Razzismo negli Stati Uniti d'America
Il razzismo negli Stati Uniti d'America rappresenta un fenomeno storico presente fin dall'epoca coloniale. I privilegi e i diritti sanzionati legalmente o socialmente furono largamente dati ai bianchi americani, ma negati ai nativi americani, agli afroamericani, agli asioamericani e agli ispanici latinoamericani. Agli statunitensi di origine europea, in particolare ai ricchi protestanti anglosassoni, vennero concessi privilegi esclusivi in materia d'istruzione, immigrazione, diritto di voto, cittadinanza, acquisizione dei terreni e procedimenti penali per un lasso di tempo che va dal XVII secolo fino agli anni sessanta del XX secolo.
Tuttavia, anche gli immigrati non protestanti provenienti dal continente europeo, in particolare i cittadini irlandesi, polacchi e italiani subirono, all'interno della società statunitense, un'emarginazione xenofoba ed altre forme di discriminazione basate sull'etnia e, almeno fino ad un certo periodo, non vennero neppure considerati come degli "autentici bianchi".
Inoltre, i gruppi originari del Medio Oriente, come gli Ebrei e gli Arabi, hanno dovuto affrontare anch'essi una più o meno continua situazione discriminatoria; come diretta conseguenza di ciò, alcune persone appartenenti a queste comunità non si autoidentificano come "bianchi statunitensi". Anche coloro che provengono dall'Asia orientale e dall'Asia meridionale sono stati costretti ad affrontare il problema costituito dal pregiudizio razzista.
Le principali istituzioni razziali etnicamente strutturate includono la schiavitù, la segregazione razziale, le cosiddette guerre indiane, le riserve indiane, la segregazione scolastica, le legislazioni sull'immigrazione e la naturalizzazione e i campi d'internamento durante la seconda guerra mondiale: l'internamento dei giapponesi, dei tedeschi e degli italiani.
Almeno formalmente, la discriminazione razziale è stata abolita a partire dalla metà del XX secolo e, con il trascorrere del tempo, è stata sempre più percepita come socialmente inaccettabile e/o moralmente ripugnante. La politica di stampo razziale rimane tuttavia un fenomeno di ampia portata ed il razzismo implicito continua ancora ai giorni nostri a riflettersi nelle ampie disparità e disuguaglianze socioeconomiche[1][2], fino a giungere a forme più moderne e prevalentemente indirette di "razzismo simbolico"[3]. Un'ampia stratificazione sociale su base razziale continua a manifestarsi nell'ambito occupazionale ed in campo salariale, nella ricerca dell'alloggio, nell'istruzione e nella formazione professionale, nella concessione di prestiti e mutui e finanche in campo governativo.
Secondo l'US Human Rights Network[4], un'organizzazione che concentra la propria attenzione sul rispetto dei diritti civili e che collabora con le organizzazioni per i diritti umani "la discriminazione negli Stati Uniti permea tutti gli aspetti della vita e si estende a tutte le comunità di minoranza"[5].
Mentre la natura dei punti di vista degli statunitensi medi si è molto modificata nel corso degli ultimi decenni, le indagini condotte da parte di associazioni indipendenti - oltre che dalla stessa ABC News - hanno scoperto che, anche recentemente, ampi strati di popolazione si riconosce nelle più comuni opinioni discriminatorie. Nel 2007 uno studio ha rilevato che una persona su dieci ammetteva di avere pregiudizi contro gli ispanici e sudamericani, mentre una su quattro manteneva forti giudizi negativi contro gli arabi in generale[6].
Afroamericani
[modifica | modifica wikitesto]Pre-guerra civile
[modifica | modifica wikitesto]Tratta schiavista atlantica
[modifica | modifica wikitesto]Durante la Storia degli Stati Uniti d'America, ancor prima che lo schiavismo divenisse completamente strutturato su basi razziali, gli schiavi di origine africana vennero utilizzati a fianco dei bianchi ridotti in schiavitù per servitù debitoria, solitamente vincolati alla condizione servile da contratti con una scadenza determinata e in gran parte firmati per pagare le spese di trasferimento nel Nuovo Mondo. Alla loro scadenza gli europei sopravvissuti recuperarono la libertà, non era invece previsto che i neri potessero recuperarla dopo un certo periodo di tempo.
L'utilizzo degli europei per il lavoro di fatica si dimostrò nel tempo insostenibilmente costoso nonché dannoso per la fornitura di occupazione nei paesi di origine. Tuttavia gli schiavi africani erano "disponibili in gran numero a prezzi che resero le aziende agricole delle piantagioni nelle Americhe assai floride"[7].
A seguito di una serie di rivolte che coinvolsero questo tipo di coloni però si arrivò a fare a meno degli schiavi bianchi, riservando la schiavitù alle persone di origine africana le quali non potevano contare, a differenza dei bianchi, su solidarietà religiose e etniche da parte dei componenti liberi della società bianca dominante. In questo modo "razza" e condizione sociale vennero a coincidere in una maniera tale che ancor oggi negli Stati Uniti d'America è difficile separare i due concetti.
Mentre l'esistenza della schiavitù è probabilmente la radice delle successive concettualizzazioni razziali sugli afroamericani, le origini della stessa ebbero una forte base economica. Tra l'élite europea la quale strutturò la politica nazionale per tutta l'era del sistema di scambio schiavista attraverso l'Oceano Atlantico esistette un'ideologia popolare denominata mercantilismo, la convinzione cioè che le attività politiche dovessero essere centrate sul potere militare e la ricchezza economica. Le colonie furono fonti di ricchezza minerale e di colture, da utilizzare essenzialmente per il vantaggio della madrepatria[8].
Si è anche sostenuto che, insieme ai motivi economici alla base della schiavitù nelle Americhe, gli schemi di netta distinzione sociale del mondo europeo svolsero un ruolo importante nella schiavizzazione degli africani. Secondo questa opinione il gruppo europeo per comportamenti e condotta umana includeva l'intero continente europeo, mentre le culture africane e native americane ebbero una definizione più localizzata di appartenenza.
Mentre nessuno schema sociale ha una superiorità intrinseca di per sé il vantaggio tecnologico europeo diventò una risorsa per diffondere la convinzione che giustificava i loro schemi, che i non europei avrebbero cioè potuto benissimo essere ridotti in uno stato di schiavitù. Con la capacità di diffondere la loro rappresentazione schematica del mondo gli europei poterono imporre il proprio contratto sociale, permettendo moralmente tre secoli di schiavitù africana. Mentre la disintegrazione di un tale contratto socialmente accettato fino ad allora verso la fine del XVIII secolo portò alle prime legislazioni abolizioniste, la rimozione degli ostacoli allo "status di membri effettivi della comunità" è un processo molto lento, non ancora completamente realizzato fino ai giorni nostri (2015)[9].
Di conseguenza il commercio degli schiavi atlantici prosperò. Secondo le stime del "Trans-Atlantic Slave Trade Database" tra il 1626 e il 1860 più di 470.000 schiavi vennero forzatamente trasportati dall'Africa oltreoceano[10][11].
Subito dopo la Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America proclamata nel 1776 le prime leggi del 1790 sulla naturalizzazione garantirono la cittadinanza solo alle "persone bianche libere", il che significava generalmente che venne concessa solo a coloro che erano di origini anglosassoni.
Prima della guerra civile otto presidenti degli Stati Uniti d'America furono proprietari di schiavi, una pratica protetta dalla Costituzione degli Stati Uniti d'America[12]. Fornire ricchezza per l'élite bianca, questo fu il compito della schiavitù; prima della guerra civile circa una famiglia meridionale su quattro possedette schiavi. Secondo il Censimento degli Stati Uniti d'America del 1860 vi erano circa 385.000 proprietari di schiavi su una popolazione bianca totale nel profondo Sud di circa 7 milioni (compresi donne e bambini)[13][14].
Passi verso l'abolizione della schiavitù
[modifica | modifica wikitesto]Già nella prima metà del XIX secolo furono costituite varie organizzazioni di sostegno agli schiavi, fino ad aiutarli a migrare in direzione di luoghi dove godere di una maggiore libertà; alcune approvarono la colonizzazione di nuovi territori, mentre altre sostennero l'emigrazione totale. Durante gli anni 1820 e 1830 l'American Colonization Society rappresentò il veicolo principale per le proposte di restituire agli afroamericani una maggiore libertà e parità in Africa[15] e nel 1821 giunse a fondare la colonia della Liberia, aiutando migliaia di ex schiavi e neri liberi (con limiti regolamentati) a trasferirvisi.
Lo sforzo di colonizzazione nacque da una miscela di motivi, con il suo fondatore Henry Clay il quale affermò: "i pregiudizi inimmaginabili derivanti dal loro colore della pelle umana non avrebbero mai permesso l'integrazione con i bianchi liberi di questo paese. Era auspicabile, perciò, nel massimo rispetto dovuto loro, rimpatriare tutta la popolazione nera"[16].
Sebbene nel 1820 il commercio degli schiavi atlantici (intesi come "beni mobili") fosse stato equiparato alla pirateria, pertanto punibile con la pena di morte[17], la pratica continuò a resistere per tutto il successivo mezzo secolo. La compravendita interna rimase un'attività economica importante che durò fino agli anni 1860[18]. I membri della famiglia degli schiavi sarebbero stati divisi per non vedersi mai più[18]. Tra il 1830 e il 1840 quasi 250.000 schiavi furono assunti attraverso imprese statali[18]. Negli anni 1850 in più di 193.000 furono scambiati e gli storici stimano che quasi un milione di persone abbiano dovuto partecipare a questa migrazione forzata[18].
Lo storico Ira Berlin ha battezzato questa migrazione forzata degli schiavi il "Second Middle Passage", perché riprodusse molti degli stessi orrori del "Passaggio intermedio" (il nome dato al trasporto di schiavi dall'Africa all'America del Nord). Le compravendite di schiavi distrussero totalmente molte famiglie; gli schiavi vennero sradicati direttamente o vissero nella paura che loro o le proprie famiglie potessero essere spostate involontariamente: "la deportazione massiccia traumatizzava i neri"[19].
Gli individui perdettero in tal maniera la connessione con le famiglie e i clan di appartenenza. Aggiunto ai primi coloni che mischiarono schiavi originari da diverse tribù, molti africani etnici persero la conoscenza delle diverse origini tribali africane. La maggior parte di loro discende oggi da famiglie che rimasero deportate negli Stati Uniti d'America per molte generazioni[18].
Venuta meno l'utilità economica dello schiavismo nelle regioni maggiormente industrializzate degli Stati Uniti nord-orientali tutti gli schiavi presenti nelle aree degli Stati Confederati d'America che non erano sotto il controllo diretto del governo federale vennero dichiarati liberi attraverso il Proclama di emancipazione emanato il 1º gennaio del 1863 dal presidente degli Stati Uniti d'America (esponente del partito Repubblicano Abraham Lincoln[20].
Mentre egli si oppose personalmente alla schiavitù, ritenne però che la Costituzione degli Stati Uniti d'America non desse al Congresso degli Stati Uniti d'America il potere di porvi fine, affermando nel suo primo discorso d'insediamento che «non aveva alcuna obiezione a questo fatto manifesto e inappellabile» tramite l'"emendamento Corwin"[21]. Sui diritti sociali e politici per i neri Lincoln dichiarò: "io non sono né ho mai voluto assegnare il diritto di voto o creare Grand jury di negri, né qualificarli a tenere un qualsiasi ufficio pubblico, né di interagire con i bianchi attraverso il matrimonio interrazziale, tanto quanto me qualunque uomo è a favore della posizione superiore assegnata alla razza bianca"[22]. Il proclama non si applicò pertanto alle aree lealiste o controllate dall'Unione.
I maggiori territori agricoli del profondo Sud si coalizzarono negli Stati Confederati d'America a difesa della schiavitù dando inizio alla guerra di secessione americana. L'abolizionismo negli Stati Uniti d'America fu reso esecutivo nell'intera federazione con la sconfitta dei sudisti e l'approvazione del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, dichiarato ratificato il 6 dicembre del 1865[23].
Circa quattro milioni di schiavi neri furono liberati nel 1865. Il 95% di loro viveva nel Sud e comprendevano 1/3 dell'intera popolazione colà residente, in contrapposizione all'1% presente nei territori del Nord. Conseguentemente i timori di un'eventuale emancipazione erano molto alti al Sud rispetto che al Nord[24]. Sulla base dei dati del censimento degli Stati Uniti d'America del 1860 l'8% dei maschi tra i 13 e i 43 anni morì nel corso della guerra civile, il 6% nel Nord e il 18% nel Sud[25].
Dall'era della Ricostruzione alla seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Era della Ricostruzione
[modifica | modifica wikitesto]Il Congresso approvò il Civil Rights Act (1866) la quale ampliò per la prima volta una serie di diritti civili a tutte le persone nate statunitensi. Nonostante questo l'emergere di "Black Codes" sancirono e autorizzarono gli atti di sottomissione contro i neri, continuando in tal modo ad impedire agli afroamericani di godere dei diritti civili. L'atto di naturalizzazione del 1790 limitò la cittadinanza statunitense ai soli bianchi, mentre nel 1868 fu accentuato lo sforzo verso i diritti civili con il XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America il quale concesse la cittadinanza ai neri[26].
Seguì il Civil Rights Act (1875), con l'eliminazione di una decisione che minava il potere federale nel suo tentativo di contrastare la discriminazione razziale privata[27]. Tuttavia l'ultimo degli emendamenti dell'era della Ricostruzione, il XV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America concesse il diritto di voto agli uomini neri (fino ad allora solo gli uomini bianchi proprietari avrebbero potuto votare) e grazie a questi sforzi federali cumulati gli afroamericani cominciarono a trarre un qualche vantaggio dall'affrancamento.
Gli afroamericani iniziarono a votare, cercando posizioni ufficiali, utilizzando l'istruzione pubblica. Ma l'abolizione dell'istituzione schiavistica contribuì tuttavia a rafforzare e istituzionalizzare l'ideologia razzista e, a partire dagli anni 1870, con l'affermazione sempre maggiore delle teorie del cosiddetto «razzismo scientifico» la quasi totalità degli Stati Uniti meridionali introdusse legislazioni che favorirono la segregazione razziale negli Stati Uniti d'America.
Alla fine della Ricostruzione i suprematisti bianchi violenti giunsero al potere attraverso organizzazioni paramilitari come le "Red Shirts" e la "White League" ed arrivarono ad imporre le cosiddette Leggi Jim Crow - tra cui le Leggi contro la mescolanza razziale negli Stati Uniti d'America, cioè la proibizione del matrimonio interrazziale e della mescolanza razziale - le quali privarono gli afroamericani del diritto di voto e istituirono politiche discriminatorie sistematiche di disuguaglianza[28]; ebbe così inizio il fenomeno istituzionalizzato della segregazione razziale (durata fino alla metà degli anni sessanta del XX secolo).
La segregazione, iniziata con la schiavitù, pertanto continuò con cartelli usati per mostrare dove i neri potessero leggere, parlare, bere, riposare o mangiare[29]. In quei luoghi i non bianchi dovevano in ogni caso attendere che tutti i clienti bianchi venissero serviti prima di loro[29]. Le strutture segregate si estesero dalle scuole solo per bianchi fino ai cimiteri riservati ai bianchi[30].
Era post-Ricostruzione
[modifica | modifica wikitesto]Il nuovo secolo vide un rafforzamento del razzismo istituzionalizzato e della discriminazione legale nei confronti dei cittadini di origine africana. Durante tutto questo periodo di forti tensioni civili la stratificazione sociale su base razziale venne impegnata informalmente e sistematicamente, con l'intento esplicito di solidificare l'ordine sociale preesistente. Anche se tecnicamente in grado di votare, la Capitazione ("Poll Tax"), gli atti terroristici pervasivi come il linciaggio negli Stati Uniti d'America (spesso perpetrati da gruppi come il rinato Ku Klux Klan, fondato originariamente a Pulaski) e leggi discriminatorie come la "clausole d'anteriorità" tennero la stragrande maggioranza dei neri (e anche molti bianchi poveri) al di fuori di ogni possibilità d'intraprendere carriere nell'amministrazione pubblica o di far parte di giurie popolari.
