Vai al contenuto

Francesco Moncada Branciforte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Francesco Moncada Branciforte
Principe di Larderia
Principe di Rosolini, Conte di Sant'Antonio
Stemma
Stemma
In carica1763-1798
PredecessoreLetterio Moncada Platamone
SuccessoreRosalia Moncada Branciforte
Altri titoliBarone di onze 51 sui porti e caricatori del Regno, di Boscaglia, di Cipolla, di Morbano, di Imposa, di Lungarini, di Recattivo, di Roccapalumba, di metà della salina di Villadimare
NascitaPalermo, 1º marzo 1738
MorteNapoli, 5 luglio 1798
DinastiaMoncada di Larderia
PadreLetterio Moncada Platamone
MadreRosalia Branciforte Genovés
ConsorteConcetta Branciforte Branciforte
FigliAnna Maria
  • Letterio
  • Giovanni
  • Caterina Lucrezia
  • Anna Maria
  • Rosalia
  • Caterina
  • Eleonora
  • Ercole Michele
ReligioneCattolicesimo

Francesco Moncada Branciforte, principe di Larderia (Palermo, 1º marzo 1738Napoli, 5 luglio 1798), è stato un nobile, politico e diplomatico italiano.

Nacque a Palermo il 1º marzo 1738 da Letterio, III principe di Larderia, e da Rosalia Branciforte Genovés dei conti di Sant'Antonio.[1] Nel 1756, sposò la nobildonna Concetta Branciforte, figlia di Ercole Michele, principe di Butera, da cui ebbe nove figli.[1]

Alla morte del padre, il Principe Letterio - che fu deputato del Regno di Sicilia (1734) e capitano di giustizia di Palermo (1744)[2] - succedette a questi nei titoli a seguito di investitura ottenuta il 12 giugno 1763.[3] Da parte materna ereditò i titoli di casa Branciforte di Principe di Rosolini, di Conte di Sant'Antonio, ed altri, di cui ottenne investitura il 23 dicembre 1791.[3]

Nominato Gentiluomo di camera del Re in esercizio nel 1772[1], fu deputato del Regno di Sicilia dal 1782 al 1785, consigliere del Supremo Magistrato del Commercio dal 1792, e nei primi mesi del 1798, ministro plenipotenziario della Real Corte di Napoli presso la Santa Sede.[1][3]

Fu affiliato alla massoneria, avendo fatto parte della loggia Saint Jean d'Écosse di Palermo, dipendente dall'omonima loggia di Marsiglia, di cui fu tesoriere dal 1764[1], anno in cui aveva raggiunto il grado di Eletto dei 9[4].


Morto a Napoli il 5 luglio 1798[1], con lui si estinse il ramo dei Moncada dei principi di Larderia, poiché gli premorirono celibi i tre figli maschi Letterio, Giovanni ed Ercole Michele.[2] La figlia Rosalia, ebbe investitura di tutti i titoli e feudi paterni il 26 agosto dello stesso anno, che portò in casa Platamone avendo costei sposato nel 1778 il nobile Baldassarre Platamone Nicosia dei duchi di Belmurgo.[3]

  1. ^ a b c d e f g R. Ferrara di Castiglione, La massoneria nelle due Sicilie e i «fratelli» meridionali del '700., vol. 5, Gangemi, 2011, nota 14, p. 200.
  2. ^ a b LINEE GENERALI MONCADA DI MONFORTE, su mariomoncadadimonforte.it. URL consultato il 16-08-2018.
  3. ^ a b c d Spreti, p. 644.
  4. ^ Carlo Francovich, Storia della Massoneria in Italia, i Liberi Muratori italiani dalle origini alla Rivoluzione francese, Milano, Ed. Ghibli, 2013, p. 1976, n. (6).
  • F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 1, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754.
  • V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Bologna, Forni, 1981.