente Generale Provinciale e conferì ad esso autorità pari a quella del Sacro regio consiglio di Napoli, perché - come questo - fu composto da Consiglieri regi e in grado di emettere sentenze inappellabili con giurisdizione extra-provinciale, estendendosi inizialmente sull'intera Puglia e fino al 1584 sulla Terra di Bari.
A partire dal 1503 sotto gli Spagnoli, pur mantenendo immutate composizione e giurisdizione, il tribunale inizierà ad appellarsi Sacra Regia Udienza (dove il termine sacra rimase a testimonianza dell'antica investitura aragonese) con a capo - come per le Regie Udienze delle altre province - un Governatore Provinciale (detto anche Viceré Provinciale o Preside).
Luogotenenti e Governatori della Provincia
[modifica | modifica wikitesto]Luogotenenti Generali d'Apulia (1463-73) | Luogotenenti Generali nelle Province di Terra d'Otranto e Terra di Bari (1473-1500) | Governatori delle Province di Terra d'Otranto e Terra di Bari (1503-1584) | Governatori della Provincia di Terra d'Otranto (1584-1805) |
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Dalla riforma napoleonica allo smembramento della provincia
[modifica | modifica wikitesto]Con la legge 132 del 2 agosto 1806 Sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno, varata l'8 agosto di quell'anno, Giuseppe Bonaparte riformò la ripartizione territoriale del Regno di Napoli sulla base del modello francese e soppresse ciò che restava del sistema dei giustizierati. La provincia, a cui capo ero posto un intendente, era suddivisa in successivi livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente. Al livello immediatamente successivo alla provincia individuiamo i distretti che, a loro volta, erano suddivisi in circondari.
Negli anni successivi (tra il 1806 ed il 1811), una serie di regi decreti completò il percorso d'istituzione delle province con la specifica dei comuni che in esse rientravano e la definizione dei limiti territoriali e delle denominazioni di distretti e circondari in cui veniva suddivisa ciascuna provincia. I circondari erano costituiti dai comuni, l'unità di base della struttura politico-amministrativa dello Stato moderno, ai quali potevano far capo i villaggi[5], centri a carattere prevalentemente rurale.
La provincia di Terra d'Otranto manteneva senza modifiche il suo assetto territoriale, comprendendo quattro distretti, classificati in base alle funzioni e al numero degli abitanti. Di prima categoria erano i distretti di Lecce e di Taranto, di seconda quello di Mesagne (nel 1814 rinominato in distretto di Brindisi), di terza quello di Gallipoli (costituito nel 1814, scorporando 14 circondari dal distretto di Lecce)[6]. Il numero totale dei circondari nella provincia era 44.
Dal 1º gennaio 1817, sotto il Regno delle Due Sicilie, l'organizzazione amministrativa venne definitivamente regolamentata con la Legge riguardante la circoscrizione amministrativa delle Province dei Reali Domini di qua del Faro del 1º maggio 1816. I Borboni mantennero sostanzialmente lo stesso assetto napoleonico, limitandosi ad apportare qualche variazione territoriale dei circondari, istituendo nuovi comuni e declassandone altri al rango di villaggi senza autonomia amministrativa.
La sede degli organi amministrativi era ubicata a Lecce nel palazzo dei Celestini attuale sede della prefettura[7].
Soppressione della provincia di Terra d'Otranto
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'unità d'Italia, la Provincia di Terra d'Otranto fu chiamata anche di Lecce, e il suo territorio fu diviso nei quattro circondari di Lecce, di Gallipoli, di Brindisi e di Taranto.
Nel corso del XX secolo, il territorio della storica provincia sarà smembrato con l'istituzione, nel 1923, della provincia dello Jonio[8] e, nel 1927, della provincia di Brindisi (alla quale furono aggregati due comuni, Fasano e Cisternino, già appartenenti alla Terra di Bari).
Stemma
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma raffigura un delfino guizzante che ha in bocca la mezzaluna islamica, simbolo dell'Impero ottomano.
La mezzaluna fu inserita dopo la cacciata degli islamici ad opera di Alfonso d'Aragona, figlio di Ferdinando I Re di Napoli avvenuta nel 1481, un anno dopo la Battaglia di Otranto e la caduta in mano nemica.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovanni Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva - Parte Seconda, Napoli, 1703, p. 150.
- ^ Filippo Maria Pagano, Istoria del regno di Napoli, Volume 2 Istoria del regno di Napoli, Marotta e Vanspandoch, 1835, p. 289.
- ^ La giurisdizione sulla Terra di Bari fu perduta nel 1584 quando Filippo II di Spagna istituì la Regia Udienza di Trani (Nicola Vacca, La Corte d'Appello di Lecce nella storia, pag.54, Lecce, Primaria tipografia “La modernissima”, 1931).
- ^ Marino Brancaccio in Dizionario Biografico Treccani
- ^ Nel Regno delle Due Sicilie, i centri abitati privi di autorità municipale erano chiamati "villaggi", tranne in Calabria Citeriore dove erano detti "rioni", in Abruzzo "ville", in Salerno e Napoli "casali". Gabriello De Sanctis (a cura di), Dizionario statistico de' paesi del regno delle Due Sicilie, Napoli, 1840, p. XIX. ISBN non esistente
- ^ Luigi Carducci, Storia del Salento, vol. II, M. Congedo, 2006, p. 343.
- ^ Antonio Garrisi, Il ritorno dei Borboni, in Cavallino, Cronistoria 1780-1900. URL consultato il 16 agosto 2010. ISBN non esistente
- ^ Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1911
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- F. Antonio Primaldo Coco, Gli albanesi in Terra d'Otranto in: Japigia (Rivista di archeologia, storia e arte) Ser. NS, vol. 10 (PDF), Bari, 1939, pp. 329–341. ISBN non esistente
- Gabriello De Sanctis (a cura di), Dizionario statistico de' paesi del regno delle Due Sicilie, Napoli, 1840. ISBN non esistente
- Gabriello De Sanctis (a cura di), Elenco alfabetico delle province, distretti, circondari, comuni e villaggi del regno delle Due Sicilie, Napoli, Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobile, 1854. ISBN non esistente
- Pompilio Petitti (a cura di), Repertorio amministrativo ossia collezione di leggi, decreti, reali rescritti ecc. sull'amministrazione civile del Regno delle Due Sicilie, vol. 1, Napoli, Stabilimento Migliaccio, 1851. ISBN non esistente
- Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue Isole, Firenze, Tipografia L'Insegna di Clio, 1845. ISBN non esistente
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Terra d'Otranto»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Terra d'Otranto
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Terra d’Otranto, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Carmelo Colamonico, TERRA D'OTRANTO, in Enciclopedia Italiana, vol. 33, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 305114972 · GND (DE) 4078204-9 · BNF (FR) cb11945206h (data) |
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