Inoltre la discriminazione si estese alla legislazione statale la quale "assegnò un sostegno finanziario notevolmente disuguale" alle scuole nere e bianche. Oltre a ciò i funzionari di Contea talvolta ridistribuirono le risorse destinate ai neri alle scuole bianche, minando ulteriormente le opportunità educative[31]. In risposta al razzismo de jure nel 1909 cominciarono ad emergere gruppi di pressione e di contestazione, in particolare la National Association for the Advancement of Colored People[32].
Questo periodo viene talvolta definito come il nadir delle relazioni razziali americane in quanto il razzismo, la segregazione, la discriminazione razziale e le espressioni suprematiste di potere bianco aumentarono notevolmente. Esplosero violenze anti-nero, tra cui i disordini razziali come quelli di Atlanta nel 1906 e il massacro di Tulsa nel 1921.
La rivolta di Atlanta fu descritta dal quotidiano francese Le Petit Journal come un "massacro razziale dei negri"[34]. Il The Post and Courier di Charleston scrissero a proposito della rivolta di Atlanta: "la separazione delle razze è l'unica soluzione radicale del problema negro in questo paese, non c'è niente di nuovo in questo: l'Onnipotente ha stabilito i limiti della coabitaione tra le razze, i negri sono stati portati qui dalla costrizione, dovrebbero ora essere indotti a lasciare la nazione con la forza della persuasione"[35].
La grande migrazione
[modifica | modifica wikitesto]Il razzismo, che era sempre stato considerato soprattutto come un problema negli Stati Uniti meridionali, esplose chiaramente nella coscienza nazionale dopo la grande migrazione afroamericana, il trasferimento di milioni di afroamericani dalle terre in cui avevano le loro radici negli Stati del Sud ai centri industriali del Nord dopo la prima guerra mondiale, in particolare in città come Boston, Chicago e New York (Harlem). All'interno del comprensorio urbano di Chicago per esempio tra il 1910 e il 1970 la percentuale degli afroamericani crebbe dal 2 al 32,7%[37].
I modelli demografici degli immigrati neri e delle condizioni economiche esterne sono ampiamente studiati per essere stati forti stimolanti per la Grande Migrazione[38]. Ad esempio i neri migranti tra il 1910 e il 1920 ebbero più probabilità di essere maggiormente istruiti rispetto a quelli che rimasero nel Sud. I fattori di spinta economici svolsero notoriamente un ruolo nella migrazione, come l'emergere di un mercato del lavoro frazionato e la sventura agricola causata dall'infestazione della Coleoptera la quale distrusse praticamente l'intera economia del cotone[39].
I migranti meridionali furono spesso trattati secondo la stratificazione razziale preesistente. Il rapido afflusso di neri nel Nord disturbò l'equilibrio razziale nelle città, esacerbando l'ostilità tra i bianchi e i neri. Stereotipi e schematizzazioni dei neri del sud vennero utilizzati per attribuire la colpa dei problemi presenti nelle aree urbane, come la criminalità e le malattie, alla presenza degli afroamericani.
Nel complesso gli afroamericani nelle città del Nord ebbero a sperimentare discriminazioni sistemiche in una pletora di aspetti della vita. Nell'ambito dell'occupazione le opportunità economiche per i neri furono indirizzate al più basso status, restringendo così la potenziale mobilità. All'interno del mercato immobiliare vennero utilizzate misure di discriminazione più forti in correlazione all'affluenza, con conseguente combinazione di "violenza mirata, clausole restrittive, redlining e amministrazione razziale"[41].
Durante questo lasso di tempo esplosero tensioni razziali, più violentemente a Chicago, con una crescita drammatica nel corso degli anni venti del linciaggio e delle aggressioni razziste. I conflitti urbani - i bianchi che attaccarono i neri - diventarono così un problema anche settentrionale[42]. Molti bianchi difesero il proprio spazio con violenze, intimidazioni o strumenti legali rivolti contro gli afroamericani, mentre molti altri bianchi presero a loro volta a migrare in regioni più suburbane o esurbane maggiormente segregate, un processo noto come volo bianco ("White flight")[43].
Dopo le Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1912 il neoeletto Woodrow Wilson ordinò la segregazione in tutto il governo federale[44]. Nel corso della prima guerra mondiale i neri servirono nelle United States Armed Forces in unità segregate. I soldati neri rimasero spesso poco addestrati e attrezzati e vennero abitualmente messi in prima linea o assoldati per le missioni suicide. L'esercito rimase ancora fortemente segregato nella seconda guerra mondiale. Il corpo dei Marines non ebbe neri arruolati nei suoi ranghi. Vi furono i Tuskegee Airmen nella United States Army Air Force, soldati neri tra i Seabees della United States Navy e la 92ª Divisione di Fanteria, soprannominata la "Divisione dei Soldati Bisonte" (Buffalo Soldier Division), che combatté durante la Campagna d'Italia nel teatro di guerra del Mediterraneo. Infine nessun afroamericano avrebbe ricevuto la Medal of Honor durante la guerra e i soldati neri dovettero a volte rinunciare ai loro posti nei treni per far spazio ai prigionieri di guerra nazisti[45].
Dalla seconda guerra mondiale all'era dei diritti civili
[modifica | modifica wikitesto]Le Leggi Jim Crow furono disposizioni legali statali e locali adottate negli Stati Uniti meridionali e confinanti le quali s'imposero tra il 1876 e il 1965; esse finirono col il creare lo status giuridico di "separati ma uguali" per gli americani neri. In realtà ciò condusse a trattamenti e sistemazioni quasi sempre inferiori rispetto a quelle fornite ai bianchi americani. Le disposizioni più gravi richiesero che le scuole pubbliche, i luoghi pubblici e i trasporti pubblici come i treni e gli autobus disponessero di strutture separate per i bianchi e per i neri. Uno dei primi casi federali che sfidò la segregazione nelle scuole fu Mendez contro Westminster del 1946 nella Contea di Orange (California). La segregazione scolastica sponsorizzata dal governo fu dichiarata incostituzionale dalla Corte suprema degli Stati Uniti d'America nel 1954 nella sentenza per il caso Brown contro Board of Education.
Nel corso degli anni cinquanta il Movimento per i diritti civili degli afroamericani cominciò a guadagnare sempre maggiori consensi, potendo così condurre numerose battaglie. L'adesione alla National Association for the Advancement of Colored People crebbe in tutti gli Stati federati degli Stati Uniti d'America. Il linciaggio di Emmett Till avvenuto nel 1955 scatenò l'indignazione pubblica per l'ingiustizia palpabile; Emmett, un ragazzo di 14 anni proveniente da Chicago, andò a trascorrere l'estate con i parenti a Money: venne brutalmente assassinato per aver rivolto un fischio d'apprezzamento ad una donna bianca. Dopo essere stato selvaggiamente picchiato, gli strapparono un occhio fuori dalle orbite e gli spararono in testa prima di gettarlo nel fiume Tallahatchie con una sgranatrice di cotone da 70 libbre legata intorno al collo con del filo spinato.
David Jackson scrive che Mamie Till, la madre di Emmett "lo ha portato a casa a Chicago e ha insistito che la bara rimanesse aperta. Decine di migliaia di persone hanno così potuto vedere i resti di Till, ma è stata la pubblicazione dell'immagine funebre nella rivista Jet, con una stoica Mamie che guarda il corpo devastato del suo bambino assassinato, che ha costretto il mondo a riflettere sulla brutalità del razzismo americano"[46]. Le fotografie, che circolarono in tutto il paese, attirarono una forte reazione pubblica. La risposta viscerale alla decisione di sua madre di avere un funerale con la bara aperta mobilitò la comunità nera in tutta la nazione[47]. Vann R. Newkirk ha scritto: "il processo dei suoi assassini è diventato una parodia che illumina sulla tirannia suprematista del potere bianco"[47]. Lo Stato del Mississippi incriminò due degli accusati, ma questi vennero rapidamente assolti da una giuria completamente bianca[48].
In risposta all'aumento della discriminazione e della violenza si svolsero manifestazioni e atti di protesta non violenti. Ad esempio nel febbraio del 1960, a Greensboro, quattro giovani studenti universitari afroamericani entrarono in un negozio di Woolworth e si sedettero al banco ma vennero rifiutati. Gli uomini, già partecipanti alla protesta non violenta all'università, rimasero tranquilli mentre i bianchi continuarono a tormentarli al bancone, versandogli il ketchup in testa e bruciandoli con i mozziconi delle sigarette. Dopo questo fatto vennero realizzati molti altri incontri per protestare senza violenza contro il razzismo e la disuguaglianza. I sit-in proseguirono in tutto il Sud e si diffusero anche in altre aree. Alla fine, dopo molte manifestazioni e altre proteste non violente, tra cui marce e sessioni di boicottaggio, vari luoghi cominciarono ad accettare di desegregare[49].
L'attentato alla chiesa battista della 16ª strada avvenuta a Birmingham nel 1963 ha segnato un punto di svolta durante l'epoca dei diritti civili. Domenica 15 settembre, con una pila di dinamite nascosta su una scala esterna, uomini del Ku Klux Klan distrussero un'intera facciata della chiesa. La bomba esplose in prossimità di ventisei bambini che si stavano preparando agli esercizi del coro nella sala riunioni del seminterrato. L'esplosione ha ucciso quattro ragazze nere, Carole Robertson (14 anni), Cynthia Wesley (14 anni), Denise McNair (11 anni) e Addie Mae Collins (14 anni)[50][51].
Con il bombardamento che si è verificato solo un paio di settimane dopo la marcia su Washington per il lavoro e la libertà, guidata pacificamente da Martin Luther King, esso è diventato un aspetto integrale delle mutate percezioni sulle condizioni dei neri in America. L'avvenimento ha influenzato il passaggio del Civil Rights Act (1964) (che ha vietato la discriminazione negli alloggi pubblici, nell'ambito occupazionale e nel sindacato) e il Voting Rights Act del 1965, che ha superato le restanti Leggi Jim Crow, a quasi un secolo dalla loro entrata in vigore. Nondimeno sono state implementate fino al termine degli anni sessanta poiché i leader per i diritti civili hanno continuato ad impegnarsi per la libertà politica e sociale.
Molti degli Stati federati degli Stati Uniti d'America vietarono il matrimonio interrazziale. Nel 1967 Mildred Loving, una donna nera e Richard Loving, un uomo bianco, furono condannati a un anno di carcere in Virginia per essersi sposati[52]. Il loro matrimonio violava difatti le Leggi contro la mescolanza razziale negli Stati Uniti d'America nonché il "Racial Integrity Act of 1924", che vietava il matrimonio tra persone classificate come bianche e persone classificate come "colorate" (persone di origine non bianca)[53]. Nel caso Loving contro Virginia del 1967 la Corte suprema degli Stati Uniti d'America ha invalidato tutte le legislazioni che ancora vietavano il matrimonio interrazziale[54].
La segregazione è proseguita, seppur in altre forme, anche dopo la scomparsa delle Leggi di Jim Crow. I dati sui prezzi delle abitazioni e gli atteggiamenti verso l'integrazione suggeriscono che alla metà del XX secolo la segregazione era un prodotto di azioni collettive adottate dai bianchi per escludere i neri dai loro quartieri[55]. La segregazione ha anche assunto la forma di redlining, la pratica di negare o aumentare i costi dei servizi, come la banca, l'assicurazione, l'accesso ai posti di lavoro[56], l'accesso alle cure mediche o anche i supermercati[57] a determinati residenti, spesso in aree determinate razzialmente[58].
Anche se la discriminazione informale e la segregazione razziale negli Stati Uniti d'America sono sempre esistite, la redlining è iniziata con il "National Housing Act of 1934" il quale ha istituito la "Federal Housing Administration". La pratica è stata combattuta in primo luogo attraverso il passaggio del Fair Housing Act del 1968 (che impedisce la redlining quando i criteri sono basati sulla razza, la religione, il sesso, lo status familiare, la disabilità o l'origine etnica) e successivamente attraverso il "Community Reinvestment Act" del 1977, che impone alle banche di applicare gli stessi criteri di prestito a tutte le comunità[59]. Anche se la redlining è illegale alcuni sostengono che essa continua ad esistere in altre forme.
Fino agli anni quaranta il pieno potenziale di ricavo di quello che è stato chiamato "il mercato negro" è stato largamente ignorato dai produttori di proprietà bianche, con una campagna pubblicitaria focalizzata esclusivamente sui bianchi[60]. Agli afroamericani sono state negate anche le più elementari offerte commerciali. Per la sua decisione di partecipare a gare contro i cavalli da corsa per guadagnare denaro, il campione olimpico Jesse Owens ha dichiarato: "la gente dice che è degradante per un campione olimpico correre contro un cavallo, ma cosa avrei dovuto fare? Quattro medaglie d'oro, ma non si possono mangiare quattro medaglie d'oro"[61].
Sulla mancanza di opportunità Owens ha aggiunto: "allora non c'era la televisione, nessuna grande pubblicità, nessun sostegno, almeno non per un uomo nero qualunque"[62]. Nel corso del ricevimento indetto per onorare il suo successo olimpico ad Owens non è stato permesso di entrare attraverso le porte principali del Waldorf-Astoria Hotel di New York, è stato invece costretto a recarsi all'evento utilizzando un ascensore merci[63].
Alla prima destinataria nera dell'Academy Award Hattie McDaniel non è stato permesso di partecipare alla prima di Via col vento nella Georgia separata razzialmente e alla cerimonia del Premio Oscar a Los Angeles era obbligata a sedersi in un tavolo segregato posizionato nella parete più lontana della stanza; L'Hotel attuava difatti una rigorosa politica segregazionista, ma permise a McDaniel di entrare "concedendole" un favore[64].
Situazione attuale
[modifica | modifica wikitesto]Mentre nel decennio successivo sono stati apportati notevoli miglioramenti grazie all'avanzamento del ceto medio e all'occupazione nella funzione pubblica, la povertà nera e la mancanza d'istruzione continuano nel contesto della deindustrializzazione[66][67]. Nonostante i passi avanti effettuati dopo l'attentato alla chiesa battista della 16ª strada nel 1963 la violenza contro le istituzioni ecclesiastiche nere è proseguita; 145 incendi sono stati appiccati dolosamente nelle chiese nere del profondo Sud nel corso degli anni novanta[68]. Il Massacro di Charleston è avvenuto nel 2015 all'interno dell'"Emanuel African Methodist Episcopal Church"[69].
Dal 1981 al 1997 il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti d'America ha discriminato decine di migliaia di agricoltori afroamericani, negando i prestiti concessi invece ai coltivatori bianchi in circostanze del tutto simili. La discriminazione è stata oggetto della causa Pigford contro Glickman (1999) presentata dai membri dell'organizzazione non a scopo di lucro "National Black Farmers Association", che ha portato a due accordi di liquidazione di 1,25 miliardi di dollari nel 1999 e di 1,15 miliardi di dollari nel 2009[70].
Durante gli anni ottanta e novanta si sono verificati numerosi scontri che hanno riguardato tensioni razziali di lunga durata tra polizia e comunità minoritarie. I disordini razziali di Miami del 1980 furono catalizzati dall'uccisione di un automobilista afroamericano da parte di 4 agenti del Miami-Dade Police Department; essi sono stati successivamente assolti da ogni addebito di omicidio colposo grazie ad evidenti manomissioni.
Allo stesso modo i conflitti scaturiti con la Rivolta di Los Angeles del 1992 sono esplosi a seguito dell'assoluzione di 4 ufficiali bianchi del Los Angeles Police Department nonostante fossero stati filmati mentre percuotevano il taxista afroamericano Rodney King. Lo storico Khalil Gibran Muhammad, direttore del "Schomburg Center for Research in Black Culture" di Harlem ha identificato più di 100 casi di violenza razziale di massa commessi a partire dal 1935 e ha notato che la quasi totalità era stato generato da un qualche incidente poliziesco[71].
