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Velturno

Coordinate: 46°40′07.23″N 11°35′54.38″E
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Velturno
comune
(IT) Velturno
(DE) Feldthurns
Velturno – Stemma
Velturno – Veduta
Velturno – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoKonrad Messner (SVP) dal 22-9-2020 (3º mandato)
Lingue ufficialiItaliano, Tedesco
Territorio
Coordinate46°40′07.23″N 11°35′54.38″E
Altitudine851 m s.l.m.
Superficie24,58 km²
Abitanti3 015[2] (31-8-2020)
Densità122,66 ab./km²
FrazioniCaerna/Garn, Giovignano/Tschiffnon, San Pietro Mezzomonte/Schrambach, Snodres/Schnauders
Comuni confinantiBressanone, Chiusa, Funes, Varna
Altre informazioni
Cod. postale39040
Prefisso0472
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021116
Cod. catastaleL724
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 3 799 GG[4]
Nome abitanti(IT) velturnesi
(DE) Feldthurner[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Velturno
Velturno
Velturno – Mappa
Velturno – Mappa
Posizione del comune di Velturno nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Velturno (in tedesco Feldthurns) è un comune italiano di 3 015 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige.

Geografia fisica

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Il paese si trova su una soleggiata altura che si estende dal Monte Ponente, sopra Bressanone, fino al Rio Tina (Tinnebach), presso Chiusa, l'antico confine diocesano fra Bressanone e Trento.

Il territorio comunale è impreziosito da masi contadini e antiche residenze, con lo sfondo di frutteti, noceti e castagneti.

Le origini del paese risalgono alla preistoria; a questa risalgono le scoperte archeologiche rinvenute nella zona Tanzgasse.

Attorno al 1112 i signori di Velturno avevano la loro sede nel castello di Ziern (sul Pflegerbühel). Il Castello di Velturno venne fatto costruire dal cardinale Christoph von Madrutz nel 1578 e è stato ampliato dal suo successore Johann Thomas von Spaur. Il castello è ornato da rivestimenti sui muri e sui soffitti, che fanno parte dei capolavori rinascimentali, particolarmente pregiati all'interno del cosiddetto Fürstenzimmer (stanza dei principi).[5]

Sono da ricordare infine le residenze medievali Bachmann[6], Raffenberg[7] e appunto Ziern-Pflegerbühel/-bichl (non più esistente)[8].

Il toponimo è attestato come "Velturnes" nel 985-993 e nel 1173 come "Velturnis" e la tesi più accreditata è che sia di origine preromana[9][10] e vada ricercata nella lingua retica forse in nomi personali come Velturna[11] o Φelzuries.[12] Va confrontata con nomi come il Maso Veltir di Funes (Bz), con l’onomastica etrusca, Velthina, Velthur, velthre, Velathri (Volterra) e con toponimi e oronimi della Carnia, Veltri, Vieltra e Vieltris.[13]

Il toponimo della frazione di Schrambach/S. Pietro Mezzomonte è attestata nel 1100-1110 come Scranbach, nel 1140 come Scraginbach e nel 1238 come Schrembach.[14]

Schnauders/Snodres è attestato nel 1215 come Nuders e Schnauders e nel 1309 come Snauders.[15]

Garn/Caerna è attestato nel 1184-1188 come Caerne e nel 1228-1230 come Gaerne.[16]

Tschiffnon/Gioviniano è attestato nel 1284 come Schivenan, nel 1370 come Schifnon e nel 1447 come Tschifnon ed è un nome prediale (bene di un Juveanus).[17]

Lo stemma è d'argento troncato: nel primo sono raffigurate due torri rosse merlate, il secondo è scaccato di rosso. Lo stemma è un'arma parlante e fa riferimento a quello usato nel 1607 dal castello dei Vescovi di Bressanone che simbolizza il nome del comune in lingua tedesca; significa torre (Thurn) sopra il campo (Feld). Lo stemma è stato adottato nel 1966.[18]

Monumenti e luoghi d'interesse

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  • Castel Velturno. Costruito tra il 1577 e il 1587 in stile rinascimentale, dal 1978 acquisito dalla Provincia di Bolzano e fatto restaurare. Attualmente sede del Museo Locale di Velturno.

Ripartizione linguistica

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La sua popolazione è per la quasi sua totalità di madrelingua tedesca:

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[19]
98,33% madrelingua tedesca
0,91% madrelingua italiana
0,76% madrelingua ladina

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[20]

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2000 2005 Anton Dorfmann SVP Sindaco
2005 2009 Herbert Dorfmann SVP Sindaco
2009 in carica Konrad Messner SVP Sindaco
  1. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 699.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Jürgen Schönwälder, Das Fürstenzimmer von Schloss Velthurns, Bolzano, Athesia, 2011. ISBN 978-88-8266-764-1
  6. ^ Bitterli-Waldvogel, Inventario dei castelli sudtirolesi: Bachmann Archiviato il 28 maggio 2009 in Internet Archive.
  7. ^ Bitterli-Waldvogel, Inventario dei castelli sudtirolesi: Raffenberg Archiviato il 28 maggio 2009 in Internet Archive.
  8. ^ Bitterli-Waldvogel, Inventario dei castelli sudtirolesi: Pflegerbichl Archiviato il 28 maggio 2009 in Internet Archive.
  9. ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004
  10. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 99s. ISBN 88-7014-634-0
  11. ^ Hans Fink, 1000 Jahre Feldthurns: 975–1975. Ein Südtiroler Dorfbuch. Feldthurns 1975, S. 12–13.
  12. ^ Diether Schürr: Feltre, Pfelders, Feldthurns und das Zeugnis rätischer Inschriften. In: Archivio per l’Alto Adige, 99–100/2005–2006, S. 381–403.
  13. ^ Maurizio Puntin, Su un ipotetico strato toponimico non indoeuropeo del Friuli, in Il mestri dai nons. Saggi di toponomastica in onore di Cornelio Cesare Desinan, a cura di F. Finco e F. Vicario, Udine, 2010, pp. 405-433.
  14. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 424. ISBN 88-7014-634-0
  15. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 421. ISBN 88-7014-634-0
  16. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 118. ISBN 88-7014-634-0
  17. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 482. ISBN 88-7014-634-0
  18. ^ (EN) Heraldry of the World: Feldthurns Archiviato il 31 luglio 2012 in Internet Archive.
  19. ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
  20. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  • (DE) Hans Fink, 1000 Jahre Feldthurns 975–1975. Ein Südtiroler Dorfbuch, herausgegeben anläßlich der ersten urkundlichen Erwähnung des Ortes um 975, Velturno, 1975.
  • Lorenzo Dalri, L'area megalitica e la statua-stele eneolitiche di Velturno – loc. Tanzgasse, in "Notizie archeologiche Bergomensi", 2, 1994, pp. 15–35.
  • (DE) Leo Andergassen, Schloss Velthurns – die fürstbischöfliche Sommerresidenz (Burgen, 6), Ratisbona, Schnell & Steiner, 2010. ISBN 978-3-7954-2305-6
  • (DE) Andreas Gottlieb Hempel, Feldthurns – ein Südtiroler Dorfbuch, Verlag A. Weger, Bressanone 2013. ISBN 978-88-6563-077-8

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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