Vai al contenuto

Willem Hermans

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'organo Hermans nella chiesa dello Spirito Santo a Pistoia.
L'organo Hermans, con le ante chiuse, nella basilica di Santa Maria Assunta a Genova.

Willem Hermans (Thorn, 6 marzo 1601Roma, 14 febbraio 1683) è stato un organaro e gesuita olandese.

Nato nel 1601, poco si sa della sua giovinezza. Suo padre era falegname, e da lui Willem apprese l'arte di intagliare il legno. Il 4 ottobre 1631 entrò come fratello laico nel convento dei gesuiti di Malines, dove, nel 1633, è indicato negli archivi come "falegname e costruttore".

Lavorò a Breda dal 1632 al 1633, a Malines dal 1633 al 1634, a Gand nel 1634, a Courtrai dal 1636 al 1637, a Lovanio dal 1637 al 1638, a Bergues dal 1640 al 1642 e ad Ypres dal 1644 al 1645.

Dal 1645 al 1648 fu in Francia, dove realizzò un organo per la chiesa di Saint-Paul-Saint-Louis a Parigi e per la chiesa dei gesuiti a La Flèche.

L'arrivo in Italia

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1648 arrivò in Italia, portando notevoli innovazioni nel panorama organario della Penisola. Hermans, infatti, arricchì la struttura classica dell'organo italiano cinquecentesco, impostato sulle sonorità del principale, dei flauti e degli armonici superiori, con nuovi registri caratteristici dell'Europa settentrionale, come la sesquialtera, il cornetto e registri ad ancia squillanti.

Nel 1650 costruì l'organo del duomo di Como (ora non più esistente),[1] città dove Willem fu attivo anche nella costruzione dell'organo della chiesa del Gesù[2]. Fra il 1656 e il 1660, realizzò l'organo della basilica di Santa Maria Assunta a Genova, del quale rimangono solo la cassa e alcune canne. In quel periodo ebbe fra i suoi allievi Tommaso I Roccatagliata, il quale successivamente diede inizio a una dinastia di organari.

Fra il 1657 e il 1660 costruì l'organo per la chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea a Genova, oggi non più esistente. Nel 1659 fu attivo a Venezia, e, nel 1661, a Modena. Dal 1665 al 1669 fu a Roma, dove riparò e ingrandì alcuni strumenti. Nel 1666 terminò l'organo del Collegio Germanico di Sant'Apollinare, e, nel 1673, quello della chiesa di Sant'Agnese in Agone.

Si spostò successivamente a Palermo, dove realizzò l'organo della casa professa dei gesuiti. Inoltre, nel 1674, lavorò allo strumento del duomo di Orvieto. Nel 1678 costruì un organo a Collescipoli. Nel 1681 ne costruì uno per i Gesuiti di Ascoli Piceno, del quale resta solo la cassa e parte della tavola dei registri. [3]Degli strumenti costruiti da Hermans in Italia soltanto due sono giunti fino al XXI secolo: quello della chiesa dello Spirito Santo a Pistoia e quello della collegiata di Santa Maria Maggiore a Collescipoli.

Degli altri strumenti sono rimaste soltanto le casse, qualche registro o alcune canne. Morì a Roma nel 1683.

Discendenza organaria

[modifica | modifica wikitesto]
Willem Hermans
1601 - 1683
Tommaso I Roccatagliata
1647 - 1725
Lorenzo Roccatagliata
1686 - 1748
Giacomo Maria Roccatagliata
1700 - 1780
Nicolò Roccatagliata
1703 - ?
Tommaso II Roccatagliata
1725 - 1798
Giovanni Domenico Roccatagliata
1730 - ?
Maria Camilla Roccatagliata
Angelo Luigi Ciurlo
1751 - 1816
Domitilla Ciurlo
Giovanni Antonio De Ferrari
Marcello Ciurlo
1787 - 1855
Luigi De Ferrari
1807? - 1853?
Giuseppe Giovanni De Ferrari
1815 - 1877
Luigi Narciso Ciurlo
1823 - 1881
Antonio Luigi (Antoine Louis) De Ferrari
1858 - 1933
  1. ^ amministratore, Organi – Basilica Cattedrale, su cattedraledicomo.it. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2021).
  2. ^ Giuseppe Turati, Como: inaugurato l'organo restaurato, su FAMVIN NotiziaIT, 25 settembre 2010. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  3. ^ G.SPAZIANI: L'organo ad Ascoli Piceno dal XV al XIX secolo..
  • AA. VV., Il restauro dell'organo Hermans, Terni, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, 1995, ISBN non esistente.
  • Corrado Moretti, L'organo italiano, Monza, Casa Musicale Eco, 2011, ISBN 88-605-3030-X.
  • M.-G. Genesi, Gli organi storici del Lodigiano, Piacenza, Edizioni L.I.R., 2017, pp. 720, ISBN 978-88-95153-91-9.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN289041188 · ISNI (EN0000 0003 9450 8050