Politicamente il sistema strutturato del "vincente che prende tutto" così come viene applicata in 48 su 50 degli Stati federati degli Stati Uniti d'America[72] nei collegi elettorali finisce quasi sempre col beneficiare la rappresentanza bianca, in quanto nessuno Stato ha una maggioranza di elettori di colore[73]. Questa situazione è stata descritta come "pregiudizio strutturale" e spesso porta gli elettori di colore a sentirsi politicamente alienati con la conseguenza che finiscono col non votare più. Anche la mancanza di rappresentanza nel Congresso degli Stati Uniti d'America ha condotto ad una diminuzione dell'elettorato nero.[73]: a partire dal 2016 gli afroamericani compongono solo l'8,7% del Congresso, mentre i latinos sono attestati al 7%[74].
Molti citano le Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2008 come un passo avanti nelle relazioni interrazziali; i bianchi americani hanno giocato un loro ruolo nella vittoria di Barack Obama, il primo presidente degli Stati Uniti d'America nero[75]. Difatti Obama ha ricevuto una percentuale maggiore del voto bianco (43%)[76] rispetto al precedente candidato del partito Democratico John Kerry (41%)[77].
Le divisioni razziali perduravano per tutta la campagna elettorale; Ampi margini di elettori neri hanno dato un netto vantaggio a Obama durante le primarie presidenziali, dove 8 su 10 afroamericani hanno votato per lui e un sondaggio dell'MSNBC ha scoperto che la razza è stato un fattore chiave nella percezione della preparazione di un candidato per la carica. Per esempio nella Carolina del Sud "i bianchi erano più lieti di nominare Hillary Clinton piuttosto che Obama come maggiormente qualificata per essere comandante in capo, più congeniale per unire il paese e più capace di conquistare la Casa Bianca. I margini più forti sono arrivati fino a 3 a 1 in tutti e tre i settori"[78].
Con le Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016 si è raggiunto un punto fondamentale nella discussione delle relazioni di razza; il presidente Donald Trump ha insinuato che gran parte del discorso e della violenza che circonda le relazioni di razza negli Stati Uniti è stata indotta da gruppi sempre più in aumento di attivisti neri come il movimento internazionale "Black Lives Matter"; questo secondo quanto è stato riportato dalla CNN[79].
Lo studioso di sociologia Russ Long ha dichiarato nel 2013 che ai giorni nostri esiste un razzismo più sottile che associa un gruppo etnico specifico con una specifica caratterizzazione[80]. In uno studio del 1993 condotto da Katz e Braly è stato prospettato che "i neri e i bianchi mantengono tutta una serie di stereotipi l'uno verso l'altro, per lo più assai negativi"[81]. Lo studio di Katz e Braley ha anche scoperto che gli afroamericani e gli altri bianchi convalidano e considerano i tratti che li autoidentificano tra loro, poiché la comunicazione tra i due è minacciosa e interrazziale, probabilmente "riluttante, riservata e nascosta"[81].
La comunicazione interrazziale è guidata da stereotipi; questi vengono trasferiti nei caratteri personali e questi ultimi portano ad avere un effetto sulla comunicazione reciproca. Molti fattori promuovono lo stabilirsi di stereotipi, come l'età e l'ambiente in cui vengono applicati[81]. Ad esempio in una ricerca svolta da "Entman-Rojecki Index of Race and Media" nel 2014 l'89% delle donne nere nei film sono mostrate come imprecanti e agiscono tramite comportamenti offensivi mentre solo il 17% delle donne bianche viene rappresentato nella stessa maniera[82].
Un grave episodio di psi ha quando la polizia fa irruzione nell'abitazione di Breonna Taylor nella notte fra il 12 e 13 marzo del 2020 per una presunta identificazione di uno spacciatore nei pressi della abitazione. Il suo fidanzato pensando si trattasse di criminali, apre il fuoco con una pistola in suo possesso. La polizia risponde e la donna, afro-americana, è rimasta uccisa nella sparatoria.[83]
Il 25 maggio 2020, George Floyd, un uomo di colore di 46 anni, è stato ucciso da un ufficiale del dipartimento di polizia di Minneapolis, Derek Chauvin, che ha forzato il ginocchio sul collo di Floyd per diversi minuti. Tutti e quattro gli agenti di polizia presenti sono stati licenziati il giorno successivo.[84] La morte di Floyd ha scatenato un'ondata di violente proteste negli Stati Uniti, a partire da Minneapolis.[85]
Asioamericani
[modifica | modifica wikitesto]Il "Naturalization Act of 1790" rese gli asiatici ineleggibili allo status di cittadini completi il quale fu riservato e limitato ai soli bianchi[86].
Gli asioamericani, inclusi quelli originari dell'Asia orientale, del Sud-est asiatico e dell'Asia meridionale, hanno subito il pesante clima razzista a partire dai primi grandi gruppi di immigrati cinesi sbarcati in America; ne sono stati influenzati gli immigrati di prima generazione, i figli dei migranti e finanche i bambini asiatici adottati da famiglie cosiddette bianche[87].
Nel corso del XIX secolo l'America attraversò una fase di rapida industrializzazione la quale condusse presto a gravi carenze di manodopera nelle industrie minerarie e ferroviarie. Il lavoro sottopagato degli immigrati cinesi venne spesso utilizzato per colmare questo divario, soprattutto con la costruzione della First Transcontinental Railroad, che portò ad un'immigrazione cinese su larga scala[87].
Questi operai furono molto spesso disprezzati in quanto "rubavano" il posto di lavoro dei bianchi accettando un salario inferiore e a causa di ciò nacque la definizione "pericolo giallo", ideologia che prevedeva la scomparsa dell'intera civiltà occidentale a causa dell'immigrazione cinese; essa guadagnò presto sempre più popolarità[88]. Tale discriminazione si concretizzò in forma istituzionale con il "Chinese Exclusion Act" del 1882 il quale bandì l'immigrazione cinese negli Stati Uniti d'America; si trattò della prima volta in cui fu approvata una legislazione di esclusione nei confronti di un gruppo importante della Nazione fondata sull'etnia e sul ceto sociale[87].
Vennero adottate anche numerose leggi discriminatorie locali con l'intento esplicito di soffocare le opportunità occupazionali e di crescita economica-sociale della comunità cinese. Ad esempio nel caso Yick Wo contro Hopkins del 1886 la Corte suprema degli Stati Uniti d'America fece ritirare un'ordinanza cittadina di San Francisco che richiedeva licenze per poter aprire esercizi di lavanderia (le quali erano per lo più di proprietà cinese) in quanto era chiaro ch'essa si rivolgesse esclusivamente ai cinesi d'oltremare. Mentre la disposizione rimase in vigore si rilasciarono permessi praticamente a tutti i richiedenti non cinesi, mentre solo un permesso ogni 200 venne concesso ai proprietari cinesi; a quelli che rimasero competitivi l'amministrazione cercò di tassare in sovrappiù[89].
Nel 1913 la California, che ospitava molti immigrati cinesi, adottò la "California Alien Land Law of 1913" la quale limitò significativamente la proprietà terriera da parte degli asiatici; legislazione estesa nel 1920, proibendo loro praticamente qualsiasi proprietà di terre.
Agli inizi del XX secolo gli immigrati giapponesi, che non erano influenzati dalla legge sull'eclusione, cominciarono ad entrare negli States, colmando la mancanza di manodopera che precedentemente era stata riempita dai cinesi e dando vita ai Nippo-americani. Questo afflusso portò all'inevitabile azione discriminatoria, venendo ostacolato in forma diretta dal presidente degli Stati Uniti d'America Theodore Roosevelt il quale limitò l'immigrazione giapponese. Più tardi venne del tutto interrotta quando il governo nipponico firmò l'accordo del Gentlemen's agreement of 1907 attraverso cui s'impegnava di bloccare l'emissione di passaporti a quei lavoratori che avevano intenzione di trasferirsi in America[90].
Nel corso della seconda guerra mondiale la repubblica di Cina era uno degli Alleati della seconda guerra mondiale; il governo federale elogiò pertanto la resistenza dei cinesi durante la seconda guerra sino-giapponese cercando di ridurre il sentimento anti-cinese. Nel 1943 il "Magnuson Act" fu approvato dal Congresso degli Stati Uniti d'America: venne abrogata la legge di esclusione cinese e riammessa la loro immigrazione. Tuttavia quel tempo si stava già attivamente combattendo l'impero del Giappone appartenente alle potenze dell'Asse attraverso la guerra del Pacifico.
Il razzismo antigiapponese, esploso a seguito dell'attacco di Pearl Harbor fu tacitamente incoraggiato in sede federale; si cominciò ad utilizzare l'insulto Jap con intenti di diffamazione nei manifesti della propaganda statunitense durante la seconda guerra mondiale, oltre che aprendo la via all'internamento dei giapponesi negli Stati Uniti basandosi sulla giustificazione di possibili minacce alla sicurezza nazionale. Col proseguire della guerra il nemico venne sempre più disumanizzato, il che condusse a gravi casi di mutilazione e vilipendio dei cadaveri dei soldati giapponesi caduti in battaglia[93].
La natura eminentemente razzista di tale disumanizzazione è evidente dalla differenza di trattamento dei morti nel teatro del Pacifico rispetto a quelli nel Fronte occidentale. A quanto pare alcuni soldati inviarono a casa i teschi dei giapponesi come souvenir, mentre nessuno inviò mai teschi tedeschi o italiani[94].
Questo acceso pregiudizio continuò per un po' di tempo anche dopo il termine della guerra e il razzismo anti-asiatico riaccese il dibattito politico statunitense con la guerra di Corea prima e con la guerra del Vietnam poi; questo anche se in realtà gli asiatici si trovarono su entrambi i fronti. Alcuni storici hanno affermato che un clima profondamente razzista con regole non ufficiali nei confronti dei "gook" (coreani, filippini e vietnamiti)[95][96] hanno permesso un modello attraverso cui gli stessi civili del Vietnam del Sud vennero trattati come meno di esseri umani: ciò fece scattare e rese comune molteplici crimini di guerra[97].
Prima del 1965 l'immigrazione degli indiani rimase limitata e isolata, con un numero inferiore ai 50.000 in tutto il paese. Le rivolte di Bellingham (Washington) il 5 settembre del 1907 incarnarono l'assai bassa tolleranza americana nei confronti degli indiani. Mentre il razzismo anti-asiatico fu incorporato sia nella politica che nella cultura degli Stati Uniti d'America nei primi anni del XX secolo, gli indiani subirono la razzializzazione anche a causa del loro anticolonialismo con molti funzionari che li additarono come la "minaccia indù", intraprendendo al contempo anche un vigoroso espansionismo imperialista all'estero[98].
Nel caso del 1923 United States contro Bhagat Singh Thind la Corte suprema degli Stati Uniti d'America dichiarò che la casta del Brahmano dell'Induismo (vedi sistema delle caste in India) non era "bianca" e che pertanto rimaneva ineleggibile alla cittadinanza e alla naturalizzazione[99]. La Corte sostenne che la differenza razziale tra gli indiani e i bianchi fosse talmente grande che "il grande corpo del nostro popolo" avrebbe sicuramente rifiutato l'assimilazione con gli indiani[99]. Fu solo a seguito del "Luce–Celler Act of 1946" che una quota di 100 indiani all'anno poté entrare nel territorio statunitense e diventare cittadini a tutti gli effetti[100].
L'"Immigration and Nationality Act of 1965" ha fortemente ampliato la possibilità d'ingresso per gli immigrati appartenenti a gruppi diversi da quelli tradizionali dell'Europa settentrionale e, di conseguenza, ha anche significativamente e involontariamente modificato il "mix" demografico della Nazione[101]. L'esperto di sociologia Stephen Klineberg afferma che prima del 1965 la legge "ha dichiarato che gli europei del Nord erano una sottospecie superiore della razza bianca"[101].
Nel 1990 l'immigrazione asiatica fu incoraggiata tramite visti di lavoro temporaneo per non immigrati; rilasciati per rispondere alla carenza di manodopera specializzata[87].
Ai giorni nostri gli asioamericani vengono per lo più percepiti come una "minoranza modello". Sono considerati maggiormente istruiti e con più probabilità di successo, entro un diffuso stereotipo che li vuole intelligenti e gran lavoratori anche se socialmente del tutto inetti[102]. Gli asioamericani possono sperimentare aspettative di eccellenza sia in ambito scolastico che lavorativo, ben al di sopra dei bianchi e delle altre minoranze[89][103].
Ciò ha condotto però anche ad una discriminazione occupazionale, in quanto gli asioamericani possono affrontare irragionevoli aspettative a causa dello stereotipo "minoranza modello". Nel 2000 su 1.228 asioamericani il 92% di coloro che hanno sperimentato discriminazioni personali credeva che il trattamento ingiusto fosse dovuto essenzialmente alla loro etnia[102].
Gli stereotipi possono anche ostacolare i percorsi di carriera perché gli asiatici sono considerati più qualificati nell'ingegneria, nell'informatica e nella matematica e sono spesso incoraggiati a perseguire esclusivamente carriere tecniche. Essi sono anche scoraggiati dal perseguire occupazioni non professionali o esecutive che richiedono una maggiore interazione sociale in quanto ci si aspetta che abbiano scarse abilità sociali[102].
In uno studio realizzato del 2000 il 40% di coloro che hanno sperimentato atti discriminatori hanno creduto di aver perso opportunità di assunzione o di promozione. Nel 2007 l'"Equal Employment Opportunity Commission" ha riferito che gli asiatici rappresentano solamente il 10% dei posti di lavoro professionali, mentre il 3,7% hanno occupato posizioni dirigenziali, di anzianità o manageriali[102].
Altre forme discriminatorie includono la profilazione razziale e i crimini d'odio. Le ricerche dimostrano che la discriminazione ha portato ad un maggiore utilizzo di servizi informali di salute mentale da parte degli asioamericani[104]. Coloro che si sentono discriminati tendono anche a fumare di più[105].
Europei non anglosassoni
[modifica | modifica wikitesto]«"le leggi biologiche ci dicono che certe persone differenti non si mescolano né si fondono. I Nordici si propagano con successo. Con altre razze invece il risultato mostra un deterioramento da entrambe le parti".»
Vari gruppi di immigrati europei rimasero a lungo soggetti a discriminazioni sia sulla base del loro status di immigrati (noto come "nativismo") che sulla base della loro etnia (in questo caso il paese d'origine).
Quando la popolazione americana iniziò a diventare culturalmente meno omogenea (verso gli anni quaranta del XIX secolo grazie al forte aumento dell'immigrazione proveniente dall'Europa meridionale e dall'Europa orientale) si rese necessario chiarire chi fossero i "bianchi". Nacque così una suddivisione di quelli che oggi sono chiamati «caucasici» (o Europoidi) in una classe gerarchica di razze stabilite secondo il principio del razzismo scientifico e al cui vertice si trovarono gli anglosassoni e i popoli dei paesi nordici.
Nella maggior parte degli stati segregazionisti le persone che immigravano da Portogallo, Spagna, da una piccola parte della Francia meridionale, dall'Italia, dalla Grecia, dal Nordafrica e dal Medio Oriente nonché dalla Polonia furono classificati diversamente dai «bianchi» e il termine «bianco» iniziò a identificare principalmente gli anglosassoni, i "ceppi germanici" e gli abitanti della Scandinavia. L'appartenenza alla razza bianca dei non-nordici (Slavi ecc.) venne molto spesso messa in discussione.
Nei primi decenni del XX secolo furono soprattutto coloro che provenivano dall'Europa meridionale, appartenenti alla presunta "razza mediterranea", a sottostare alle condizioni peggiori e in molti degli Stati federati degli Stati Uniti d'America essi furono legalmente equiparati ai "negri" e pertanto privati, con diverse accentuazioni da regione a regione, dello status e dei diritti riservati ai soli bianchi. Anche gli irlandesi, a cui si attribuirono parziali origini mediterranee, rimasero oggetto di forte pregiudizio e discriminazione. Va però tenuto presente che in molti casi il preconcetto colpiva non tanto l'origine etnica quanto l'appartenenza religiosa al cattolicesimo professata dagli immigrati "papisti", verso i quali la società protestante intrisa di puritanesimo conservò sempre una fortissima ostilità.
Coloro che le trovarono utili ai propri scopi accolsero e diffusero le teorie scientifiche razziste sfornate, nel corso di tutto il XIX secolo, dagli scienziati europei per giustificare l'avventura colonialista la quale caratterizzò l'intera epoca. Presto i sentimenti anticattolici si mescolarono col "nordicismo" il quale considerò tutti gli immigrati non di "razza nordica" come esseri inferiori.
Gli europei usarono l'ideologia razzista per conquistare e sottomettere quasi esclusivamente popolazioni non europee (e il tabù in questo senso fu tale che i francesi arrivarono - sia pure dopo infinite polemiche - a decidere che gli Ebrei che abitavano l'Algeria francese erano da considerarsi europei e concessero pertanto loro la cittadinanza francese, a differenza di quanto avvenne con gli "indigeni"). Al contrario il razzismo statunitense fu usato soprattutto ai danni di popolazioni abitanti nello stesso continente europeo.
Uno dei maggiori sostenitori delle legislazioni sull'immigrazione che privilegiavano gli europei del Nord, il membro del Ku Klux Klan Lothrop Stoddard, descrisse principalmente i presunti pericoli posti dai popoli "colorati" alla civiltà bianca attraverso il suo libro più famoso The Rising Tide of Color Against White World-Supremacy del 1920. Il nordicismo portò alla riduzione drastica dell'immigrazione proveniente dall'Europa meridionale, insieme agli slavi dell'Europa orientale nella "National Origins Formula" dell'"Emergency Quota Act" e dell'"Immigration Act of 1924" ed il cui obiettivo fu quello di mantenere la distribuzione dello status quo etnico limitando l'ingresso degli europei non nordici. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America era "salvaguardare l'ideale dell'omogeneità americana"[107].
Il termine razzista "Untermensch" deriva dal titolo del libro di Stoddard del 1922 The Revolt Against Civilization: The Menace of the Under-man[108]. Esso venne successivamente adottato dai nazisti (e dal suo principale teorico razziale Alfred Rosenberg) grazie alla versione tedesca del libro: Der Kulturumsturz: Die Drohung des Untermenschen[109] (1925).
Ebbero conseguenze storiche rilevanti e durature anche la massiccia diffusione delle teorie dell'eugenetica, in particolare ad opera di Madison Grant, che saranno più tardi la principale fonte di ispirazione per le campagne di sterilizzazione obbligatoria ed eutanasia forzata operate dalla Germania nazista (vedi eugenetica nazista e eutanasia su minori nella Germania nazista.
La campagna ideologica di Grant raggiungerà l'obiettivo di far chiudere le frontiere nei primi anni venti e, a partire dal 1924, di far restringere l'immigrazione dai paesi dell'est e del sud europeo, oltre che di ostacolare quella ebraica. Questa decisione avrebbe avuto conseguenza catastrofiche durante la "Shoah", nel corso della quale gli Usa respinsero caparbiamente i profughi ebrei, accogliendone per tutta la durata dell'Olocausto meno della sola città cinese di Shanghai (30.000).
A rendere politicamente possibile tutto ciò fu il senatore del Massachusetts Henry Cabot Lodge[110] il quale fu tra i più fanatici sostenitori della Immigration Restriction League, che si opponeva all'immigrazione dei popoli di "razza mediterranea". Cabot Lodge trovò il modo di aggirare la resistenza di coloro i quali non volevano limitare gli ingressi esplicitamente in base alla razza proponendo un escamotage: vietare l'ingresso agli analfabeti e modificare le quote di ingresso, stabilendo le nuove su quelle registrate oltre trent'anni prima, nel 1890. Con questa retrodatazione la quota complessiva d'ingresso dei mediterranei che avrebbe dovuto essere di diritto pari al 45% dei richiedenti fu ridotta a meno del 15%. Per contro fu grandemente aumentata la quota consentita ai paesi nordici[110].
A seguito della Grande depressione economica del 1929, con i disordini che ne seguirono e con il diffondersi del «pericolo comunista» la strategia politica cambiò e negli ex stati confederati del sud si adottarono teorie meno rigide, ispirate in gran parte da quelle europee. Così negli anni 1930, quando in quegli stati era ormai divenuto impossibile continuare a mantenere un così alto numero di immigrati europei fuori dalla élite dei bianchi - con il rischio peraltro di pericolose coalizioni con gli afroamericani - i segregazionisti estesero i diritti a tutti i «caucasici», gruppo razziale che includeva anche i mediterranei e che era suddiviso in «White Caucasian» (caucasica bianca: anglosassoni, scandinavi e germanici) e «Caucasian» (caucasica).
Tutte le altre presunte razze non caucasiche invece rimasero escluse dai diritti civili per altri venti anni. Le etnie euro-americane specifiche videro decrescere significativamente la propria "questione razziale" nel corso degli anni trenta, sostituite da un bi-razzismo reciproco tra afroamericani e bianchi americani, come descritto e predetto da Lothrop Stoddard; ciò fu dovuto a numerose cause. La "National Origins Formula" ridusse drasticamente l'afflusso di etnie non nordiche; la Grande migrazione afroamericana fuori dal Sud fece scendere il razzismo anti-immigrati bianchi per sostituirlo sempre di più con il razzismo anti-nero[43].
Irlandesi americani
[modifica | modifica wikitesto]Per tutto il XIX secolo si dimostrò particolarmente virulento il pregiudizio anti-irlandese, che era parte di un più ampio sentimento anti-cattolico. Questo fu particolarmente vero per i cattolici irlandesi che immigrarono alla metà del XIX secolo; il gran numero di irlandesi americani (sia cattolici che protestanti) che si stabilirono in America nel corso del XVIII secolo erano in gran parte (ma non interamente) sfuggiti a tale discriminazione e si poterono fondere nella popolazione bianca americana. Durante gli anni 1830 i conflitti per il controllo dei maggiori siti lavorativi esplosero nelle aree rurali tra squadre di operai rivali provenienti da diverse parti dell'Irlanda e altre composte dai locali che si misero in feroce competizione per le opere di costruzione[111].
Il movimento "Know Nothing" fu un partito politico fondato sulla xenofobia la cui adesione era limitata agli uomini protestanti; esso operò a livello nazionale dalla metà degli anni 1850 e cercò di limitare l'influenza dei cattolici irlandesi e di altri immigrati, riflettendo così il "nativismo" e il sentimento anticattolico. Vi fu una diffusa discriminazione nei confronti dei lavoratori irlandesi ed rimasero per molto tempo comuni i cartelli che dicevano: "non c'è nessun bisogno di irlandesi"[112][113][114].
Antipapismo
[modifica | modifica wikitesto]Il secondo Ku Klux Klan diventò una grande e potente organizzazione a livello nazionale nel 1920, composto da 4 a 6 milioni di membri (il 15% della popolazione eleggibile della nazione); esso si oppose soprattutto alla Chiesa cattolica[115]. La rinascita del Klan fu incoraggiata anche dall'uscita del film del 1915 Nascita di una nazione[116]. Sia la seconda che la terza incarnazione del Klan fecero frequenti riferimenti al sangue "anglosassone" dell'America[117].
Il sentimento anticattolico, che apparve in America settentrionale con le prime colonie dei padri pellegrini e dei puritani nel New England all'inizio del XVII secolo, è rimasto evidente fino alla campagna presidenziale di J. F. Kennedy, il quale divenne, nel 1960, il primo cattolico nella storia degli USA ad essere eletto presidente (vedi elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1960)[118].
Tedeschi americani
[modifica | modifica wikitesto]Si verificò anche una discriminazione nei confronti dei tedeschi americani e degli italoamericani, in quanto l'Impero tedesco fu un paese nemico durante la prima guerra mondiale, mentre la Germania nazista ed il regno d'Italia lo furono durante la seconda. Ciò ha comportato una forte riduzione dell'identità etnica tedesca-americana e una forte diminuzione dell'utilizzo della lingua tedesca dopo la Grande Guerra, che fino ad allora risultava significativo, oltre che all'internamento dei tedeschi e degli italiani.
A partire dalla Grande Guerra, i tedeschi americani vennero talvolta accusati di intrattenere alleanze politiche con la repubblica di Weimar e di non essere quindi abbastanza fedeli nei confronti dell'America[119]. Il dipartimento di giustizia cercò di stilare un elenco di tutti gli stranieri tedeschi, per un totale di circa 480.000 persone, di cui più di 4.000 vennero imprigionati durante il biennio 1917-18. Le accuse comprendevano lo spionaggio a favore dell'impero tedesco o il sostegno al suo sforzo bellico[120].
In migliaia furono costretti ad acquisire legami di guerra per poter dimostrare la loro lealtà[121]. La Croce Rossa Americana impedì agli individui con cognomi tedeschi di partecipare nel timore di sabotaggio. Una persona subì il linciaggio da parte di una folla a Collinsville (Illinois); Robert Prager venne rapito dalla prigione in cui si trovava in qualità di presunta spia e ucciso a sangue freddo[122].
Le questioni inerenti alla fedeltà dei tedeschi americani aumentarono a causa di eventi come l'esplosione di Black Tom a Jersey City, attribuita ad un'intenzionale opera di sabotaggio tedesca[123]; molti tedeschi americani subirono l'arresto nel corso della guerra per aver rifiutato di giurare la propria fedeltà agli Stati Uniti[124]. L'isteria bellica collettiva condusse alla rimozione dei nomi tedeschi dai luoghi pubblici, sia per quanto riguardava gli oggetti che le strade[125] e le imprese[126]. Anche le scuole cominciarono ad eliminare o scoraggiare l'insegnamento della lingua tedesca[127].
Anni più tardi, durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi americani rimasero ancora una volta vittime della discriminazione provocata dalla propaganda di guerra. Dopo la sua entrata in guerra il governo fece internare almeno 11.000 cittadini americani di origine tedesca. L'ultimo rilascio di un tedesco statunitense avvenne a Ellis Island, dov'era rimasto imprigionato fino al 1948, ad oltre tre anni dalla cessazione delle ostilità[128].
Mediorientali e asiatici meridionali
[modifica | modifica wikitesto]Le persone con origini dal Medio Oriente e dall'Asia meridionale hanno storicamente occupato uno statuto razziale ambiguo. Gli immigrati mediorientali e sudasiatici furono tra coloro che vennero citati in giudizio tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo per determinare se potessero essere considerati dei "bianchi" come venne richiesto dalla legge di naturalizzazione.
Nel 1923 i tribunali giustificarono uno "standard di conoscenza comune" concludendo come le "prove scientifiche", compresa la nozione di "razza caucasica" (Europoide) - tra cui anche i mediorientali e molti sudasiatici - risultassero essere incoerenti. Lo studioso giuridico John Tehranian sostiene che in realtà si trattasse di uno "standard basato sulle prestazioni", relativo cioè alle pratiche religiose, al livello d'istruzione, all'integrazione e al ruolo comunitario[129].
Arabi americani
[modifica | modifica wikitesto]Il razzismo contro gli arabi americani[131] e l'islamofobia nei confronti dei musulmani sono aumentate contemporaneamente alle tensioni innescatesi tra il governo statunitense e il mondo islamico[132]. Dopo l'11 settembre la discriminazione e la violenza razziale si sono notevolmente accresciute, non solo nei confronti degli arabi americani ma anche di altri gruppi religiosi e culturali[133]. Gli studiosi, tra cui Sunaina Maira e Evelyn Alsultany, sostengono che nel clima post-11 settembre gli americani musulmani hanno subito una "razzializzazione" nell'intera società, sebbene i marcatori di questa "razza" siano culturali, politici e religiosi piuttosto che derivanti dal fenotipo[134][135].
In particolare gli Arabi sono stati quelli maggiormente demonizzati e i responsabili dell'odio nei confronti dei mediorientali che vivono nel mondo che segue la civiltà occidentale[136][137]. Si sono verificati aggressioni contro gli arabi non soltanto sulla base della loro religione, ma anche fondate sull'etnia; numerosi arabi cristiani hanno subito attacchi fondandosi sul loro aspetto[138]. Inoltre anche altri popoli mediorientali (iranici, assiri, armeni, ebrei, turchi, Yazidi, Curdi ecc.) che vengono scambiati per arabi a causa della percezione che li vede simili nell'aspetto è accaduto di essere vittime collaterali dell'antiarabismo.
I popoli mediorientali non arabi e non musulmani così come gli asiatici meridionali di differenti contesti etnico/religiosi (indù, musulmani e sikh) sono stati stereotipati come arabi. Il caso di Balbir Singh Sodhi, un Sikh assassinato in una stazione di benzina di Phoenix da un esponente del potere bianco per essere stato scambiato - a causa dell'abbigliamento e dell'apparenza - con un terrorista arabo (aveva il turbante, requisito del Sikhismo), così come il caso degli indù attaccati perché creduti musulmani hanno raggiunto sempre più rilievo e giudizi critici dopo l'11 settembre[139][140].
Le persone di origini mediorientali che hanno prestato servizio nell'United States Armed Forces a volte vengono costretti ad affrontare il razzismo che scaturice dagli altri commilitoni. Il soldato dell'esercito Zachari Klawonn ha subito numerosi casi di razzismo dopo essere stato assunto alla base militare di Fort Hood; durante la sua formazione di base gli è stato messo un panno attorno ala testa per fargli interpretare la parte del terrorista. I suoi colleghi dovevano riuscire a catturarlo e puntargli le armi contro: era anche soprannominato "kefiah", "scimmia di sabbia" e "Zachari bin Laden"[141][142].
Secondo uno studio del 2004, sebbene i parametri ufficiali comprendano gli arabi come parte della categoria razziale dei bianchi americani, molti arabi americani provenienti da luoghi diversi dal levante ritengono di "NON essere bianchi" e d'altra parte non vengono percepiti come bianchi neppure dalla società americana[143].
Iranoamericani
[modifica | modifica wikitesto]La crisi degli ostaggi in Iran (il caso dell'ambasciata statunitense assalita a Teheran nel 1979) ha accelerato un'ondata di sentimenti anti-iraniani in tutta la nazione, diretti sia contro il nuovo regime islamico che contro i cittadini e gli immigrati iraniani. Anche se tali sentimenti sono diminuiti gradualmente a seguito del rilascio degli ostaggi all'inizio del 1981, talvolta si riaccendono. Come risposta molti migranti si sono distanziati dalla propria nazionalità per autoidentificarsi invece soprattutto sulla base delle loro affiliazioni etniche e religiose[144].
A partire dagli anni ottanta, ma soprattutto negli anni novanta, è stato sostenuto che la rappresentazione degli iraniani fatta da Hollywood ha progressivamente mostrato segni diffamatori anti-iraniani[145]. Produzioni di rete come 24[146], John Doe, Sulle ali delle aquile[147], Escape from Iran: The Canadian Caper[148] e JAG - Avvocati in divisa quasi regolarmente parlano ed ospitano nel corso della loro trama dei "cattivi iraniani".
Antisemitismo
[modifica | modifica wikitesto]L'antisemitismo ha svolto un suo ruolo anche nella storia statunitense. Nel corso del XIX e del XX secolo centinaia di migliaia di Ebrei si trovarono costretti a fuggire dai pogrom che scoppiarono periodicamente nell'Europa orientale; s'imbarcarono soprattutto dai porti del Mar Baltico e giunsero in gran parte a Ellis Island[149].
È stato suggerito nel libro The Joys of Yiddish (1968) di Leo Rosten che gli emigranti ebrei, erano sin dall'arrivo, oggetto di razzismo da parte delle autorità d'immigrazione portuale. Il termine gergale "kike" (divenuto in seguito uno degli stereotipi sugli ebrei) venne adottato per riferirsi a quegli Ebrei analfabeti che firmavano i loro documenti d'immigrazione con un cerchio, chiamato kirkel in lingua Yiddish[150].
Vennero anche compiuti dei tentativi da parte dell'"Asiatic Exclusion League" per impedire agli immigrati ebrei, assieme ad altri gruppi etnici mediorientali come gli arabi, gli assiri e gli armeni di ottenere la naturalizzazione; continuarono, nonostante la cittadinanza statunitense, ad essere classificati come "asiatici"[151].
Dagli anni 1910 in poi le comunità ebraiche degli Stati Uniti meridionali vennero spesso attaccate dal Ku Klux Klan, che si opponeva all'immigrazione "semitica" e usavano volentieri i temi propagandistici dell'antisemitismo (una fra tutte la figura del "banchiere ebreo"). Nel 1915 Leo Frank subì il linciaggio in Georgia dopo essere stato accusato per stupro e omicidio e condannato alla pena di morte (con sentenza successivamente commutata nell'ergastolo)[152]. Proprio quest'evento fu un catalizzatore per la rinnascita del nuovo Klan[153].
Gli eventi della Germania nazista attirarono l'attenzione di parte della popolazione americana. La "Lobby Ebraica" avrebbe contribuito per indurre un intervento armato statunitense, facendo fronte a un consistente atteggiamento isolazionista. Tra i portavoce di quest'ultimo figurava il celebre prete cattolico nonché predicatore radiofonico antisemita Charles Coughlin il quale indicava gli Ebrei quali "artefici del Comunismo" e cospiratori per trascinare gli Stati Uniti d'America nell'avventura bellica.[154]. Egli condusse prediche settimanale fondate sull'antisemitismo più acceso e dal 1936 cominciò a far pubblicare un giornale intitolato Social Justice in cui stampò accuse antisemitiche come i falsi Protocolli dei Savi di Sion[155].
Un certo numero di organizzazioni ebraiche, cristiane, musulmane e finanche accademiche considerarono Nation of Islam (NOI) come palesemente antisemita. Sostengono in particolare che essa si è impegnata in interpretazioni revisioniste di negazionismo dell'Olocausto e che esagera ampiamente il ruolo svolto dagli ebrei nella tratta atlantica degli schiavi africani (vedi Ebraismo e schiavitù)[156]. L'Anti-Defamation League (ADL) ha affermato che il ministro della salute del NOI, Abdul Alim Muhammad ha accusato i medici ebrei di inoculare ai neri il virus dell'AIDS[157], un'affermazione questa che però lo stesso Muhammad nel The Washington Post ha contestato[158].
Anche se gli ebrei vengono spesso percepiti come "bianchi" dal mainstream statunitense, la loro relazione on la cosiddetta "bianchezza" rimane complessa, tanto che alcuni preferiscono non identificasi neppure come bianchi[159][160][161][162]. L'attivista e rabbino Michael Lerner sostiene in un articolo concesso a The Village Voice nel 1993 che "in America essere bianco significa essere il beneficiaio degli ultimi 500 anni di esplorazione e di sfruttamento del resto del mondo" e che "gli ebrei possono essere considerati bianchi solo se esiste un'ampia amnesia da parte dei non ebrei riguardo alla monumentale storia dell'antisemitismo"[162].
L'attivista afroamericano di spicco Cornel West, in un'intervista all'United States Holocaust Memorial Museum, ha spiegato: "anche se alcuni ebrei credono di essere bianchi penso che siano stati ingannati. Penso che l'antisemitismo si è rivelato una forza potente in quasi tutti i paesi della civiltà occidentale dove il cristianesimo ha una presenza consistente. Così, anche come cristiano, dico continuamente ai miei fratelli e sorelle ebrei: non credete all'idea della tua assimilazione e piena integrazione nella classe sociale tradizionale principale. Si richiede solo un evento o due per far scaturire un certo tipo di sensibilità anti-ebraica; l'antisemitismo è ancora da superare in luoghi che forse ti sorprenderanno. Ma sono solo completamente convinto che l'America non è la terra promessa per i fratelli e le sorelle ebrei. Molti fratelli ebrei dicono: 'No, non è vero. Finalmente...'" Sì, lo hanno detto anche ad Alessandria d'Egitto. L'hai detto anche nella Repubblica di Weimar[163]".
Nuovo antisemitismo
[modifica | modifica wikitesto]Negli ultimi anni gli studiosi hanno avanzato il concetto di neoantisemitismo, proveniente contemporaneamente dall'estrema sinistra, dall'estrema destra e dall'islamismo, che tendono a concentrarsi sull'opposizione alla creazione di una patria ebraica nello Stato d'Israele, oltre a sostenere che i linguaggi dell'antisionismo e delle critiche al governo d'Israele sono oramai abituati ad attaccare gli ebrei in una maniera più ampia. In questa prospettiva i sostenitori del nuovo concetto credono che le critiche ad Israele e al sionismo siano spesso del tutto sproporzionate in grado e uniche in natura, finendo con l'attribuire tutto questo ad un'ideologia antisemitica[164].
Lo storico Yehuda Bauer, professore di studi sull'Olocausto presso l'Università Ebraica di Gerusalemme ha sostenuto che il concetto di "nuovo antisemitismo" è fondamentalmente falso in quanto si tratta in realtà di una forma alternativa del vecchio antisemitismo dei decenni precedenti, che crede rimanga latente nel tempo ma che si ripresenta ogni qual volta viene innescato. A suo avviso l'innesco attuale è proprio la situazione israeliana; anche se fosse raggiunto un compromesso nel processo di pace del conflitto arabo-israeliano egli crede che l'antisemitismo diminuirà ma che non scomparirà.
Noti critici d'Israele come Noam Chomsky e Norman Finkelstein discutono sull'entità del nuovo antisemitismo statunitense. Chomsky ha scritto nel suo testo del 1999 intitolato Necessary Illusions: Thought Control in Democratic Societies che l'Anti-Defamation League accomuna qualsiasi messa in discussione della politica israeliana dandogli l'epiteto di antisemitismo, confliggendo e confondendo le questioni quando anche il sionismo riceve delle accuse[165]. Finkelstein ha dichiarato che il presunto nuovo antisemitismo è un concetto assurdo avanzato dall'ADL con l'intento di combattere i critici della politica israeliana[166].
Antiziganismo
[modifica | modifica wikitesto]la popolazione Rom in America si è mescolata in modo più o meno completo al resto della società. Negli Stati Uniti d'America il termine "zingaro" (Gypsy) è stato storicamente associato a un commercio, a una professione e a uno stile di vita più che ad una definizione etnico/razziale. Alcuni americani, specialmente quelli che lavorano in proprio in un settore di lettura della mano o di altre forme di divinazione o ricerca psichica[167], utilizzano il termine Gypsy per descrivere se stessi o la loro impresa, pur non intrattenendo alcun legame con le persone Rom. Ciò può essere dovuto anche alla non percezione o all'ignoranza riguardo al termine piuttosto che ad una qualsiasi forma di bigottismo o antiziganismo[168].
Nativi americani
[modifica | modifica wikitesto]L'atteggiamento di discriminazione razziale fu rafforzato dalle guerre indiane, per giustificare il genocidio, protratto per decenni, delle popolazioni pellerossa con l'intento di sottrarre loro le terre: gli indiani non erano "davvero" esseri umani, e quindi nemmeno a loro si applicavano le considerazioni "umanitarie". La conquista del continente americano portò ad un totale di morti indigeni che secondo le stime più recenti oscilla tra i sessanta ed i cento milioni[169], di cui venti milioni proprio durante le guerre indiane nel Nord America. Queste cifre lo eleggono tristemente come il più grande genocidio nella storia dell'umanità.
L'efficienza dello sterminio indiano americano portò Adolf Hitler a citarlo come esempio pratico per la soluzione finale[170] fin nella prima edizione del Mein Kampf ("la mia battaglia")[171], manuale e base ideologica dell'ideologia del Nazionalsocialismo.
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Legislazioni contro i matrimoni misti
[modifica | modifica wikitesto]Fino ad allora, in una trentina di stati americani, erano proibiti e nulli legalmente i cosiddetti matrimoni misti[172], se uno dei contraenti rispondeva a precise caratteristiche, definite stato per stato:
- Alabama (Cost., sez.102;C.1923, sez.5001-2, emend.1927, pag.219) Negro o discendente di un negro fino alla terza generazione compresa, anche se un antenato di ciascuna generazione era bianco
- Arizona (R.C.1928, sez.2166;emend.Sess.L.1931Ch.17, p. 27;S.S.1942, Ch.12, p. 465) Negri, mongoli, indiani, indù, o membri della razza malese (nel 1942 fu soppressa la parola indiani)
- Arkansas (Rev.Stat.Ch.94, sez.4) Negri e mulatti
- California (Ragland, C.C.1929, sez.60,69;C.C.1937;Lake, sez.60;Stat.1933.p. 561) Negri, mongoli, mulatti o membri della razza malese
- Colorado (Comp.L.1921;G.S.sez.2248) Negri o mulatti
- Delaware (R.C.L.1915, sez.2992;emend.della Sess.L.1921, p. 578) Negro o mulatto
- Florida (Cost., art.16, sez.24;R.G.S.1920, sez.3938-41,3944,5419-23) Qualsiasi negro (persona avente 1/8 o più di sangue negro)
- Georgia (C.1926, C.C.sez.2941;Supp.1930, sez.2177-79(20)) Persone di discendenza africana; tutti i negri, i mulatti, i meticci, e i loro discendenti, aventi nelle vene un'accertabile traccia di sangue negro o africano, indiano occidentale o indiano asiatico; mongoli
- Idaho (Comp.St.1919, sez.4596, emend.della Sess.L.1921, Ch.115, sez.I, p. 291) Mongoli, negri o mulatti
- Indiana (Burns, Ann.St.1926, sez.2880,9862,9863) Persone aventi 1/8 o più di sangue negro
- Kentucky (Carroll, St.1922, sez.2097,2144;1928, C.156) Negro o mulatto
- Louisiana (C.C., sez.94-95;1947 Supp. a Marr. Ann.R.S., pp. 396–1102) Persone di colore; sono proibiti i matrimoni con indiani e con negri
- Maryland (Bagby, Ann.C.1924, art.27, sez.358,365,445;emend.L.1935, Ch.60, p. 101) Negro o persona di discendenza negra fino alla terza generazione compresa, o membro della razza malese
- Mississippi (Cost., sez.263;C.1930, sez.1103,2361) Negro o mulatto o mongolo, o persona avente 1/8 o più di sangue negro o mongolo
- Missouri (R.S.1929, sez.2974,4263) Persone aventi 1/8 o più di sangue negro; mongoli
- Montana (R.C.1921, sez.5700-5702) Negro o persona di sangue negro o in parte negro; persona cinese; persona giapponese
- Nebraska (Comp.St.1922, sez.1491;1929;sez.42-103) Persona avente 1/8 o più di sangue negro, giapponese o cinese
- Nevada (Comp.L.1929, sez.10197-98) Qualunque persona di razza etiope o negra, di razza malese o bruna, di razza mongola o gialla
- North Carolina (Cost.art XIV, sez.8;Consol.St.1919, sez.2495,4340) Negro o indiano; o persona di discendenza negra o indiana fino alla terza generazione compresa
- North Dakota (Comp.L.1913, sez.9582-83,9586) Negro (persona avente 1/8 o più di sangue negro)
- Oklahoma (Comp.St.1921, sez.7499-7500;1931, sez.1677) Qualsiasi persona di discendenza africana
- Oregon (C.1930, sez.6(902),14(840),14(841),33(102)) Qualsiasi negro, cinese, o qualsiasi persona avente 1/4 o più di sangue negro, cinese o kanaka (hawaiano), o più di 1/2 di sangue indiano
- South Carolina (Cost.art.III, sez.33;C.1922, Dr.L., sez.378;C.C., sez.5536) Un indiano o un negro o qualsiasi mulatto, meticcio o mezzo sangue
- South Dakota (Comp.L.1929, sez.128-30) Qualsiasi persona appartenente alla razza africana, coreana, malese o mongola
- Tennessee (Cost.art.XI, sez.14;Thomson, Shannon's C. 1917, sez.4186-87) Africani o discendenti di africani fino alla terza generazione compresa
- Texas (Baldwin, St.Completo 1925, C.C., sez.4607;P.C., sez.492-94) Negro o mongolo
- Utah (Comp., L.1927, sez.2967) Negro o mongolo
- Virginia (C.1930, sez.4540,4546,5087,5099a; Michie Code 1942, sez.5087) Persone di colore; aventi sangue non caucasico in misura superiore alla sedicesima parte
- West Virginia (Barnes, Ann.C.1923, Ch.64, sez.I;Ch.149, sez.8) Negro
- Wyoming (Comp.St.1920, sez.4972-73;R.S.1931, sez.68-118) Negri, mulatti, mongoli o malesi
Nonostante tali leggi contravvenissero palesemente alle disposizioni dell'articolo I, sezione 10, della Costituzione degli Stati Uniti d'America la Corte suprema degli Stati Uniti d'America non prese mai una decisione nei loro confronti.
La questione razziale contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]Sono oggi frequenti e numerosi gli episodi di razzismo e di discriminazione contro gli afroamericani, le cui condizioni per quanto riguarda l'accettazione sociale sono notevolmente migliorate rispetto a tempi più remoti, ma che economicamente continuano a soggiacere a maggiore povertà.
Il massiccio afflusso quotidiano di immigrati illegali dal confine con il Messico ha invece ingigantito le forme di ostilità razzista contro gli ispanici latino-americani.
A dimostrare quanto l'ideologia razzista abbia fatto presa anche a livello di cultura popolare statunitense, dove spesso ha sostituito il concetto di "classe sociale" nei conflitti sociali, resta ancora oggi una disponibilità da parte dei cittadini statunitensi a definirsi a vicenda o addirittura autodefinirsi in termini di "razza" o "etnicità". Un atteggiamento peraltro sanzionato dal Censimento degli Stati Uniti d'America il quale richiede espressamente ad ogni cittadino di definire la "razza o etnicità" a cui appartiene.
Fa eccezione la comunità latino-americana che, con i suoi tassi di meticciato relativamente elevati, dimostra di fare riferimento a un concetto di "razza" diverso da quelli prevalenti nella maggioranza "bianca" della popolazione statunitense.
Fino alla seconda parte del secolo XX si è avuta la divisione delle sacche di sangue destinate alle trasfusioni, in base alla razza del donatore, operata anche dalla Croce Rossa statunitense.[173][174] Dal 2014 sembra si sia riaperta la questione razziale negli Stati Uniti, da quando alcuni agenti di polizia uccisero un ragazzo di colore disarmato. Proprio nel 2014 si susseguono in diversi momenti continui attacchi della polizia contro gente di colore disarmata, tanto da portare il presidente Obama ad alcune azioni risolutive contro la polizia americana. Uno degli omicidi più significativi è avvenuto proprio durante il giorno di Selma, il 7 marzo, quando un poliziotto spara e uccide un diciannovenne. Il giovane, identificato come Anthony "Tony" Robinson era disarmato, a rendere nota la notizia è stata la polizia locale, spiegando che il ragazzo era sospettato per una recente aggressione. Dopo il tragico episodio decine di persone sono scese in piazza nella città di Madison per manifestare contro la polizia. Una vicenda che rischia inasprire una situazione già difficile, riaccendendo le tensioni razziali nel Paese. L'ultimo omicidio è avvenuto in South Carolina, dove il 4 marzo un agente di polizia bianco apre il fuoco in pieno giorno in un parco pubblico uccidendo un afro-americano Walter L. Scott, di 50 anni. Il poliziotto Michael T. Slager, aveva dichiarato di aver temuto per la sua vita quando l'uomo, durante un diverbio per una violazione stradale sabato (la sua auto era stata fermata per un fanalino rotto) era riuscito a prendere il taser dell'agente. Ma un video mostra l'agente Slager che spara per otto volte contro l'uomo in fuga e disarmato. Le immagini erano state registrate con un telefonino da un passante, che le aveva poi fatte pervenire alla famiglia Scott. Il New York Times ha avuto accesso al video, pubblicandolo sul suo sito.
L'agente Slager è stato incriminato con l'accusa di omicidio di Stato[175].
La classificazione dell'Istituto statistico
[modifica | modifica wikitesto]Il governo statunitense ha provveduto a dare una definizione di razza per il sistema di censimento della popolazione, in base al quale le persone vengono suddivise per "razza o etnicità".[176] Per il censimento del 2000, le persone avevano la possibilità di autoidentificarsi nel gruppo razziale/etnico che sentivano più vicino. Gli ispanici, per esempio, rientravano come gruppo etnico anziché razziale per via della forte mescolanza all'interno delle loro comunità.[177][178]
Le categorie definite dall'US Census non devono essere considerate presupposti per una diversificazione delle persone su base scientifica o antropologica, dal momento che si tratta di costrutti sociopolitici per meglio interpretare la situazione demografica.[176] Le suddivisioni variano da un censimento all'altro, e oltre che tener conto del gruppo d'appartenenza vengono inclusi anche i dati riferiti al paese d'origine.[179][180]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ CERD Task Force of the US Human Rights Network, From Civil Rights to Human Rights: Implementing US Obligations Under the International Convention on the Elimination of All forms of Racial Discrimination (ICERD), in Universal Periodic Review Joint Reports: United States of America, agosto 2010, p. 44.
- ^ Henry, P. J., David O. Sears. Race and Politics: The Theory of Symbolic Racism. University of California, Los Angeles. 2002.
- ^ (EN) Henry, P. J., David O. Sears. Race and Politics: The Theory of Symbolic Racism. University of California, Los Angeles. 2002.
- ^ http://www.ushrnetwork.org
- ^ U.S. Human Rights Network, The United States of America: Summary Submission to the UN Universal Periodic Review, in Universal Periodic Review Joint Reports: United States of America, agosto 2010, p. 8.
- ^ Aquí Se Habla Español – and Two-Thirds Don't Mind (PDF), ABC News, 8 ottobre 2007. URL consultato il 20 dicembre 2013.
- ^ "Darity Jr., 2005"
- ^ William Darity Jr., African Americans in the U.S. Economy (Africa, Europe, and the Origins of Uneven Development: The Role of Slavery) (PDF), Lanham, Md., Rowman and Littlefield, 2005, pp. 15-16.
- ^ David Eltis, Europeans and the Rise and Fall of African Slavery in the Americas: An Interpretation, in The American Historical Review, vol. 98, n. 5, dicembre 1993, pp. 1402-1422, DOI:10.2307/2167060, JSTOR 2167060.
- ^ David Eltis, Extending the Frontiers: Essays on the New Transatlantic Slave Trade Database, United States of America, Yale University Press, 2008, p. 31, ISBN 978-0-300-13436-0.
- ^ David Eltis, Estimates, su slavevoyages.org. URL consultato il 19 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2013).
- ^ Paul Calore, The Causes of the Civil War: The Political, Cultural, Economic and Territorial Disputes between North and South, McFarland, 2008, p. 10.
- ^ Teaching about Slavery, su Foreign Policy Research Institute.
- ^ Alonzo L. Hamby, George Clack, and Mildred Sola Neely. "Outline of US History" Archiviato il 5 aprile 2008 in Internet Archive.. US Department of State.
- ^ Background on conflict in Liberia, su fcnl.org (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2011).
- ^ Maggie Montesinos Sale (1997). The slumbering volcano: American slave ship revolts and the production of rebellious masculinity. p.264. Duke University Press, 1997. ISBN 0-8223-1992-6
- ^ The legal and diplomatic background to the seizure of foreign vessels, su pdavis.nl. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ a b c d e Marcyliena H. Morgan (2002). Language, Discourse and Power in African American Culture, p. 20. Cambridge University Press, 2002.
- ^ Berlin, Generations of Captivity, pp. 161–62.
- ^ Emancipation Proclamation (1863), su ourdocuments.gov. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ Michael Walter, Ghost Amendment: The Thirteenth Amendment That Never Was, su ghostamendment.com, 2003. URL consultato il 15 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2018).
- ^ Abraham Lincoln, "Speeches and Writings 1832–1858: Speeches, Letters, and Miscellaneous Writings : the Lincoln-Douglas Debates, Volume 1". p. 638. Library of America, 1989
- ^ XIII – Slavery Abolished Archiviato il 19 agosto 2016 in Internet Archive. The Avalon Project
- ^ James McPherson, Drawn with the Sword, page 15
- ^ The Deadliest War, su harvardmagazine.com. URL consultato il 16 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
- ^ Jeffrey D. Schultz, Encyclopedia of Minorities in American Politics: African Americans and Asian Americans, 2002, p. 284. URL consultato il 14 settembre 2015.
- ^ Samuel Estreicher, Federal Power to Regulate Private Discrimination: The Revival of the Enforcement Clauses of the Reconstruction Era Amendments, in Columbia Law Review, vol. 74, n. 3, 1974, pp. 452-454, JSTOR 112176.
- ^ Michael Klarman, The Plessy Era, in The Supreme Court Review, 1998, pp. 307-308, JSTOR 3109701.
- ^ a b Leon Litwack, Jim Crow Blues, Magazine of History (OAH Publications, 2004)
- ^ "Barack Obama legacy: Did he improve US race relations?". BBC. Retrieved August 9, 2017
- ^ E.M. Beck e Tolnay, Stewart, Black Flight: Lethal Violence and the Great Migration, 1900–1930, in Social Science History, vol. 14, n. 3, 1990, p. 354, DOI:10.2307/1171355, JSTOR 1171355.
- ^ Kwame Anthony Appiah, Henry Louis Gates, Jr., eds. Africana: The Encyclopedia of the African and African American Experience, in articles "Civil Rights Movement" by Patricia Sullivan (pp 441-455) and "National Association for the Advancement of Colored People" by Kate Tuttle (pp 1,388-1,391). ISBN 0-465-00071-1.
- ^ Arnold P. Powers (2013). "Devour us Not". p. 119. Xlibris Corporation
- ^ "Un lynchage monstre" (September 24, 1906) Le Petit Journal
- ^ "DEPORTING THE NEGROES" (September 30, 1906) New York Times
- ^ Oklahoma Commission, Final Report (PDF), in Oklahoma Commission to Study the Tulsa Race Riot of 1921, Tulsa, Oklahoma, 28 febbraio 2001. URL consultato il 10 aprile 2016.
- ^ Stewart Tolnay, The African American 'Great Migration' and Beyond, in Annual Review of Sociology, vol. 29, 2003, p. 221, DOI:10.1146/annurev.soc.29.010202.100009, JSTOR 30036966.
- ^ Stewart Tolnay, The African American 'Great Migration' and Beyond, in Annual Review of Sociology, vol. 29, 2003, p. 213, DOI:10.1146/annurev.soc.29.010202.100009, JSTOR 30036966.
- ^ E.M. Beck e Tolnay, Stewart, Black Flight: Lethal Violence and the Great Migration, 1900–1930, in Social Science History, vol. 14, n. 3, 1990, pp. 351-352, DOI:10.2307/1171355, JSTOR 1171355.
- ^ Moyers, Bill. "Legacy of Lynching". PBS. Retrieved July 28, 2016
- ^ Stewart Tolnay, The African American 'Great Migration' and Beyond, in Annual Review of Sociology, vol. 29, 2003, pp. 218-221, DOI:10.1146/annurev.soc.29.010202.100009, JSTOR 30036966.
- ^ Michael O. Emerson, Christian Smith (2001). "Divided by Faith: Evangelical Religion and the Problem of Race in America". p. 42. Oxford University Press
- ^ a b Amanda Seligman, Block by block : neighborhoods and public policy on Chicago's West Side, Chicago, University of Chicago Press, 2005, pp. 213-14, ISBN 978-0-226-74663-0.
- ^ Michael Kazin, Rebecca Edwards, Adam Rothman (2009). "The Princeton Encyclopedia of American Political History". p. 245. Princeton University Press
- ^ "Forgotten' details heroism of black soldiers in WWII". New York Daily News. Retrieved August 5, 2017
- ^ How The Horrific Photograph Of Emmett Till Helped Energize The Civil Rights Movement, su 100 Photographs | The Most Influential Images of All Time. URL consultato il 29 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2017).
- ^ a b (EN) Vann R. Newkirk II, How ‘The Blood of Emmett Till’ Still Stains America Today, in The Atlantic. URL consultato il 29 luglio 2017.
- ^ Whitfield, Stephen (1991). A Death in the Delta: The story of Emmett Till. pp 41-42. JHU Press.
- ^ Carol Berkin, Christopher Miller, Robert Cherny, James Gormly (2011). "Making America: A History of the United States, Volume 2: From 1865". p. 749. Cengage Learning
- ^ Jessica Ravitz, Siblings of the bombing: Remembering Birmingham church blast 50 years on. URL consultato il 20 ottobre 2013.
- ^ Birmingham Church Bombed, su cinema.ucla.edu, L.A. Rebellion: Film & Television Archive. URL consultato il 20 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2013).
- ^ Dionne Walker, Pioneer of interracial marriage looks back, in Associated Press, 10 giugno 2007. URL consultato il 23 agosto 2015.
- ^ Racial Integrity Act of 1924, Full Text at Wikisource.org
- ^ Charles B. Lawing, Loving v. Virginia and the Hegemony of "Race" (PDF), su charlielawing.com. URL consultato il 23 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2007).
- ^ The Rise and Decline of the American Ghetto David M. Cutler, Edward L. Glaeser, Jacob L. Vigdor The Journal of Political Economy, Vol. 107, No. 3 (Jun., 1999), pp. 455-506
- ^ Racial Discrimination and Redlining in Cities (PDF), su core.ucl.ac.be. URL consultato il 16 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2007).
- ^ In poor health: Supermarket redlining and urban nutrition, Elizabeth Eisenhauer, GeoJournal Volume 53, Number 2, February 2001
- ^ How East New York Became a Ghetto by Walter Thabit. ISBN 0-8147-8267-1. Page 42.
- ^ Comeback Cities: A Blueprint for Urban Neighborhood Revival By Paul S. Grogan, Tony Proscio. ISBN 0-8133-3952-9. 2002. p. 114. "The goal was not to relax lending restrictions but rather to get banks to apply the same criteria in the inner-city as in the suburbs."
- ^ How Pepsi Opened Door to Diversity, Wall Street Journal, 9 gennaio 2016.
- ^ Larry Schwartz, Owens Pierced a Myth, su espn.go.com, ESPN. URL consultato il 30 aprile 2009.
- ^ Entine, Jon (2000). Taboo: Why Black Athletes Dominate Sports and why We are Afraid to Talk about it. PublicAffairs. p. 187.
- ^ Larry Schwartz, Owens pierced a myth, su espn.go.com, 2007.
- ^ Seth Abramovitch, Oscar's First Black Winner Accepted Her Honor in a Segregated 'No Blacks' Hotel in L.A., The Hollywood Reporter, 19 febbraio 2015. URL consultato il 10 agosto 2017.
- ^ Richard C. Wade, "The Vesey Plot: A Reconsideration", The Journal of Southern History, Vol. 30, No. 2, May 1964, accessed 5 November 2014
- ^ JBHE Statistical Shocker of the Year, su jbhe.com. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ Ronald Takaki, A Different Mirror: A History of Multicultural America (New York: Little, Brown & Co., 1993), 400-414.
- ^ William Booth, In Church Fires, a Pattern but No Conspiracy, Washington Post, 19 giugno 1996. URL consultato il 27 giugno 2015.
- ^ Elizabeth Whitman, Charleston Church Shooting: South Carolina Racism Will Not Change After Killings, Black Residents Say, su International Business Times.
- ^ Ashley Southall, Bias Payments Come Too Late for Some Farmers, in The New York Times, 25 maggio 2010, ISSN 0362-4331 . URL consultato il 26 maggio 2010.
- ^ Nikole Hannah-Jones, Yes, Black America Fears the Police. Here’s Why., su ProPublica, 4 marzo 2015. URL consultato il 5 marzo 2015.
- ^ U. S. Electoral College: Frequently Asked Questions, su archives.gov. URL consultato il 23 marzo 2017.
- ^ a b Shannon, Deric., Political sociology : oppression, resistance, and the state, Sage [u.a.], 1º gennaio 2011, ISBN 978-1-4129-8040-1, OCLC 815880812.
- ^ Jennifer Manning, Membership of the 114th Congress: A Profile (PDF), in Congressional Research Service, 2016.
- ^ White Americans play major role in electing the first black president, Los Angeles Times
- ^ Inside Obama's Sweeping Victory, su pewresearch.org, Pew Research Center, 5 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2011).
- ^ U.S. President: National: Exit Poll, CNN.
- ^ Strong black vote gives Obama big boost, su msnbc.msn.com, MSNBC, 26 gennaio 2008. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ Jeremy Diamond CNN, Trump: BLM has helped instigate police killings, su CNN. URL consultato il 7 febbraio 2017.
- ^ Long, Russ. "How to Think about Racial and Ethnic Inequality" Archiviato il 26 agosto 2017 in Internet Archive..
- ^ a b c Rebecca Leonard e Don C Locke, Communication Stereotypes: Is Interracial Communication Possible?, in Journal of Black Studies, vol. 23, n. 3, 1993, pp. 332-343, DOI:10.1177/002193479302300303.
- ^ Orbe, Mark P., and Tina M. Harris. "Interracial Communication: Theory Into Practice."Google Books. Sage Publications, n.d. Web. 02 Feb. 2014
- ^ https://www.elle.com/it/magazine/storie-di-donne/a34120682/breonna-taylor-morte-razzismo/
- ^ https://www.nytimes.com/2020/05/26/us/minneapolis-police-man-died.html
- ^ https://www.washingtonpost.com/nation/2020/05/30/george-floyd-protests-live-updates/
- ^ Jeffrey D. Schultz, Encyclopedia of Minorities in American Politics: African Americans and Asian Americans, 2002, p. 284. URL consultato il 29 settembre 2015.
- ^ a b c d Shinsuke Eguchi, Revisiting Asiacentricity: Toward Thinking Dialectically about Asian American Identities and Negotiation, in Howard Journal of Communications, vol. 24, n. 1, 2013, pp. 95-115, DOI:10.1080/10646175.2013.748556.
- ^ Philip Chin, The Chinese Exclusion Act: Ten Year Exclusion Act Debates and Passage -- Part 3"., in Chinese American Forum, vol. 29, n. 1, 2013, pp. 24-31.
- ^ a b Taylor Sakamoto, The Triumph and Tragedies of Japanese Women in America: A View Across Four Generations, in History Teacher, vol. 41, n. 1, 2007, pp. 97-122.
- ^ Shinsuke Eguchi, Revisiting Asia centricity: Toward Thinking Dialectically about Asian American Identities and Negotiation, in Howard Journal of Communications, vol. 24, n. 1, 2013, pp. 95-115, DOI:10.1080/10646175.2013.748556.
- ^ Missing on the home front, National Forum, Fall 1995 by Roeder, George H Jr, su questia.com, Questia, 22 maggio 1944. URL consultato il 24 gennaio 2011.
- ^ Lewis A. Erenberg e Susan E. Hirsch, The War in American Culture: Society and Consciousness During World War II, University of Chicago Press, 15 maggio 1996, p. 52, ISBN 978-0-226-21511-2.
- ^ Trophies of War, US Troops and the Mutilation of Japanese War Dead, 1941-1945 - James J Weingartner - PHR Vol 61 No 1 Feb 1992.pdf, su Google Docs. URL consultato il 7 dicembre 2016.
- ^ Harrison, Simon, Skull trophies of the Pacific War: transgressive objects of remembrance, su uir.ulster.ac.uk, 7 dicembre 2016, p. 826. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2021).
- ^ (EN) Noam Chomsky e Edward S. Herman, The Washington Connection and Third World Fascism, South End Press, 1º gennaio 1979, p. 31, ISBN 978-0-89608-090-4.
- ^ (EN) The Secret History of the Vietnam War | VICE | United States, in VICE, 17 aprile 2013. URL consultato il 7 dicembre 2016.
- ^ (EN) Nick Turse, Kill Anything That Moves: The Real American War in Vietnam, Macmillan, 15 gennaio 2013, ISBN 978-0-8050-8691-1.
- ^ Seema Sohi, Echoes of Mutiny: Race, Surveillance, and Indian Anticolonialism in North America, Oxford University Press, 2014, p. 8, ISBN 978-0-19-937625-4.«Indians in North America, nearly 90 percent of whom where Sikhs from the state of Punjab, were also racialized through colonial gendered discourses. During the early decades of the twentieth century, US Immigration, Justice, and State Department officials cast Indian anticolonialists as a "Hindu" menace»
- ^ a b Zhao, X. & Park, E.J.W. (2013). Asian Americans: An Encyclopedia of Social, Cultural, Economic, and Political History. Greenwood. pp. 1142. ISBN 978-1-59884-239-5
- ^ Roots in the Sand — the Archives, su pbs.org, PBS. URL consultato l'8 maggio 2016.
- ^ a b Jennifer Ludden, 1965 immigration law changed face of America, su npr.org, NPR. URL consultato l'8 maggio 2016.
- ^ a b c d Lei Lai e Linda C. Babcock, Asian Americans and Workplace Discrimination: The Interplay between Sex of Evaluators and the Perception of Social Skills, in Journal of Organizational Behavior, vol. 34, n. 3, 2013, pp. 310-26, DOI:10.1002/job.1799.
- ^ Isok Kim, The Role of Critical Ethnic Awareness and Social Support in the discrimination–depression Relationship among Asian Americans: Path Analysis, in Cultural Diversity and Ethnic Minority Psychology, vol. 20, n. 1, 2014, pp. 52-60, DOI:10.1037/a0034529.
- ^ Michael S. Spencer, Discrimination and Mental Health-Related Service use in a National Study of Asian Americans, in American Journal of Public Health, vol. 100, n. 12, 2010, pp. 2410-7, DOI:10.2105/ajph.2009.176321, PMC 2978178, PMID 20299649.
- ^ David H. Chae, Unfair Treatment, Racial/Ethnic Discrimination, Ethnic Identification, and Smoking among Asian Americans in the National Latino and Asian American Study, in American Journal of Public Health, vol. 98, n. 3, 2008, pp. 485-92, DOI:10.2105/ajph.2006.102012, PMC 2253562, PMID 18235073.
- ^ Calvin Coolidge, Whose Country is This?, in Good Housekeeping, 1921, p. 14.
- ^ The Immigration Act of 1924 (The Johnson-Reed Act), in U.S Department of State Office of the Historian. URL consultato il 13 febbraio 2012.
- ^ Stoddard, Lothrop, The Revolt Against Civilization: The Menace of the Under Man, New York, Charles Scribner's Sons, 1922.
- ^ Losurdo, Domenico, Toward a Critique of the Category of Totalitarianism (PDF), in Historical Materialism, Translated by Marella & Jon Morris, vol. 12, n. 2, Brill, 2004, pp. 25–55, here p. 50, DOI:10.1163/1569206041551663, ISSN 1465-4466 .
- ^ a b Stella, Gian Antonio (2002) L'Orda - Quando gli albanesi eravamo noi. Edizioni Rizzoli, Milano (Capitolo II). ISBN
- ^ Prince, Carl E. (1985) "The Great 'Riot Year': Jacksonian Democracy and Patterns of Violence in 1834." Journal of the Early Republic 5(1): 1–19. ISSN 0275-1275 examines 24 episodes including the January labor riot at the Chesapeake & Ohio Canal, the New York City election riot in April, the Philadelphia race riot in August, and the Baltimore & Washington Railroad riot in November.
- ^ Fried, Rebecca A. (2015) "No Irish Need Deny: Evidence for the Historicity of NINA Restrictions in Advertisements and Signs" Journal of Social History 48. Accessed 17 July 2015. doi: 10.1093/jsh/shv066.
In addition to job postings, the article also surveys evidence relevant to several of Jensen's subsidiary arguments, including lawsuits involving NINA publications, NINA restrictions in housing solicitations, Irish-American responses to NINA advertisements, and the use of NINA advertisements in Confederate propaganda", and concludes (per the abstract) that "Jensen's thesis about the highly limited extent of NINA postings requires revision", and that "the earlier view of historians generally accepting the widespread reality of the NINA phenomenon is better supported by the currently available evidence." - ^ The New York Herald, XXVIII, n. 186, 7 luglio 1863, p. Page 11.
- ^ Patrick Young, High School Student Proves Professor Wrong When He Denied "No Irish Need Apply" Signs Existed, su Long Island Wins, 19 luglio 2015. URL consultato il 16 agosto 2015.
- ^ Mattias Gardell (2003). "Gods of the Blood: The Pagan Revival and White Separatism". p. 80. Duke University Press
- ^ "A Painful Present as Historians Confront a Nation's Bloody Past". Los Angeles Times. Retrieved August 11, 2017
- ^ Newton, Michael, The Invisible Empire: The Ku Klux Klan in Florida, 2001.
- ^ America's dark and not-very-distant history of hating Catholics, The Guardian, 15 febbraio 2016.
- ^ Hugo Münsterberg's obituary Archiviato il 28 dicembre 2010 in Internet Archive..
- ^ The War Department: Keeper of Our Nation's Enemy Aliens During World War I by Mitchel Yockelson. 1998.
- ^ Get the Rope! Anti-German Violence in World War I-era Wisconsin, in History Matters, George Mason University. URL consultato il 1º agosto 2008.
- ^ Donald R. Hickey, The Prager Affair: A Study in Wartime Hysteria, in Journal of the Illinois State Historical Society, Summer 1969, pp. 126-127.
- ^ How Eyewitnesses Survived Explosion: Police and Men on Craft Dodged Death on Land and Water to Save Themselves and Others, in The New York Times, 31 luglio 1916. URL consultato il 30 luglio 2010.
- ^ Jim Robbins, Silence Broken, Pardons Granted 88 Years After Crimes of Sedition, in The New York Times, 3 maggio 2006. URL consultato il 30 luglio 2010.
- ^ Kathleen Doane. "Anti-German hysteria swept Cincinnati in 1917" . The Cincinnati Enquirer, June 6, 2012. Accessed February 15, 2013.
- ^ Guardian 2009 Annual Report[collegamento interrotto], p. 2; Anita Rapone, The Guardian Life Insurance Company, 1860–1920: A History of a German-American Enterprise (New York: New York University Press, 1987); Robert E. Wright and George David Smith, Mutually Beneficial: The Guardian and Life Insurance in America (New York: New York University Press, 2004).
- ^ CCNY Archival Finding Aid, p. 81.
- ^ German American Internee Coalition, su gaic.info. URL consultato il 30 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2010).
- ^ John Tehranian, "Performing Whiteness: Naturalization Litigation and the Construction of Racial Identity in America," The Yale Law Journal, Vol. 109, No. 4. (Jan., 2000), pp. 817–848.
- ^ Arab American Institute Still Deliberately Claiming Assyrians Are Arabs, Assyrian International News Agency. URL consultato il 9 febbraio 2008.
- ^ Leonard, Karen. University of California, Irvine. Western Knight Center. "American Muslims: South Asian Contributions to the Mix". 2005. July 28, 2007.
- ^ Ian Richard Netton e Evelyn Alsultany, From ambiguity to abjection: Iraqi-Americans negotiating race in the United States, in Zahia Smail Salhi (ed.) (a cura di), The Arab diaspora: Voices of an anguished scream, Taylor & Francis, 2006, pp. 140–43, ISBN 978-0-415-37542-9.
- ^ United States, su hrw.org, 11 settembre 2001. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ "While African-Americans, Asians, and Native Americans are racialized according to phenotype, Arab-Americans are often racialized according to religion and politics. Religious racialization conflates Arabs and Islam, and consequently positions all Arabs as Muslim; represents Islam as a monolithic religion erasing diversity among Arabs and Muslims; and marks Islam as a backwards, fanatical, uncivilized, and a terroristic belief system" (p. 127). "Whereas before September 11, Arab- and Muslim-Americans were not included in discourses on race and racism in the United States, a public discourse emerged after September 11 on whether Arabs and Muslims were being treated fairly or being subjected to racism with the rise in hate crimes and government measures targeting Arabs and Muslims" (p. 141). Evelyn Alsultany, From ambiguity to abjection: Iraqi-Americans negotiating race in the United States, in Zahia Smail Salhi, Ian Richard Netton (eds.) (a cura di), The Arab diaspora: Voices of an anguished scream, Taylor & Francis, 2006, p. 127, ISBN 978-0-415-37542-9.
- ^ "'Muslim' identity has certainly congealed as a marker of exclusion and marginalization, in relation to white or mainstream America, which is subjected to similar processes of racialization, and racism, that operate for racial minority groups." Sunaina Maira, Missing: youth, citizenship, and empire after 9/11, Duke University Press, gennaio 2009, p. 229, ISBN 978-0-8223-4409-4.
- ^ Independent News Media – War in Iraq, su freepress.org, Columbus Free Press. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ Abdul Malik Mujahid, Demonization of Muslims Caused the Iraq Abuse, su soundvision.com. URL consultato il 16 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2004).
- ^ Attacks on Arab Americans (PBS)
- ^ Murphy, Jarrett, Hindu Beaten Because He's Muslim, Mistaken Anti-Islam Thugs Pummel, Hogtie And Stab Deliveryman, CBS News, 11 febbraio 2009. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ ADL Condemns Hate Crime Against Hindu, su adl.org, Anti-Defamation League. URL consultato il 18 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2008).
- ^ Bradley Blackburn e Margaret Aro, Muslim-American Soldier Claims Harassment in the Army, in ABC World News with Diane Sawyer, American Broadcasting Company, 14 aprile 2010. URL consultato il 15 marzo 2013.
- ^ An American Soldier, who happens to be Muslim – The Documentary (51:36), su youtube.com, YouTube, 28 gennaio 2011. URL consultato il 14 marzo 2013.
- ^ Kristine J. Ajrouch, Gender, Race, and Symbolic Boundaries: Contested Spaces of Identity Among Arab American Adolescents, in Sociological Perspectives, vol. 47, n. 4, University of California Press, Winter 2004, pp. 371-391, DOI:10.1525/sop.2004.47.4.371, JSTOR 10.1525/sop.2004.47.4.371.
- ^ Mehdi Bozorgmehr, No solidarity: Iranians in the U.S, in The Iranian, 2 maggio 2001. URL consultato il 2 febbraio 2007.
- ^ Vedi l'analisi dettagliata condotta in: The U.S. Media and the Middle East: Image and Perception. Praeger, 1997; Greenwood, 1995.
- ^ Los Angeles Times: Essay: Iranians moving past negative depictions in pop culture: "Iranians, left outside of the 9/11 conversation, began to leak fairly seamlessly into the best and worst of pop culture. In 2003, veteran Iranian actress Shohreh Aghadashloo starred in The House of Sand and Fog, for which she became the first Iranian nominated for an Academy Award (although two years later the pendulum swung back when she played a member of a terrorist family on the hit TV show 24)." June 27, 2010.
- ^ John J. O'Connor, Tv View; 'On Wings Of Eagles' Plods To Superficial Heights, su query.nytimes.com, New York Times, 18 maggio 1986. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ Richard Maurer (ram-30), Escape from Iran: The Canadian Caper (TV Movie 1981), su IMDb, 17 maggio 1981.
- ^ Ronald Takaki, A Different Mirror: A History of Multicultural America (New York: Little, Brown & Co., 1993), 277-283.
- ^ Rosten, Leo (1968) The Joys of Yiddish
- ^ "Proceedings of the Asiatic Exclusion League" Asiatic Exclusion League. San Francisco: April 1910. Pg. 7. "To amend section twenty-one hundred and sixty-nine of the Revised Statutes of the United States. Be it enacted by the Senate and House of Representatives of the United States of America in Congress assembled, that section twenty-one hundred and sixty-nine of the Revised Statutes of the United States be, and the same is hereby, amended by adding thereto the following: And Mongolians, Malays, and other Asiatics, except Armenians, Assyrians, and Jews, shall not be naturalized in the United States."
- ^ Phagan, 1987, p. 27, states that "everyone knew the identity of the lynchers" (putting the words in her father's mouth). Oney, 2003, p. 526, quotes Carl Abernathy as saying, "They'd go to a man's office and talk to him or … see a man on the job and talk to him," and an unidentified lyncher as saying "The organization of the body was more open than mysterious."
- ^ The Various Shady Lives of the Ku Klux Klan, in Time magazine, 9 aprile 1965. URL consultato il 26 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2013).«An itinerant Methodist preacher named William Joseph Simmons started up the Klan again in Atlanta. On Thanksgiving Eve 1915, Simmons took 15 friends to the top of Stone Mountain, near Atlanta, built an altar on which he placed an American flag, a Bible and an unsheathed sword, set fire to a crude wooden cross, muttered a few incantations about a "practical fraternity among men," and declared himself Imperial Wizard of the Invisible Empire of the Knights of the Ku Klux Klan.»
- ^ Father Charles Edward Coughlin (1891–1971) By Richard Sanders, Editor, Press for Conversion!
- ^ Mary Christine Athans, "A New Perspective on Father Charles E. Coughlin," Church History, Vol. 56, No. 2. (June 1987), pp. 224–235, American Society of Church History
- ^ H-ANTISEMITISM OCCASIONAL PAPERS, NO. 1M, su h-net.msu.edu. URL consultato il 16 febbraio 2013.
- ^ The Nation of Islam, su adl.org, Anti-Defamation League. URL consultato il 17 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2006).
- ^ Amy Goldstein, A D.C. Clinic's Controversial Rx for AIDS, su The Washington Post, 27 settembre 1993. URL consultato il 17 luglio 2016.«His critics, including the Anti-Defamation League, contend that Muhammad's speeches contain antisemitic slurs. The critics have provided evidence of such remarks made by [NOI leader Louis] Farrakhan but not by Muhammad. In his several taped speeches, Muhammad has named Israel among the countries in what he calls the genocidal AIDS conspiracy, but he does not single out Jews for criticism.»
- ^ Seth Korelitz, "The Menorah Idea: From Religion to Culture, From Race to Ethnicity," American Jewish History 1997 85(1): 75–100. 0164–0178
- ^ Peter Novick, The Holocaust in American Life (1999); Hilene Flanzbaum, ed. The Americanization of the Holocaust (1999); Monty Noam Penkower, "Shaping Holocaust Memory," American Jewish History 2000 88(1): 127–132. 0164–0178
- ^ Steve Siporin, "Immigrant and Ethnic Family Folklore," Western States Jewish History 1990 22(3): 230–242. 0749–5471
- ^ a b Lerner, Michael (May 18, 1993). "Jews Are Not White". The Village Voice. XXXVIII (20). pp. 33–34.
- ^ Voices on Antisemitism Podcast, su USHMM. URL consultato il 4 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2007).
- ^ Sources for the following are:
- Bauer, Yehuda. "Problems of Contemporary Anti-Semitism" (PDF), su humanities.ucsc.edu. URL consultato il 5 luglio 2003 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2003)., 2003, retrieved April 22, 2006.
- Chesler, Phyllis. The New Anti-Semitism: The Current Crisis and What We Must Do About It, Jossey-Bass, 2003, pp. 158–159, 181.
- Doward, Jamie. Jews predict record level of hate attacks: Militant Islamic media accused of stirring up new wave of anti-semitism, The Guardian, August 8, 2004.
- Kinsella, Warren. The New anti-Semitism Archiviato il 14 ottobre 2007 in Internet Archive., accessed March 5, 2006.
- Sacks, Jonathan. "The New Antisemitism" Archiviato il 7 giugno 2008 in Internet Archive., Ha'aretz, September 6, 2002, retrieved on January 10, 2007.
- Strauss, Mark. "Antiglobalism's Jewish Problem" in Rosenbaum, Ron (ed). Those who forget the past: The Question of Anti-Semitism, Random House 2004, p. 272.
- ^ Noam Chomsky, Necessary Illusions, Appendix V, Segment 20
- ^ Congressmember Weiner Gets It Wrong On Palestinian Group He Tried To Bar From U.S., su democracynow.org, Democracy Now!, 30 agosto 2006 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2007).
- ^ Real Stories From Victims Who've Been Scammed, su gypsypsychicscams.com. URL consultato il 26 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2007).
- ^ Sutherland, Anne (1986). Gypsies: The Hidden Americans. Waveland Press. p. 86. ISBN 0-88133-235-6
ISBN 978-0-88133-235-3 - ^ ISBN David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo, ed. orig. 1993, trad. dall'inglese di Carla Malerba, Bollati Boringhieri, Torino
- ^ Domenico Losurdo, Il revisionismo storico. Problemi e miti, Laterza, Roma-Bari, 1996
- ^ Adolf Hitler, Mein Kampf, ed. Lucciola, 1992
- ^ Appendice IV di La razza Analisi di un mito di Ashley Montagu, Einaudi 1966 PBE Scienza
- ^ * Claudio Pogliano, Gennaio 2005 L'ossessione della razza Edizioni della Normale, Pisa, Pacini Editore, pagine 505
- ^ *Ernesto Galli della Loggia, 1980, Sezione dedicata al Razzismo, Enciclopedia Europea, Garzanti.
- ^ Goldie Taylor, Why Are the Feds Charging Michael Slager, the Cop Who Killed Walter Scott?, su The Daily Beast, 12 maggio 2016. URL consultato il 4 ottobre 2016.
- ^ a b Revisions to the Standards for the Classification of Federal Data on Race and Ethnicity, su whitehouse.gov. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2004).
- ^ U.S. Census Bureau Guidance on the Presentation and Comparison of Race and Hispanic Origin Data, su census.gov. URL consultato il 5 aprile 2007.«Race and Hispanic origin are two separate concepts in the federal statistical system.
People who are Hispanic may be of any race. People in each race group may be either Hispanic or Not Hispanic.
Each person has two attributes, their race (or races) and whether or not they are Hispanic.» - ^ Overview of Race and Hispanic Origin: 2000 (PDF), su census.gov. URL consultato il 5 aprile 2007.«The federal government considers race and Hispanic origin to be two separate and distinct concepts. For Census 2000, the questions on race and Hispanic origin were asked of every individual living in the United States ... Hispanics may be of any race.»
- ^ The American FactFinder, su quickfacts.census.gov (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2006).
- ^ Introduction to Race and Ethnic (Hispanic Origin) Data for the Census 2000 Special EEO File Archiviato il 13 agosto 2009 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Cedric Robinson: Forgeries of Memory and Meaning: Blacks and the Regimes of Race in American Theater and Film Before World War II, University of North Carolina Press, 2007, ISBN 0-8078-5841-2
- Abizadeh, Arash (2001) "Ethnicity, Race, and a Possible Humanity" World Order 33.1: 23-34.
- American Association of Physical Anthropologists (1996) AAPA statement on biological aspects of race. Am J Phys Anthropol 101:569–570
- Banton M (1977) The idea of race. Westview Press, Boulder
- Boas 1912 "Change in Bodily Form of Descendants of Immigrants" in American Anthropologist 14: 530-562
- Brace 1964 "A Non-racial Approach Toward the Understanding of Human Diversity" in The Concept of Race, ed. Ashley Montagu
- Burchard EG, Ziv E, Coyle N, Gomez SL, Tang H, Karter AJ, Mountain JL, Perez-Stable EJ, Sheppard D, Risch N (2003) The importance of race and ethnic background in biomedical research and clinical practice. N Engl J Med 348:1170–1175
- Calafell F (2003) Classifying humans. Nat Genet 33:435–436
- Cooper RS, Kaufman JS, Ward R (2003) Race and genomics. N Engl J Med 348:1166–1170
- Dobzhansky, T. (1970). Genetics of the Evolutionary Process. New York, NY: Columbia University Press.
- ——— (2005) Race and reification in science. Science 307:1050–1051
- Ehrlich and Holm 1964 "A Biological View of Race" in The Concept of Race, ed. Ashley Montagu
- Frayer, David, M. Wolpoff, A. Thorne, F. Smith, G. Pope "Theories of Modern Origins: The Paleontological Test" in American Anthropologist 95(1) 14-50
- Guthrie RD (1996) The mammoth steppe and the origin of mongoloids and their dispersal. In: Akazawa T, Szathmary E (eds) Prehistoric Mongoloid dispersals. Oxford University Press, New York, pp 172–186
- Hannaford I (1996) Race: the history of an idea in the West. Johns Hopkins University Press, Baltimore
- Harpending H, Rogers A (2000) Genetic perspectives on human origins and differentiation. Annu Rev Genomics Hum Genet 1:361–389
- Harris, Marvin (1980) Patterns of Race in the Americas. Greenwood Press
- Hooton, E.A. (1926). Methods of racial analysis. Science 63, 75–81.
- Jablonski NG (2004) The evolution of human skin and skin color. Annu Rev Anthropol 33:585–623
- Keita SOY, Kittles RA (1997) The persistence of racial thinking and the myth of racial divergence. Am Anthropol 99:534–544
- Lahr MM (1996) The evolution of modern human diversity: a study of cranial variation. Cambridge University Press, Cambridge, United Kingdom
- Lamason RL, Mohideen MA, Mest JR, Wong AC, Norton HL, Aros MC, Jurynec MJ, Mao X, Humphreville VR, Humbert JE, Sinha S, Moore JL, Jagadeeswaran P, Zhao W, Ning G, Makalowska I, McKeigue PM, O'Donnell D, Kittles R, Parra EJ, Mangini NJ, Grunwald DJ, Shriver MD, Canfield VA, Cheng KC (2005). SLC24A5, a putative cation exchanger, affects pigmentation in zebrafish and humans. Science 310: 1782-6.
- Lewis B (1990) Race and slavery in the Middle East. Oxford University Press, New York
- Lie J. (2004). Modern Peoplehood. Harvard University Press, Cambridge, Mass.
- Lieberman DE, McBratney BM, Krovitz G (2002) The evolution and development of cranial form in Homo sapiens. Proc Natl Acad Sci USA 99:1134–1139
- Lieberman L (2001) How "Caucasoids" got such big crania and why they shrank: from Morton to Rushton. Curr Anthropol 42:69–95
- Leiberman and Jackson 1995 "Race and Three Models of Human Origins" in American Anthropologist 97(2) 231-242
- Lieberman, Hampton, Littlefield, and Hallead 1992 "Race in Biology and Anthropology: A Study of College Texts and Professors" in Journal of Research in Science Teaching 29:301-321
- Lévi-Strauss Claude, Razza e storia-Razza e cultura, Einaudi (2002)
- Lewontin 1973 "The Apportionment of Human Diversity" in Evolutionary Biology 6:381-397
- Livingstone 1962 "On the Non-Existence of Human Races" in Current Anthropology 3: 279-281
- Long JC, Kittles RA, Human genetic diversity and the nonexistence of biological races, in Human Biology, vol. 75, n. 4, agosto 2003, pp. 449-71, DOI:10.1353/hub.2003.0058, PMID 14655871.
- Marks J (1995) Human biodiversity: genes, race, and history. Aldine de Gruyter, New York
- Mayr, E. (1969). Principles of Systematic Zoology. New York, NY: McGraw-Hill.
- Mays VM, Ponce NA, Washington DL, Cochran SD (2003) Classification of race and ethnicity: implications for public health. Annu Rev Public Health 24:83–110
- Meltzer M (1993) Slavery: a world history, rev ed. DaCapo Press, Cambridge, MA
- Montagu (1941). "The Concept of Race in Light of Genetics" in Journal of Heredity 23: 241-247
- Montagu (1942). Man's Most Dangerous Myth: The Fallacy of Race
- Mörner M (1967) Race mixture in the history of Latin America. Little, Brown, Boston
- Morton NE, Collins A (1998) Tests and estimates of allelic association in complex inheritance. Proc Natl Acad Sci USA 95:11389–11393
- Nobles M (2000) Shades of citizenship: race and the census in modern politics. Stanford University Press, Stanford
- Olson S (2002) Mapping human history. Houghton Mifflin, Boston
- Ossorio P, Duster T (2005) Controversies in biomedical, behavioral, and forensic sciences. Am Psychol 60:115–128
- Parra EJ, Kittles RA, Shriver MD (2004) Implications of correlations between skin color and genetic ancestry for biomedical research. Nat Genet 36:S54–S60
- Parra EJ, Marcini A, Akey J, Martinson J, Batzer MA, Cooper R, Forrester T, Allison DB, Deka R, Ferrell RE, Shriver MD (1998) Estimating African American admixture proportions by use of population-specific alleles. Am J Hum Genet 63:1839–1851
- Parra FC, Amado RC, Lambertucci JR, Rocha J, Antunes CM, Pena SD, Color and genomic ancestry in Brazilians, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 100, n. 1, gennaio 2003, pp. 177-82, DOI:10.1073/pnas.0126614100, PMC 140919, PMID 12509516.
- Patterson N, Hattangadi N, Lane B, Lohmueller KE, Hafler DA, Oksenberg JR, Hauser SL, Smith MW, O'Brien SJ, Altshuler D, Daly MJ, Reich D (2004) Methods for high-density admixture mapping of disease genes. Am J Hum Genet 74:979–1000
- Platz EZ, Rimm EB, Willett WC, Kantoff PW, Giovannucci E (2000) Racial variation in prostate cancer incidence and in hormonal system markers among male health professionals. J Natl Cancer Inst 92:2009–2017
- Pritchard JK (2001) Are rare variants responsible for susceptibility to complex diseases? Am J Hum Genet 69:124–137
- Pritchard JK, Cox NJ (2002) The allelic architecture of human disease genes: common disease-common variant...or not? Hum Mol Genet 11:2417–2423
- Rees JL (2003) Genetics of hair and skin color. Annu Rev Genet 37:67–90
- Relethford JH (2002) Apportionment of global human genetic diversity based on craniometrics and skin color. Am J Phys Anthropol 118:393–398
- Risch N (2000) Searching for the genetic determinants in a new millennium. Nature 405:847–856
- Risch N, Burchard E, Ziv E, Tang H (2002) Categorization of humans in biomedical research: genes, race and disease. Genome Biol 3 [1] Archiviato il 24 giugno 2006 in Internet Archive. (electronically published July 1, 2002; accessed August 25, 2005)
- Roseman CC (2004) Detecting interregionally diversifying natural selection on modern human cranial form by using matched molecular and morphometric data. Proc Natl Acad Sci USA 101:12824–12829
- Rosenberg NA, Pritchard JK, Weber JL, Cann HM, Kidd KK, Zhivotovsky LA, Feldman MW (2002) Genetic structure of human populations. Science 298:2381–2385 [2][collegamento interrotto]
- Rotimi CN (2004) Are medical and nonmedical uses of large-scale genomic markers conflating genetics and "race"? Nat Genet 36:S43–S47
- Schwartz M, Vissing J (2001) Paternal Inheritance of Mitochondrial DNA. N Engl J Med 347:576-580
- Serre D, Langaney A, Chech M, Teschler-Nicola M, Paunovic M, Mennecier P, Hofreiter M, Possnert G G, Pääbo S (2004) No evidence of Neandertal mtDNA contribution to early modern humans. PLoS Biol 2:313–317
- Shriver MD, Parra EJ, Dios S, et al., Skin pigmentation, biogeographical ancestry and admixture mapping, in Human Genetics, vol. 112, n. 4, aprile 2003, pp. 387-99, DOI:10.1007/s00439-002-0896-y, PMID 12579416.
- Sider, Gerald 1993 Lumbee Indian Histories: Race, Ethnicity, and Indian Identity in the Southern United States
- Smedley A (1999) Race in North America: origin and evolution of a worldview, 2nd ed. Westview Press, Boulder
- Smith DJ, Lusis AJ (2002) The allelic structure of common disease. Hum Mol Genet 11:2455–2461
- Smith, Fred (1982) "Upper Pleistocene Hominid Evolution in South-Central Europe: A Review of the Evidence and Analysis of Trends" Current Anthropology 23: 667-686
- Smith MW, Patterson N, Lautenberger JA, Truelove AL, McDonald GJ, Waliszewska A, Kessing BD, et al. (2004) A high-density admixture map for disease gene discovery in African Americans. Am J Hum Genet 74:1001–1013
- Snowden FM (1983) Before color prejudice: the ancient view of blacks. Harvard University Press, Cambridge, MA
- Spickard PR (1992) The illogic of American racial categories. In: Root MPP (ed) Racially mixed people in America. Sage, Newbury Park, CA, pp 12–23
- Stanton W (1960) The leopard's spots: scientific attitudes toward race in America, 1815–1859. University of Chicago Press, Chicago
- Stringer C (2002) Modern human origins: progress and prospects. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci 357:563–579
- Sturm RA, Teasdale RD, Box NF (2001) Human pigmentation genes: identification, structure and consequences of polymorphic variation. Gene 277:49–62
- Takaki R (1993) A different mirror: a history of multicultural America. Little, Brown, Boston
- Tang H, Quertermous T, Rodriguez B, et al., Genetic structure, self-identified race/ethnicity, and confounding in case-control association studies, in American Journal of Human Genetics, vol. 76, n. 2, febbraio 2005, pp. 268-75, DOI:10.1086/427888, PMC 1196372, PMID 15625622.
- Templeton AR (1998) Human races: a genetic and evolutionary perspective. Am Anthropol 100:632–650
- ——— (2002) Out of Africa again and again. Nature 416:45–51
- Thomas DC, Witte JS (2002) Point: population stratification: a problem for case-control studies of candidate-gene associations? Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 11:505–512
- Thorne and Wolpoff 1992 "The Multiregional Evolution of Humans" in Scientific American (April) 76-83
- Todorov T (1993) On human diversity. Harvard University Press, Cambridge, MA
- Wallace R, Wallace D, Wallace RG (2004) Coronary heart disease, chronic inflammation, and pathogenic social hierarchy: a biological limit to possible reductions in morbidity and mortality. J Natl Med Assoc 96:609–619
- Wilson JF, Weale ME, Smith AC, Gratrix F, Fletcher B, Thomas MG, Bradman N, Goldstein DB (2001) Population genetic structure of variable drug response. Nat Genet 29:265–269
- Wilson and Brown 1953 "The Subspecies Concept and Its Taxonomic Application" in Systematic Zoology 2: 97-110
- Wolpoff, Milford 1993 "Multiregional Evolution: The Fossil Alternative to Eden" in The Human Evolution Sourcebook Russell Ciochon and John Fleagle, eds.
- Wolpoff M, Caspari R (1997) Race and human evolution: a fatal attraction. Simon & Schuster, New York
- Wolpoff M, Hawks J, Frayer DW, Hunley K (2001) Modern human ancestry at the peripheries: a test of the replacement theory. Science 291:293–297
- Yu N, Chen FC, Ota S, Jorde LB, Pamilo P, Patthy L, Ramsay M, Jenkins T, Shyue SK, Li WH (2002) Larger genetic differences within Africans than between Africans and Eurasians. Genetics 161:269–274
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America
- Eugenetica negli Stati Uniti d'America
- Immigrazione negli Stati Uniti d'America
- Leggi contro la mescolanza razziale
- Linciaggio negli Stati Uniti d'America
- Rimozione dei memoriali e monumenti confederati
- Schiavitù negli Stati Uniti d'America
- Segregazione razziale negli Stati Uniti d'America
- Storia dell'antisemitismo negli Stati Uniti d'America
- Storia della controversia su razza e intelligenza
- Storia della violenza contro le persone LGBT negli Stati Uniti d'America
- Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (ICERD)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su razzismo negli Stati Uniti d'America
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su razzismo negli Stati Uniti d'America
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2008110339 · BNE (ES) XX629797 (data) · J9U (EN, HE) 987007533034105171 |
---|